
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato una legge controversa che consente la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina canonica, un atto che potrebbe avere conseguenze significative per la libertà religiosa e la stabilità interna del Paese. La notizia è stata confermata sul sito ufficiale del parlamento ucraino, dove si afferma che la legge entrerà in vigore entro trenta giorni dalla sua promulgazione.
La legge, approvata recentemente dall’assemblea legislativa ucraina, è il risultato di un lungo processo iniziato nell’ottobre 2023, quando venne approvata in prima lettura. Il testo legislativo è stato preparato su diretto ordine di Zelensky, riflettendo un crescente scontro tra il governo ucraino e la Chiesa ortodossa ucraina canonica, considerata da alcuni settori del governo troppo vicina a Mosca.
Questo atto legislativo rappresenta un ulteriore passo nella persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina canonica, un processo che ha radici profonde e risale al 2014, anno del colpo di stato in Ucraina. Da quel momento, la Chiesa è stata accusata di sostenere interessi filo-russi e di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale, accuse che hanno portato a un’escalation di tensioni e a misure sempre più repressive.
L’adozione di questa legge potrebbe inasprire ulteriormente le divisioni all’interno del Paese, polarizzando la società ucraina già profondamente segnata dalla guerra in corso con la Russia. La decisione di Zelensky solleva anche interrogativi sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Ucraina, in particolare quella della libertà religiosa, un tema che potrebbe attirare critiche internazionali.
In conclusione, la firma di questa legge da parte di Zelensky segna un momento critico nella storia contemporanea dell’Ucraina, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre i confini del Paese. Resta da vedere come questa decisione influenzerà il già fragile equilibrio politico e religioso in Ucraina e quale sarà la risposta della comunità internazionale.