
Nato a Sceaux (Seine) l’8 novembre 1935, figlio del gestore di un piccolo cinema e di una commessa, separati, l’Angelo nero come lo definivano alcuni.
Dopo aver partecipato alla Guerra d’Indocina, si congedò nel 1956. Cominciò quindi a frequentare l’ambiente parigino conoscendo intellettuali e protagonisti dello spettacolo. Recita in teatro finché la sua bellezza e le sue virtù sono notate da alcuni produttori cinematografici. La sua brillante carriera iniziò negli anni ’60 recitando in “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “L’eclisse” con i quali raggiunse la fama internazionale.
Delon è stato una vera star dell’epoca d’oro del cinema francese, noto per il suo personaggio da duro sullo schermo in pellicole cult. L’attore ha “una personalità abbastanza autodistruttiva e alla ricerca della propria identità”, ha detto il regista Joseph Losey. “Il meglio e il peggio, entrambi inaccessibili e così vicini, freddi e brucianti”, ha riassunto Brigitte Bardot in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’artista. Muore all’età di 88 anni, sereno nella sua casa di Douchy, ne danno l’annuncio i tre figli, dopo aver combattuto per un linfoma e successivamente un ictus nel 2019. Sullo schermo era morto una trentina di volte nella sua sterminata carriera. Nel 2019 ricevette al Festival di Cannes la Palma d’oro che lui commentò dicendo che era un pò un omaggio postumo, ma in vita. Un attore che ha vissuto anche tante sofferenze coma la perdita di Romy Schneider, una delle poche donne che abbia veramente amato e che morì a 44 anni per l’atroce dolore di aver perso un figlio. Dopo una battuta d’arresto in cui si dedicò ai polizieschi, lo rivediamo in “Il ritorno di Casanova” nel 1992 di Edouard Niermans. Negli anni 70, in Borsalino nacque la leggenda della sua rivalità con l’altra icona del cinema francese Jean Paul Belmondo, notizia smentita sempre dagli interessati che si definirono amici.
Da qui il successo imperituro con l’Eclissi di Antonioni, il Gattopardo di Visconti e Rocco e i suoi fratelli. Alla sua carriera lavorativa si legò una intensa vita sentimentale e il conseguente coinvolgimento in tanti scandali rosa.
È stato un principe del teatro e del cinema, un gigante, lo stimavo moltissimo, ci intendevamo perché aveva, oltre al talento di attore, una capacità piuttosto rara: era protagonista sul set e sul palcoscenico, ma fuori dalla scena era un normalissimo, riservato signore” dice Marco Bellocchio ricordandolo.
“La leggenda è scomparsa. Alain Delon ci lascia orfani dell’epoca d’oro del cinema francese che così bene ha incarnato. Una piccola parte della Francia che amiamo se ne va con lui”. Lo scrive Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National.
“Il suo nome sarà per sempre sinonimo di bellezza e talento”. L’ha scritto sui social il presidente della commissione cultura della camera Federico Mollicone. Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura: “Ci lascia una vera icona del cinema mondiale”
E’ corale la tristezza e il disappunto per una perdita così basilare nel Cinema mondiale ma soprattutto Francese anagraficamente ma Italiano, come si definiva lui, nel cuore.
“Il giorno dopo questa Palma d’Oro alla carriera, mi sento di ringraziare tutti coloro che mi hanno dimostrato in un modo o nell’altro il loro affetto e la loro simpatia, e non solo. Mentre il mio viaggio volge al termine, voglio dirlo: ho conosciuto tante passioni, tanti amori, tanti successi e fallimenti, tante polemiche, tanti scandali, vicende oscure, tanti ricordi, tanti appuntamenti mancati e incontri improvvisati, tanti alti e bassi; che quando gli onori non sono altro che vani e lontani ricordi, c’è solo una cosa che brilla con la sua costanza e longevità: voi, solo voi. A voi che avete determinato quello che sono e che determinerete quello che sarò, devo dire grazie, grazie, grazie”, scrive l’attore al suo pubblico.
