
(AGENPARL) – ven 09 agosto 2024 Indagine nell’ambito di Cantiere Friuli, curata da Gian Pietro Zaccomer
È STABILE LA PROPENSIONE A ESPATRIARE
DEI LAUREANDI DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE
È del 35,6 per cento nel 2023, era 35,4 nel 2022, rispetto al 43,3 del 2018
Udine, 9 agosto 2024 – È stabile la propensione all’espatrio dei laureandi dell’Università di Udine
per continuare la propria carriera universitaria o per iniziare quella lavorativa all’estero. La stima
sui dati raccolti tra tutti i laureandi nel 2023 è del 35,6%, era del 35,4% nel 2022, in linea con
quella degli anni pandemici. Infatti, se nel biennio 2018-2019 la propensione complessiva (ossia
comprensiva dei corsi di laurea triennali, magistrali e a ciclo unico) era, rispettivamente del 43,3%
e del 41,5%, nel triennio 2020-2022 era scesa sotto il 36%. L’attività di studio e di rilevazione
censuaria dei laureandi dell’Ateneo friulano è iniziata nel 2018 all’interno del progetto Cantiere
Friuli ed è curata da Gian Pietro Zaccomer.
«Questa ricerca, unica nel suo genere nelle università italiane – sottolinea il rettore Roberto
Pinton –, è un’importante strumento per calibrare al meglio le azioni di orientamento con le scuole,
la programmazione didattica e le attività di facilitazione all’ingresso nel mondo del lavoro. Ma
anche le istituzioni e il sistema economico e produttivo territoriale possono trarre utili spunti di
riflessione grazie all’indagine del nostro osservatorio».
Le differenze di genere
Dall’elaborazione dei dati del 2023 emerge un allargamento di 5,3 punti percentuali della differenza
di genere. La propensione dei maschi è infatti del 38,5% rispetto al 33,2% delle laureande. Nel
2022 questa differenza era pari a 4,7 punti percentuali.
Inoltre, dallo studio sui dati dei laureandi triennali del quinquennio 2018-2022 si vede come la
propensione di ogni studente è fortemente influenzata dalle esperienze di mobilità internazionale
offerte dell’Ateneo durante il percorso di studi.
«Questo risultato – spiega il professor Zaccomer – conferma per l’Università di Udine il principio,
già validato a livello nazionale dalle indagini di Almalaurea, secondo cui la mobilità richiama altra
mobilità».
Le caratteristiche dell’indagine
Il questionario viene somministrato per via telematica quando lo studente presente la domanda di
laurea. Nel 2023 sono stati raccolti 2.989 questionari che si aggiungono ai 16.480 del quinquennio
2018-2022. È un caso unico tra le rilevazioni universitarie italiane, per quantità, ma soprattutto
perché è una indagine censuaria, riguarda cioè tutti i laureandi e non solo un campione.
«I dati del 2023 dimostrano che gli effetti combinati della pandemia e del conflitto russo-ucraino –
sottolinea il professor Zaccomer – stanno ancora influenzando negativamente le intenzioni di
espatrio dei nostri laureandi. Per capire se quanto osservato sia temporaneo o rappresenti un
cambiamento permanente del fenomeno, sarà necessario protrarre la rilevazione per alcuni anni».
Per Laura Pagani, che ha collaborato alla ricerca, «scegliere di partecipare a un programma di
mobilità internazionale fa parte delle scelte individuali dello studente, che si possono basare su
vari fattori, come quelli culturali, economici, sociali, sui quali l’Ateneo può eventualmente agire, ad
esempio aumentando l’importo delle borse di studio. L’avvento di un evento come una pandemia,
o una guerra – evidenzia la professoressa –, è qualcosa di esogeno, sul quale l’Ateneo non può
esercitare nessun controllo».
In futuro, spiegano Zaccomer e Pagani, «sarà interessante verificare se il numero annuo dei
partecipanti ai progetti di studio all’estero, quali Erasmus, possa essere considerato come un
valido termometro anticipatore dell’andamento della propensione all’espatrio. Oltre a questo
aspetto, è già “in Cantiere” un approfondimento sulle motivazioni che spingono i laureandi
all’espatrio e sulle barriere linguistiche, che rappresentano l’unico vero ostacolo all’interno
dell’Unione Europea, coinvolgendo altri colleghi esperti dell’Ateneo».