
(AGENPARL) – gio 20 giugno 2024 Gentili colleghi,
Spettabili redazioni,
si rilancia, con preghiera di diffusione, il comunicato stampa di
Unioncamere nazionale sulle reali opportunità di lavoro per i laureati,
secondo i diversi indirizzi di studio.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un cordiale saluto.
Cristina Tronchin
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Date: gio 20 giu 2024 alle ore 11:22
Subject: Difficile da trovare un laureato su due
*Difficile da trovare un laureato su due*
*“Introvabili” i profili nell’ambito ingegneristico, *
*medico-paramedico e scientifico*
Roma, 20 giugno 2024 – Gli esami di maturità sono iniziati e molti giovani,
quasi neodiplomati, dovranno presto decidere se iscriversi all’università,
valutando anche le opportunità che offre il mercato del lavoro per i
laureati dei diversi indirizzi di studio.
È importante, allora, sapere che nel 2023 le imprese italiane
dell’industria e dei servizi hanno pianificato di assumere oltre 768mila
laureati, pari al 13,9% del totale dei 5,5 milioni di contratti di lavoro
programmati. Ma le imprese hanno difficoltà a trovare quasi 1 laureato su
2, cioè 376mila figure.
Queste alcune delle indicazioni provenienti dal *Sistema informativo
Excelsior *che *Unioncamere* realizza in collaborazione con il *Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali*, relative alle opportunità di lavoro
per i laureati e analizzate insieme ad *AlmaLaurea* nel volume “Laureati e
lavoro
”.
*Economia e ingegneria le lauree più richieste*
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese con
223mila contratti programmati nel 2023, seguito dall’insieme degli
indirizzi di ingegneria, che arrivano a una richiesta complessiva di
162mila profili, suddivisi in 53mila laureati in ingegneria industriale,
49mila in ingegneria civile e architettura, 45mila in ingegneria
elettronica e dell’informazione e 15mila in altri indirizzi di ingegneria.
Tra gli altri indirizzi più richiesti figurano anche quello di insegnamento
e formazione (117mila), quello sanitario e paramedico (62mila) e quello
scientifico-matematico-fisico-informatico (56mila).
*Le motivazioni della difficoltà di reperimento*
Le imprese hanno riscontrato difficoltà nella ricerca di 1 laureato su 2,
pari a 376mila entrate nel 2023 (il 49% delle entrate di laureati),
accentuando una situazione già complessa e che nel 2019 riguardava 1
laureato su 3.
Nel 62,9% dei casi il motivo di tali difficoltà è dato dal “gap di
offerta”, ovvero un ridotto numero di candidati disponibili sul mercato,
soprattutto quando si ricercano laureati degli indirizzi statistico,
sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico.
Più contenute le difficoltà di reperimento legate al “gap di competenze”,
ovvero collegate alla formazione non adeguata, indicate dalle imprese nel
29,3% dei casi.
*I laureati introvabili*
Le professioni che le imprese fanno più fatica a reperire per i laureati
interessano in particolare l’ambito ingegneristico, medico e paramedico e
scientifico. Più nel dettaglio, tra le professioni “introvabili” si
evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (90,6%), gli ingegneri
dell’informazione (80,7%), le professioni sanitarie infermieristiche ed
ostetriche (80,3%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici
(74,5%), i farmacisti (73,1%), gli specialisti in terapie mediche (71,4%),
i medici generici (70,9%) e i progettisti e amministratori di sistemi
(69,8%).
*I tassi di occupazione*
I dati dell’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei
laureati offrono indicatori utili dal lato dell’offerta per comporre un
quadro più completo sul mercato del lavoro del capitale umano altamente
qualificato.
Nel 2022 il tasso di occupazione – a un anno dal conseguimento del titolo –
è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati
di secondo livello. Il confronto con le precedenti rilevazioni conferma il
trend positivo non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto a
quanto osservato nel 2019.
Inoltre, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le
opportunità occupazionali offerte ai laureati migliorano: a cinque anni
dalla laurea il tasso di occupazione è infatti pari al 92,1% per i laureati
di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello.
Nel dettaglio, si osservano tassi di occupazione più elevati a cinque anni
dalla laurea per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell’informazione
(96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri
indirizzi di ingegneria (95,0%) e nell’area scientifica, matematica, fisica
e informatica (92,6%).
(…)
*Cristina Tronchin*
Addetta Stampa
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