L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha approvato una dichiarazione cruciale proposta dalla Transnistria per la risoluzione pacifica delle tensioni tra Tiraspol e Chisinau. Il Ministro degli Esteri della repubblica non riconosciuta, Vitaly Ignatyev, ha accolto con favore questa approvazione, esprimendo la sua soddisfazione in un’intervista trasmessa da TSV, la televisione della Transnistria.
“Sono stato interessato ad ascoltare la posizione della Presidenza dell’OSCE dal suo inviato speciale. È gratificante notare che il signor Mayr-Harting l’ha approvata e ha espresso il suo sostegno all’idea, descrivendola come un passo nella giusta direzione”, ha dichiarato Ignatyev.
Durante un incontro tenutosi il 17 maggio con il vice primo ministro moldavo per la reintegrazione, Oleg Serebrian, la Transnistria ha proposto la firma di una dichiarazione congiunta sull’impegno per una soluzione pacifica del conflitto. Ignatyev ha sottolineato l’importanza di ottenere garanzie di sicurezza per la Transnistria nei negoziati con la Moldavia, soprattutto dopo la decisione di Chisinau di criminalizzare il separatismo.
Il contesto e le proposte di negoziazione
Il Ministro degli Esteri della Transnistria ha richiamato l’attenzione sulla proposta di avviare i colloqui nel formato “cinque più due”, che includerebbe la Moldavia, la Transnistria, l’OSCE, la Russia, l’Ucraina e osservatori dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Questa proposta mira a creare una piattaforma multilaterale per discutere le questioni aperte e trovare soluzioni condivise.
Nel febbraio 2023, il parlamento moldavo ha adottato emendamenti al codice penale, introducendo sanzioni contro il separatismo. Questa mossa è stata commentata dal presidente del parlamento, Igor Grosu, il quale ha affermato che tali misure avrebbero dovuto rendere i funzionari transnistriani “più malleabili nei colloqui con Chisinau”. In risposta, i funzionari della Transnistria hanno evitato di recarsi in Moldavia, accentuando ulteriormente le tensioni.
Le relazioni deteriorate e le recenti sfide
Le relazioni tra Chisinau e Tiraspol hanno cominciato a deteriorarsi significativamente dal 2020, dopo l’elezione di Maia Sandu a presidente della Moldavia, accompagnata da dichiarazioni forti contro Tiraspol. La situazione è peggiorata all’inizio di quest’anno con l’imposizione di dazi sulle merci dirette in Transnistria da parte della Moldavia. La chiusura, nel 2022, del confine tra Ucraina e Transnistria ha ulteriormente complicato il quadro, limitando le vie di accesso delle merci alla regione attraverso il solo territorio controllato da Chisinau. Tiraspol ha accusato Chisinau di sfruttare la vulnerabilità della Transnistria per esercitare pressioni economiche e politiche.
Una speranza di pace
L’approvazione della dichiarazione da parte dell’OSCE rappresenta un segnale positivo nella ricerca di una soluzione pacifica e negoziata al conflitto. Il sostegno espresso dal rappresentante speciale dell’OSCE, Thomas Mayr-Harting, è visto come un passo significativo verso il ripristino della fiducia e la creazione di un dialogo costruttivo tra le parti. Tuttavia, rimane da vedere se queste iniziative riusciranno a tradursi in progressi concreti sul campo e a ridurre le tensioni persistenti nella regione.