
(AGENPARL) – mar 14 maggio 2024 GARANTE PER GLI ANIMALI
Bergamo, 9 maggio 2024
Spett.le
Comune di Bergamo
Al Sindaco, agli Assessori e ai
Consiglieri Comunali
Spett.le
Ordine dei Veterinari di Bergamo
Spett.le
ATS Bergamo
Spett.li
Italia Nostra, Legambiente, Lipu,
WWF, Guardie per l’Ambiente, LAV,
Spett.le
Rifugio del Cane
Spett.le
Gattile Enpa Bergamo
Gent.mi
Referenti di Colonia Felina
Oggetto: Relazione di fine mandato del Garante degli animali del Comune di Bergamo
Alla chiusura del mio secondo mandato come Garante degli Animali, voglio lasciare un
resoconto dell’attività svolta di quest’ultimo quinquennio in una chiave per così dire prospettica:
non solo per dirci quanti progressi abbiamo fatto insieme all’amministrazione e alla città,
sicuramente moltissimi, ma soprattutto per formulare alcune proposte per il futuro.
Proposte che sono il frutto dell’esperienza di questi anni, che ha evidenziato come si
possa e sia necessario fare di più: ce lo chiede una nuova sensibilità ambientale, ce lo
impongono ragioni di sicurezza, è importante per l’immagine di una città che è stata proiettata
come capitale della cultura in un contesto europeo ai cui standard in materia di attenzione verso
gli animali e l’ambiente non ci si può non elevare: i turisti se lo aspettano.
3, PIAZZA MATTEOTTI
24122 Bergamo
A Bergamo risultano attualmente iscritti all’anagrafe quasi 18.000 animali d’affezione,
12.666 cani e 5.096 gatti censiti. La città ha inoltre 90 colonie feline monitorate sul proprio
territorio comunale, per un totale di 725 gatti censiti, di cui 707 muniti di microchip e sterilizzati.
La figura del Garante, prevista del Regolamento per il benessere e la tutela degli animali
78/2017, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, è una figura che si occupa di
raccogliere segnalazioni, collaborare con le autorità perché vadano a buon fine, attivare
iniziative di tutela degli animali, segnalare e denunciare a sua volta situazioni di maltrattamenti,
abusi, malgoverno e promuovere informazione e consapevolezza sulle tematiche del benessere
e della dignità animale.
In pochi anni la figura è diventata un punto di riferimento non solo per i cittadini, ma anche
per segnalazioni di tutto il territorio provinciale, tanto che si sono poi diffusi altri regolamenti di
tutela animali, con tanto di nomina di un garante, anche in altri centri della provincia: Treviglio,
Caravaggio e Fara Gera d’Adda.
Ed ecco gli step più importanti di questi cinque anni.
IL COVID.
Ci sono stati due anni di Covid. Voglio raccontare con orgoglio la grande mobilitazione di
tanti cittadini che hanno raccolto gli appelli per rifornire di aiuti e cibo il canile convenzionato del
Comune di Bergamo, il Rifugio del Cane di Seriate e il gattile convenzionato di Via Mangili
gestito da Enpa Bergamo. Le richieste via social (tramite la pagina facebook del Garante) sono
poi state veicolate dai media che vi hanno dato subito spazio. Sono stati anni difficili anche per
gli animali di nuclei familiari in difficoltà economiche, in cui i rifugi, canili e gattili non hanno
potuto contare sull’aiuto quotidiano dei volontari, limitati degli spostamenti, né sulle offerte di
cibo o sulle donazioni dei visitatori, perché sono state impedite le aperture al pubblico, e in cui
si sono dovuti prendere in carico decine di situazioni in cui il ricovero o il decesso dei proprietari
ha reso “orfani” o bisognosi di affido i loro animali domestici.
Il Garante ha anche provveduto a far sì che i referenti delle colonie feline potessero
continuare a svolgere il loro servizio pubblico di cura, alimentazione e sterilizzazione dei gatti
delle colonie, fornendo attestazioni idonee agli spostamenti. Quando poi il cimitero è stato
chiuso, i frati si sono resi disponibili ad alimentare i gatti della colonia felina che risiede lì da
anni, distribuendo il cibo portato dai volontari.
I GATTI.
L’introduzione normativa dal 1° gennaio dell’obbligo di iscrivere all’anagrafe degli animali
di affezione anche i gatti acquistati o adottati piano piano si sta facendo strada: il miglior stimolo
a questo obbligo è l’esperienza personale dello smarrimento o della fuga del proprio compagno
a quattro zampe: il ritrovamento generalmente precede il microchip; ancora, l’esempio, il tam-tam
di queste vicende sui social, il grande lavoro svolto dall’Ordine dei Veterinari.
Purtroppo manca ancora una cultura generale della sterilizzazione, che eviterebbe
l’abbandono di centinaia di cucciolate feline nel periodo che va da primavera all’autunno, che
vanno a gravare il gattile o le colonie feline nei cui pressi spesso vengono lasciati trasportini o
scatoloni.
Ad oggi nell’ultimo quadriennio sono transitati al Gattile 357 gatti, restituiti 10, dati in
adozione 266, liberati 5, deceduti 29 e 2 trasferiti al canile sanitario.
L’abbandono di animali è un reato previsto e punito dall’art. 727 del codice penale con
l’arresto sino a un anno e con l’ammenda da 1000 a 10000 euro e la prossima riforma della
strasa vi aggiungerà il ritiro della patente da sei mesi a un anno se l’abbandono viene effettuato
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da un veicolo, con l’aumento delle pene sino al triplo per abbandoni nei pressi delle strade o su
strada.
Più che però l’inasprimento delle pene sarebbe importante poter contare su maggiori
controlli e sull’effettività delle sanzioni, perché è difficile cogliere in flagranza i responsabili;
sarebbe opportuno che i cittadini fossero stimolati a segnalare i casi in cui i cuccioli di cani o
gatti di amici o vicini di casa spariscano senza ragione, come pure la rivitalizzazione delle
GEV, Guardie Ecologiche Volontarie, sarebbe davvero utile e poco onerosa.
In questo senso è stata particolarmente apprezzata la campagna che l’Ordine dei
Veterinari ha lanciato insieme ad ENPA la scorsa estate, a cui anche la scrivente Garante ha
aderito.
E’ importante che l’Amministrazione si faccia promotrice di campagne informative e di
sensibilizzazione promuovendo adozioni e acquisti consapevoli, l’iscrizione all’anagrafe,
la sterilizzazione e di forte condanna per l’abbandono: se ne avranno importanti ricadute
anche in termini di minori costi, e ciò tenendo conto che una recente sentenza dei giudici
amministrativi ha stabilito che il Comune è obbligato a prendere in carico cani e gatti che il
proprietario non possa più detenere e alla cui proprietà rinuncia, sia pure previa fissazione di un
tariffario (TAR Milano, 3156/23).
Si segnala l’importanza di mantenere alta l’attenzione per le colonie feline e i loro referenti:
nel 2021 è stata realizzata la “tessera/lasciapassare” del referente di colonia felina, un
documento ufficiale di riconoscimento che vuole rendere più facile l’interlocuzione dei “gattari”
con i soggetti con cui è solito confrontarsi: condomini nei cui cortili si devono effettuare catture,
agenti di polizia locale a cui si chiede collaborazione, etc. Sul retro della tessera sono riportate
le principali norme che regolano questo ruolo.
Di recente si è anche organizzato un tavolo tra tutti gli assessorati e gli uffici competenti a
occuparsi di un importante intervento di riqualificazione urbanistica e verde nel centro di
Bergamo, in san Tomaso, dove è presente una storica ed amata colonia felina, per capire come
far coesistere un’oasi felina vera e propria con i nuovi parchi estesi della città: un esperimento
che è a buon punto, grazie all’impegno di tutti.
CANI.
Finalmente, nel 2021, è stato svolto grazie all’adesione al Piano regionale triennale degli
interventi in materia di educazione sanitaria e zoofila, di controllo demografico della popolazione
animale e di prevenzione del randagismo approvata a fine 2019 (d.g.r. XI / 2392 del 11/11/2019)
tramite ATS, il Corso ufficiale per il patentino cani, volto a trasmettere nozioni relative alla
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conduzione responsabile dell’animale (rispetto dei doveri, prevenzione di comportamenti
indesiderati), ai sensi dell’O.M. 6 agosto 2013 concernente la tutela dell’incolumità pubblica
dall’aggressione dei cani.
I dati sugli animali transitati nei gattili e canili ci dicono che nel nord Italia l’evoluzione
normativa, le risposte delle amministrazioni e la sensibilità delle comunità siano aumentate,
restringendo la casistica a fattispecie generalmente associate a decessi, marginalità sociali,
situazioni di disagio economico, decessi dei proprietari o accumulo compulsivo (generalmente
un caso all’anno), più raramente a sequestri legati a reati o illeciti amministrativi in materia di
tutela animale: anche se stanno aumentando i casi di abbandono di molossoidi, acquistati
spesso senza la consapevolezza della difficoltà della gestione nel cane, che esige spazi,
educazione, dedizione e attenzione. Sono anche le adozioni più difficili.
Dal 2019 ad oggi al canile sono entrati 95 cani, ne sono stati adottati 97 e ad oggi sono 6
quelli in carico al Comune di Bergamo.
Frequenti i casi di maltrattamento o malgoverno più di cani che di gatti (chiusi in gabbie,
su balconi, per ore, nello sporco, senza riparo e cibo ed acqua puliti, spesso acquistati o adottati
in periodo di lockdown, o non tenendo conto delle responsabilità che un animale domestico
richiede. In questi casi il Garante cerca di ottenere dai segnalanti descrizioni mirate con foto e
video,, che portano all’attivazione della Polizia Locale; gli agenti intervengono con sopralluoghi
mirati, sulla base dell’istruttoria che opera il Garante (che raccoglie foto, filmati, indirizza i
segnalanti a procedere all’acquisizione di elementi necessari, come i tempi di esposizione
dell’animale, le condizioni meteorologiche, nel rispetto comunque della privacy). Talvolta viene
chiesta la collaborazione di ATS per verificare alcuni aspetti legati alla salute dell’animale o
all’accertamento del significato di alcuni parametri comportamentali, secondo un modulo
collaborativo preziosissimo.
Una serie di campagne periodiche sull’adozione e acquisto consapevole, e
l’organizzazione di almeno un corso all’anno per il patentino cani sono indispensabili.
Inoltre sarebbe importante mettere a disposizione dei proprietari di cani un’area cani
anche in Città Alta: c’è un piccolo spazio verde in Via Tre Armi che si presterebbe bene allo
scopo, di fianco all’orto sociale.
Da ultimo, l’auspicata rivitalizzazione delle GEV potrebbe anche implementare il senso
civico dei proprietari di cani, che spesso non raccolgono le deiezioni dei propri animali, né
puliscono come previsto dal Regolamento: l’assenza di controlli contribuisce a generare una
sensazione di disinteresse e impunità.
FAUNA SELVATICA, URBANISTICA, VERDE PUBBLICO
I due temi sono legati. Il verde cittadino, specie i parchi dove c’è acqua, ci sono alberi e
siepi, ospitano un vastissimo numero di specie di fauna selvatica: dai più noti corvidi, tortore dal
collare, colombacci, ai germani reali, alle gallinelle d’acqua, agli aironi (una colonia nidifica da
anni al Parco Marenzi), scoiattoli rossi, faine, gheppi, poiane. Questo comporta la necessità di
fare molta attenzione quando si interviene sul verde, e in genere quando si portano avanti
trasformazioni urbanistiche di luoghi o edifici che sono rifugio per molti animali.
Tra l’aprile e l’agosto 2021 si è lavorato in tandem con gli uffici e con le associazioni
ecologiste, specie Lipu, al nuovo Regolamento edilizio del Comune di Bergamo, entrato in
vigore in data 18/08/2021, introducendo disposizioni a tutela della fauna selvatica nidificante nei
tetti e nei pertugi degli edifici, specie in caso di ristrutturazioni: rondini, rondoni, balestrucci,
pipistrelli, animali utilissimi e protetti. Il risultato è un Regolamento avanzatissimo, che prevede
inoltre tutti gli accorgimenti da osservare nel corso di opere di ristrutturazione qualora l’edificio
sia sede di specie di avifauna protetta (art. 98- Prescrizioni per la tutela della fauna ed avifauna
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di manutenzione ordinaria e straordinaria di restauro e risanamento conservativo e
ristrutturazione edilizia).
In più di un’occasione lavori edili sono stati sospesi temporaneamente per poter far
terminare nidificazioni in atto, e sempre registrando grande disponibilità di committenti e
professionisti. In un caso, addirittura, un cittadino impegnato in una ristrutturazione facciate dove
erano presenti quattro nidi di balestrucci, ha sospeso i lavori da agosto fino all’involo e alla
migrazione, avvenuta ai primi di ottobre, e poi ha posizionato in facciata dei nidi artificiali
sostitutivi, messi a disposizione dalla Garante.
Inoltre per proteggere l’avifauna nel periodo riproduttivo l’art. 87 del Regolamento edilizio
prevede che “l’abbattimento degli alberi sul territorio comunale si effettua tenendo conto del
periodo riproduttivo e di nidificazione degli uccelli autoctoni e migratori e, di norma, avviene nel
periodo che va dal 1° ottobre al 28 febbraio, salvo deroghe rilasciate dagli enti preposti per
interventi urgenti di prevalente interesse pubblico e/o volti alla tutela dell’incolumità pubblica”.
Nel caso quindi venga richiesto un taglio/abbattimento nel periodo riproduttivo la scrivente,
in qualità di Garante, si è resa disponibile a verificare che non vi siano nidificazioni in atto,
recandosi presso giardini pubblici o privati, per poi comunicare il nulla osta: si ricorda che la
distruzione dei nidi è reato ai sensi della L. 157/1992. Talvolta il Comune incarica, per gli
interventi più estesi e complessi, un naturalista che verifica la situazione.
Ad oggi sono decine i sopralluoghi effettuati dal Garante, sempre a titolo volontario, che
rendono anche visibile ai cittadini l’attenzione e la cura per la biodiversità.
Purtroppo aver separato il verde pubblico dall’ambiente nella ripartizione delle
competenze tra gli assessori non ha reso facile occuparsi degli animali nei parchi: ciò in primo
luogo perché i cittadini spesso li nutrono con alimenti nocivi che possono anche portare al
decesso (a cigni, germani, anatidi non va assolutamente somministrato pane) degli animali,
spesso poi attribuito dai cittadini stessi a scarsa cura dell’ente, quando gli animali selvatici non
andrebbero mai nutriti, mentre le specie addomesticate (cigni) sono alimentate con mangime
apposito dagli Uffici Comunali.
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Un’altra conseguenza è che si sono creati gap informativi e si sono verificate perdite
importanti: due cigni sono morti e una nidiata di aironi è stata travolta dall’abbattimento di un
albero del Parco Marenzi, su cui non era stata svolta la verifica prevista della nidificazione, pur
essendo stato deciso di effettuare il taglio in periodo riproduttivo, anche se le condizioni della
pianta erano note da tempo.
I tre pulli sono stati portati al CRAS, Centro di recupero degli animali selvatici WWF presos
la Riserva regionale naturale di Valpredina, ed uno fortunatamente è sopravvissuto. Sempre
fortunatamente un’altra coppia di ardeidi che vive nel Parco Marenzi ha avuto un cucciolo,
caduto dal nido in occasione dei primi involi: finito in un cortile adiacente al parco, i residenti
l’hanno segnalato prontamente: la Polizia Locale è intervenuta apponendo cartelli di attenzione
e la Polizia Provinciale ha recuperato il giovane airone che adesso è al CRAS in compagnia del
“cuginetto” per completare lo svezzamento.
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Queste esperienze devono insegnare l’importanza di riunificare la gestione del verde,
che è biodiversità, con l’ambiente.
Non solo: si devono organizzare ripetutamente campagne informative ai cittadini
perché programmino potature e tagli nel periodo giusto, che è quello autunnale di riposo
vegetativo, perché a primavera iniziano le nidificazioni e un giusto ostacolo a potature e
tagli.
Infine anche l’amministrazione deve essere coerente e programmare tagli e
potature, salvo casi eccezionali, nel periodo adeguato.
CAUSE, SEGNALAZIONI, DENUNCE
Nel corso di questi anni, tra le decine di casi, si è risolto un difficile caso di disposofobia,
o accumulo compulsivo di cose e animali, con l’aiuto di vicini di casa, volontari di
un’associazione zoofila, polizia locale e ATS: un giovane labrador in condizioni di salute
psicofiche segnate dalla detenzione insana è stato recuperato e quindi affidato definitivamente
a una persona responsabile e serena.
Si è riportata una importante vittoria al TAR, che ha respinto il ricorso di un’associazione
cinofila favorevole all’uso del collare a strozzo che aveva impugnato il Regolamento comunale,
che invece lo vieta (salvi i casi previsti dalla legge).
Sono stati effettuati plurimi sequestri di cani e gatti detenuti in condizioni disumane, o
vittime di maltrattamenti: uno dei casi più emblematici quello della cagnona corsa legata con
catene strette al collo, per vendetta, alle serrande di un esercizio commerciale e con le zampe
legate con il nastro adesivo, proprio sotto lo studio dove la scrivente Garante esercita la sua
professione di legale: ciò che ha permesso la liberazione dell’animale prima che soffocasse.
Ora Freia è in affido al Rifugio del cane in attesa di un’adozione regolare.
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Nei cinque anni di mandato questa Garante ha ricevuto e riscontrato 737 tra segnalazioni