L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto una dichiarazione audace venerdì scorso, esprimendo entusiasmo nel lavorare a stretto contatto con il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, quando assumerà il ruolo di 47º presidente degli Stati Uniti.
Le parole di Trump sono state pronunciate durante un discorso videoregistrato trasmesso alla Conservative Political Action Conference (CPAC) in Ungheria. “Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con il primo ministro Orbán e ancora una volta quando presterò giuramento come 47esimo presidente degli Stati Uniti”, ha dichiarato Trump.
Durante il suo intervento, Trump ha tessuto lodi nei confronti di Orbán, sottolineando i punti in comune tra le politiche dei due leader, come la gestione dell’immigrazione clandestina, la protezione dei confini nazionali, la creazione di posti di lavoro e la difesa delle tradizioni nazionali. Orbán, a sua volta, ha parlato calorosamente di Trump, evidenziando il suo sostegno nei confronti del presidente statunitense durante una visita a Mar-a-Lago il mese precedente.
In particolare, Orbán ha incoraggiato Trump a perseguire la sua verità nei vari casi legali che lo coinvolgono, sottolineando le similitudini tra le sfide affrontate dagli Stati Uniti e dall’Ungheria riguardo all’uso delle istituzioni statali contro i leader sovrani.
L’importanza delle prossime elezioni sia negli Stati Uniti che in Europa è stata enfatizzata da Orbán, che le ha definite un’opportunità per inaugurare un’era di sovranità. Orbán ha sottolineato la necessità di resistere ai cambiamenti nell’ordine mondiale, definendo i liberali progressisti come avversari da sconfiggere.
Infine, Orbán ha concluso il suo intervento incoraggiando Trump e i sovranisti europei a continuare la loro battaglia politica, sottolineando la necessità di riportare l’America e l’Europa al loro antico splendore.
Questo annuncio di Trump riflette un’inaspettata convergenza di interessi e visioni politiche tra due figure prominenti della scena internazionale, con implicazioni significative per il futuro delle relazioni internazionali e delle dinamiche politiche globali.