
(AGENPARL) – ven 23 febbraio 2024 Comunicato Stampa
Protocolli europei stringenti per emissioni inquinanti e decarbonizzazione.
Ma la Cina e il resto del mondo?
Pordenone, 23/02/2024
Il tema delle emissioni degli inquinanti tiene banco nel dibattito politico locale, nazionale ed europeo. La decarbonizzazione, l’uso delle auto elettriche e gli efficientamenti energetici sono misure di per sé positive che tutti vogliono.
«Il problema – puntualizza il sindaco Alessandro Ciriani – è rappresentato dalla modalità d’introduzione di tali regole da parte della commissione europea che le ha rese deleterie, fin quasi a portarle ad essere strumento di suicidio consapevole dell’economia europea in quanto la commissione si è ben guardata dal capire se c’erano i presupposti reali, e non ideologici, per l’applicazione di quelle norme. Si pensi alla decarbonizzazione totale prevista per il 2050 e alla diminuzione, fino al dimezzamento, dell’emissione di CO2 entro il 2030. In realtà – spiega il sindaco – mancano due presupposti fondamentali. Il primo riguarda le materie prime, di cui in Europa non c’è traccia e di cui invece la Cina è ricchissima, detenendo il 35% del possesso delle “terre rare”. Inoltre il gigante asiatico è estremamente avanti nell’Hi-Tech e gestisce il 70% del mercato mondiale e dell’approvvigionamento delle materie prime indispensabili per la transizione ecologica. Il secondo poi riguarda i capitali. Infatti, per poter colmare il gap che oggi esiste tra Europa e Cina servirebbe una quantità infinita di denaro che l’Europa non ha e che non potrebbe nemmeno avere, a causa delle regole stringenti che si è autoimposta sul proprio bilancio».
Il vero problema sembrerebbe l’approccio ideologico a queste politiche le quali, invece che essere dettate secondo i ritmi e le necessità delle industrie, vengono applicate alla lettera senza capire a quali conseguenze possano condurre, sia dal punto di vista sociale che occupazionale ed economico.
«Con tali politiche – conclude Ciriani – ci leghiamo mani e piedi alla Cina o ad altri paesi importatori, i quali però non rispettano le regole stabilite e disattendono bellamente i protocolli che l’Europa impone. Inoltre non va dimenticato che quest’ultima produce meno del 10% delle emissioni globali e l’Italia lo 0,8% pertanto, anche se dimezzassimo le nostre emissioni, l’impatto dal punto di vista mondiale sarebbe pressoché ininfluente».
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