
[lid] “Insieme a tutte le sigle sindacali avevamo richiesto da tempo un incontro con l’AD di Poste Matteo Del Fante, per chiarire gli annunci del Governo sulla vendita di ulteriori quote di Poste Italiane e chiarire le anticipazioni fatte alla stampa da Poste sull’aumento della flessibilità per i lavoratori.
Nell’incontro di ieri questi chiarimenti sono stati estremamente parziali e non ci soddisfano” afferma Claudio Solfaroli Camillocci, Segretario Generale UILposte, che specifica: “dal management aziendale non ci aspettiamo mere informative a posteriori, magari dopo annunci giá fatti alla stampa. Ci aspettiamo bensì un vero confronto strategico sulle politiche industriali e occupazionali, che ad oggi non è avvenuto. Occorre un vero e proprio cambio di passo nei rapporto con il sindacato.”
Il Segretario Generale UILposte continua: “Il contesto lavorativo che oggi rileviamo in Poste è tutt’altro che patinato e iper-tutelato come qualcuno potrebbe credere. Già oggi Poste sta ricorrendo in modo sempre più consistente al lavoro povero come i contratti a termine, il part- time involontario e gli appalti spesso al ribasso. Tutto questo si ripercuote, e si ripercuoterá sempre di più, sul servizio ai cittadini. E proprio ai cittadini chiediamo di sostenere la battaglia contro l’ulteriore privatizzazione di Poste perché, con la vendita di ulteriori quote, i tagli al servizio non potranno che aumentare e a rimetterci saranno i più deboli: anziani, disabili, persone in difficoltà, che trovano nell’ufficio postale o nel portalettere un punto di riferimento dello Stato.”
Il Segretario Generale UILposte aggiunge:
“La narrazione reiterata, in base alla quale la maggiore flessibilità nel lavoro, che tanto piace ai grandi investitori privati, migliorerebbe i servizi al cittadino non regge più da tempo, soprattutto negli asset strategici del Paese che solo restando pubblici possono mantenere il loro ruolo sociale a favore dei più deboli. La flessibilità sfrenata spesso si realizza attraverso contratti precari, part time involontari e servizi dati in appalto: un lavoro povero che abbassa la qualità per tutti, oltre che le tutele.”
“In questo contesto, la mancanza di confronto sul tema, anche con il Governo, non dà chiarimenti sulle modalità con cui si attuerebbe un ipotetico controllo pubblico su Poste. Per ora si va avanti a notizie informali ma come Uilposte siamo contrari alla cessione di ulteriori quote al Mercato. La stessa teoria dell’azionariato diffuso, perché di teoria si tratta, appare come un’ipotesi molto residuale e quindi ad oggi insoddisfacente. Il confronto su tale materia risulta oggi inesistente a tutti i livelli e questo è inaccettabile. ” specifica Solfaroli Camillocci, che poi puntualizza: ” in sede di rinnovo CCNL vogliamo un confronto a carte scoperte, perché un aumento contrattuale adeguato spetta ai lavoratori per la perdita di potere d’acquisto e per l’impegno profuso, che ha portato ad oggi risultati inequivocabili di produttività, pari a circa il +22% di ricavi procapite nel quinquennio 2018/2023.”
Solfaroli Camillocci conclude: “Nel frattempo saremo nelle piazze d’Italia a informare i cittadini e chiediamo a tutti di partecipare, perché Poste è e deve restare un punto di riferimento costante per la popolazione tutta.”