
[lid] Sullo sfondo di crescenti tensioni geopolitiche, politiche economiche in evoluzione e rapidi progressi tecnologici, il 54esimo Forum economico mondiale (WEF) annuale ha preso il via lunedì a Davos, in Svizzera, con il tema “Ricostruire la fiducia”.
Durante l’incontro dal 15 al 19 gennaio, oltre 2.800 partecipanti provenienti da 120 paesi, tra cui figure di spicco del mondo imprenditoriale, politico, accademico e della società civile, si riuniranno per esplorare il complesso panorama globale e cercare soluzioni alle sfide urgenti.
Il WEF sottolinea la necessità di una collaborazione internazionale nell’affrontare le sfide umanitarie, climatiche, sociali ed economiche, sintetizzate dal tema di quest’anno Ricostruire la fiducia.
L’analisi del rischio globale condotta dal WEF identifica la disinformazione, gli eventi meteorologici estremi e il cambiamento climatico come le principali minacce, ulteriormente complicate dalle crescenti crisi geopolitiche.
I leader si concentreranno su sei temi critici: resilienza economica, trasformazione energetica, globalizzazione, intelligenza artificiale produttiva, rafforzamento delle istituzioni e salute delle donne.
Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del WEF, ha sottolineato l’imperativo di ricostruire la fiducia in un mondo frammentato che testimonia l’aumento delle divisioni sociali.
Il forum esplora l’impatto della rivoluzione tecnologica, della sostenibilità e dell’ascesa del populismo.
L’intelligenza artificiale (AI) è al centro dell’attenzione, con discussioni incentrate sul suo utilizzo equo, sui quadri normativi che bilanciano innovazione e rischi sociali e sulla sua interfaccia con altre tecnologie trasformative.
L’agenda approfondisce anche l’ascesa del populismo, i progressi tecnologici, le scoperte nel campo della medicina, della robotica, dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione.
Le questioni geopolitiche, inclusa la guerra a Gaza e in Ucraina, occupano un posto di rilievo nell’agenda, riconoscendo il complesso panorama geopolitico. Sono previste discussioni diplomatiche sui conflitti in Medio Oriente, Ucraina e Africa.
Tra le figure politiche globali che parteciperanno figurano il vice premier cinese Li Qiang e il presidente francese Emmanuel Macron, l’unico leader del G7 presente a questa edizione, che terrà un discorso speciale.
Il Cancelliere britannico Jeremy Hunt e la Cancelliera ombra Rachel Reeves sono partecipanti confermati al forum.
In rappresentanza degli Stati Uniti saranno presenti il ??segretario di Stato Antony Blinken, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e l’inviato presidenziale speciale per il clima John Kerry.
Interverranno anche il presidente israeliano Isaac Herzog e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy.
Mercoledì il presidente argentino Javier Millei interverrà all’assemblea, attirando l’attenzione a causa delle recenti decisioni controverse come la dollarizzazione dell’economia e l’abolizione della banca centrale.
Saranno presenti figure di spicco dell’economia globale, tra cui l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, il presidente della Banca mondiale Ajay S. Banga e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio Ngozi Okonjo-Iweala.
Tra i leader di organismi internazionali e gruppi della società civile che si uniscono al forum figurano António Guterres delle Nazioni Unite, Jens Stoltenberg della NATO, Tedros Adhanom Ghebreyesus dell’Organizzazione mondiale della sanità e Tirana Hassan di Human Rights Watch.
Mentre si prevede che al vertice più di 800 amministratori delegati di società multinazionali saranno alla ricerca di nuovi mercati, parteciperanno anche più di 150 innovatori globali, pionieri della tecnologia e Unicorni che trasformano il settore.
Un’iniziativa degna di nota è la “AI Governance Alliance”, un’alleanza che comprende i principali attori tecnologici come Google, Microsoft, IBM e Meta Platforms. Questa alleanza mira a modellare lo sviluppo e l’utilizzo dell’IA in modo responsabile, sottolineando sistemi di intelligenza artificiale trasparenti e inclusivi.
Un altro è la “First Movers Coalition”, uno sforzo collettivo di aziende leader per decarbonizzare i settori ad alte emissioni e far avanzare le tecnologie climatiche emergenti. Con oltre 95 membri che assumono un totale di 120 impegni, questa coalizione sottolinea una crescente influenza e dedizione nella lotta al cambiamento climatico.
Critici
L’annuale vertice di Davos è sotto un attento esame tra domande sulla capacità dell’organizzazione di adempiere alla sua missione dichiarata di “migliorare lo stato del mondo”.
I critici sostengono che le riunioni del WEF forniscono una piattaforma conveniente per le grandi aziende per influenzare i governi a distanza investendo denaro, con preoccupazioni sollevate per l’aumento delle tensioni commerciali globali, delle guerre tecnologiche e della crescente disuguaglianza, che mettono in dubbio l’efficacia delle iniziative del WEF.
Per affrontare queste sfide globali, il WEF ha stretto partnership con numerose organizzazioni e aziende internazionali, concentrandosi quest’anno su progetti relativi alla creazione di resilienza per le generazioni future, reimmaginando la globalizzazione, ricablando l’intelligenza artificiale, guidando la transizione verde e affrontando i divari di potere e l’inclusione economica. .
Alcuni detrattori sostengono che il WEF ripete ogni anno le stesse discussioni con le stesse persone.
I sostenitori del WEF ribattono a queste critiche, affermando che l’organizzazione colma le lacune lasciate da altri organismi internazionali. Considerano il WEF una piattaforma vitale in cui leader politici e imprenditoriali si incontrano per discutere di “buone idee per il mondo”.
Nonostante la natura di alto profilo del vertice di Davos, è importante notare che le idee, i discorsi, le discussioni e le promesse fatte durante l’evento non hanno implicazioni vincolanti per i governi.
In risposta alle proteste, in particolare all’inizio degli anni 2000, il fondatore del WEF Schwab ha ampliato l’accesso dei media a più incontri a porte chiuse e ha incluso ulteriori organizzazioni della società civile.
Il WEF, tradizionalmente sostenitore della globalizzazione, ora esprime preoccupazione per il fatto che la crescente disuguaglianza, il protezionismo e le politiche nazionaliste potrebbero far precipitare un’altra crisi economica globale.
L’adesione al WEF richiede una quota di partenariato strategico di centinaia di migliaia di dollari, con costi aggiuntivi per la partecipazione al vertice di Davos. I critici sottolineano anche i prezzi esorbitanti di hotel e cibo durante il vertice.
