
(AGENPARL) – ven 27 ottobre 2023 DALL’ITALIA AD AUSCHWITZ
a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti
dal 3 al 19 Novembre
Inaugurazione mostra: Venerdì 3 Novembre ore 11.00
Chiesa di San Michele Arcangelo in Casa Professa, Piazzetta Brunaccini, 2 – Palermo.
Visite: Dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 13.30
NOTA STAMPA
Venerdì 3 Novembre alle ore 11.00 la Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione
con il Comune di Palermo – Ass alla Cultura, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia e
l’Istituto siciliano di studi ebraici inaugura la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, a cura di
Sara Berger e Marcello Pezzetti.
La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero per i beni e le
attività culturali e per il turismo, dell’UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità, della Regione Lazio, di Roma Capitale,
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma,
dell’Associazione Figli della Shoah e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del
merito.
Per l’inaugurazione saranno presenti il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, l’Assessore alla
Cultura, Giampiero Cannella, il Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per la
Sicilia, Giuseppe Pierro e la presidente della Istituto di studi ebraici di Palermo, Luciana
Pepi, e il ricercatore della Fondazione Museo della Shoah, Marco Caviglia.
Questa esposizione descrive la storia di tutte le persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio
italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.
Si tratta innanzitutto delle persone di origini ebraiche – spesso interi blocchi familiari –, compresi gli
ebrei stranieri che negli anni precedenti avevano cercato rifugio nella penisola e gli ebrei che
risiedevano nelle isole del Dodecaneso, nella quasi totalità di nazionalità italiana. Ma, grazie alle indagini
storiografiche condotte, si è scoperto che la realtà della deportazione “politica” – nella quasi totalità
costituita da donne residenti nel territorio dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) – è ben più
consistente rispetto a quella proposta fino ad ora dalla storiografia e che la deportazione ha toccato
anche un piccolo numero di rom – dato fino ad oggi sconosciuto –, anch’essi arrestati nell’Adriatisches
Küstenland.
L’esposizione si apre con un’introduzione sulla storia di Auschwitz-Birkenau dal 1940 al 1943, ovvero
del periodo precedente l’arrivo dei primi prigionieri giunti dall’Italia, per poi proseguire con una sala
dedicata ai trasporti, dove appaiono volti e numeri dei deportati di ogni convoglio partito dal territorio
italiano.
È messa in luce la specificità della sorte degli ebrei deportati, che rappresentarono la parte più
consistente delle vittime, dalla “selezione all’arrivo” all’omicidio sistematico di massa. Viene
conseguentemente presentato un focus sul meccanismo e sulle strutture di messa a morte.
Si prosegue quindi con il racconto relativo alla sorte dei prigionieri ebrei e “politici” all’interno del
complesso concentrazionario, partendo dalle procedure di immatricolazione (in particolare il tatuaggio,
metodo utilizzato solo ad Auschwitz), per arrivare al loro inserimento nel sistema del lavoro schiavo,
soprattutto nei vari “sottocampi” dipendenti da Auschwitz III (Monowitz). Ci si sofferma sulle terribili
condizioni igienico-sanitarie e, in generale, sulla vita nel campo. Uno sguardo particolare viene dato alla
sperimentazione medica e alle “selezioni interne”, procedura omicida a cui furono sottoposti
prevalentemente gli ebrei.
Segue, infine, la parte dedicata all’evacuazione del complesso concentrazionario, al trasferimento dei
prigionieri ancora in grado di camminare e di lavorare verso i Lager nel Reich e all’abbandono dei
cosiddetti “inabili”, in prevalenza ammalati, nelle strutture concentrazionarie locali, dove il 27 gennaio
del 1945 giunsero le truppe sovietiche.
Molte novità presenti in questa esposizione sono il frutto di un lavoro di ricerca effettuato per diversi
mesi dai curatori insieme ad autorevoli studiosi della Shoah, della deportazione ebraica e della
deportazione politica. Per la prima volta gli enti più prestigiosi che si occupano del tema hanno lavorato
fianco a fianco, anche in previsione della realizzazione del memoriale italiano che sarà allestito dal
Governo italiano nel Blocco 21 di Auschwitz. Si tratta del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea) di Milano – Liliana Picciotto e il suo staff –, della Fondazione Memoria della
Deportazione, sempre di Milano, dell’ANED (l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti)
nazionale, l’ANED di Sesto San Giovanni – Laura Tagliabue – e di Trieste – Dunja Nanut – e del
Auschwitz-Birkenau State Museum – Jadwiga Pinderska-Lech –.
Con questa grande mostra è possibile conoscere per la prima volta in maniera completa il “volto” della
deportazione in Italia.
La versione della mostra itinerante è stata realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah
con il contributo dell’UNAR -Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità.
UFFICIO STAMPA