(AGENPARL) - Roma, 13 Ottobre 2023(AGENPARL) – ven 13 ottobre 2023 SALARIO MINIMO, BRUNETTA DIFENDE CNEL DA ATTACCHI “RIDICOLI E FRANCAMENTE INCOMPRENSIBILI”
“Dopo l’approvazione a larga maggioranza del documento sul salario minimo, che ho consegnato ieri sera alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si sono riversati sul CNEL una serie di attacchi ridicoli e francamente incomprensibili”. Lo dichiara il presidente del CNEL prof. Renato Brunetta.
“Evidentemente qualcuno, con l’approssimarsi del voto per le europee e l’avvio della campagna elettorale, pensa di utilizzare il tema del lavoro povero per operazioni di strumentalizzazione politica. Poco male, ci siamo abituati, se non fosse – ha proseguito Brunetta – che si va a colpire un organo istituzionale dello Stato, i cui compiti e funzioni sono stabilite dalla Costituzione. Forse le istituzioni meriterebbero un po’ più di rispetto. Tanto più suscitano perplessità e anche un po’ di sconcerto le critiche da parte sindacale, poiché il CNEL è la casa dei corpi intermedi, la casa dei sindacati, la casa delle rappresentanze sociali. Quel che avviene nel CNEL lo determinano loro, le parti sociali, e non qualcun altro. Se il sindacato non trova un punto di unità sarebbe più coerente e onesto guardare alle proprie dinamiche interne e non al CNEL”.
In questi giorni il CNEL è più volte intervenuto per difendere il proprio ruolo istituzionale:
* “L’onorevole Scotto sembra ignorare che il CNEL decide a maggioranza da più di dieci anni, ossia da quando è stata cambiata la legge 936/1986 che prevedeva all’articolo 14, in caso di assenza di unità di vedute da parte dell’Assemblea, di limitarsi a prendere atto delle singole posizioni espresse dalle parti sociali ivi rappresentate. Stupisce che un parlamentare ignori la norma di legge che regola ormai dal 2011 un organo di rilevanza costituzionale”.
* “Nei commenti politici sul documento approvato oggi dal CNEL in tema di lavoro povero e salario minimo c’è chi dimentica come sia la Costituzione italiana, all’articolo 99, ad affidare al CNEL il compito di fornire pareri e proposte al Governo e al Parlamento. Nessun ‘delitto perfetto’, quindi, come afferma l’on. Conte, ma la libera e democratica espressione delle parti sociali nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali”.
* “Il CNEL, così come determinato dall’art. 99 della Costituzione, ha tra le sue funzioni quella di fornire osservazioni e proposte al Governo, che poi deciderà secondo le proprie competenze istituzionali. Dal 2011 è previsto che in Assemblea si decida a maggioranza, poiché vi sono rappresentati gli interessi dei corpi intermedi nelle loro varie articolazioni. Corpi intermedi che dopo il necessario confronto ricercano la posizione più condivisa possibile. A chi, come l’on. Boccia, paventa scarsa autonomia del CNEL, si ricorda che i componenti sono nominati dalle diverse associazioni datoriali e di rappresentanza dei lavoratori e non dal Governo. Inoltre, tra gli esperti solo 2 sono indicati dalla Presidenza del Consiglio, mentre gli altri 8 dalla Presidenza della Repubblica, oltre ai 6 rappresentanti del Terzo Settore. Il rischio di essere la “cinghia di trasmissione” del governo, come sostiene l’on. Boccia, semplicemente non sussiste, proprio a partire dalla stessa composizione del CNEL”.
* “Vedo che anche oggi qualcuno si esercita nel gioco al massacro contro il ruolo istituzionale del CNEL. Non mi stupiscono gli attacchi di natura prettamente politica. Rimango però sorpreso se giungono da parte sindacale, come nel caso del segretario generale della UIL FPL, il cui segretario Bombardieri fino all’ottobre dell’anno scorso mostrava apertamente la sua contrarietà al salario minimo per legge”. È quanto dichiara il presidente del CNEL prof. Renato Brunetta.
“Non so più come dirlo ed è incredibile che lo debba tornare a ripetere: l’art. 99 della Costituzione attribuisce al CNEL il compito – evidenzia Brunetta – di fornire pareri e proposte a Governo e Parlamento. Non è una semplice prassi o una consuetudine ma una previsione normativa di rango costituzionale. La Sala Verde di Palazzo Chigi, dove usualmente il Governo convoca le parti sociali, non è un organo costituzionale. Il CNEL sì, lo è. Voglio dare un’altra notizia: nell’Assemblea del CNEL si vota a maggioranza e i rappresentanti delle parti sociali che ne fanno parte possono esprimersi in modo unanime oppure dividersi. Se il sindacato si divide, come è accaduto legittimamente nel voto sul documento relativo al lavoro povero e al salario minimo, è veramente curioso che lo si imputi al CNEL, cioè alla casa che istituzionalmente li ospita, gli dà voce e ne riflette le volontà e le opinioni”.
Ufficio Stampa
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