
(AGENPARL) – ven 22 settembre 2023 Il trattamento chirurgico dell’epilessia in emilia-Romagna
L’epilessia: diffusione e trattamento
L’epilessia è una delle malattie neurologiche croniche più diffuse al mondo e riconosciuta come
malattia sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità già dal 1965. Ne soffrono, secondo una
stima dell’Oms del 2019, oltre 50milioni di persone, sottolineando come il numero debba
considerarsi sottostimato, perché spesso l’epilessia è tenuta nascosta per motivi psicologici e sociali.
In Italia e nei paesi ad alto e medio sviluppo interessa – sempre secondo i dati Oms – circa 1 persona
su 100, quindi in Italia ne sarebbero colpite 500-600mila persone, e in Emilia-Romagna circa
35.000.
Ad oggi il trattamento farmacologico dell’epilessia è sintomatico, capace cioè di tenere sotto
controllo il numero delle crisi. Dai dati di letteratura, nonostante i progressi nello sviluppo di nuovi
farmaci, il 25-30% delle persone che soffrono di epilessia non risponde in modo ottimale alla terapia
farmacologica con la persistenza delle crisi.
Per i pazienti con epilessia focale (cioè, originata in un’unica e delimitata zona del cervello) o
farmacoresistente è importante poter offrire un’alternativa al trattamento farmacologico. Tra le
possibilità, il trattamento chirurgico dell’epilessia che, nonostante sia una terapia oggi riconosciuta
efficace, rimane un’opzione poco utilizzata e poco consigliata alle persone con epilessia, anche a
causa della scarsa conoscenza dei suoi benefici. Secondo i dati 2023 della Lega italiana contro
l’epilessia, il 25-30% dei pazienti con epilessia focale o farmacoresistente potrebbe giovarsi di un
intervento neurochirurgico specificamente mirato.
Il trattamento chirurgico dell’epilessia in Emilia-Romagna
Non tutte le persone con epilessia possono sostenere il trattamento chirurgico, e per potervi
accedere è necessario un accurato percorso di selezione dei candidati. La valutazione per
l’inserimento in questo iter viene effettuata dai neurologi/neuropsichiatri esperti in epilessia del
centro Hub.
La rete Spoke segnala ai referenti dell’Hub regionale i pazienti eleggibili al trattamento chirurgico,
che poi vengono inseriti in un unico database. In base alle caratteristiche cliniche del paziente e alla
sua residenza, viene effettuata la presa in carico da una delle due sedi dell’Hub che si occuperà degli
ulteriori accertamenti necessari. Per quanto riguarda i pazienti in età pediatrica è previsto un
percorso specifico, in particolare per quelli in età prescolare. I pazienti provenienti da fuori regione
vengono presi in carico dalla sede alla quale si sono rivolti o sono stati inviati.
Un momento fondamentale del percorso è il monitoraggio video-elettroencefalografico prolungato.
Il monitoraggio viene effettuato in regime di ricovero e può durare 4-10 giorni in base al tipo di
epilessia e alla risposta del paziente. Una volta definita la regione cerebrale da cui le crisi originano,
la situazione del singolo paziente viene discussa in riunioni multidisciplinari e, se idonei, possono
essere sottoposti ad intervento chirurgico ad opera dei neurochirurghi. Il protocollo prevede una
registrazione dei casi operati in un database unico e sono previste visite di follow-up a 6, 12 e 24
mesi.
La terapia chirurgica, che viene effettuata solo quando possibile senza indurre deficit neurologici,
consiste nella rimozione della zona cerebrale responsabile delle crisi (chiamata zona epilettogena).
Nel caso il percorso chirurgico non fosse perseguibile, i pazienti presi in carico dalle due sedi
vengono valutati e inviati a un percorso di cure con l’obiettivo di ridurre il numero delle crisi e la
somministrazione di farmaci che può prevedere la stimolazione del nervo vago, la dieta chetogenica
e altre tecniche di neuro stimolazione. /VM