
(AGENPARL) – gio 21 settembre 2023 I risultati di una ricerca italiana pubblicati sulla rivista Cancer Cell
Tumori, così il microbiota intestinale potenzia l’immunoterapia
Alcuni ricercatori di Humanitas hanno identificato un ceppo di batteri del microbiota in grado
di produrre molecole che “smascherano le cellule tumorali”, rendendole più riconoscibili per
il sistema immunitario e aumentando così l’efficacia dell’immunoterapia.
Rozzano, 21 settembre 2023 – Dalla ricerca sul microbiota arrivano nuove speranze per migliorare
l’efficacia dell’immunoterapia. Secondo i risultati di uno studio guidato dalla prof.ssa Maria Rescigno,
responsabile del Laboratorio di Immunologia delle Mucose e Microbiota di IRCCS Istituto Clinico
Humanitas e prorettrice alla Ricerca di Humanitas University, un particolare ceppo di batteri intestinali
è in grado di potenziare l’effetto dell’immunoterapia. I dati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista
Cancer Cell.
L’efficacia di queste terapie è infatti limitata dalla capacità del sistema immunitario di riconoscere le
cellule tumorali. Sebbene questi farmaci rendano i linfociti T più aggressivi contro il tumore, il loro
effetto può essere ridotto o addirittura annullato se le cellule del tumore riescono a nascondersi, per
esempio eliminando dalla propria superficie i recettori che le identificano.
«Il Lactobacillus paracasei, uno dei ceppi batterici del microbiota intestinale – spiega la prof.ssa
Rescigno – si è dimostrato capace di indurre le cellule tumorali a mostrare i propri recettori e tornare così
‘visibili’ al sistema immunitario. Il meccanismo è mediato da alcuni postbiotici, sostanze prodotte dal
metabolismo dei batteri». I ricercatori hanno dimostrato, in alcuni modelli sperimentali di tumore del
colon-retto e del seno, che se questi postbiotici sono somministrati insieme ai farmaci
immunoterapici, sono in grado di potenziarne l’efficacia.
I risultati della ricerca, anche se per ora limitati a un contesto preclinico, aprono la strada a nuovi approcci
terapeutici basati sulla combinazione tra farmaci immunoterapici già approvati in clinica e postbiotici.
Lo studio è stato possibile anche grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e di
Alan Ghitis Association.
Come il microbiota influenza l’efficacia delle terapie
Risultati di studi recenti hanno mostrato la capacità del microbiota intestinale di influenzare la risposta
ad alcune terapie contro il cancro, tra cui le immunoterapie. Nel caso del melanoma e di altri tumori di
origine epiteliale, per esempio, diversi studi suggeriscono come la composizione del microbiota possa
aumentare l’efficacia del trattamento.
Ma perché il microbiota influenza l’effetto delle immunoterapie? E come utilizzare queste conoscenze
per potenziare le terapie a disposizione e il numero di persone che possono giovarne? Per trovare una
risposta, il gruppo guidato da Maria Rescigno si è concentrato sulle molecole prodotte dai batteri, i
cosiddetti postbiotici.
«L’interesse verso i postbiotici è dovuto a due aspetti fondamentali – spiega Maria Rescigno -. Il primo
è loro capacità di attraversare la barriera vascolare intestinale e quindi di influenzare in modo sistemico
l’organismo attraverso il sangue, di fatto mediando l’azione a distanza del microbiota intestinale in altre
aree del corpo; e la seconda è che costituiscono uno strumento terapeutico più preciso e potente: invece
di trapiantare o modificare il microbiota – come viene fatto in alcuni studi – si agisce a valle,
somministrando direttamente e solo i prodotti metabolici benefici, a volte comuni a più ceppi batterici
che producono però anche sostanze non di interesse terapeutico».
I postbiotici che smascherano le cellule tumorali
Si chiama Lactobacillus paracasei il ceppo batterico identificato dai ricercatori di Humanitas, già noto
per le sue proprietà anti-infiammatorie. Secondo i risultati pubblicati su Cancer Cell, i postbiotici prodotti
da questo ceppo sono in grado di smascherare le cellule tumorali perché le costringono a mostrare dei
recettori, chiamati HLA, senza i quali il sistema immunitario non può riconoscerle.
«Il silenziamento dei recettori HLA, che permette ai tumori di sfuggire al sistema immunitario, è un
meccanismo ben conosciuto e descritto in molti tipi di cancro, tra cui il melanoma, il tumore del seno,
del colon-retto, dei polmoni e della vescica» – spiega Valentina Ferrari, oggi all’IRB di Bellinzona e