
(AGENPARL) – lun 04 settembre 2023 Sindacato Itamil Esercito – attenti alle maledette malelingue – è ora di
cambiare rotta.
Stiamo avvicinandoci al termine ultimo previsto il 31 dicembre 2023 per
ottenere la rappresentatività del 2% del limite previsto. Noi del Sindacato
Itamil Esercito abbiamo superato la percentuale prevista senza particolare
difficoltà, ma siamo sconcertati dal comportamento di alcuni sindacalisti
“convinti” e di altri “aspiranti”, i quali hanno enormi difficoltà a
trovare aderenti.
Pertanto, sperano di ottenere visibilità parlando di sé, della propria
storia, mettendo il campo la propria sindrome narcisistica e della
convinzione di essere tecnici, professori, ricorrendo a una sindrome un
tempo diffusa al Cocer.
Altri dinosauri faticano ad abbandonare gli abiti di custodi di ogni verità
assoluta e raccontano le loro presunte battaglie a favore del personale,
che ovviamente non lasciano traccia del loro insuccesso.
Poi ci sono certi personaggi infelici, opportunisti, invidiosi che
diventano serpi e iniziano a inviare lettere anonime per denigrare i
dirigenti sindacali di successo, un’azione tipica di persone sofferenti e
affette da disturbi mentali che necessitano di cure. Invece di parlare male
degli altri dirigenti sindacali, dovrebbero concentrarsi sul benessere e
sulle necessità dei militari.
Insomma, il mondo dei sindacati militari è composto da tantissime persone
perbene che si presentano con idee, programmi e fatti concreti.
Siamo chiaramente distinti dai diffamatori seriali e dai servi del palazzo.
Spetta a voi fare la scelta giusta.
Noi del Sindacato Itamil Esercito siamo orgogliosi delle nostre idee,
programmi, iniziative e servizi.
Invitiamo i colleghi a non farsi ingannare dalle chiacchiere e dal
pettegolezzo.
Chi parla male di un collega non appartiene al nostro mondo.
E davvero desiderate pagare la delega mensile a chi si concentra solo su sé
stesso e denigra gli altri?
È opportuno che ci svegliamo e non diventiamo ostaggio di queste brutte
persone.
Infine, è importante che certi colleghi la smettano di farsi trattare come
pacchi da trasportare da un sindacato all’altro. È necessario precisare che
il passaggio da un sindacato all’altro comporta comunque l’obbligo di
pagare la delega fino al 31 dicembre 2023, ma non si potrà più usufruire di
assistenza e servizi, comprese le tre coperture legali che cesseranno
automaticamente.
Non si deve considerare questa opportunità come un gioco o un atto
immaturo.
Ciò che è in gioco sono gli stipendi, i diritti, la previdenza e la tutela
della salute e del posto di lavoro. Basta giocare con queste questioni.
Si può capire che una persona cerchi un’opportunità e provi un sindacato
per un anno prima di valutare se rimanere o spostarsi.
Tuttavia, è importante fare questa valutazione in base a criteri validi e
razionali, e non semplicemente per assecondare i capricci o le aspettative
personali di un amico o basandosi sul sentito dire.
È fondamentale prendere decisioni informate, considerando attentamente i
servizi, le politiche e le proposte offerte da ciascun sindacato, nonché il
loro impegno a tutelare gli interessi dei lavoratori.
Non vanifichiamo i nostri sacrifici e le nostre speranze di cambiamento
nell’esercito.
Il sindacato è una cosa seria, si parla del nostro presente e del nostro
futuro.
Ci vuole un cambio di rotta!
Roma 4 settembre 2023
Il Segretario Generale
Girolamo Foti