
(AGENPARL) – mer 21 giugno 2023 Osservatorio criminalità organizzata. La sintesi dei pareri raccolti nel corso delle audizioni
sul disegno di legge regionale del M5S
Nel 2020, dopo aver tentato invano la strada in seno al Consiglio provinciale di Trento, il M5S ha
promosso una serie di iniziative per istituire un osservatorio sulla criminalità organizzata a livello
regionale.
Il 10 maggio 2020 ha ottenuto l’approvazione dell’ordine del giorno 165/XVI impegnando Fugatti a
collaborare con Kompatscher per promuovere una strategia congiunta tra Trento e Bolzano sul
fronte dell’analisi e della prevenzione.
Il 2 luglio 2020 ha presentato il disegno di legge 26/XVI nel Consiglio regionale del Trentino-Alto
Adige / Sudtirol per istituire un osservatorio incardinato sul consiglio regionale, il quale è stato
accompagnato da un ordine del giorno approvato il 20 luglio nonostante l’invito della SVP a ritirarlo
per procedere a un’analisi preparatoria sull’impatto organizzativo dello stesso sulle strutture
consiliari e poi solo parzialmente attuato.
Nel dicembre del 2021 si è svolta una sessione di audizioni piuttosto corposa, la cui trascrizione è
stata riportata nel Resoconto integrale delle audizioni del 21 gennaio 2021, alla quale si sono
aggiunte delle osservazioni inoltrate alla Prima commissione regionale in forma scritta.
Riportiamo di seguito alcuni degli spunti più significativi forniti dai soggetti che si sono espressi sul
testo della proposta di legge 26/XVI:
Sandro LOMBARDI – Commissario del Governo della Provincia autonoma di Trento
Ha dichiarato che procedere all’istituzione di un Osservatorio che raccolga dati, elementi,
considerazioni, valutazioni, studi e quant’altro, non può che essere favorevole ed essere un
momento positivo e di confronto, ma allo stesso tempo di conoscenza e di preposizione di
stimolo alla conoscenza dei fenomeni e direttrice di azione. L’allora commissario del
Governo ha rimarcato che di fronte a uno scenario di pandemia e di crisi finanziaria
bisogna far conoscere alla cittadinanza i fenomeni che si verificano e che si possono
verificare soprattutto nell’ambito della ristorazione e dell’alberghiero ma anche nel settore
dei trasporti con il caporalato. Ha infine auspicato che ci sia un raccordo con il gruppo di
lavoro sulla sicurezza in Trentino (soppresso da Fugatti dopo pochi mesi) e sia posta una
particolare attenzione verso le nuove generazioni, le quali hanno sovente una percezione
distorta dei boss mafiosi a causa di messaggi televisivi fuorvianti
Nicola MORRA – Presidente della Commissione parlamentare Antimafia della XVIII
Legislatura
Ha ricordato che fin dall’insediamento della Commissione bicamerale l’indicazione a tutti i
consigli regionali è stata quella di dare priorità all’adozione di provvedimenti per istituire una
commissione regionale di analisi e studio sui fenomeni di natura mafiosa. L’osservatorio
regionale, in tal senso, sarebbe stato un passaggio prodromico alla costituzione di una
commissione dedicata all’analisi di tali fenomeni e alla loro diffusione ed efficienza nello
stravolgere l’ordinamento democratico. Nel motivare il parere favorevole all’istituzione
dell’osservatorio ha ricordato varie vicende come Freeland, Perfido o Aemilia ma anche
una serie di casi internazionali emersi clamorosamente in Germania piuttosto che in
Svizzera. Ha tranquillizzato i consiglieri rispetto all’ipotesi di produrre un danno di immagine
alla realtà regionale perché sarebbe stato decisamente peggio far finta di credere che i
problemi non esistessero. Ha infine dato indicazioni sulla composizione dell’osservatorio e
sull’opportunità di aprire un dialogo con gli ordini professionali, favorendo anche il
coinvolgimento dei giornalisti di inchiesta per definire più compiutamente il contesto
sociale.
Monica FORTE – Presidente della Commissione speciale Antimafia del Consiglio
della Regione Lombardia 2018-2023
È intervenuta anche in qualità di vicepresidente del coordinamento sulla criminalità della
Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali in sostituzione del presidente Cicala,
ricordando che il coordinamento è stato istituito su suggerimento della Commissione
parlamentare antimafia della XVII presieduta da Rosi Bindi, la quale aveva colto la
necessità di un luogo fisico di confronto fra i vari organismi regionali. A tal riguardo ha
sottolineato come il coordinamento stesse mappando l’esistenza dei vari e diversi
organismi regionali e come stesse realizzando una bozza propria di proposta di legge per
l’istituzione di un osservatorio antimafia (tale bozza è stata successivamente inoltrata al
Consiglio regionale tra il più totale disinteresse dei suoi componenti – vedi anche nota
sollecitata al presidente Noggler).
Nel suo lungo intervento ha espresso parere fortemente favorevole riguardo alla proposta
di legge, sottolineando come l’osservatorio sia spesso percepito come un organismo di
transizione verso la costituzione di una commissione, che può avere funzioni più concrete e
molto più efficaci sull’azione che l’istituzione regionale può mettere in campo soprattutto
sotto il profilo della prevenzione. Il coordinamento nazionale ha l’obiettivo di stimolare la
crescita e la nascita di organismi in tutte le Regioni,e prioritariamente, laddove le Regioni
non se ne siano dotate naturalmente promuovendo iniziative di sensibilizzazione. Ha
elencato le innumerevoli iniziative promosse in Lombardia con il coinvolgimento
dell’Università e anche grazie all’appoggio del comitato tecnico-scientifico presieduto dal
professore Nando Dalla Chiesa negli ambiti, ad esempio, dei beni confiscati,
dell’educazione alla legalità nelle scuole e nel sostegno alle vittime di usura e di mafia. Ha
infine auspicato la costituzione di una commissione e la partecipazione attiva, anche
tramite un delegato del presidente del Consiglio, ai lavori del coordinamento.
Sabrina PIGNEDOLI – Europarlamentare e giornalista d’inchiesta
Ha sottolineato come la nostra regione, per evidenti caratteristiche geografiche, sia un
crocevia per tutte le mafie che fanno affari in Europa, le quali operano oramai sui mercati
internazionali utilizzando non solo i porti del Mediterraneo ma anche quelli di Belgio,
Olanda e Germania. Ha inoltre arguito che per molti soggetti possa risultare interessante
costituire aziende nella nostra Regione, perché essendo una terra considerata come
indenne dalle infiltrazioni si può riuscire ad evitare la gran parte dei controlli. Giudicando
positivamente il tentativo di creare strumenti di prevenzione si è appellata ai consiglieri
chiedendo che l’osservatorio non sia un organismo meramente formale ma uno strumento
utile per affiancare il lavoro della Magistratura nell’analizzare i meccanismi economici che
stanno alla base del legame tra mafie e territorio, non tralasciando l’analisi sistemica dei
reati spia. L’osservatorio dovrebbe pertanto svolgere la funzione di centro di
documentazione per l’università, gli studenti e i cittadini raccogliendo ad esempio gli atti
pubblici e gli atti giudiziari anche al fine di organizzare convegni e attività culturali e
avvalendosi del contributo dei giornalisti in una logica necessariamente transregionale.
Fabrizio COSTANTINO – Criminologo e docente del corso “Valutazione delle politiche
contro la criminalità” presso l’Università degli studi di Trento
Ha apprezzato le due linee direttive della proposta legislativa. La prima è la presenza,
all’interno di un testo di legge che tratta la criminalità organizzata, del concetto di
corruzione. La seconda, invece, è quella di avere un approccio pluridisciplinare e
multidisciplinare. Con riguardo al concetto di corruzione ha ammonito che non è solo
connesso all’arricchimento di qualcuno ma è uno strumento utilizzato dalle organizzazioni
criminali per aprirsi le porte dell’economia legale. Le organizzazioni criminali compiono reati
al fine di trarre un profitto che può essere quello economico, ma può essere anche un
profitto non economico, quale il collegamento alle istituzioni politiche, al fine di penetrare i
sistemi sociali e politici assicurandosi un controllo del territorio che sicuramente costituisce
un profitto, anche se non immediatamente economico. Attraverso la corruzione, le
organizzazioni criminali oggi hanno trovato un sistema sicuro per poter operare. Ecco
perché corruzione e criminalità organizzata sono due fenomeni spesso intrecciati. Sulla
transdisciplinarietà ha sottolineato che l’obiettivo di un osservatorio dovrebbe essere quello
di integrare una serie di saperi che possono coordinarsi per fornire una risposta complessa
al problema della criminalità organizzata. Non è possibile analizzare le organizzazioni
soltanto attraverso le lenti della giurisprudenza perchè un’analisi esclusivamente giuridica
tralascerebbe la dimensione sociale delle organizzazioni criminali. Vanno dunque integrate
anche le analisi sociologiche ed economiche. Sul punto ha chiosato che oggi non è la mafia
che cerca l’economia ma spesso è l’economia che cerca la mafia. La lotta alle moderne
organizzazioni criminali richiede quindi un nuovo approccio che tenga conto delle mutazioni
sociali ed economiche prodotte dal sistema finanziario, tenendo presente che i flussi
monetari ormai si muovono in una chiave globale e questo è un altro aspetto che potrebbe
essere considerato dall’osservatorio.
Ha infine ammesso che per lungo tempo in Trentino-Alto Adige è stato difficile riuscire a far
passare concetti come quello della possibilità di infiltrarsi nel tessuto locale presso
l’opinione pubblica.
Luigi GAETTI – Sottosegretario agli Interni nel Governo Conte I con delega
all’Antimafia e Vice Presidente della Commissione parlamentare Antimafia nella XVII
Legislatura
Ha ripreso l’attività della Commissione parlamentare della XVII legislatura, la quale si era
presa l’impegno di organizzare il rapporto con le commissioni e gli osservatori regionali a
dimostrazione di quanto la politica nazionale deve collaborare con le strutture locali.
Rispetto all’attività dell’osservatorio ha convenuto con gli interventi precedenti, ribadendo la
necessità di uno stretto rapporto con l’università, con gli ordini professionali e con le
banche, richiamandosi contestualmente a un’operazione giudiziaria effettuata in Toscana in
cui sono stati coinvolti imprenditori e commercialisti. A sostegno della sua tesi ha illustrato
ai consiglieri il metodo di ricerca e gli esiti di un lavoro scientifico riguardante l’economia
mantovana nei primi 15 anni del Terzo millennio con il quale sono stati prodotti degli
indicatori quantitativi e qualitativi per monitorare l’infiltrazione del gruppo Grande Aracri. In
chiusura del suo articolato intervento ha posto l’enfasi sul bisogno di svolgere con
periodicità le riunioni istituzionali sul tema e di organizzare incontri informativi con la società
civile. In ordine alla modalità di composizione dell’osservatorio ha giudicato positivamente
la tecnica del sorteggio dopo aver selezionato i soggetti in possesso di requisiti e
competenze per poter far parte dell’organismo
Francesco CALDERONI – Professore associato di “Sociologia giuridica, della
devianza e mutamento sociale” presso l’Università Cattolica di Milano all’interno del
Centro Transcrime
Il suo intervento ha preso spunto dallo studio METRiC (Monitoraggio dell’economia trentina