
(AGENPARL) – mar 20 giugno 2023 MICROCLIMA
MINIGUIDA SUL RISCHIO STRESS
DA CALORE NEL SETTORE EDILE
MINIGUIDA SUL RISCHIO STRESS
DA CALORE NEL SETTORE EDILE
Gli effetti da esposizione alle elevate temperature
pag. 3
I fattori di rischio pag. 5
Le patologie associate alle alte temperature
pag. 6
Rischio clima e indice di calore
pag. 9
La normativa a tutela dei lavoratori
pag. 11
Prevenzione e protezione pag. 14
Informazione e formazione pag. 16
Dpi e indumenti da utilizzare durante il lavoro
pag. 17
Cosa deve fare il datore di lavoro e ruolo del Rls e Rlst
pag. 18
Cosa ricordare per prevenire il rischio
pag. 19
Bibliografia: Comitato regionale di coordinamento ex art. 7 D.Lgs. 81/08 Regione
Toscana, Il rischio da temperature elevate nei cantieri edili: gli effetti del caldo sulla salute,
Comitato regionale di coordinamento ex art. 7 D.Lgs. 81/08 Regione Emilia Romagna,
La prevenzione del rischio da stress da calore negli ambienti di lavoro.
Coordinamento ed editing: Giuseppe Bonelli e Luisa Rota ASLE-RLST.
MICROCLIMA, IL RISCHIO DA STRESS
DA CALORE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
GLI EFFETTI DA ESPOSIZIONE ALLE
ELEVATE TEMPERATURE
L’esposizione alle elevate temperature nella
stagione estiva rappresenta un fattore di rischio
per i lavoratori che svolgono la propria mansione in ambienti esterni, esposti per lunghi periodi al calore e alle radiazioni solari. Le condizioni
climatiche possono influenzare notevolmente
alcuni ambiti lavorativi, come il settore edile e della
cantieristica stradale. Numerosi studi scientifici
hanno evidenziato che le variazioni di temperatura
dell’ambiente esterno determinano effetti sulla
salute in termini di incremento della mortalità
con un impatto maggiore in particolari gruppi di
VALORE SOGLIA
UMIDITA’
RELATIVA
VENTILAZIONE
TEMPERATURA
persone/lavoratori con caratteristiche individuali
che ne aumentano la suscettibilità agli effetti
del caldo. Tali effetti si verificano al di sopra
di un valore di temperatura definito “valore
soglia”, che è specifico per ogni popolazione,
ed è funzione del suo livello di suscettibilità e
della sua capacità di adattamento alle condizioni
climatiche locali: si registra un incremento della
mortalità quando le temperature aumentano
rispetto al “valore soglia”.
Nel corso di un’ondata di calore il rischio di
mortalità è in funzione di alcuni parametri
climatici: temperatura, umidità relativa e
ventilazione. Le temperature elevate hanno
un effetto a breve termine sulla mortalità
con tempo di latenza di 1-2 giorni, dal picco
osservato di temperatura, ma gli effetti maggiori
si osservano durante ondate di calore di lunga
durata (oltre cinque giorni) con incrementi
della mortalità 2-5 volte più elevati. Inoltre, è
stato osservato che le ondate di calore che
si verificano precocemente, all’inizio della
stagione estiva, hanno un impatto maggiore
sulla salute della popolazione, rispetto a
episodi di uguale intensità che si verificano
successivamente nel corso dell’estate
(fenomeno di acclimatamento).
ASPETTI SANITARI DELL’ESPOSIZIONE
AL CALDO
Il corpo umano è in grado di mantenere
costante la propria temperatura in un intervallo
ristretto di valori attorno ai 37 °C (37 ± 1 °C)
in particolare attraverso i meccanismi di
scambio termico con l’ambiente circostante.
Con i meccanismi della termoregolazione
il corpo umano modula la propria risposta
alla necessità di dissipare calore, nel caso di
esposizione ad alte temperature o aumentarne
la produzione in caso di esposizione al freddo,
ne sono un esempio la sudorazione nel primo
caso o la produzione di brividi nel secondo.
L’organismo si protegge naturalmente dal
surriscaldamento degli organi interni con la
sudorazione, per eliminare il calore in eccesso
accumulato durante l’esposizione ad alte
temperature.
CHE COSA ACCADE AL CORPO
All’innalzamento della temperatura corporea
si attivano diversi meccanismi:
• dilatazione dei vasi periferici e aumento del
flusso sanguigno cutaneo per incrementare e
rendere più efficiente la dispersione di calore,
• sudorazione ed evaporazione del sudore
prodotto dalle ghiandole sudoripare che
ricoprono la superficie cutanea causando una
perdita di calore;
• aumento della frequenza respiratoria:
l’aria espirata è più calda di quella inspirata e
contiene vapore acqueo che disperde il calore
interno.
E…OLTRE I 30°?
In condizioni estreme, ad esempio con
temperatura superiore ai 30 gradi all’ombra
e umidità relativa superiore al 70%, l’efficacia
protettiva della sudorazione si riduce e il
progressivo aumento della temperatura
interna può portare a diverse reazioni avverse
da calore: malori, crampi, esaurimento fisico
fino al collasso provocato da disidratazione
e perdita di sali minerali, colpi di calore,
innalzamento della temperatura fino a 40
gradi e alterazione dello stato di coscienza.
L’umidità ed altri fattori, come ad esempio
l’assenza di correnti d’aria o l’uso di farmaci,
possono modificare questo tipo di risposta e
determinare un incremento della temperatura
corporea con rischio di danni diretti (stress da
calore, colpo di calore, disidratazione, crampi,
lipotimia ed edemi) o indiretti (aggravamento
di condizioni morbose preesistenti).
I FATTORI DI RISCHIO
LO STATO DI SALUTE
• PERSONE CON MALATTIE CRONICHE
L’eccesso di calore conduce a morte in modo
indiretto quando preesistenti condizioni
patologiche impediscono di beneficiare
dei meccanismi compensativi della termoregolazione. Si tratta di pazienti con
broncopneumopatie croniche, cardiopatie
ischemiche, scompensi cardiaci, aritmie
cardiache, insufficienza renale, diabete,
oppure obesi.
• PERSONE CHE FANNO USO DI FARMACI,
ALCOL, OPPIACEI
Sulla base dei meccanismi con cui alcune sostanze interferiscono con gli effetti del caldo,
ci sono categorie di farmaci, psicostimolanti,
bevande alcoliche, o oppiacei che aggravano
gli effetti sulla salute. Occorre prestare cautela
in caso di assunzione di farmaci e nell’ avere
comportamenti individuali adeguati nel corso
del periodo estivo in generale e soprattutto
durante le cosiddette “ondate di calore”,
perché le condizioni ambientali possono
incidere sull’integrità della propria salute e la
sicurezza nell’attività lavorativa.
ATTIVITÀ LAVORATIVE E
INTENSA ATTIVITÀ FISICA ALL’APERTO
Diverse tipologie di lavoratori possono
essere esposte, per la loro occupazione, a
temperature ambientali elevate ed essere
quindi maggiormente a rischio di sviluppare
disturbi associati al caldo, in particolare
se viene svolta una attività fisica intensa
all’aperto, come per i lavoratori nei cantieri
edili e stradali.
CONDIZIONI AMBIENTALI
Diversi sono i fattori ambientali che possono
interagire nel determinare una situazione di
stress dovuta al caldo:
a) temperatura dell’aria
b) umidità
C) ventilazione
COMPORTAMENTI INDIVIDUALI
L’abbigliamento, l’uso dei dispositivi di
protezione individuale (Dpi) inadeguati o la
carenza di informazioni sulle misure da adottare per prevenire gli effetti negativi dell’esposizione al caldo possono ulteriormente
aggravare le condizioni di salute dei lavoratori.
LE PATOLOGIE ASSOCIATE
ALLE ALTE TEMPERATURE
IL COLPO DI CALORE
I primi segni del danno da calore comprendono una combinazione di sintomi quali
debolezza, nausea, vomito, cefalea,
orripilazione al torace ed agli arti superiori,
brividi, aumento frequenza e profondità
del respiro, crampi muscolari e andatura
instabile. Se il quadro clinico progredisce
si manifestano alterazioni della coscienza
di vario grado e intensità (stato d’ansia,
stato confusionale, delirio, sincope, coma),
la temperatura corporea sale sopra i 40°C
ed è seguita da una sindrome che può
condurre a morte.
Quale terapia? Oltre che curare la disidratazione, bisogna raffreddare l’organismo nel
modo più fisiologico ed efficace possibile.
A tal fine il raffreddamento diretto, con
acqua fredda, non è ottimale.
E’ preferibile il raffreddamento che si
ottiene bagnando il corpo o avvolgendolo in
teli di cotone bagnato e, successivamente,
esponendolo a flussi di aria calda, non
caldissima, come quella che esce da un
asciugacapelli a basso regime.
LA DISIDRATAZIONE
A seguito di perdite idriche, in genere dovute
a sudorazione e iperventilazione, in assenza di
adeguato reintegro, si manifesta con i sintomi
cardiocircolatori e neurologici, secchezza
della cute e delle mucose (secche, fissurate)
ma il suo tempestivo riconoscimento presuppone la conoscenza di alcuni parametri vitali
di base, in particolare della frequenza cardiaca
e della pressione arteriosa abituali. Sul piano
neurologico spiccano irritabilità, astenia,
scosse muscolari.
In fasi più avanzate, letargia fino al coma.
Quale terapia? In presenza di segni e sintomi
compatibili occorre stimolare subito il paziente
a bere in abbondanza.
CRAMPI
Causati dalla perdita di liquidi, si verificano
in persone che svolgono attività fisica senza
reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la
sudorazione.
STRESS DA CALORE
Causato da un collasso dei vasi periferici
con un insufficiente apporto di sangue
al cervello si manifesta con un senso di
leggero disorientamento, malessere generale,
debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia
ed ipotensione, confusione e irritabilità.
La temperatura corporea può essere legger-
INSOLAZIONE
con esaurimento di calore
mente elevata ed è comunemente presente
una forte sudorazione. Se lo stress da
calore non viene diagnosticato e trattato
immediatamente, può progredire fino al colpo
di calore. Un rimedio semplice ed efficace
è tenere le gambe sollevate ed eseguire di
tanto in tanto dei movimenti dolci per favorire
il reflusso venoso, oppure, effettuare delle
docce fredde agli arti inferiori.
COLPO DI CALORE
SENSO DI
SVENIMENTO
MAL DI TESTA
PULSANTE
SUDORAZIONE
ECCESSIVA
PULSAZIONI
RAPIDE E FORTI
SENSO DI NAUSEA
O VOMITO
PULSAZIONI RAPIDE
MA DEBOLI
PELLE PALLIDA
FREDDA E SUDATA
CRAMPI
SENSO DI NAUSEA
O VOMITO
TEMPERATURA
CORPOREA OLTRE 40°
ASSENZA DI SUDORE
PERDITA DI
CONOSCENZA
COLLASSO DA CALORE
I SISTEMI DI PREVISIONE E ALLARME
Improvvisa perdita della coscienza da
calo di pressione arteriosa dovuto alla
mancanza di sangue nelle zone periferiche
con conseguente diminuzione dell’apporto
di sangue al cervello. Lo svenimento può
essere prevenuto se, ai primi sintomi, quali
vertigini, sudore freddo, offuscamento visivo
o secchezza della bocca, si fa assumere al
paziente una posizione distesa con le gambe
sollevate rispetto al cuore. Le manifestazioni
cliniche sopra riportate costituiscono di per
sè un pericolo per la salute del lavoratore
ma anche per la sicurezza in quanto lo
espongono al rischio di infortuni (ad. es.
caduta dall’alto, scivolamenti, contatto con
oggetti/attrezzature).
Sulla base di modelli statistici, e utilizzando le
previsioni meteorologiche per le successive
72 ore, è possibile prevedere condizioni
climatiche estreme. Il sistema di allarme è
attivo da giugno a settembre, è curato dal
Ministero della salute con l’apporto tecnicoscientifico del Centro di competenza nazionale
(CCN), Dipartimento di Epidemiologia,
Regione Lazio. Quotidianamente il CCN
elabora i dati delle previsioni meteorologiche
e produce previsioni della temperatura
massima. Tali risultati vengono sintetizzati
nel bollettino giornaliero che segnala le
condizioni avverse alla salute per il giorno
stesso e per i due giorni successivi.
Si evidenziano i livelli graduati di rischio,
definiti in relazione alla gravità degli eventi
previsti come nella tabella a pag. 9.
PER INFORMAZIONI DETTAGLIATE:
• https://www.salute.gov.it/portale/caldo/homeCaldo.jsp
• http://www.portaleagentifisici.it/fo_microclima_index.php?Ig=IT
RISCHIO CLIMA E
INDICE DI CALORE
Condizioni metereologiche che possono rappresentare
un rischio per la salute, in particolare nei sottogruppi di
popolazione più suscettibili. Si attiva rischio clima per tutti
LIVELLO
Pre-allerta, condizioni metereologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore.
Cautela per possibile affaticamento. Questo livello non richiede azioni immediate
LIVELLO
Condizioni metereologiche che non comportano un rischio per la salute della popolazione.
Questo livello non richiede azioni immediate
LIVELLO
LIVELLO
Condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili
effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo
sui sottogruppi a rischio come gli anziani e le persone affette
da malattie croniche.
Rischio elevato. Tanto più prolungata è l’ondata di calore,
tanto maggiori sono gli effetti negativi attesi sulla salute.
L’utilizzo dell’indice di calore (Heat Index)
basato sulla lettura dei valori di temperatura
e di umidità relativa, attraverso un algoritmo
i cui risultati sono riportati in una tabella
semplificata, permette di identificare 4 livelli
di allerta (da 0 a 3 nella tabella), dalla “cautela
per possibile affaticamento” fino al “rischio
LIVELLO DI RISCHIO
elevato di colpo di calore”. Il rischio “clima”
può dunque essere valutato semplicemente
misurando: temperatura ambiente (termometro) e umidità (igrometro). La temperatura
dell’aria deve essere misurata all’ombra nelle
immediate vicinanze del posto di lavoro.
L’utilizzo dell’indice di calore risulta valido per lavoro all’ombra e con vento leggero ed in caso di lavoro al sole
l’indice in tabella va aumentato di 15 punti
LA NORMATIVA
A TUTELA DEI LAVORATORI
Il Titolo VIII del D.Lgs. 81/08 pur non trattando in maniera specifica
Il rischio stress da calore, prevede comunque degli obblighi a carico delle
imprese ed in particolare del datore di lavoro
ART. 15 – Misure generali di tutela
a) la valutazione di tutti i rischi per la
salute e sicurezza;
b) l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non
sia possibile la loro riduzione al minimo in
relazione alle conoscenze acquisite in
base al progresso tecnico.
ART. 17 – Obblighi del datore di
lavoro non delegabili
a) la valutazione di tutti i rischi con la
conseguente elaborazione del documento
previsto dall’articolo 28;
b) la designazione del responsabile del
servizio di prevenzione e protezione dai
rischi.
ART. 28 – Oggetto della valutazione
dei rischi
La valutazione dei rischi deve contenere:
a) la relazione sulla valutazione di tutti i
rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano
specificati i criteri adottati per la valutazione
stessa;
b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di
protezione individuali adottati;
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel
tempo dei livelli di sicurezza;
d) l’individuazione delle procedure per
l’attuazione delle misure da realizzare, nonché
dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi
debbono provvedere, a cui devono essere
assegnati unicamente soggetti in possesso
di adeguate competenze e poteri.
ART. 96 – Obblighi dei datori di lavoro,
dei dirigenti e dei preposti
I datori di lavoro delle imprese affidatarie e
delle imprese esecutrici:
a) adottano le misure conformi alle prescrizioni di cui all’ALLEGATO XIII
b) curano la protezione dei lavoratori contro le influenze atmosferiche che possono
compromettere la loro sicurezza e la loro
salute.
TITOLO VIII – AGENTI FISICI
ART. 180 – Definizione e campo di
applicazione
Ai fini del D.Lgs 81/08 per agenti fisici
si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli
infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi
elettromagnetici, le radiazioni ottiche, di
origine artificiale, il microclima e le atmosfere
iperbariche che possono comportare rischi
per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
ART. 181 – Valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi derivanti da
esposizioni ad agenti fisici è programmata
ed effettuata, con cadenza almeno
quadriennale, da personale qualificato
nell’ambito del servizio di prevenzione e
protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. La valutazione dei rischi
è aggiornata ogni qual volta si verifichino
mutamenti che potrebbero renderla
obsoleta, ovvero, quando i risultati della
sorveglianza sanitaria rendano necessaria la
sua revisione.
ALLEGATO XIII
Prescrizioni per i posti di lavoro nei
cantieri
Aerazione e temperatura. Durante il lavoro,
la temperatura per l’organismo umano deve
essere adeguata, tenuto conto dei metodi di
lavoro applicati e delle sollecitazioni fisiche
imposte ai lavoratori.
ALLEGATO IV
Microclima – Temperatura dei locali
La temperatura nei locali di lavoro deve
essere adeguata all’organismo umano
durante il tempo di lavoro, tenuto conto
dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi
fisici imposti ai lavoratori. Nel giudizio sulla
temperatura adeguata per i lavoratori si deve
tener conto della influenza che possono
esercitare sopra di essa il grado di umidità
ed il movimento dell’aria concomitanti.
Si deve provvedere alla difesa dei lavoratori
contro le temperature troppo alte o troppo
basse mediante misure tecniche localizzate o
mezzi personali di protezione. Le aziende interessate da questo rischio devono effettuare
una specifica valutazione del rischio con
identificazione delle misure preventive,
protettive e di idonei DPI, soprattutto nei
settori per i quali il lavoro viene svolto.
ALLEGATO XV
Contenuti minimi dei Piani di
Sicurezza e di Coordinamento PSC
Contenuti minimi del PSC in riferimento
all’area di cantiere, all’organizzazione del
cantiere, alle lavorazioni.
ART. 92 – Obblighi del Coordinatore
per l’esecuzione dei lavori CSE
Durante la realizzazione dell’opera, il CSE:
a) verifica, con opportune azioni di coordinamento e controllo, l’applicazione, da
parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori
autonomi, delle disposizioni loro pertinenti
contenute nel PSC;
b) in rapporto a tali obblighi, in caso di
lavorazioni da svolgere in periodi durante
i quali sia genericamente prevedibile la
possibilità di ondate di calore (tarda primavera
– estate), il CSP dovrà prevedere e valutare la
gestione di tale rischio riportando le misure
organizzative nel PSC.
Il CSE dovrà verificare l’applicazione di tali
misure da parte di imprese esecutrici e
lavoratori autonomi, la presenza delle stesse
misure nel POS (per gli aspetti specifici),
provvedendo anche alla sospensione dei
lavori per condizioni meteoclimatiche avverse
oltre che convocare una riunione di coordinamento il giorno iniziale del periodo oggetto di
allerta.
PREVENZIONE E PROTEZIONE
Per calcolare lo stress termico è possibile consultare lo
strumento messo a disposizione sul portale degli agenti fisici
http://www.portaleagentifisici.it/fo_microclima_calcolo_stress_termico_2.php?lg=IT
QUALI AZIONI ORGANIZZATIVE
a) Mettere a disposizione un termometro
e igrometro in cantiere può consentire alle
imprese di sapere se il loro cantiere rientra nell’ambito delle previsioni del sistema di allarme nazionale, che fa stime su
ambiti territoriali regionali, evidenziando le
condizioni più favorevoli o sfavorevoli;
b) individuare e formare un responsabile
per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche per attuare le misure di
prevenzione individuate dal datore di lavoro;
c) prevedere, per quanto possibile, un pro-
gramma di acclimatamento: un organismo
acclimatato può sopportare più facilmente
l’esposizione al calore;
d) programmare i lavori più faticosi in orari
con temperature più favorevoli.
Se possibile, destinare alle lavorazioni al
coperto le ore centrali della giornata;
e) le pause programmate dall’impresa ed
attuate dal preposto, non siano lasciate
alla determinazione del singolo lavoratore.
Indicativamente, ma non tassativamente,
10 m’/h in base alle condizioni di rischio dei
singoli cantieri;
f) prevedere pause in luoghi possibilmente
freschi o comunque in aree ombreggiate. In
assenza di aree ombreggiate (stesura asfalto) utilizzare ombrelloni da cantiere;
g) programmare una sospensione dei lavori
nelle ore più calde utilizzando anche l’opzione offerta dall’istituto della cassa integrazione riconosciuta dall’INPS per condizioni meteorologiche avverse, a partire dalla
condizione di temperature superiori a 34°.
h) nel caso di utilizzo di dispositivi di protezione individuale che ostacolino la respirazione
e l’evaporazione del sudore, come ad es. maschere semifacciali o pienofacciali o l’utilizzo di tute in tyvek in occasione di lavoro in
cantieri di bonifica di amianto e fibre artificiali vetrose o di demolizione, programmare
una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti
e far eseguire pause di lavoro in ambienti
ombreggiati evitando le ore più calde della
giornata;
i) garantire la disponibilità di acqua ad uso
potabile, verificandone periodicamente la disponibilità nei pressi della zona della lavora-
zione in caso di cantieri o aree di grandi dimensioni;
j) evitare i lavori isolati per il rinfrescamento
dei lavoratori nei periodi di pausa;
k) programmare i turni di lavoro dei lavoratori maggiormente fragili, nelle ore meno
calde con pause programmate più lunghe
oppure la sospensione dal lavoro;
l) Rispettare le limitazioni e prescrizioni
riportate nel giudizio di idoneità alla mansione dei lavoratori relativa al clima caldo
severo;
m) verificare il divieto di assunzione di
bevande alcoliche.
INFORMAZIONE
E FORMAZIONE
CHE COSA BISOGNA FARE IN CASO DI
RISCHIO DI COLPO DI CALORE
1 bere in abbondanza acqua fresca a
prescindere dallo stimolo della sete per
prevenire la disidratazione;
2 alimentarsi con cibi ricchi di sali minerali
(frutta e verdura) e poveri di grassi;
3 divieto di assunzione di bevande alcoliche ed evitare l’assunzione di bevande
gassate e o fredde;
4 rinfrescarsi di tanto in tanto bagnandosi
con acqua fresca;
5 non lavorare da soli, se possibile;
6 non lavorare a torso nudo, ma indossare abiti chiari e leggeri, e un copricapo
leggero;
7 usare copricapo a falda larga e indumenti
leggeri e traspiranti. Sono sconsigliati cappello
con sola visiera, perchè non protegge collo
e nuca e gli indumenti a maniche corte o
pantaloni corti.
8 comunicare al medico competente in
occasione della visita medica periodica (o
di visita medica a richiesta per condizioni
insorte improvvisamente) patologie che
possano determinare una minore tolleranza allo sforzo fisico e al calore.
DPI E INDUMENTI DA UTILIZZARE
DURANTE IL LAVORO
Informazione ai lavoratori dei possibili
problemi di salute causati dal calore su:
Mettere a disposizione idonei dispositivi di
protezione individuali ed indumenti protettivi
1 misure di prevenzione specifiche per il
proprio ruolo e mansione;
2 segni e sintomi premonitori, le procedure
da seguire;
3 consultazione del medico competente per
condizioni di suscettibilità personali relativamente ad eventuali modifiche/sospensioni
dei trattamenti farmacologici in corso;
4 come proteggersi in caso di avvisi meteo
di ondate di calore, l’importanza della
assunzione di liquidi, l’importanza delle
pause;
5 formazione specifica degli addetti al
Primo Soccorso aziendali su possibili
problemi di salute causati dal calore,
nozioni specifiche di primo soccorso con
riferimento agli aspetti legati alle prime
misure di intervento.
1 cappelli a tesa larga e circolare per
la protezione di capo, orecchie, naso e
collo;
2 occhiali per protezione dai raggi solari;
3 abiti leggeri di colore chiaro e di tessuto
traspirante (cotone);
4 abiti ad alta visibilità in cotone;
5 scarpe di sicurezza/protezione di modello estivo, creme protettive solari [UV].
COSA DEVE FARE IL DATORE DI
LAVORO E RUOLO DEL RLS E RLST
Nel documento di valutazione dei rischi (Dvr)
deve essere valutato il rischio da ondata di
calore, con le adeguate previsioni di modalità
di eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia
possibile, la loro riduzione al minimo in
relazione alle conoscenze.
Nel documento Piano operativo di sicurezza
(Pos) occorre prevedere le misure specifiche
in base al periodo di lavorazione, tipologia
di lavori, organizzazione del cantiere, anche
in relazione alle misure previste nel Piano
sicurezza e coordinamento (Psc).
I COMPITI DEL MEDICO COMPETENTE
1 Partecipazione alla valutazione dei rischi
con particolare riferimento al rischio fisico
microclima e alle radiazioni solari UV e alla
stesura delle misure di prevenzione protezione
e dispositivi di protezione individuali (Dpi)
necessari;
2 Valutazione stato di salute e terapie i corso
per identificare la presenza di soggetti fragili;
3 Identificazione di malattie come cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità,
broncopneumopatia cronica ostruttiva e di
abitudini voluttuarie che possono ridurre
anche drasticamente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore;
4 nell’ambito delle visite mediche preventive e
periodiche espressione di giudizio di idoneità
che tenga conto anche di questo fattore di rischio
con conseguente valutazione della opportunità
di introdurre, ove ne ricorra la necessità,
indicazioni, prescrizioni o limitazioni legate alle
condizioni di salute di singoli lavoratori.
IL RUOLO DEL RLS/RLST
1 viene consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valutazione dei
rischi e quindi anche in relazione al rischio da
ondata di calore;
2 riceve le informazioni e la documentazione
aziendale inerente alla valutazione dei rischi e
le misure specifiche di prevenzione relative al
rischio calore;
3 promuove l’elaborazione, l’individuazione e
l’attuazione delle misure di prevenzione idonee;
4 fa proposte in merito all’attività di prevenzione;
5 visita il cantiere rilevando particolari problematiche e segnalazioni da parte dei lavoratori.
COSA RICORDARE
PER PREVENIRE IL RISCHIO
RICORDA CHE…
Anche il lavoro in luoghi confinati
o con Dpi che impediscono la
traspirazione può essere causa di
malori e infortuni.
NON SOLO D’ESTATE!
Le radiazioni solari ultraviolette UV
sono presenti sempre, anche in
inverno o quando il sole non splende.
L’esposizione al sole in assenza di
adeguate procedure e protezioni può
causare la manifestazione di tumori
della pelle.
LO STRESS TERMICO
DOVUTO A MICROCLIMA
SFAVOREVOLE O SEVERO
PUÒ ESSERE
CAUSA DI INFORTUNI
Campagna informativa realizzata da
in collaborazione con
ASLE-RLST
Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza