
(AGENPARL) – lun 19 giugno 2023 Roma, 19 giugno – Occorre un progetto complessivo sulle politiche
industriali del Paese, e per questo abbiamo sollecitato l’apertura di un
confronto a livello interministeriale, con il coinvolgimento oltre al
Ministero delle Imprese e del Made in Italy anche del Mef e del Ministero
del Lavoro. Quelli di cui abbiamo discusso oggi sono asset strategici e
situazioni emergenziali su cui occorre intervenire, ma c’è anche un tema
che riguarda la tenuta industriale del Paese. E’ confermato lo sciopero
unitario di avvertimento dei metalmeccanici, anche perché la convocazione
del Ministro conferma le difficoltà dell’industria nel nostro Paese.
Secondo l’Istat la produzione si attesterebbe a meno 7%. E’ necessario un
confronto contrattuale vero con il Governo e il sistema delle imprese per
definire le strategie nella transizione ecologica. Abbiamo chiesto di
investire in ricerca e sviluppo, rigenerare l'occupazione favorendo
l'ingresso dei giovani per recuperare il divario con gli altri Paesi
europei.
All’ordine del giorno tre settori strategici, automotive, elettrodomestico
ed ex Ilva.
La situazione degli stabilimenti dell’automotive rischia di essere
drammatica dal punto di vista produttivo, occupazionale se non si realizza
un piano, come negli altri Paesi europei, con risorse straordinarie. Per
all’anno, attualmente se ne producono meno di 500mila. Dal 2021 ad oggi ci
sono state oltre 7mila uscite volontarie delle lavoratrici e dei
lavoratori, a cui si aggiunge l’aumento della cassa integrazione in tutti
gli stabilimenti del gruppo. E c’è forte preoccupazione anche per i centri
di ricerca e sviluppo. Il problema non è solo Stellantis, ma si stanno
determinando ricadute pesanti anche per le aziende della componentistica
che stanno perdendo le commesse, a partire dalla Marelli.
La richiesta della Cgil e della Fiom è l’avvio di un tavolo negoziale di
settore con il Governo e le singole aziende, a partire da Stellantis.
In merito alla situazione del settore dell’elettrodomestico, si è discusso
dei tre casi di Electrolux, Whirlpool area Emea e di Candy. Sicuramente c’è
anche in questo caso la necessità di un intervento pubblico di sostegno
alla domanda incentivando nuovi prodotti a basso consumo energetico. è poi
necessario fare chiarezza sul tema delle future proprietà. Per Electrolux
siamo di fronte alla possibilità di una vendita del capitale ad una società
cinese che di per sé non sarebbe un problema se ci fosse la garanzia di
centralità dei siti italiani. Mentre su Whirlpool Area Emea il Ministero ha
già adottato la golden power sull’operazione di cessione del 75% alla
società turca Arcelik già presente in Europa e nel Mediterraneo con
stabilimenti produttivi. Infine, su Candy, la nuova proprietà ha già chiuso
tutti gli stabilimenti italiani ad eccezione di quello di Brugherio, in
Brianza.
Sull’ex Ilva, oggi Acciaierie D’Italia, avremmo già dovuto avere risposte
sugli assetti societari e sulla governance, e questa incertezza sta
determinando una situazione drammatica dal punto di vista del rilancio
produttivo, occupazionale e ambientale degli stabilimenti. In tutti i siti
del gruppo mancano gli investimenti sulla manutenzione ordinaria e
straordinaria degli impianti. Chiediamo un elemento di chiarezza e di
discontinuità rispetto al passato.
Per la Cgil e la Fiom è necessario che il Governo e la politica assumano
come prioritaria la questione delle politiche industriali nel Paese per
affrontare le transizioni ecologiche e digitali mettendo al centro la buona
occupazione.
Lo dichiarano in una nota congiunta *Pino Gesmundo,* segretario confederale
Cgil nazionale e *Michele De Palma*, segretario generale Fiom-Cgil