
[lid] – Il caso che scuote l’Europa dal 9 dicembre conferma il “merito di guardare a un maggiore impegno dell’UE” all’interno dell’organismo di monitoraggio, secondo il rapporto.
Giovedì l’organismo di monitoraggio anticorruzione del Consiglio d’Europa ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla corruzione, che ha trascurato uno dei più grandi scandali di corruzione nella storia del Parlamento europeo.
Il Gruppo di Stati contro la Corruzione (GRECO) si è riferito al caso con una sola frase, che recitava: “Gli sviluppi intorno alle accuse di corruzione e influenza straniera nei confronti del Parlamento europeo alla fine dell’anno sembrerebbero confermare la merito di guardare a un impegno più stretto dell’Unione europea all’interno del GRECO.”
Invece di discutere lo scandalo di corruzione del Parlamento europeo, il GRECO ha preferito concentrarsi sulla trasparenza invitando i governi a garantire nella pratica il principio generale della trasparenza dei documenti pubblici.
L’UE è stata scossa dallo scandalo della corruzione dopo che Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, è stata arrestata alla fine dello scorso anno dalla polizia belga con l’accusa di corruzione.
Kaili, 44 anni, del partito di centrosinistra greco PASOK-KINAL, è stata arrestata il 9 dicembre dopo che la sua casa era stata perquisita con l’accusa di corruzione che avrebbe coinvolto il Qatar, accusato di aver pagato Kaili per fare pressioni per gli interessi dello stato del Golfo.
Inoltre, la polizia belga ha sequestrato fino a 1,5 milioni di euro in contanti in dozzine di perquisizioni domiciliari e in ufficio. Inoltre, sono stati confiscati anche i computer parlamentari per proteggere dati importanti.
Tra gli arrestati insieme a Kaili c’erano il deputato del partner europeo italiano Pier Antonio Panzeri, il partner di Kaili Francesco Giorgi, che ha lavorato come assistente al Parlamento europeo, e Niccolo Figa-Talamanca, direttore dell’organizzazione non governativa che si occupa dello stato di diritto.
Kali, la principale sospettata nel caso di corruzione nell’UE, è stata posta agli arresti domiciliari a metà aprile dopo essere stata incarcerata per quattro mesi.
Un giudice belga ha deciso alla fine di maggio di porre fine ai suoi arresti domiciliari poiché la misura “non era più necessaria per il resto delle indagini”.