
(AGENPARL) – ven 09 giugno 2023 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 09/06/2023, ore 22:45
Consiglio
Lavori Consiglio: Approvata la legge omnibus
**Via libera con 17 sí e 14 no al dlp 136/23: Modifiche a leggi provinciali in materia di uffici provinciali e personale, comunità comprensoriali, istruzione, musei, masi chiusi e associazioni agrarie, tutela delle acque e utilizzazione delle risorse idriche, tutela del paesaggio, foreste, caccia e pesca, appalti, viabilità, sanità, assistenza, beneficenza, edilizia abitativa e igiene dei prodotti alimentari. La discussione articolata e le dichiarazioni di voto. La seduta continua con l’esame della norma sugli appalti**
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<p>Nell’ambito della discussione articolata del dlp <a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/683563?tipoatto=DDL&legislatura=XVI&numattodal=134&numattoal=143&action=search&page=1">136/23</a>: <strong>Modifiche a leggi provinciali in materia di uffici provinciali e personale, comunità comprensoriali, istruzione, musei, masi chiusi e associazioni agrarie, tutela delle acque e utilizzazione delle risorse idriche, tutela del paesaggio, foreste, caccia e pesca, appalti, viabilità, sanità, assistenza, beneficenza, edilizia abitativa e igiene dei prodotti alimentari</strong>, è ripresa in serata la trattazione dell’<strong>articolo 6</strong>, avviata <a href="https://www.consiglio-bz.org/it/comunicati-stampa/lavori-consiglio-disegno-di-legge-omnibus-articolata-1">prima della pausa</a>. Esso riguarda gli <strong>obiettivi formativi generali e ordinamento della scuola dell’infanzia </strong>e del primo ciclo di istruzione. <strong>Sven Knoll</strong> (Süd-Tiroler Freiheit), ricordando la proposta del suo gruppo di stralcio del comma sull’anno obbligatorio della scuola dell’infanzia, ha rilevato che esso toglieva il diritto di educare i propri figli a casa. ha ricordato che già oggi i genitori tedescofoni di Bolzano preferivano iscrivere i loro figli alla scuola dell’infanzia di Bolzano, e che con la proposta in esame il tedesco sarebbe stato parlato sempre meno nelle scuole dell’infanzia. <strong>Brigitte Foppa</strong> (Gruppo verde) ha appoggiato due delle tre parti dell’articolo 6, chiedendo votazione separata: era favorevole all'anno obbligatorio, per garantire a tutti i bambini di socializzare, a prescindere dalla provenienza sociale, e anche a non dare voti al di sotto del 4, come già richiesto dal Consiglio degli studenti, in quanto un voto così basso era difficile da recuperare. I voti dovevano sempre valutare la prestazione, e non essere una misura disciplinare. In quanto alle misure relative all'iscrizione, si trattava di tamponare ancora una volta in maniera inadeguata un problema sociale che richiedeva una soluzione più ampia. La soluzione trovata, inoltre, non andava bene per i bambini. <strong>Paul Köllensperger</strong> (Team K) ha chiesto cosa succedeva se non veniva rispettato l’obbligo: veniva sanzionato il bambino? Il problema delle difficoltà dell'insegnamento in madrelingua nelle scuole tedesche era di Bolzano, e alcune scuole avevano già introdotto corsi di lingua, ma non funzionavano. Solo con corsi intensivi nel pomeriggio si sarebbe riusciti a inserire i bambini nelle classi normali. Inoltre, i genitori devono essere liberi di iscrivere i propri figli dove vogliono. Il consigliere si è detto d’accordo sull’anno obbligatorio di scuola dell'infanzia, proponendo in aggiunta una scuola dell’infanzia plurilingue, anche perché ci sono bambini iscritti che non sanno una parola della lingua.<strong> Ulli Mair </strong>(Die Freiheitlichen) ha ricordato che il tentativo di corsi pomeridiani c’era già stato, poi era emerso che in Val Venosta era stato insegnato l’arabo. L’obbligo era inutile senza sanzione. L’integrazione non sarà possibile senza il coinvolgimento dei genitori. I Freiheitlichen avevano sempre chiesto classi di recupero prima dell'anno scolastico, e in quanto all'anno obbligatorio, Knoll aveva ragione: avrebbe comportato un problema massiccio per gli asili a Bolzano. Era comunque importante utilizzare il periodo prescolastico per la socializzazione. Sui voti, Mair si è detta d’accordo con Foppa. L’ass. <strong>Philipp Achammer</strong> ha chiarito, in merito all’obbligo, che a un certo punto bisogna anche costringere a fare le cose: anche i corsi per stranieri erano stati criticati in quanto obbligo, ma ora erano molto frequentati. In alcuni ambienti culturali bisognava dire alle persone che certe cose erano obbligatorie. Spesso, anche nella scuola dell'infanzia tedesca veniva detto ai genitori di iscrivere i figli alla scuola italiana, ma molti genitori ignoravano il consiglio: un anno obbligatorio favoriva una scelta migliore. In quanto al modello plurilingue proposto come risposta, tale modello era stato introdotto da Tommasini come esperimento, ma questo non aveva ridotto la pressione sulla scuola tedesca. In ogni caso, la libertà di scelta era garantita. Inoltre, l’accompagnamento dei propri figli doveva essere ovvio: se qualcuno non lo faceva, entrava in gioco l’obbligo. <strong>Respinti tutti e 7 gli emendamenti, l’articolo è stato votato per parti separate e approvato</strong>: il comma 01 con 26 sì, 2 no e 2 astensioni, il comma 02 con 19 sì, 5 no e 6 astensioni, il comma 1 con 28 si e 2 astensioni, il comma 2 con 28 si e 1 astensione.</p>
<p><strong>L'articolo 7 </strong>prevede voti da 4 a 10 anche per il secondo ciclo di istruzione.</p>
<p><strong>Myriam Atz Tammerle</strong> (Süd-Tiroler Freiheit) ha proposto una scala da 5 a 10, eliminando il “gravemente insufficiente”, il voto 4 avrebbe in più caratteristica di sanzione. <strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha ritenuto che fosse comodo proporre voti più alto nell'anno delle elezioni provinciali, ma ha ritenuto che meritocrazia in Italia fosse ancora un valore, e che una classificazione diversa da quella vigente in Italia fosse un problema. Ci voleva inoltre fiducia nei docenti: ha quindi proposto di prevedere voti da uno a dieci, anche per insegnare che è possibile scivolare e cadere, ma in un ambiente meritocratico ci si può rialzare. Andava insegnato il merito, per entrare attrezzati nel mondo dei grandi. Invece, dopo il contributo-casa e il contributo-azienda, si voleva dare il contributo-voto. <strong>Andreas Leiter Reber</strong> (Die Freiheitlichen) ha detto che tutti coloro che hanno insegnato sanno che non è possibile un voto giusto, ma c’era differenza tra chi si impegnava e chi no. Era necessario mantenere la possibilità di riconoscere la complessità della valutazione. <strong>Sven Knoll </strong>(<strong>Süd-Tiroler Freiheit)</strong> ha ribadito che il voto era una valutazione, e non una sanzione; gli stessi insegnanti dicevano che un voto sotto il 5 non aveva senso, era bene ascoltarli. Alcuni dicevano pure che la maturità non aveva senso. <strong>Riccardo Dello Sbarba</strong> (Gruppo verde), ricordando i suoi anni da insegnante di ruolo, ha fatto i complimenti all’ass. Achammer per la proposta: stava dalla parte degli studenti e delle studentesse, forse perché non aveva dimenticato la sua esperienza. I voti come 1 e 2 erano umilianti, inoltre c’erano insegnanti che facevano la media matematica, che era la morte della formazione. Quando insegnava, era risultato che i voti nelle scuole italiane erano piú bassi di quelli nelle scuole tedesche: si pensava di non essere altrettanto bravi, ma poi si era scoperto che l’Istituto pedagogico tedesco dava altre indicazioni e che i voti non erano utilizzati come prove di vita da cui ci si doveva riprendere. A Galateo ha detto che il sistema tedesco era molto più simile ai criteri usati in Toscana, nel cuore dell’Italia. Una riflessione sulla valutazione, anche con gli studenti, sarebbe preziosa. <strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha ricordato di aver preso un 2 e poi averlo recuperato, tuttavia si voleva dare i voti dal 4 in poi ma lasciare i ragazzi fuori se non si conosceva la lingua, gli insegnanti dei due sistemi erano inquadrati in maniera diversa, al termine di 13 anni di scuola non si dava il patentino: tutto questo era contraddittorio. Si poteva cambiare paradigma di valutazione, ma dare 4 a 10 avrebbe differenziato dal resto d’Italia. L’ass. <strong>Philipp Achammer</strong> ha contestato l’argomento “un voto basso non ha mai fatto male a nessuno", e ritenuto che la valutazione dovrebbe dare un feedback qualificato. Egli si era confrontato in merito anche con gli alunni. Nonostante la delibera della Giunta in merito, molti erano ancora i voti sotto il 4: non si trattava di viziare i giovani, due voti negativi erano sufficienti. <strong>Respinti gli emendamenti di Galateo e Atz Tammerle, l’articolo è stato approvato</strong> con 30 sì e 1 no.</p>
<p><strong>L’articolo 8</strong> riguarda l’autonomia delle scuole.</p>
<p><strong>Myriam Atz Tammerle</strong> (Süd-Tiroler Freiheit) ne ha proposto la soppressione contestando il riferimento a “sperimentazioni” in aggiunta a “progetti”: il testo originario andava bene, non bisognava aprire una porta che poteva portare a problemi. <strong>Respinto l’emendamento, l’articolo è stato approvato </strong>con 28 sì e 2 no.</p>
<p><strong>L’articolo 9</strong> riguarda le graduatorie delle scuole in lingua italiana.</p>
<p>Con emendamento sostitutivo, l’ass. <strong>Giuliano Vettorato</strong> ha proposto un intervento sulle graduatorie. <strong>Diego Nicolini</strong> (Movimento 5 stelle) ha chiarito che si trattava di adeguamenti alla normativa nazionale che era un’ulteriore umiliazione per i precari della scuola italiana. Quando la normativa italiana era meno favorevole, si facevano degli adeguamenti, quando essa era semplificata, non si applicava. I docenti delle scuole tedesca e ladina non conoscevano prova selettiva. La legge sul lupo era stata una forzatura, ma per gli insegnanti non si faceva, nonostante la norma di attuazione in base alla quale i tre gruppi linguistici avevano autonomia per decidere la formazione: questo non valeva solo per la scuola italiana. verso questa categoria c’era accanimento. <strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha detto che da un lato non si volevano umiliare gli alunni, ma li si potevano cacciare da una scuola all’altra, mentre i docenti – ma solo quelli della scuola italiana – si potevano umiliare, mentre le intendenze scolastiche tedesca e ladina avevano applicato la norma di attuazione che prevedeva un corso e non una selezione: gli insegnanti si sentivano umiliati. L’ass. <strong>Giuliano Vettorato</strong> ha chiesto di riflettere su quanti ladini ci fossero a Reggio Calabria e quanti sudtirolesi a Catanzaro. Da quando era diventato assessore, erano stati assunti 190 insegnanti: per sanare i precari locali, era stata prevista quale differenziazione la presentazione di una lezione scritta invece che orale, e il 70% era passato. Chi non aveva vinto il concorso ma era idoneo poteva accedere a contratti a tempo determinato. Se avesse fatto un concorso straordinario per l’abilitazione, avrebbe dovuto aprirlo a tutta Italia. <strong>Diego Nicolini</strong> (Movimento 5 stelle) ha riferito di insegnanti di lingua tedesca abilitatisi col 12 bis eppure trasferiti in altre regioni italiane. Tutti i concorsi banditi richiedevano la permanenza di tre anni nella scuola locale, e già questa era una selezione. Inoltre, nel concorso nazionale non esisteva la soglia minima, prevista invece a Bolzano. Approvato l'emendamento dell’ass. Vettorato (16 sì, 7z no, 6 astensione), anche l’articolo è stato approvato con 16 si, 2 no e 1 astensioni</p>
<p><strong>Approvato senza discussione l’articolo 10</strong> che interviene sull’Azienda Musei provinciale (21 sì, 8 ast.).</p>
<p><strong>L’articolo 11</strong> riguarda la legge sui <strong>masi chiusi</strong>.</p>
<p><strong>Andreas Leiter Reber </strong>ha presentato un emendamento di<strong> Peter Faistnauer </strong>(PfS) al fine di garantire che l’eventuale alienazione di un maso chiuso avesse come destinatario un agricoltore, come verificato dalla commissione locale per i masi chiusi. <strong>Respinto l’emendamento</strong> (9 sì, 16 no, 4 astensioni), <strong>l’articolo è stato approvato con 16 sí e 13 astensioni</strong>.</p>
<p><strong>Approvati senza discussione gli articoli da 11 bis a 13.</strong></p>
<p><strong>(articolo 14 soppresso in commissione)</strong></p>
<p><strong>L'articolo 15 riguarda il parco nazionale dello Stelvio.</strong></p>
<p>L’ass. <strong>Maria Hochgruber Kuenzer </strong>ha proposto un emendamento per consentire le attività operative dell’amministrazione in conformità con le disposizioni di protezione del parco naturale, in attesa dell’approvazione del Piano per il Parco nazionale. <strong>Riccardo Dello Sbarba </strong>(Gruppo verde) ha detto che la legge prevedeva che le due Province e la regione producessero un Piano e un Regolamento, ma poi un accordo tra queste, la Lombardia e il Ministero prevede che ogni ente potesse avere piano proprio, ma con una dimensione unitaria riguardo al Parco, garantito dal parere favorevole del Ministero. Il Piano adottato dalla provincia come proposta era fermo al Ministero per punti in discussione, c’era poi stata la sentenza del Consiglio di Stato che aveva bocciato gli impianti di Solda, che nel Piano erano iscritti. Solitamente, finché una normativa non era approvata, valevano criteri della disposizione superiore. L’emendamento proposto riguardava non più il comma 3, ma il comma 4. Che non si intervenisse sul comma 3 faceva piacere, così come che con emendamento si aggiungeva la parte del comma 4 già esistente un riferimento alle linee guida e indirizzi del Comitato di coordinamento e indirizzo, in cui erano rappresentati i diversi enti. I Verdi avrebbero quindi votato a favore. <strong>Andreas Leiter Reber</strong> (Die Freiheitlichen) ha chiesto chiarimenti sulle critiche delle associazioni ambientaliste. <strong>Franz Locher</strong> (SVP) ha riferito che il 70% del territorio di Martello era nel Parco nazionale: si voleva adeguare la legge per prevedere le opere edili, anche se non sarebbe successo molto. Il presidente <strong>Arno Kompatscher </strong>ha riferito che la legge non reagiva alla sentenza che aveva annullato il procedimento di autorizzazione: c’era semplicemente bisogno di regole per rendere possibili gli interventi. <strong>Accolto l’emendamento assessorile</strong> (24 sì, 6 astensioni), <strong>Dello Sbarba </strong>ha chiarito che l'emendamento era migliorativo, ma sul resto dell'articolo ci si sarebbe astenuti perché c’era qualche dubbio. <strong>L’articolo è stato approvato con 17 sì e 13 astensioni.</strong></p>
<p><strong>L'articolo 16 </strong>riguarda <strong>l’ordinamento forestal</strong>e.</p>
<p><strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha evidenziato che per una norma a carattere sanzionatorio si prevedeva al comma 3 una fattispecie vagola, “”notevole impegno”, e ha quindi proposto, essendo la sanzione consistente, di togliere questa dicitura.<strong> Respinto l'emendamento</strong> (1 sì, 26 no, 4 astensioni), <strong>l’articolo è stato approvato con 29 sì e 2 astensioni</strong>.</p>
<p><strong>L’articolo 17</strong> riguarda la caccia e i danni causati dalla fauna selvatica.</p>
<p><strong>Franz Locher </strong>(SVP) ha presentato un emendamento di <strong>Josef Noggler</strong> (SVP) per prevedere la possibilità di assumere uno o più agenti venatori per più riserve di diritto e un emendamento sul risarcimento danni. <strong>Approvati gli emendament</strong>i, l'articolo è stato approvato con 28 sì e 2 astensioni.</p>
<p><strong>L’articolo 17 bis</strong> riguarda la tutela degli habitat acquatici e l'esercizio sostenibile della pesca. <strong>Alex Ploner</strong> (Team K) ha proposto un emendamento a precisazione linguistica delle specie ittiche autoctone, accolto dalla Giunta, e dall’aula all’unanimità, l’articolo è stato approvato con 29 sì e 2 astensioni. <br>
<strong>L'articolo 18</strong> si inserisce nelle disposizioni in materia di appalti.</p>
<p>Galateo ha chiesto perché non si inseriva nel disegno di legge specifico, e il presidente Kompatscher ha risposto che non era stato possibile per questioni temporali. L’articolo è stato<strong> approvato con 29 sì e 2 astensioni</strong>.</p>
<p>L'<strong>articolo 19 </strong>riguarda la <strong>classificazione e manutenzione della rete viaria rurale</strong>.</p>
<p>Rilevando che i Comuni non avevano certezza su chi si doveva assumere i costi, come segnalato dallo stesso Consiglio dei Comuni, <strong>Paul Köllensperger</strong> (Team K) ha proposto di stralciare i commi 3 e 4 per mantenere la vecchia disciplina. L’ass. <strong>Arnold Schuler</strong> ha chiarito che è vero che il finanziamento era stato ridotto, ma negli ultimi anni erano stati spesi molti soldi, ovvero 300 milioni, per ben 800 richieste riguardanti la rete viaria rurale e le condotte idriche. I Comuni avevano avuto molti benefici. <strong>Respinti gli emendamenti </strong>di Köllensperger, l’articolo è stato approvato con 19 sì, 4 no e 8 astensioni.</p>
<p><strong>Approvati senza discussione gli articoli 19 bis, 20 e 21</strong>.</p>
<p>L<strong>’articolo 21 bis</strong> riguarda l’edilizia abitativa agevolata e la possibilità di acquistare la nuda proprietà dell’alloggio nel primo decennio del vincolo sociale. <strong>Approvato un affidamento linguistico </strong>proposto da <strong>Franz Locher </strong>(SVP), <strong>l’articolo è stato approvato</strong> con 19 sì e 12 astensioni.</p>
<p><strong>L’articolo 22</strong> riguarda la <strong>macellazione per il consumo domestico privato</strong>.</p>
<p><strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha chiesto con emendamento, ai fini di evitare la macellazione halal, che non si imponessero all’animale ulteriori sofferenze e che esso fosse sempre soggetto a stordimento. <strong>Andreas Leiter Reber</strong> (Die Freiheitlichen) ha chiarito che l'articolo non riguardava le macellazioni in macello, dove dovevano avvenire anche quelle rituali, ma quelle per consumo domestico. Si trattava di tradizioni da portare avanti, ma l’importante era il controllo. Al momento, le segnalazioni non venivano fatte e di conseguenza il controllo non avveniva. Opportuna sarebbe stata anche una macellazione mobile con macellaio professionista: in questo modo si sarebbe evitato il trasporto fonte di stress per gli animali.<strong> Sven Knoll</strong> (STF) si è detto favorevole alla macellazione mobile che evitava trasporti stressanti e situazioni di sofferenza. In quanto all’emendamento di Galateo, ha chiesto se c'era bisogno di una legge sulla macellazione rituale, aggiungendo che nel territorio provinciale non ci dovevano essere macellazioni rituali, che nulla avevano a che fare né con la cultura locale né col benessere animale. <strong>Leiter Reber</strong> (Die Freiheitlichen) ha sottolineato che la cosa importante era lo stordimento dell’animale. <strong>Galateo</strong> ha chiarito che con l’emendamento voleva semplicemente introdurre il criterio in più della tutela dell’animale da sofferenza inutile. L’ass. <strong>Arnold Schuler</strong> ha detto a Knoll che la Provincia non poteva intervenire sui trasporti di animali in Alto Adige, qui si parlava di macellazione per il consumo domestico privato. In quanto ai controlli, spettavano ai veterinari dell’Azienda sanitaria. la macellazione mobile era molto dispendiosa, anche in termini di tempo. <strong>Respinto l’emendamento di Galate</strong>o,<strong> l’articolo è stato approvato</strong> con 24 sì e 7 astensioni.</p>
<p>Approvati infine gli articoli 23 e 24.</p>
<p>Non essendoci dichiarazioni di voto, il <strong>dlp </strong><a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/683563?tipoatto=DDL&legislatura=XVI&numattodal=134&numattoal=143&action=search&page=1"><strong>136/23</strong></a><strong> è stato posto in votazione e approvato con 17 sì e 14 no.</strong></p>
<p>La <strong>seduta continua con l’esame del dlp 140/23</strong>.</p>
**(MC)**
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