
[lid] – In occasione della presentazione dei dati della seconda Ricerca sulla Povertà Educativa in Italia, realizzata da Fondazione L’Albero della Vita Onlus (FADV) con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Palermo, presentati in occasione dell’evento “Educazione alla cittadinanza Globale e Solidale – La scuola del Futuro che forma i cittadini attivi” tappa finale del PCTO dal titolo “Educazione alla Pace e alla Cittadinanza Globale” realizzato in partnership con ScuolAttiva Onlus presso l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Giorgio Ambrosoli” di Roma, trasmettiamo il messaggio integrale del professore Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito:
Quello di povertà educativa è un concetto comparso nella letteratura socio-pedagogica nel corso degli anni ‘90, e che è stato poi ampiamente ripreso e sviluppato sia da importanti organizzazioni non governative internazionali sia da numerosi governi, nella definizione delle politiche per l’infanzia e per l’adolescenza.
La povertà educativa è una condizione sociale fortemente correlata alla povertà economica, nel senso che essa viene alimentata proprio dalla situazione di difficoltà reddituale in cui si vengono a trovare molte famiglie. Più precisamente, la povertà economica è spesso la causa e al tempo stesso la conseguenza della povertà educativa, poiché i due fenomeni si rafforzano reciprocamente e purtroppo tendono a trasmettersi di generazione in generazione.
Troppo spesso la ridotta disponibilità economica si traduce in una drastica riduzione delle possibilità e delle occasioni educative proprio nel periodo della vita in cui l’educazione e la formazione giocano un ruolo essenziale nello sviluppo della persona.
La povertà educativa è una povertà che si vede meno di quella economica, meno appariscente e rispetto alla quale c’è anche minore consapevolezza, ma che influisce molto negativamente sulla capacità di ciascun bambino e ragazzo di scoprirsi e di coltivare le proprie inclinazioni e il proprio talento.
In termini quantitativi, in Italia sono circa 1.200.000 i bambini che vivono in una condizione di significativa debolezza economica e si trovano quindi a rischio di povertà educativa, con le conseguenze che ne derivano.
Questi bambini non possono permettersi la possibilità di partecipare a un evento, di visitare una mostra, di andare al cinema, più in generale di godere di consumi culturali che contribuiscono notevolmente allo sviluppo educativo complessivo dell’individuo.
La conseguenza è che in Italia 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport. Troppi sono i ragazzi che, in tutto il Paese, sono privati delle opportunità educative e dei luoghi dove svolgere attività artistiche, culturali e ricreative che potrebbero di fatto aumentare notevolmente le loro opportunità di sviluppare adeguate competenze e di costruirsi un futuro migliore.
La ricerca svolta da Fondazione L’Albero della Vita ScuolAttiva, che oggi viene presentata, precisa ulteriormente le dimensioni e l’intensità del fenomeno, con riferimento specifico alle periferie più disagiate apportando un prezioso contributo alla conoscenza e quindi anche alla corretta valutazione del fenomeno.
Ne emerge che i livelli di dispersione scolastica rimangono ancora troppo alti e l’obiettivo che ci impone il PNRR è di evitare che nei prossimi anni circa 470 mila giovani abbandonino la scuola prima del conseguimento del diploma, ma la nostra sfida è anche quella di tenere sotto controllo la dispersione scolastica implicita, quella dovuta al mancato raggiungimento di adeguate competenze a fronte del titolo di studio.
Ecco perché li Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo in campo importanti misure straordinarie con uno stanziamento pari a 500 milioni di euro a favore della riduzione dei divari di apprendimento fra i diversi territori del Paese, a sostegno di progetti e iniziative degli operatori del Terzo Settore nelle Regioni del Mezzogiorno, dove è più intenso li problema della povertà educativa e maggiormente necessario portare avanti i valori di coesione e di inclusione sociale.
Il mio Dicastero ha anche stanziato 600 milioni di euro a favore dell’edilizia scolastica e in particolare delle mense, considerando che il tempo pieno è uno strumento fondamentale per contrastare la dispersione scolastica sia a breve sia a medio sia a lungo termine, perché il tempo mensa indiscutibilmente condivide con il tempo scuola le finalità educative e formative.
Abbiamo già individuato le scuole destinatarie di questi interventi sulla base di specifici indicatori sulla base delle rilevazioni INVALSI. Le misure da adottare prevedono esperienze di apprendimento attive, personalizzate e flessibili per adattarsi ai bisogni formativi di ciascuno e alle specificità cognitive, offrendo anche una varietà di opzioni alternative e non tradizionali, con attività di supporto significativo. Tali azioni saranno sostenute anche attraverso specifiche sessioni formative in favore dei referenti individuati da ciascuna scuola.
Tengo poi in modo particolare a ricordare le “Istruzioni operative” emanate con nota ministeriale del 30 dicembre 2022 in coerenza con il decreto n. 328 del 22 dicembre e con cui, come ho avuto occasione di illustrare ampiamente nell’Audizione in Senato del 20 aprile scorso, li Ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato le “Linee guida per ‘Orientamento”.
Sono, infatti, fortemente convinto che l’orientamento rivesta un ruolo strategico nel contrasto alla dispersione e soprattutto all’abbandono scolastico. Per questo ho fortemente voluto l’istituzione delle figure professionali del docente tutor e del docente orientatore: figure che costituiscono una misura di valorizzazione e di personalizzazione della didattica, e la scorsa legge di bilancio ha permesso lo stanziamento di 150 milioni di euro che contribuiranno in tal senso alla ‘rivoluzione’ del merito.
Prof. Giuseppe Valditara