
[lid] – Nel mondo della comunicazione, strumento abile della conoscenza, vi è tanta “meta-ignoranza” da generare interi mondi paralleli di false verità. Non soltanto, quindi, oggi occorre fare i conti con l’illusoria sapienza, ma anche con una pseudo comunicazione di massa che, grazie ai social e al web language, distorce il significato del pensiero, rendendolo incomprensibile non solo a chi lo riceve ma, spesse volte, anche a chi lo emette.
«Grazie ad Agenparl per l’attenzione rivolta a L’isola che (non) c’è. Ho editato questo lavoro grazie al Gruppo Armando Curcio per University Press nel tentativo di fornire qualche elemento, laddove non strumento, per affrontare l’epocale passaggio dal sistema “one to many” dove un intermediario faceva da filtro, a quello “many to many”, ormai consolidato sulle piattaforme social, dove tutti possono affermare tutto di chiunque. Gli stessi utenti dell’informazione, un tempo soltanto attenti consumer, sono oggi improvvisati producer, dando vita ad un pericoloso ibrido che sta minando alle fondamenta il sistema comunicativo moderno, il prosumer. Coscienza critica e skills profilate sul mondo digitale possono essere filtri, strumenti utili e necessari per una informazione che miri a riappropriarsi della propria dignità professionale»,lo dichiara l’autore Carmine d’Urso all’Agenparl..

