(AGENPARL) – gio 20 aprile 2023 Il quadro macroeconomico
dagli sviluppi geopolitici, tra cui in primo luogo la guerra in Ucraina,
dal permanere dell’inazione su livelli elevati e dall’irrigidimento delle
condizioni di nanziamento nei principali paesi avanzati. Da ultimo, i recenti
dichiarata insolvente il 10 marzo, a causa del fallito tentativo di coprire le perdite
delle sue quotazioni azionare e ingenti deussi di depositi. Quasi simultaneamente,
Nell’area dell’euro le tensioni legate alla guerra in Ucraina e i connessi
eccezionali rincari dell’energia hanno pesato in misura progressivamente
più intensa sulla crescita economica nel corso dell’anno passato, no ad
arrestarla nel quarto trimestre. Le informazioni resesi disponibili negli
ultimi mesi suggeriscono tuttavia un lieve miglioramento dell’attività. La
produzione industriale, sospinta principalmente dai comparti dei beni di
investimento e di consumo non durevole, è aumentata sia a gennaio sia a
febbraio. In marzo l’indice dei responsabili degli acquisti è salito nei servizi.
Il prezzo del gas naturale è sceso in misura signicativa, da una media di
235 euro per megawattora toccata lo scorso agosto a una media di 44 euro
nel mese di marzo, seppur rimanendo ancora ben al di sopra del livello
prevalente prima della crisi pandemica. Il calo dei prezzi dell’energia ha
7 per cento (dal 10,6 per cento dello scorso autunno). L’inazione di fondo
a crescere (al 5,7 per cento in marzo), sostenuta dall’accelerazione dei
prezzi dei servizi.
aumenterebbe dell’1 per cento nel 2023 (dal 3,5 dell’anno scorso) e dell’1,6
ufciali, portando al 3 per cento il tasso di interesse di riferimento sui depositi
quando necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità nanziaria
la spesa delle famiglie, che hanno subito una brusca contrazione, seppur
provengono dall’andamento della ducia di famiglie e imprese e dall’aumento
che corrisponde a un’espansione dell’attività. Nelle inchieste condotte
delle imprese sulla situazione economica generale, sostenuti da valutazioni
intermedi. La produzione industriale, dopo essere diminuita nella seconda
pregurano, con poche differenze tra quadro tendenziale e programmatico,
Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, nell’attuale fase di grande
essere smentite anche repentinamente. Il quadro del DEF presuppone il
Il permanere dell’inazione a un livello ancora molto elevato
– soprattutto nella componente di fondo – desta preoccupazione; ove il calo
altri beni, le conseguenze per la crescita potrebbero essere più prolungate. La
forte riduzione del credito alle imprese, in gran parte normale conseguenza
ampie disponibilità liquide presso le banche, ma anche condizioni di offerta
più stringenti. Da ultimo, va ricordato che la congiuntura economica, colpita
negli ultimi anni da perturbazioni di carattere eccezionale per natura ed
entità, è stata sostenuta e stabilizzata grazie all’intervento particolarmente
incisivo delle politiche economiche. Una tempestiva e efcace attuazione
delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR, con gli aggiustamenti
che si dovessero rivelare necessari, costituisce un elemento chiave afnché
delineato nel DEF.
a nanziare interventi aggiuntivi (per lo più nuovi investimenti pubblici e misure
scale relativamente elevato. Nelle valutazioni della Banca d’Italia, pubblicate
il prodotto di oltre due punti percentuali nell’arco di un quinquennio, grazie
del capitale privato, incentivandone l’accumulazione. Non meno rilevanti sono
I conti pubblici nel 2022
Le entrate correnti sono aumentate del 7,1 per cento, trainate in particolare
riconducibile alla contabilizzazione delle sovvenzioni connesse con il programma
NGEU. Dal lato delle uscite primarie, la crescita di quelle correnti (5 per
cento) è stata solo parzialmente compensata dal calo di quelle in conto capitale
(-1,3 per cento). Le prime hanno risentito in particolare della crescita dei contributi
impiego) e delle prestazioni sociali in denaro. Le seconde scontano anche il
venire meno di alcune erogazioni concesse a fronte della crisi pandemica;
gli investimenti, dopo una crescita complessiva di quasi il 40 per cento nel
Come noto, i valori di consuntivo del 2022 e del precedente biennio
risentono del nuovo trattamento statistico dei crediti d’imposta per il Bonus
facciate e per il Superbonus 110 per cento. Questi ultimi infatti sono ora
) e quindi contabilizzati per
l’intero ammontare maturato nell’anno di formazione invece che negli anni
Sulla base delle informazioni rilasciate da Istat, si può valutare che tali crediti
abbiano accresciuto il disavanzo complessivo del triennio per circa novanta
miliardi. Come già ricordato dalla Banca d’Italia in altre occasioni, questo
diverso trattamento statistico non ha alcun impatto sul costo complessivo delle
Il rapporto tra il debito e il prodotto è sceso di circa 5 punti percentuali
primario è stato più che compensato da quello del differenziale tra crescita
3,1 per cento). Anche la componente stock-ussi (cioè la differenza tra la
favorevole, risentendo anche della già citata registrazione per competenza
Il calo dell’incidenza del debito nel 2022 è stato più accentuato di quanto
programmato nella NADEF di novembre per quasi 1 punto percentuale, a fronte
di una crescita nominale analoga a quanto atteso in autunno. Una componente
stock-ussi sensibilmente più favorevole ha infatti più che compensato un
disavanzo più alto (le informazioni contenute nella NADEF e nel DEF non
garanzie in essere – che in quanto passività solo potenziali non rientrano nel
cento del PIL, un valore leggermente più basso di quello del 2021 (16,1 per cento),
ma molto superiore a quello precedente la pandemia di COVID-19 (4,8 per cento
Struttura economica della Banca d’Italia, Commissione V (Bilancio, Tesoro e Programmazione)
Il disavanzo nel quadriennio 2023-26
Il Documento aggiorna le stime a legislazione vigente per il triennio
NADEF in novembre e indica un disavanzo al 2,5 per cento del PIL per il
Il DEF prevede un progressivo
miglioramento dei saldi a legislazione vigente, sia quello complessivo sia
si collocherebbe quest’anno al 4,4 per cento del PIL e continuerebbe a
diminuire negli anni successivi, scendendo al 3,0 per cento nel 2025 e al
2,5 per cento nel 2026. Il saldo primario tornerebbe positivo dal 2024,
migliorando ulteriormente nel successivo biennio, sino a raggiungere il 2,0
per cento del PIL, un valore lievemente superiore a quello immediatamente
nanza pubblica a legislazione vigente sono solo lievemente più favorevoli
dei consuntivi. Va sottolineato come il confronto fra i due scenari risulti al
momento complesso, a causa sia della modica dei criteri di contabilizzazione
anni successivi. Nel DEF manca tuttavia una quanticazione di questi fattori
temporale di attuazione del PNRR. Al momento, a differenza di quanto
alla ne dell’orizzonte previsivo; nel quadriennio 2023-26 crescerebbe in
media di circa l’1,7 per cento all’anno, un ritmo sostanzialmente in linea
deatore del PIL), tuttavia, la dinamica sarebbe in media negativa per quasi
Anche nel caso dei “nuovi” crediti, qualora venissero contabilizzati secondo un criterio di cassa il
Tra il 2023 e il 2026 gli investimenti pubblici si collocherebbero in
Nel 2023 la spesa per interessi è prevista pari al 3,7 per cento del PIL, in
preferendo utilizzarli per nanziare misure espansive. Il maggior decit
imponibile, su base mensile, non superasse i 2.692 euro (corrispondenti a circa
35 mila euro annui). Lo sgravio comportava un maggior indebitamento pari a 1,5
stimata dal Governo, sarebbe utilizzato per nanziare un taglio temporaneo
invariate” ammontino a circa lo 0,3 per cento del PIL nel prossimo
biennio e allo 0,4 nel 2026. Il Governo programma di individuare le
risorse per nanziare tali politiche – e la continuazione del taglio della
pressione scale nel 2025-2026 – anche attraverso un rafforzamento della
una maggiore collaborazione tra sco
”. Sarà importante che prima di procedere ad aumenti di
spesa e a tagli di entrata siano individuate coperture adeguate, strutturali
consente comunque un graduale miglioramento della nanza pubblica nel
italiani. Agevolerebbe inoltre una valutazione positiva del Programma di
Il debito pubblico
PIL dovrebbe continuare a calare nell’anno in corso (il rapporto si contrarrebbe
molto più lento (la riduzione media annua sarebbe leggermente superiore al
140,4 per cento del PIL (un valore uguale a quello del quadro tendenziale).
Il calo complessivo (4 punti percentuali) sarebbe conseguito grazie a un
Il differenziale, partendo dai livelli estremamente favorevoli degli ultimi due
La riduzione dell’incidenza del debito programmato dal Governo nel
prossimo triennio non è peraltro esente da rischi di altro tipo, considerando
anche l’esiguità dei miglioramenti programmati. A tale riguardo, il DEF
elabora uno scenario nel quale la dinamica decrescente del rapporto si
interromperebbe, per invertirsi, già nel 2025, nel caso di un aumento
dal prossimo anno dei differenziali di rendimento tra i nostri titoli di Stato e
negativi di una maggiore spesa per interessi sarebbero mitigati nel breve
termine dalla relativamente alta vita media residua del debito pubblico
italiano; di contro, le più stringenti condizioni di nanziamento sarebbero
attraverso questo canale, sui conti pubblici.
dal Governo per il 2026 venissero pienamente raggiunti, in assenza di una
con la proposta di riforma delle regole di bilancio illustrata dalla Commissione
della sda che la gestione delle nanze pubbliche italiane deve affrontare.
Procrastinare eccessivamente l’avvio dell’inevitabile aggiustamento dei
conti signica spostarne il peso sulle generazioni più giovani. È d’altra parte
renderebbero meno arduo il processo. Un’azione efcace e tempestiva sul
il premio per il rischio sui nostri titoli pubblici portandolo in linea con quello
Esso pregura per quest’anno un marcato rallentamento dell’attività
economica in Italia, ma, come suggerito dalle informazioni più recenti, meno
contesto, il ruolo di stabilizzazione delle politiche è stato e continua ad
interventi nanziati dal PNRR – possano dispiegare appieno la loro efcacia
l’incertezza delle condizioni macroeconomiche, per raggiungere l’importante
coperture adeguate, strutturali e credibili. Serviranno signicativi recuperi
tanto minore quanto maggiore sarà la crescita dell’economia; un contributo
importante anche a questo ne potrà derivare dall’efcace realizzazione
Tavola 1
Quadro macroeconomico nei più recenti documenti ufficiali
(variazioni percentuali)
aggiornamento
quadro
programmatico
quadro tendenziale
quadro programmatico
PIL reale
Importazioni
Consumi famiglie e ISP
Spesa PA
Investimenti
Esportazioni
Deatore dei consumi
Tavola 2
Principali indicatori di bilancio delle Amministrazioni pubbliche
(in percentuale del PIL)
Entrate
di cui:
interessi
Avanzo primario (3)
Fabbisogno complessivo
dismissioni mobiliari
Debito
132,5
135,4
135,3
134,8
134,2
134,4
134,1
154,9
149,9
144,4
Fonte: per le voci del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, elaborazioni su dati Istat. (cfr. Istat,
Conto trimestrale
, Statistiche ash, 5 aprile 2023).
Eventuali mancate quadrature sono dovute all’arrotondamento delle cifre decimali. – (2) In questa voce sono registrati,
con il segno negativo, i proventi della cessione di beni immobili del patrimonio pubblico. – (3) Un segno negativo indica un
disavanzo.
Tavola 3
Entrate delle Amministrazioni pubbliche
(in percentuale del PIL)
VOCI
Imposte in c/capitale
Pressione tributaria
Contributi sociali
Pressione scale
Produzione vendibile
e per uso proprio
Altre entrate correnti
Altre entrate in c/capitale
Totale entrate
Fonte: per le voci del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, elaborazioni su dati Istat. (cfr. Istat,
Conto trimestrale
, Statistiche ash, 5 aprile 2023).
(1) Eventuali mancate quadrature sono dovute all’arrotondamento delle cifre decimali.
Tavola 4
Spese delle Amministrazioni pubbliche
(in percentuale del PIL)
Redditi da lavoro dipendente
Consumi intermedi
Prestazioni sociali in natura
Prestazioni sociali in denaro
Interessi
Altre spese correnti
Totale spese correnti
di cui:
Investimenti ssi lordi
Altre spese in conto capitale
Totale spese in conto capitale
Totale spese
di cui:
Fonte: per le voci del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, elaborazioni su dati Istat. (cfr. Istat,
Conto trimestrale delle
, Statistiche ash, 5 aprile 2023).
(1) Eventuali mancate quadrature sono dovute all’arrotondamento delle cifre decimali.
Tavola 5
Quadro programmatico e tendenziale nei più recenti documenti ufficiali
(in percentuale del PIL)
aggiornamento
quadro
programmatico
quadro tendenziale
quadro programmatico
Avanzo primario
Spesa per interessi
Debito
145,7
144,6
142,3
141,2
144,4
142,0
141,2
140,8
140,4
144,4
142,1
141,4
140,9
140,4
Crescita del PIL
Figura 1
Diagramma degli estremi e dei quartili
delle previsioni di crescita del PIL
Previsioni per il 2023
Previsioni per il 2024
(1) Gli intervalli sono basati sulle proiezioni dei principali analisti privati censiti da Consensus Economics a aprile. Sono
incluse le proiezioni di Allianz, Banca Nazionale del Lavoro,Barclays, Centro Europa Ricerche, Citigroup, Deutsche
UBS, UniCredit.
Figura 2
Debito delle Amministrazioni pubbliche
Fonte: per il PIL, Istat (stima diffusa lo scorso 1° marzo).
Figura 3
Tasso lordo dei BOT e dei BTP decennali,
onere medio e vita media residua del debito
Fonte: Istat, per la spesa per interessi.
(1) Rapporto tra la spesa per interessi nei 4 trimestri precedenti e la consistenza del debito alla ne del corrispondente
trimestre dell’anno precedente. – (2) Rendimento all’emissione calcolato come media ponderata, sulla base delle quantità
assegnate, dei tassi composti di aggiudicazione alle aste di emissione regolate nel mese. – (3) Media mensile del rendi
mento a scadenza del titolo benchmark scambiato sul mercato telematico dei titoli di Stato. – (4) Scala di destra.
Graca a cura della Divisione Editoria e stampa della Banca d’Italia
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