(AGENPARL) – mar 18 aprile 2023
Sulla via del ritorno, con l’ extra-baggage per le medaglie vinte – la FGI ha chiuso al secondo posto nel medagliere di Antalya con sette piazzamenti (2 O. – 4 A. – 1 B.) alle spalle della Gran Bretagna con 9 (4 O. – 4 A. – 1 B.) ma davanti ai padroni di casa della Turchia, terzi con quattro medaglie (2 O. – 2 A.) – tra i festeggiati ci sono anche i giudici italiani. Costretti per l’imparzialità del ruolo a tenere un aplomb distaccato, appena rientrati nei ranghi della delegazione Gioconda Raguso e Linda Balugani per la femminile, Fulvio Traverso e Antonio Zurlini per la maschile si sono complimentati con il resto del gruppo, protagonista di una rassegna continentale memorabile.
“La situazione era molto particolare, è vero – ha raccontato la referente nazionale degli ufficiali di gara della GAF – ma professionalità ed emozioni non sono mai in conflitto di interessi. Quando siamo in giuria sappiamo di essere a nostra volta giudicati. Sapete che esiste il cosiddetto JEP, “Judge Evaluation Program”, che analizza i punteggi, quanto volte si è in media, quante si esce, e le valutazioni quando passano le ginnaste della propria Nazione. Insomma arriva una vera e propria pagella, ed ovviamente ci teniamo a fare bella figura. L’adrenalina è tutta sul proprio lavoro, come se anche noi giudici fossimo in gara. La nostra mission è quella di non danneggiare nessuno, facendo attenzione certo a non agevolare le connazionali ma neanche essere eccessivamente severi, per paura di apparire di parte. Il fair play per me conta tanto. Ho fatto diversi europei – prosegue la giudice pugliese che lo scorso hanno ha preso il diploma di “Honorary Judjes” – però l’emozione c’è sempre. Quando sono lì seduta mi concentro e riesco a mantenere una certa freddezza. Mi rendo conto della differenza, perché invece quando sono in tribuna a guardare la gara dei nostri l’apprensione cresce. Certo, ci può stare che, pur in buona fede, qualche giudice sia più o meno preparato di altri, ma su sette punteggi viene sempre fuori un totale equilibrato. Che non significa perfetto, in quanto la ginnastica è uno sport soggettivo, non oggettivo. Mi piacerebbe che gli allenatori capissero lo sforzo che fa la giuria per essere equa. Quando poi arrivano i colleghi a complimentarsi per le medaglie vinte dall’Italia, verrebbe da chiedere loro per cosa, mica le vinciamo noi. Ma è ovvio che siamo comunque una squadra, o meglio un Federazione e lì l’orgoglio va alle stelle. Essere al seguito di un team così forte, con ginnaste, ginnasti e tecnici così bravi è un valore aggiunto anche per noi, ci guardano con rispetto perché conosciamo una ginnastica di alto livello. Parlo in generale, come movimento ginnastico italiano. Comunque non si finisce mai di imparare e il confronto con gli altri è sempre molto importante”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Fulvio Traverso. “Non ricordo tante medaglie così in una sola volta – ha esordito il referente nazionale di giuria della GAM – Io ho giudicato il cavallo con maniglie in qualifica, e anche se ho preso parte a quattordici mondiali e due Olimpiadi, ogni volta c’è sempre un po’ di apprensione nel giudizio che dai, in confronto ai colleghi sullo stesso attrezzo. Perciò è impossibile seguire le rotazioni dei propri ginnasti. Fino all’ultimo non sapevo come fossimo messi in classifica. Gli azzurri sono partiti dalla mia specialità e, salvo Lorenzo Casali che è caduto, gli altri hanno fatto una bella figura. Nell’All Around ero a parallele, e quando sono passati i due italiani sono stato attento a non farmi condizionare. Rispetto ad Antonio Zurlini, impegnato anche nella final eight al corpo libero, almeno mi sono goduto le finali del week end dalla tribuna. Bravo Yumin Abbadini nella sua gara individuale al cavallo. Peccato la forbice iniziale, un po’ lenta da un’estremità all’altra, e l’arrivo non troppo elevato, altrimenti avrebbe preso di più. Basterà incrementare leggermente il valore di partenza e sarà un avversario tosto per tutti. Ho vissuto Lodadio agli anelli con poche aspettative, visto il piazzamento in qualifica. Invece Marco è stato bravissimo e poteva stare tranquillamente davanti a Petrounias. Senza una piccola imprecisione sulla seconda rondine dove non ha tenuto il tempo della posizione e qualche difetto di corpo in alcuni elementi sarebbe finito sul podio senza discussioni. Il suo recupero è sotto gli occhi di tutti, mi sembra stia tornando ai suoi livelli mondiali. Mi dispiace moltissimo per Levantesi. Ha fatto bene a rischiare il tutto per tutto, inserendo altre difficoltà. La granvolta e Makutz è stata fatale. Bravo a proseguire, però il podio ormai era una chimera. Macchini alla sbarra è stato battuto da un avversario di livello assoluto. Il Pegan iniziale corto che lo ha costretto ad un faticoso recupero ha fatto la differenza tra due interpreti che si equivalgono. Ha preso il Cassina per un pelo, ma che coraggio Carlo! La soddisfazione per l’oro di squadra prevale su tutto il resto. Adesso saranno le altre Nazioni a doversi preoccupare per noi. Lasciatemi fare i complimenti anche alla femminile, e in particolare alle gemelle D’Amato, mie conterranee. Le ho viste crescere nella mia società, a Genova, ed è un orgoglio vederle vincere in Europa e nel Mondo”.
Al fianco degli ufficiali di gara nostrani c’erano i connazionali membri effettivi dei Comitati Tecnici dell’European Gymnastics, Diego Lazzarich e Maria Cocuzza, nonché il giudice per la difficoltà sorteggiato da Losanna, Massimiliano Villapiano . Il primo dei tre era in giuria superiore ed ha potuto seguire la gara a 360 gradi. “Il 90% dei ricorsi sono stati rigettati – ci racconta l’ex ginnasta veneto, atleta olimpico a Los Angeles 1984 – in quanto si appellavano a dei cavilli più che a dei reali errori. Quindi la giuria ha funzionato. A livello tecnico ho visto una ginnastica più pulita. Già ai mondiali juniores avevo apprezzato una notevole crescita complessiva dell’ambiente, qui, con i senior la ricerca della perfezione, più che delle difficoltà, è stato il mood generale. E questo ci ha reso la vita più facile”. “Complimenti a Maria la più medagliata – aggiunge la giudice siciliana che ha calcato le pedane delle Olimpiadi di Seul, insieme a Giulia Volpi e a Patrizia Luconi – questo è stato il leitmotiv dell’ultima serata. Logico gioire per il successo dei nostri ragazzi, però come supervisor il ruolo richiede l’imparzialità. Se ci sono problemi dialoghiamo con la giuria D, altrimenti restiamo super partes. Io ero al volteggio in finale, e in qualifica mi ero raccomandata con Asia di fare bene il teso, non il carpiato. Non avrei potuto far passare l’uno per l’altro. Lei è stata perfetta ed è andata a medaglia, grazie anche al riconoscimento del secondo salto”.
Fonte/Source: https://www.federginnastica.it/news/27520-antalya-i-giudici-italiani-agli-europei-di-artistica-pi%C3%B9-testa-che-cuore.html