[lid] – L’allarmismo su una cosiddetta “emergenza climatica” è una finzione pericolosa che paralizza l’Occidente, dichiara il Gatestone Institute, un consiglio di politica internazionale e think tank apartitico.
L’Occidente sta unilateralmente distruggendo le sue capacità di generazione di energia, mentre il resto del mondo continua a trarre vantaggio da combustibili fossili prontamente disponibili e relativamente poco costosi, osserva Gatestone in un rapporto del 14 aprile.
Ad esempio, la Cina ha aperto in media due nuove centrali elettriche a carbone alla settimana e le emissioni globali di CO2 in tutto il mondo non occidentale continuano ad aumentare poiché non esiste ancora «alcuna alternativa disponibile ed economica ai combustibili fossili», afferma il rapporto, scritto da Drieu Godefridi.
Citando i dati dell’ultimo studio dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), Gatestone afferma che «la crescita economica e il benessere in Europa e negli Stati Uniti sono più minacciati da politiche ambientali estremiste e deliranti che dal riscaldamento globale».
In altre parole, gli sforzi per combattere il cambiamento climatico in Occidente stanno facendo più male di qualsiasi cosa vista dal cambiamento climatico stesso.
La sicurezza energetica pericolosamente ridotta è stata chiaramente evidente nell’ultimo anno durante lo scontro tra la Russia e l’Ucraina, poiché i prezzi dell’energia sono aumentati vertiginosamente e le nazioni occidentali si sono ritrovate a lottare per soddisfare la domanda, cercando assistenza da regimi ostili.
I tentativi di transizione verso le cosiddette rinnovabili hanno anche prodotto un «crudele aumento della dipendenza dell’Europa dai minerali delle terre rare della Cina», che Pechino utilizzerà a pieno vantaggio, sostiene il rapporto.
Lo zelante allarmista climatico Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, ad esempio, ha moltiplicato «misure, iniziative e dichiarazioni volte a ridurre drasticamente le emissioni europee di CO2, anche a costo della devastazione economica dell’Europa», sostiene il rapporto, come così come «a costo della libertà».
Il rapporto conclude affermando che le generazioni future «ci giudicheranno severamente per aver permesso all’attivismo ambientalista estremista di indebolirci in Occidente, mentre un Oriente ostile – Cina, Russia, Corea del Nord e Iran – continuerà a far progredire le proprie capacità industriali e militari».