
(AGENPARL) – lun 27 febbraio 2023 [Regione Emilia-Romagna]
Giunta Regionale – Agenzia di informazione e comunicazione
N. 173/2023
Data 27/02/2023
All’attenzione dei Capi redattori
Agricoltura. Ricerca e innovazione a difesa delle ciliegie di Vignola, al via il terzo anno di sperimentazione con i nuovi impianti per proteggere i frutti da parassiti e danni delle piogge. Mammi: “Più competitività per le imprese, con uno sguardo rivolto alla sfida imposta dal cambiamento climatico”
Incontro oggi a Vignola con la sindaca Muratori, il presidente del Consorzio Ciliegia di Vignola Bernardi e il direttore del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, Casoli. Progetto finanziato dalla Regione
Bologna – Ha già ottenuto buoni risultati il progetto di ricerca che entra oggi nel suo terzo anno e riguarda una delle eccellenze Igp dell’Emilia-Romagna: la ciliegia di Vignola.
Attraverso l’installazione di appositi sistemi è in grado di proteggere le piante da parassiti, primo fra tutti il moscerino asiatico (Drosophila suzukii), e da fisiopatie quali le ‘spaccature’ dovute alla pioggia (cracking).
Due calamità che, sommate agli effetti del cambiamento climatico e alla riduzione di disponibilità di molecole per la difesa delle colture, stanno creando da tempo non poche difficoltà al settore con danni alle produzioni e al reddito degli imprenditori agricoli.
Grazie quindi a un progetto finanziato e sostenutodalla Regione insieme al Comune di Vignola, coordinato dal Settore Fitosanitario regionale e dal Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, in partnership con il Consorzio della ciliegia della susina e della frutta tipica di Vignola e l’Università di Bologna, sono stati installati in un’area sperimentale del Comune di Vignola sistemi monoblocco e monofila con l’obiettivo di raccogliere dati sull’adattabilità e l’efficienza dei sistemi stessi per poterli poi replicare ed estendere.
La sperimentazione
Le opportunità offerte dalla sperimentazione sono diverse: dalla verifica del controllo di parassiti – moscerino asiatico, mosca del ciliegio, oltre ai danni da uccelli – al controllo dei danni da cracking, all’analisi dei principali parametri microclimatici – temperatura, umidità relativa, precipitazioni – alla verifica dell’adattabilità delle nuove varietà in prova a questi sistemi di protezione con analisi qualitative e calibri.
I dati di questo secondo anno di attività sono promettenti: si è ottenuta buona protezione dai principali insetti nocivi (D.suzukii e mosca del ciliegio); impermeabilità dalle precipitazioni e buon controllo del cracking.
Testo Allegato:
ALLEGATOIl progetto sperimentale Il programma di lavoro avviato nel 2021 ha visto la realizzazione di coperture con reti multifunzionali di più tipologie applicate in differenti configurazioni, con l’obiettivo di valutare il contributo nella riduzione di fisiopatie quali il cracking dei frutti e nel contempo la protezione nei confronti delle infestazioni di Drosofila. L’esperienza delle prime due stagioni si è realizzata nei campi collezione varietali divenendo propedeutica alla valutazione dell’adattabilità delle nuove cultivar alla coltivazione sotto rete. Per questo scopo gli impianti sono stati dotati di una raffinata rete di raccolta di dati che consente il raffronto con le condizioni esterne.È stato realizzato così un sistema integrato di gestione in quanto il progetto abbina la protezione offerta dalle reti multifunzionali all’integrazione di soluzioni insetticide a basso impatto basate sulla tecnica attract & kill a cui si affianca la gestione territoriale attraverso uno specifico intervento di lotta biologica autorizzato dal ministero dell’Ambiente che punta alla biodiversità e al raggiungimento di un equilibrio nell’agroecosistema.Il progetto originario non contemplava un programma di lotta biologica territoriale ma in funzione del comportamento di Drosofila, che analogamente a Cimice asiatica può essere considerata una specie di territorio, si è ritenuto strategico puntare all’introduzione di un parassitoide che rafforzasse l’azione delle specie indigene. A tal proposito è nata una collaborazione con la fondazione Edmund Mach e UniBO che ha portato alla richiesta e successivo conseguimento delle autorizzazioni per il rilascio di Ganaspis brasiliensis negli ambienti naturali circostanti l’area cerasicola ove la specie può moltiplicarsi indisturbata parassitizzando le popolazioni di Drosofila che insistono su essenze autoctone quali Mora, Sambuco, Edera.A settembre 2021 sono stati effettuati i primi rilasci in 5 siti, integrati con ulteriori 13 lanci nel 2022, lungo il “Percorso Natura” in area naturalistica, ricca di specie attrattive per D.suzukii situata fra il fiume Panaro e l’area di coltivazione del ciliegio. A seguito dei rilasci si è dato corso ad un programma di monitoraggio coordinato fra le diverse Unità Operative coinvolte, per valutarne l’insediamento e l’efficacia nei confronti della D. suzukii oltre che seguire l’evoluzione di questa introduzione sugli ecosistemi locali.Fin dai primi rilievi i risultati paiono interessanti in funzione del ritrovamento di parassitizzazioni di D.suzukii da parte del G. brasiliensis, senza che si siano rilevati off-target confermando la buona specificità anticipatamente appurata da prove di laboratorio.Come da programmi, nella stagione che si sta aprendo è previsto l’ampliamento dell’area sperimentale dimostrativa attraverso la realizzazione e valutazione di altri impianti coperti con materiali innovativi, la verifica della complementarità della strategia attract & kill e la prosecuzione del programma di lotta biologica territoriale. Il campo sperimentaleLa sperimentazione viene applicata a una collezione varietale attualmente curata dal Consorzio della Ciliegia di Vignola su cui vengono testati nuovi modelli di reti multifunzionali per la protezione del ciliegio.Le coperture, nelle due versioni monoblocco e monofila, sono state realizzate con rete antidrosofila, rinforzata nella parte superiore con una doppia rete impermeabile alle precipitazioni, in grado quindi di proteggere i frutti dalle piogge e allo stesso tempo di permettere lo scambio di aria per mantenere condizioni ambientali ottimali nell’ambiente protetto. A tal fine gli impianti sono stati dotati di una rete di raccolta di dati che consente il raffronto con le condizioni esterne.Nel corso del progetto l’area sperimentale-dimostrativa è stata ampliata attraverso la realizzazione di altri impianti coperti con materiali innovativi e la valutazione di queste strutture sia in appezzamenti condotti secondo i disciplinari di produzione integrata che in agricoltura biologica.