
(AGENPARL) – sab 18 febbraio 2023 COMUNICATO STAMPA
Nel numero di febbraio di Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato, particolare attenzione è rivolta al progetto I-can, Cooperazione Interpol contro la ’Ndrangheta, network al quale aderiscono 14 Paesi che ha come mission quella di sviluppare un approccio globale per prevenire e contrastare l’organizzazione criminale attraverso lo scambio di competenze specialistiche, intelligence e best practice. I-can, nata nel 2020, ha già permesso di arrestare più di 40 latitanti nel mondo. Ne abbiamo parlato con il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi, a capo del progetto e con il procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, uno dei magistrati più attivi nella lotta alla ’Ndrangheta. Un focus è dedicato poi al Craim, Centro ricerca e analisi delle informazioni multimediali, che utilizza complessi algoritmi e tecnologie di intelligenza artificiale per contrastare il terrorismo e la criminalità organizzata internazionale, la cui collaborazione col progetto è in fase di studio avanzato.
Un approfondimento ci spiega come le catture di tre pericolosi latitanti operate da I-can siano diventate un fumetto. Così è nata infatti “Big game”, l’edizione speciale, in lingua inglese, della graphic novel della Polizia di Stato Il Commissario Mascherpa, realizzata in collaborazione con Interpol e presentata nell’ambito della sua 90a Assemblea generale che si è svolta a New Delhi nel mese di ottobre scorso.
Nella rubrica Fiamme oro vi presentiamo i primi 14 atleti paralimpici che verranno inquadrati nel ruolo degli agenti e assistenti tecnici del personale della Polizia di Stato e che al termine della carriera agonistica continueranno a far parte dei Gruppi sportivi a tempo indeterminato.
Tutti gli articoli sono disponibili su http://www.poliziamoderna.it
Roma, 18 febbraio 2023
Testo Allegato:
Attacco alla ’Ndranghetadi Annalisa BucchieriMario Palamara, Vittorio Raso, Luciano Camporesi vi suggeriscono qualcosa? Pochissimi italiani ricordano questi nomi eppure sono tre fra i più pericolosi latitanti legati alla ‘Ndrangheta arrestati nell’ultimo anno. Boss nel pieno della salute e soprattutto della loro carriera criminale, scovati in dimore dorate all’estero mentre conducevano la bella vita e al contempo movimentavano tonnellate di droga e cifre da capogiro dopando l’alta finanza. Eppure, poco il risalto mediatico. Neanche la cattura di Rocco Morabito del 2019, che ha portato a sconquassare un’intera holding mafiosa calabrese in tutto il mondo, è riuscita a eguagliare il numero di servizi giornalistici, interviste, passaggi televisivi dedicati all’arresto di Matteo Messina Denaro. Non voglio dire che una vittoria dello Stato sia più vittoria di un’altra. Poiché, seppur malato e ormai fuori gioco, Messina Denaro rappresenta l’ultimo dei mandanti delle terribili stragi di Cosa nostra. La sua resa è simbolicamente molto importante. E riaccende i riflettori sulla mafia della quale si parla sempre troppo poco, quasi non continuasse a uccidere con avvelenamento a lento rilascio milioni di cittadini in Italia e nel mondo. Ma certo mi sento di affermare a gran voce che dovremmo dare altrettanta risonanza all’arresto dei latitanti ‘ndranghetisti. Dagli Anni ‘60 ad oggi Cosa nostra, Camorra, mafie russe, sudamericane, asiatiche sono entrate nell’immaginario collettivo attraverso numerosi film e libri su di esse incentrati. Poco rappresentata invece la ‘Ndrangheta, più abile nell’operare low profile evitando attacchi frontali allo Stato. Ciò l’ha resa meno appetibile al racconto cinematografico e letterario e ha contribuito a non farla percepire in tutta la sua pericolosità. Perché, come ha affermato Jurgen Stock, segretario generale dell’Interpol, la ‘Ndrangheta è in cima alla classifica delle organizzazioni criminali più potenti al mondo. Tanto da portare Interpol a creare I-can, un dispositivo ad hoc per la caccia ai capibastone della Santa, alla cui guida non poteva che esserci per esperienza e conoscenza del fenomeno, un superpoliziotto italiano, il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi. Il focus e la storia di copertina di questo numero l’abbiamo voluta dedicare alla cooperazione internazionale tra le forze dell’ordine italiane e dei 14 Paesi aderenti ad I-can capaci di tessere una fitta rete investigativa che di volta in volta stringe le sue maglie fino a prendere il pesce grosso di turno. Intelligence di alto profilo, undercover, tecnologie avanzate e forte determinazione stanno dando i frutti sperati.