
(AGENPARL) – mer 15 febbraio 2023 Diaccia Botrona, azioni concrete per la tutela
La Riserva Naturale torna di proprietà della Provincia e altri 150 ettari saranno protagonisti di un progetto innovativo
Il complesso della Diaccia Botrona. La zona palustre, compresa tra il comune di
Castiglione della Pescaia e quello di Grosseto, nel suo complesso consta di circa 2500
ettari, di cui quasi 1300 ettari compongono la riserva naturale della Diaccia Botrona e sono
classificati, ai sensi della Convenzione di Ramsar, come “zona umida di importanza
internazionale”, mentre i restanti 1200 ettari, detti area contigua, sono terreni agricoli
attualmente coltivati a cereali da una trentina di privati e sono altrettanto importanti dal
punto di vista ambientale per il mantenimento della biodiversità presente nella riserva
stessa.
Con il federalismo demaniale 900 ettari, di cui 200 ricadenti nella zona della riserva e 700
in quelli dell’area contigua, sono passati dalla proprietà dello Stato alla Provincia, con
l’obbligo di venderli come stabilito nel decreto di trasferimento. Solo i 200 ettari, però,
erano soggetti a norme di tutela vincolanti, mentre gli altri 700 tornavano ad essere
“normali” terreni agricoli, gestiti come seminativi da una trentina di privati con contratti di
concessione da parte dell’Agenzia del Demanio.
Il cambio di passo: difendere la Diaccia Botrona La Provincia di Grosseto con
l’amministrazione Limatola non potendo revocare la vendita dei terreni avviata dalla giunta
Vivarelli Colonna (come confermato dal parere pro veritate dell'avv. Germana Parlapiano),
pena gravissime conseguenze erariali per la Provincia in questi mesi ha costruito e avviato
un percorso che prevede una serie di tappe concrete per acquisirne nuovamente il
controllo e, soprattutto, garantire la maggiore tutela possibile e lo sviluppo della
biodiversità presente nella Diaccia.
Il Consiglio Provinciale ha approvato la riacquisizione da parte della Provincia dei 200
ettari di riserva vera e propria (che andranno in gestione al Comune di Castiglione della
Pescaia in comodato d’uso gratuito), che quindi rimarranno pubblici. Nella transazione
saranno applicate alla Provincia le stesse condizioni dell’aggiudicazione e sarà previsto un
pagamento dilazionato compatibile con il bilancio provinciale.
Per i restanti 700 ettari di terreni di zona contigua di proprietà privata, il PTC, di prossima
approvazione, prevederà le norme di tutela relative alle Riserve Naturali. Con la
partecipazione della Fondazione Capellino, ente commerciale senza scopo di lucro
proprietaria del 100% dell’azienda di alimenti per cani e gatti Almo Nature che destina alla
Fondazione Capellino – pagati costi e tasse – i suoi ricavi, si darà vita nei 150 ettari ulteriori
che i privati concedono alla Provincia, alla loro trasformazione in prati umidi funzionali alla
Diaccia stessa, sotto la direzione tecnica di un pool di tecnici naturalisti coordinati da
Roberto Tinarelli.
“Non abbiamo voluto assistere passivamente allo smembramento – afferma Francesco
Limatola, presidente della Provincia – di una straordinaria porzione del nostro territorio.
La Diaccia Botrona ha un senso in tutta la sua complessità, area della Riserva e terreni
denominati come contigui. Il primo obiettivo è stato garantire l’integrità e per raggiungerlo
abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che siamo stati in grado di individuare. Il nostro è stato
un vero cambio di passo per superare il timore che potessero esserci coltivazioni non
compatibili con la biodiversità e l’avifauna presente.
L’accordo con Castiglione per la Riserva e il rapporto con la Fondazione Capellino è nato
con questo presupposto.”
La azioni previste relative ai 914 ettari si possono così riassumere:
– 215 ettari della Riserva Naturale torneranno di proprietà della Provincia di Grosseto,
allo stesso prezzo dell’aggiudicazione e con pagamento dilazionato secondo le
esigenze del bilancio provinciale. Il Comune di Castiglione li avrà in comodato d’uso
gratuito;
– Dei circa 700 ettari di terreni privati
o 150 ettari verranno dati in concessione alla Provincia e dati in gestione alla
Fondazione Capellino
o I terreni rimanenti, attualmente gestiti da privati come terreni seminativi,
saranno tutelati nel Ptc e comunque destinati a coltivazioni cerealicole come
avviene tuttora.
“L’obiettivo che la Fondazione Capellino unitamente alle associazioni ambientaliste WWF
Provincia di Grosseto, GOM Gruppo Ornitologico Maremmano "A.Ademollo", si era posta
era quello di mantenere pubblica la riserva e convincere il privato a rendere funzionale il
Padule Aperto alla sosta dei grandi migratori e alla riserva stessa. È stato un successo
diplomatico reso possibile grazie alla sensibile intelligenza e lungimiranza di Federico
Vecchioni (Amministratore Delegato di BF Spa) il quale dopo lungo negoziato si è convinto
dapprima a dare in concessione per 90 anni alla Provincia i 215 ettari della riserva
naturale, e infine per 50 anni altri 150 ettari del Padule Aperto sui quali la Fondazione
Capellino è pronta a sostenere i costi per la loro trasformazione in prati umidi e
successivamente riconsegnarli alla riserva per il loro mantenimento. La Provincia ha
ulteriormente deciso di riacquistare i 215 ettari dell’area naturale. Si poteva ottenere di
più? Chissà, quel che è certo è che dall’accordo, grazie agli sforzi del Presidente Limatola
e di Federico Vecchioni, la biodiversità che si temeva minacciata 15 mesi fa, oggi si può
dire che sia in progresso tangibile nell’area.”
“La difesa e la riconquista della Diaccia Botrona – ribadisce Limatola – era uno degli
obiettivi della Provincia di Grosseto, lo stiamo attuando. Le false ricostruzioni che stanno
circolando sono figlie di una malsana voglia di visibilità e di una visione ideologica del
governo dei territori. A chi chiacchiera rispondiamo con azioni concrete nel segno della
difesa di una splendida area naturale e ambientale. Stiamo intanto lavorando al Parco
delle bonifiche, riprendendo un vecchio progetto della Provincia con cui stiamo verificando
la possibilità di partecipare a un bando appena uscito.”
“Al momento dell’elezione – continua Elena Nappi, consigliera provinciale delegata
all’Ambiente – ci siamo presi l’impegno di interrompere il procedimento di vendita dei
terreni ricadenti all’interno della riserva naturale della Diaccia Botrona, nonché quelli
contigui ad essa, ma l’iter burocratico di alienazione dei terreni in questione, iniziato con la
precedente amministrazione, era pressoché compiuto, mancando esclusivamente la firma
notarile dell’atto, per poter pensare di retrocedere completamente senza causare ingenti
danni economici all’ente provinciale. Con l’accordo raggiunto con la Fondazione Capellino,
aggiungiamo un altro tassello finalizzato alla difesa e valorizzazione della Diaccia .”
PROVINCIA DI GROSSETO
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