(AGENPARL) – Roma, 26 gen 2023 – Grazie ai relatori che sono intervenuti, i quali ben ci hanno fatto comprendere la complessità, la vastità e il radicamento del fenomeno che drammaticamente è balzato alle cronache a dicembre, dopo il Qatargate.
Ma il dramma che raccontano le cronache è l’attentato di ieri, pare “terroristico”, di uomo armato di machete che in Spagna ha attaccato diverse persone in due chiese, uccidendo almeno una persona. Alle vittime e alle loro famiglie vanno i nostri pensieri.
Dal finanziamento del terrore quale strumento di coercizione dei popoli, al tentativo di influenzarli attraverso la propaganda e l’interferenza. È questo l’Islam politico.
In questo senso, in attesa degli sviluppi processuali, dei quali non sarà certo la politica il giudice designato, rimane il ricordo di uno degli esponenti coinvolti nel presunto scandalo, che di ritorno da Doha nel febbraio del 2020, celebrava i diritti delle donne e dei lavoratori in Qatar alla presenza del ministro Al Thani intervenuto in Afet.
Prima del Qatargate, invece, come descrive bene il libro del qui presente Christian Chonot assieme a George Malbrunot, si era a conoscenza ad esempio delle attività della ONG Qatar Charity, lo strumento del soft power di Doha, attraverso cui il Qatar ha finanziato la costruzione di 47 moschee in Italia. È l’investimento più grande in Europa. Ed è nel Mediterraneo!
Qatar Charity attraverso cui, assieme ad altre società e organizzazioni, il Qatar dal 2019 investe sempre di più anche in programmi dell’ONU. In particolare dedicati ai profughi siriani in Turchia, in Libano e Giordania, e alla Palestina. Ed è nel Mediterraneo!
Coloro che sono coinvolti nel Qatargate per ora risultano essere greci e italiani. Ed è nel Mediterraneo! Pensiamo anche al ruolo giocato dal Marocco in questa vicenda, ancora così oscuro. Ed è nel Mediterraneo! Le ingerenze e le infiltrazioni in Libia sono storia degli ultimi 10 anni. Ed è nel Mediterraneo!
Quindi cosa capiamo: che è il Mediterraneo il terreno principale di tutte le ingerenze. Che c’è una vulnerabilità nel Mediterraneo e nel Mediterraneo allargato.
Condividono questa mia analisi i relatori? In base alle informazioni che abbiamo, possiamo già inserire il Qatargate all’interno di un ecosistema allargato di interferenze, “una strategia del Sud”, da parte dell’Islam politico? Ci basterà migliorare ogni forma di trasparenza possibile della nostra azione?