
(AGENPARL) – mar 10 gennaio 2023 Intervento del Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, alla presentazione del documentario su Pio La Torre
(Aula dei Gruppi parlamentari, Montecitorio – 10 gennaio 2023)
“Si tratta di un’iniziativa molto importante, perché ci permette di rendere omaggio a una figura di assoluto rilievo della vita politica e istituzionale del nostro Paese e di ricordarne l’incessante impegno nella lotta alla criminalità organizzata, portato avanti con coraggio e fermezza dapprima come sindacalista al fianco dei braccianti nel dopoguerra e poi anche da deputato.
Coerenza e integrità morale sono i tratti che meglio descrivono l’uomo, oltre che il politico, rimasto sempre fedele agli ideali di giustizia. Strenuo difensore dei valori della legalità e della solidarietà civile, Pio La Torre riponeva una fiducia incrollabile nella legge e nella capacità delle istituzioni democratiche di contrastare la mafia.
Quegli ideali e quei valori confluirono poi nella legge n. 646 del 1982, che introdusse per la prima volta nel codice penale la fattispecie di reato di “associazione di tipo mafioso” e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Il testo normativo traeva origine da una proposta di legge che aveva come primo firmatario l’on. La Torre, alla cui formulazione collaborarono anche due giovani magistrati della Procura di Palermo, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
“Una legge per la democrazia”: così la definiva Pio La Torre, perché avrebbe consentito di restituire alla collettività i beni della criminalità accumulati illecitamente, riutilizzandoli a fini sociali.
Fu sua, infatti, la straordinaria intuizione che la vera frontiera nella lotta alla mafia risiedesse in un serrato e rigoroso contrasto ai traffici e agli interessi economici dell’organizzazione criminale. Ancora oggi, il sequestro e la confisca dei beni nei confronti dei condannati per associazione mafiosa costituiscono un imprescindibile strumento nella lotta alla mafia.
L’esempio di Pio La Torre ha lasciato un segno che la mafia non è riuscita a cancellare. Ne sono testimoni i magistrati, le forze dell’ordine e gli amministratori onesti che, pur operando in contesti molto difficili, si oppongono ogni giorno alla logica criminale, come tutti coloro che quotidianamente, anche con piccoli gesti, portano avanti questa battaglia per far prevalere la legalità e la giustizia contro la sopraffazione e l’intimidazione mafiosa.
Ricordare quanti hanno concorso, pagando con la vita, a infliggere duri colpi alla mafia, è dunque un dovere e al tempo stesso un’esigenza condivisa, perché è soprattutto sul sacrificio delle vittime della criminalità organizzata che il Paese ha potuto progressivamente maturare una coscienza civile e una strategia politica capaci di combattere il fenomeno mafioso.
Per questo motivo, nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio e nel 40° degli omicidi di Pio La Torre e del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la Camera dei deputati ha voluto dedicare agli uomini delle Istituzioni che hanno testimoniato il valore della legalità democratica la mostra “A testa alta”. Un percorso fotografico che, nel raccontare le storie umane e professionali e l’intensa drammaticità dei momenti che seguirono le stragi, racchiude anche l’invito ad alzare lo sguardo e a non distogliere mai l’attenzione verso i valori di legalità, passione civile, impegno democratico che hanno contraddistinto la vita dei protagonisti della lotta alla mafia nel nostro Paese.
Un invito rivolto a ciascuna componente della società, che è dunque chiamata a fare la propria parte per affermare la cultura della legalità contro il malaffare, il clientelismo e l’economia malata.
Questa è ancora oggi la sfida da affrontare e vincere: per sconfiggere e sradicare tutte le mafie e per realizzare pienamente i valori della democrazia e della libertà sanciti dalla nostra Costituzione”.