
(AGENPARL) – gio 15 dicembre 2022 SCUOLA, FACCI E DI BENEDETTO (LEGA): “RETE INSEGNANTI LGBTQ+ PROMOSSA DA REGIONE EMILIA-ROMAGNA? SCELTA IDEOLOGICA, VITA PRIVATA FUORI DALLE CLASSI, GLI INSEGNANTI INSEGNINO”
BOLOGNA, 15 DIC – “Non comprendiamo perché la Regione Emilia-Romagna debba sostenere – anche economicamente, a quanto emerge – la Rete degli insegnanti Lgbtq+. E’ un progetto che non ha alcun senso o utilità per gli studenti. Perché l’orientamento sessuale degli insegnanti dovrebbe essere rilevante? A scuola hanno il compito di insegnare o di raccontare cosa fanno sotto le coperte? Non riusciamo a comprendere la ratio di questo progetto, tra l’altro promosso e portato avanti da associazioni che dalla Regione prendono fiumi di denaro dei contribuenti, come il Cassero di Bologna che tra il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna riceve quasi un milione di euro l’anno. E’ questo il modo di investire le risorse pubbliche?”, così il consigliere regionale Michele Facci e il consigliere comunale di Bologna Matteo Di Benedetto, esponenti del Carroccio. “Se domani nascesse la rete degli insegnanti eterosessuali, come verrebbe accolta la notizia? Si chiederebbero tutti perché, giudicando la scelta inopportuna. Figurarsi se fosse promossa dalla Regione. Quello che succede nel letto di ognuno sono fatti che attengono alla sfera privata, non a quella dell’insegnamento. Questo deve valere per tutti. Gli studenti emiliano-romagnoli non devono divenire oggetto di strane sperimentazioni sociali o battaglie ideologiche: la Regione dovrebbe vigilare prima di tutto su questo, tutelando il primato educativo dei genitori e la loro libertà educativa. Se ci sono soldi da investire nell’educazione, andrebbero investiti in questa direzione. Se, infine, si vuole parlare di pari opportunità, ricordiamo che mentre si investono milioni con associazioni che a parole lottano contro le discriminazioni, vi sono centinaia di ragazzi con disabilità, piuttosto che con DSA o altri BES, che non riescono a godere appieno del diritto allo studio perché mancano i fondi. La regione pensi a loro, invece che lasciarli indietro inseguendo unicorni arcobaleno per scopi elettorali”, concludono i due esponenti del carroccio di Bologna.
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