(AGENPARL) – mer 14 dicembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Bilancio 2023, discussione generale – 4](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt672069)
Consiglio -Gli interventi sulla manovra finanziaria 2023 di Knoll, Bacher, Renzler. La discussione prosegue domani.
Nell’ambito della discussione generale del bilancio 2023 della manovra finanziaria 2023 della Provincia, contenuta nei disegni di legge [119/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667366&blank=Y): Legge di stabilità provinciale per l’anno 2023, [120/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667376&blank=Y): Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2023-2025 e [121/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667379&blank=Y): Disposizioni collegate alla legge di stabilità provinciale per l’anno 2023. è intervenuto questo pomeriggio Sven Knoll (Süd-tiroler Freiheit), che ha chiesto al pres. Kompatscher se riteneva di aver lavorato bene, insieme alla Giunta, creando un valore aggiunto. Ha ricordato che nel 2013 egli aveva tante idee e proposte, propositi di cambiamento, ma a questo non era seguito un cambiamento concreto. Gli eventi degli ultimi anni aveva tuttavia dimostrato che non era possibile andare avanti così, tanto è vero che in una delle regioni più ricche d’Europa c’erano persone che pur lavorando non riuscivano più a sbarcare il lunario. Non si era riusciti a intervenire da un lato sul costo della vita, dall’altro sulle retribuzioni, e ci si limitava a dire che le coste stavano così, che non si poteva intervenire: in primis riguardo al mercato dell’energia – anche in Alto Adige erano stati pagati costi troppo alti? Knoll ha poi fatto riferimento al Governo neofascista, a un presidente del senato che mostrava la raccolta di busti di Mussolini e invitava i cittadini a fare il saluto facsista invece che darsi la mano, per evitare i contagi. Quando era diventato premier Mario Monti, era stato definito in primis dalla Dolomiten un grande amico dell’Alto Adige, ma sotto il suo governo era rimasto poco dell’Autonomia altoatesina, e tante erano state le impugnazioni alla Corte dei Conti. Ma il nazionalistmo era arrivato ben prima del Governo meloni: si era visto durante la crisi pandemica, anche perché davanti a ogni crisi si risponde cosí, com#era stato durante la crisi dell’imigrazione: le promesse di un’Europa senza confini venivano disattese. Lo preoccupavano anche gli accenni al reintegro della leva, seppur volontaria, affinché “i giovani scoprissero il loro amore per la patria Italia”, chiedendo come si valutava tutto ciò: si trattava secondo lui di un passaggio alla leva obbligatoria, quindi al centralismo si affiancava il militarismo. Lo preoccupava anche lo sviluppo dell’Euregio, che stava perdendo contenuti: erano rimasti solo bei discorsi al buffet con piccole iniziative portate avanti e senza grandi progetti, come per esempio il collegamento ferroviario diretto all’interno del territorio; questo non è vietato da Meloni, né da Bruxelles, è la politica locale. Il problema del transito restava, in attesa della realizzazione del BBT prevista nel 2042: mancava ancora un ticket unico. Lo sviluppo dell’Autonomia, comprese la sua trasformazione in “dinamica” e il fallimento della relativa Convenzione, era deludente: degli esiti di quest’ultima non si sapeva nulla. Anche della toponomastica non si parlava più, ma una soluzione non era stata trovata, anzi: si aggiungevano nuovo nomi italiani anche per paesi che non l’avevano mai avuto, e la Giunta le utilizzava, anche per i rifugi. La questione del futuro rimaneva sospesa, e la Giunta attuale era garante della permanenza in Italia – gli stessi Verdi che in Europa sostenevano spinte indipendentiste, in Alto Adige non lo facevano. In quanto ai recenti scandali della SVP, Knoll si è chiesto se era lo stesso partito che aveva governato per 70 anni contribuendo alla costruzione dell’Autonomia, e criticato che queste questioni fossero più importanti del benessere dei cittadini, che non sapevano come pagare affitti e bollette, e a cui non importava se e quando il presidente intendesse ricandidare, né riacquistava fiducia nella politica se ogni questione politica diventava fatto personale e finiva in tribunale: a questo proposito, Knoll ha chiesto a Kompatscher di tornare sui propri passi, in fondo egli si era fatto portavoce di critiche che venivano dal suo stesso partito. Un problema era anche l’esposizione delle questioni sui media, alcune delle quali totalmente inventate. La provincia si stava sviluppando nella direzione completamente sbagliato, da tanti punti di vista, compreso quello ecologico e di tutela del patrimonio: era questa l’immagine che si voleva trasmettere? Al Weihnachtsmarkt di Bressanone erano diffuse le musiche degli Abba, e si diffondeva un kitsch natalizio incredibile. “Stiamo diventando una Disneyland, questo non ha nulla a che vedere con la nostra cultura e identità”. La Giunta non sembrava in grado di cambiare direzione, le andava bene commercializzare questa terra pur di avere delle entrate veloci, senza considerare che i residenti non avevano un alloggio: anche per questo, il bilancio in esame non era lungimirante. Considerando che destinando i soldi si faceva politica, esso non era in grado di risolvere i problemi della provincia, non migliorava il mercato degli alloggi, non riduceva i costi della vita, non aiutava le associazioni, e anche dal punto di di vista dell’Autonomia non aiutava, bastava considerare che in ospedale non era più possibile parlare tedesco, che gli anziani non potevano comunicare col personale delle RSA, che i giovani lasciavano la provincia perché non avevano prospettive per il futuro. C’era bisogno di un nuovo inizio, perché il sistema stava implodendo: dovevano essere garantite le stesse possibilità a tutti e spazio alle idee migliori, al di là dell’appartenenza politica; se l’opposizione faceva delle proposte o indicava degli errori, non era per criticare, ma per dare un contributo. Questo atteggiamento, che minava la credibilità, aumentava la disaffezione elettorale e allontanava le persone dalla politica, anche da quella attiva. Bisognava tornare a una politica in cui ci si guardava negli occhi.
Paula Bacher (SVP) ha evidenziato che tutti avevano delle responsabilità, e che non giovava alle persone parlare solo delle cose che non funzionavano, senza citare anche le cose positive. Erano state fatte ben poche proposte per risolvere i problemi, perché era certamente piú facile criticare che governare. In quanto al bilancio, la Giunta, nonostante tutte le difficoltá e tutte le crisi, aveva proposto un bilancio di 6,69 miliardi, il che non era ovvio: questa indipendenza finanziaria era una vittoria fondamentale dell’Autonomia, per la quale la SVP si batteva da decenni. Il bilancio era ben dotato e dava ampi spazi di manovra anche grazie alle abilitá negoziatorie del Landeshauptmann a Roma, che l’anno scorso aveva ottenuto un accordo che garantiva 137 milioni l’anno. In quanto alla destinazione, era stato trovato un buon equilibrio, dal bonus energia di concesso direttamente alle famiglie alla tutela della sanitá con 1,48 mld destinati al settore, i cui finanziamenti erano aumentati di 300 milioni dal 2016. Anche gli stanziamenti per il sociale erano aumentati, dai 448 milioni del 2016 agli attuali 554 milioni; la legge per la terza età attiva aveva posto definizioni chiare, e sarebbe stata modificata e sviluppata ulteriormente. All’istruzione veniva garantito il secondo stanziamento più grande, il che dimostrava l’attenzione ai giovani e al futuro. Cambiamento climatico e sviluppo demografico sarebbero stati i temi cruciali del futuro, bisognava utilizzare le crisi attuali per prepararsi.Ilbilancio era stato criticato in quanto semplice riproposizione dei capitoli, ma si operava a piccoli passi e in maniera sensata, e i successi del passato dimostravano che si trattava di una gestione solida. questa era una sicurezza per i cittadini. Bacher si è detta sicura che la SVP avrebbe continuato a esistere e a governare la provincia anche in futuro.
Helmuth Renzler (SVP) ha fatto riferimento a una delle crisi più importanti degli ultimi decenni, sottolineando che da essa si doveva trarre il meglio per cittadini e imprese. Dopo la pandemia, erano arrivate la crisi dell’energia e l’inflazione molto elevata, e spettava a tutti agire con responsabilità, evitando il più possibile i danni e unendo le forze; responsabilità ci voleva anche nella distribuzione dei mezzi a bilancio, stabilendo priorità. In primis, andava considerata la sanitá, in secondo luogo la sicurezza sociale: solo dopo si potevano mettere i mezzi a disposizione di altri obiettivi. Importante era garantire posti di lavoro sicuri: a questo scopo, la politica si doveva confrontare con l’economia, per garantire posti sicuri per lavoratori giovani e lavoratori più in là negli anni. Autoresponsbailitá era la parola chiave, e questa valeva anche per l’economia, che doveva assumersi la formazione della propria forza lavoro, in modo da liberare fondi da destinare ad altro. Gli Arbeitnehmer si sarebbero impegnati per dare sicurezza e maggiore potere d’acquisto ai lavoratori. La proposta presentata da Kompatscher era equilibrata, leggibile e comprensibile, ma era difficile definirla equilibrata socialmente: mancavano nel sociale almeno 100 milioni, era sicuro però che si sarebbe provveduto con l’assestamento. Più di un terzo della cittadinanza si trovava in pensione e aveva perso potere d’acquisto: bisognava andare incontro anche a loro, oltre che agli occupati, che potevano adeguare le loro entrate grazie alle contrattazioni; tanto piú forte sarebbe stata la crescita dell’economia, tanto minore sarebbe stato il peso delle pensioni sul bilancio; la società doveva essere solidale, e la Giunta doveva adoperarsi per alzare le pensioni minime. In quanto all’IRPEF, la no tax area di 35.000 € non doveva essere toccata; se tutti pagavano correttamente le tasse, tutti pagavano di meno. Era da considerare anche che il ceto medio era un pagatore netto, ma non otteneva sostegni, mentre tutti gli altri strati sociali – tranne i pensionati – ne approfittavano. In quanto al personale della pubblica amministrazione, era prevista una grande ondata di pensionamenti: bisognava quindi provvedere a rendere l’amministrazione più attrattiva per i giovani; un’interessante possibilità era lo smartworting, che durante la pandemia aveva dimostrato i suoi vantaggi: esso poteva essere mantenuto anche per il presente e il futuro, anche per aumentare la produttivitá dell’amministrazione come dle privato. Renzler ha poi fatto riferimento allo stato della contrattazione collettiva, sottolineando l’esigenza di aumentare le retribuzioni rapidamente e chiedendo alla Giunta di mettere al più presto a disposizione i relativi fondi. Necessario era un ricalcolo della DURP, e non andava dimenticato l’assegno di cura, che doveva essere conservato ed aggiornato al tasso di inflazione, per garantire i mezzi necessari per ogni caso di cura che lo richiedeva. L’economia continuava a chiedere di poter agire liberamente, ma anche di privatizzare ciò che dava guadagno e mantenere pubblico ciò che garantiva profitti: aveva però dimostrato la sua debolezza durante la crisi, era pertanto necessario necessario differenziare i finanziamenti per non dipendere solo da un singolo settore economico. In quanto alle pesone bisognose, c’erano tante misure a loro sostegno, ma i relativi fondi non dovevano essere tagliati, bensì se mai aumentati, per garantire dignitá e indipendenza dlele persone: per fare questo, bisognava stabilire le prioritá, e in nessun caso risparmiare sul sociale. Renzler ha espresso infine l’impressione di uno sviluppo della società non basato sulle prestazioni, ma sui sostegni: una società sana non si basava però su sostegni, ma su lavoro, prestazioni e retribuzioni adeguate. La Giunta era invitata a mettere a disposizione più mezzi per l’abitare sostenibile, ha concluso Renzler, aggiungendo che era sicuro che sarebbe stato possibile accogliere i miglioramenti che aveva proposto, e assicurando che la SVP avrebbe continuato nella sua attività per la collettività.
La presidente Mattei ha quindi dichiarato conclusa la seduta, accogliendo poi in aula il Vescovo Ivo Muser per un saluto natalizio (segue comunicato).
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
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