
(AGENPARL) – lun 28 novembre 2022 L’Umbria (e l’Italia) in transizione
Dalla crisi energetica alle risorse del
Relazione economico sociale
novembre
Agenzia Umbria Ricerche
��1 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Agenzia Umbria Ricerche
L’Umbria (e l’Italia) in transizione
��2 &#x/MCI;
 1 ;&#x/MCI;
 1 ; &#x/MCI;
 4 ;&#x/MCI;
 4 ;Amministratore Unico
: Alessandro Campi
Processi e
politiche economiche e sociali
Dato alle stampe il
novembre
Immagine in copertina:
Alberto Burri, Catrame (1950), GAMeC
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
(Bergamo)
ph. J.L. Mazieres
Agenzia Umbria Ricerche
lla Umbra
Loc. Pila
2 Perugia
http://www.a
genziaumbriaricerche
© 202
Tutti i diritti riservati
L’utilizzo, anche parziale, è consentito a condizione che venga citata la fonte
ISBN
97448
Edizione fuori commercio
Stampa: Centro stampa Giunta Regionale, Regione Umbria
��3 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Sommario
Quadro congiunturale e previsioni nazionali
L’Umbria
Quadro congiunturale
Dinamica del Pil e previsioni
Valore aggiunto
Imprese
Demografia imprenditoriale
Performance delle Pmi
Indice di rischio delle Pmi
Impatto dei costi energetici sulle imprese
Commercio estero
Turismo
Aeroporto internazionale dell’Umbria
Lavoro
Forze di lavoro, occupati, disoccupati
Andamento settoriale
Cessazioni per dimissioni e per fine contratto
Attivazioni nette
Previsioni di ingressi nelle imprese
Tendenze demografiche
Povertà e vulnerabilità
Inflazione
L’impatto delle bollette sulle famiglie
Una stima dell’impatto del PNRR
Fondi strutturali europei
��5 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Quadro
congiunturale
e previsioni
nazionali
A settembre 2021, nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza
(NADEF)
le previsioni
per il 2022 ipotizzavano una crescita del Pil nazionale pari al 4,7
per cento
. Successivamente,
soprattutto
a seguito dell’avvio della spirale inflazionistica e dei forti rincari delle materie prime, già a gennaio 2022 la
Banca d’Italia aveva rivisto le stime al ribasso portandole al 3,8
per cento
e il
Documento di economia e
finanza
di aprile
le aveva ulteriormente ritoccate al 2,9
per cento
In realtà, l’economia italiana si è dimostrata più resiliente del previsto e soprattutto il secondo trimestre
Previsioni macroeconomiche per l’Italia
BANCA D’ITALIA
COMMISS.
CERVED
SVIMEZ
novembre
ottobre
novembre
ottobre
settembre
agosto
ottobre
uadro programmatico
scenario
scenario
worst
scenario base
scenario 2
Prodotto interno lordo
Importazioni di beni e servizi
Esportazioni di beni e servizi
Consumi delle famiglie
Consumi collettivi
Investimenti fissi lordi
Numero di occupati (FL)
Unità di lavoro
Ore lavorate
Tasso di disoccupazione
Fonti:
– Na
: Ministero
dell’economia e delle finanze,
Documento di economia e finanza 2022
Nota
di aggiornamento
4 novembre 2023
BANCA D’ITALIA
Proiezioni macroeconomiche
per l’economia italiana 13 ottobre 2022
; COMMISSIONE UE:
Economic surveillance of EU economies
Economic Forecast for Italy
–
International Monetary Fund
World Economic Outlook,
ottobre
; CERVED:
Cerved Industry Forecast 2021
; SVIMEZ:
Le previsioni per le regioni italiane 2022
��8 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;L’Umbria
Quadro congiunturale
Il 2021 è stato un anno di netta ripresa per l’economia umbra
, sia sul fronte produttivo sia su quello
occupazionale
, con un
andamento del Pil
sostanzialmente
allineato a quello nazionale (
v. paragrafo
successivo).
l valore aggiunto è
aumentat
in termini nominali dell’8,2 per cento, con un incremento superiore a quello
italiano
(Istituto Tagliacarne), con
L’andamento positivo è proseguito in Umbria anche nei
primi mesi del 2022
, grazie all
’aumento
della
domanda
interna
sia quella per consumi delle famiglie sia per
investimenti
quella estera. Sul fronte
degli investimenti, contributi rilevanti sono stati apportati dal bonus edilizia, dalle immobilizzazioni in
impianti per energie rinnovabili e dal credito d’imposta
4.0 per investimenti in beni strumentali.
a sostenuta crescita
l’export
nel primo semestre ha collocato l’Umbria tra le regioni con migliore
performance esportativa.
In un quadro peggiorativo dei saldi commerciali conseguente all’aumento dei
prezzi de
i beni importati
, l’industria metallurgica spicca
per un netto miglioramento della sua esposizione
con l’estero, grazie ad una
elevata crescita delle esportazioni.
La domanda esterna è cresciuta anche grazie al
a consistenza dei flussi
turis
primi
mesi
dell’anno, sia in termini di arrivi sia ancor più di presenze, lasciando prefigurare un
rapido
riallineamento
ai livelli precedenti la pandemia.
L’andamento economico complessivo per la prima parte dell’anno è sintetizzabile in una crescita
del Pil
regionale che, secondo Banca d’Italia, è allineata al dato nazionale e quantificabile intorno al 5,5 per cento
Tuttavia, i
l 2022 è
un anno
contrassegnato
anche
dal forte rincaro dei prezzi
dell’energia
, che per l’intera
economia umbra si tradurrà in
un aggravio
dei costi
stimabile in oltre 1,5 miliardi di euro. In termini di
incidenza sui costi totali di produzione
tale aggravio risulterebbe
sostanzialmente allineato a quello medio
nazional
l marcato aumento dei costi di produzione
ei primi nove mesi dell’anno
imprese industriali e terziarie
nno reagito, ove possibile,
con un
aumento
i prezzi di vendita
per una conseguente
cresc
ita de
proprio
fatturato
fatto che non ha comunque imp
edito una contrazione
i margini economici
(Banca
d’Italia)
La congiuntura sfa
o stato di
incertezza
stanno avendo
A fare da contraltare al quadro recessivo paventato a livello nazionale, contribuiscono gli interventi
programmati
dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è in procinto di entrare nel vivo
. Alle riforme
e agli investimenti che coinvolgono l’intero Paese, che avranno inevitabili positive ricadute anche a livello
locale, si affiancano le azioni specificamente pi
anificate su base territoriale, disegnate allo scopo di
innalzare la competitività di sistema.
Particolarmente importanti per aggredire alcune delle croniche
fragilità dell’Umbria potranno essere gli interventi finalizzati al miglioramento della viabilità,
alla diffusione
della digitalizzazione tra le imprese, al potenziamento della capacità scientifica e tecnologica.
Al di là delle conseguenze economiche immediate
di tipo keynesiano derivanti
ll’effettivo avvio degli
investimenti,
l’impatto più important
e generato dal PNRR è rappresentato dall’insieme dei benefici a favore
del sistema economico e sociale nel medio
lungo periodo, in termini di innalzamento della produttività,
efficientamento dei servizi, potenziamento delle infrastrutture
, miglioramento de
lla qualità della vita.
Dinamica del Pil e p
revisioni
Il Prodotto interno lordo nel lungo periodo
Il declino del Pil reale dell’Umbria comincia con l’avvio della crisi finanziaria del 2008
tocca un primo picco
negativo nel 2014
e raggiunge i
l minimo storico nell’anno della pandemia
a cui ha fatto seguito un
rimbalzo allineato, secondo le stime, a quello nazionale.
In termini pro capite, il declino del Pil umbro è un processo ancora più lun
go, che inizia
con il nuovo
millennio
e segna nel 2014 la massima distanza dalla media nazionale (13,6 punti percentuali).
La successiva
risalita, che ha
lievemente ridotto
le distanze dal
dato
nazionale, è stata bruscamente interrotta dallo
scoppio
della pandemia
Al 2021 la forbice Umbria
Italia è stimata intorno a 12,2 punti percentuali.
Pil reale
dell’Umbria 1995
2021 (serie concatenata base 2015)
Fonte: elaborazioni AUR su dati Istat
-10,0
17.000
18.000
19.000
20.000
21.000
22.000
23.000
24.000
25.000
26.000
27.000
var % annue (scala dx)
milioni di euro
��11 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Pil pro
capite reale
in Umbria e Italia 1995
(serie concatenata base 2015)
Fonte: elaborazioni AUR su dati Istat
Pil pro
capite reale
Umbria
Italia =100)
Fonte: elaborazioni AUR su dati Istat
22.000
23.000
24.000
25.000
26.000
27.000
28.000
29.000
30.000
31.000
Umbria
Italia
��12 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Previsioni macroeconomiche
Se le stime nazionali sono
BANCA
D’ITALIA
giugno
giugno
PROMETEIA
ottobre
SVIMEZ
agosto
scenario base
scenario 2
CGIA MESTRE
agosto
Altre variabili macroeconomiche
PROMETEIA
SVIMEZ
CGIA
MESTRE
ottobre
agosto
agosto
scenario base
scenario 2
Consumi delle famiglie
Investimenti
Esportazioni
Unità di lavoro
Occupati
Scenario 2: innalzamento spread e fenomeni di selezione nell’accesso al credito
Fonti: ISTAT,
Contabilità territoriale
BANCA D’ITALIA,
L’economia dell’Umbria
Rapporto annuale
, giugno 2022;
��13 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Valore aggiunto
Il 2021 è stato caratterizzato da una decisa ripresa
dell’attività economica, diffusa territorialmente seppure
ampiamente eterogenea in intensità, e con una maggiore spinta nell’area Nord
Est del Paese.
Secondo quanto riportato dalle stime dell’Istituto Tagliacarne, la crescita nominale rispetto al 2020 dei
redditi prodotti dal sistema umbro avrebbe superato, con il suo 8,2 per cento, quello dell’intero Paese
(+6,1 per cento), con un differenziale di ripresa tra le due province: 7,9 per cento in quella di Perugia e 9,2
per cento in quella di Terni, che si è c
ontraddistinta altresì per il recupero provinciale più elevato.
Variazione 2021/2019 del valore aggiunto a prezzi
base e correnti nelle province italiane
Variazione 2021/2019 del valore aggiunto a prezzi
base e correnti nelle province italiane (%)
Fonte: Elaborazione Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
Milio
ni di euro correnti
Agricoltura
Industria in
senso stretto
Costruzioni
Servizi
Totale
Perugia
381,6
3.417,2
1.039,8
11.185,2
16.023,8
Terni
150,7
1.114,1
381,5
3.399,6
5.045,9
Umbria
532,3
4.531,3
1.421,3
14.584,8
21.069,7
Variazione
nominale dal 2020 al 2021 (%)
Perugia
Terni
Umbria
Centro
Sud e
Italia
Fonte: Elaborazione Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
��15 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Regioni italiane per valore aggiunto pro capite al 2021
valori correnti
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istituto Tagliacarne
Variazione 2021/2019 del valore aggiunto a prezzi
base e correnti delle Costruzioni
provinc
Variazione 2021/2019 del valore aggiunto a prezzi
base e correnti dell’Industria in senso stre
provinc
Fonte: Elaborazione Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
15.957
16.772
17.352
18.004
19.455
19.763
21.087
24.428
24.904
28.849
28.919
29.769
30.103
31.301
34.096
37.511
Calabria
Sicilia
Puglia
Campania
Molise
Sardegna
Basilicata
Abruzzo
Terni
Umbria
Perugia
Marche
ITALIA
Piemonte
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Liguria
��16 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Variazione 2021/2019 del valore aggiunto a prezzi base e correnti dei Servizi
per p
rovinc
Fonte: Elaborazione Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
mprese
emografia
imprenditoriale
Dopo la forte limitazione della dinamica imprenditoriale conseguente alla crisi pandemica, con il livello
minimo toccato nel 2020 sia dalle nuove iscrizioni di attività nascenti sia dalle cancellazioni, grazie alle
misure governative di sostegno che h
anno limitato fortemente le cessazioni di attività, nel 2021 si sono
registrati andamenti divergenti per le due grandezze: da un lato, le iscrizioni sono tornate a crescere,
seppure con intensità inferiore rispetto agli anni precedenti, toccando quota 4.31
0; dall’altro lato, il flusso
delle cessazioni si è ridotto ulteriormente, toccando un nuovo record minimo (3.689).
Nel 2022, dopo una buona vivacità del primo semestre, il terzo trimestre si caratterizza per un marcato
rallentamento della dinamica
congiunturale, con una diminuzione sia delle iscrizioni (anche se meno
intensa della media nazionale) sia delle cessazioni (che invece in Italia crescono notevolmente). Un dato
che sembra connotare una interruzione della fase di ripresa post
pandemica e se
gnalare i primi
contraccolpi del difficile quadro congiunturale.
��17 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Numero di imprese attive in Umbria
* III trimestre
Fonte: elaborazioni
su dati Infocamere
Tasso di natalità e di mortalità delle imprese (valori percentuali)
Fonte: elaborazioni
su dati Infocamere
n. imprese attive
n. imprese attive
imprese attive
var. % 2022/2009
Agricoltura
18.577
16.292
Attività manifatturiere
8.560
7.254
Costruzioni
13.074
10.923
Commercio
all’ingrosso e al dettaglio
20.267
19.069
Trasporto e magazzinaggio
2.345
1.861
ervizi di alloggio e di ristorazione
4.881
5.653
Servizi di informazione e comunicazione
1.519
1.720
Attività finanziarie e assicurative
1.893
1.938
Attività immobiliari
2.705
3.602
Attività professionali, scientifiche e tecniche
2.191
2.655
ervizi
alle imprese
1.763
2.524
Istruzione
Sanità e
assistenza sociale
Attività artistiche
di intrattenimento
1.002
Altre attività di servizi
3.514
3.893
Altro
Totale
83.269
100,0
79.987
100,0
* III trimestre
Fonte: elaborazioni
su dati Infocamere
77.000
78.000
79.000
80.000
81.000
82.000
83.000
84.000
2022*
Tasso di natalità
Umbria
Italia
Tasso di mortalità
Umbria
Italia
��18 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Performance delle Pmi
Analogamente a quanto accaduto a livello
nazionale, dopo cinque anni consecutivi di crescita del numero
iccole e medie imprese
Si utilizza la definizione europea di P
, come impresa che occupa tra 10 e 249 addetti e con un fatturato compreso tra 2 e 50
milioni di euro.
Umbria
Italia
Italia
Umbria
Aziende agricole
Industria
27,6%
27,0%
Largo consumo
Sistema moda
Sistema casa
Altri beni di consumo
Mezzi di trasporto
Chimica e
farmaceutica
Metalli
Meccanica
Prodotti intermedi
Utility ed energia
Costruzioni
14,0%
17,4%
Servizi
54,6%
49,9%
Informazione e intrattenimento
Distribuzione
19,4%
17,9%
Logistica e trasporti
Servizi non finanziari
20,7%
19,1%
Immobiliari
Totale
159.925
2.155
Fonte: Cerved 2022
Andamento del fatturato delle Pmi in termini reali
Fonte: Cerved 2022
dinamica del costo del lavoro nel biennio 2020
21, condizionata dai provvedimenti governativi volti ad
arginare la perdita di occupazione e a contenere i costi per il personale a seguito della pandemia, vede
per le Pmi umbre una riduzione del costo del lav
oro nel 2020 pari al 6,3
per cento
, cui fa seguito un rialzo
nel 2021 (+5,6
per cento
) che non colma la distanza rispetto ai livelli pre
Covid (
per cento
La redditività delle Pmi umbre, dopo lo shock della pandemia (
per cento
rispetto al 2019,
un dato
comunque meno drammatico rispetto al
per cento
nazionale), è tornata a crescere fortemente nel
2021 registrando un +18
per cento
rispetto all’anno precedente, che ha consentito di riportare il margine
operativo lordo al di sopra dei livelli 2
12/11
13/12
14/13
15/14
16/15
17/16
18/17
19/18
20/19
*21/20
Italia
Umbria
��20 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;L’andamento del reddito operativo prima delle imposte continua a mostrare per le PMI umbre una
performance strutturalmente più debole rispetto alla m
edia nazionale, anche se si intravede una certa
tendenza al recupero del divario. Nel 2021 l’utile corrente in rapporto al fatturato si attesta al 5,3 per cento,
contro il 5,9 italiano.
Utile corrente ante oneri finanziari delle PMI, 20007
2021 (% sul fat
turato)
Fonte: Cerved 2022
ndice di rischio
delle Pmi
La capacità di tenuta del sistema produttivo continua a essere messa a dura prova dagli shock esogeni
che si stanno susseguendo negli ultimi anni, con impatti diretti sul rischio di default
delle imprese.
*2021
Italia
Umbria
��21 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;sulle prospettive di rischio, che risultano particolarmente marcate nelle costruzioni, nei servizi e
nell’agricoltura. Il settore energetico, nonostante l’aumento della rischiosità nel 2022, rimane l’unico ad
attestarsi su livelli i
nferiori al pre
Covid.
A livello più disaggregato, l’impatto maggiore colpisce tre comparti
di attività: i servizi non finanziari e in particolare il turismo, i trasporti e l’industria pesante, che risente in
misura maggiore dell’aumento dei prezzi dell’en
ergia e dei materiali.
Tra i settori con la più alta quota di imprese a rischio troviamo i trasporti aerei (41
per cento
), parrucchieri
e istituti di bellezza (38
per cento
��22 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;17,3 per cento in Italia), con un contemporaneo incremento dal 10,5 al 13,8 per cento delle Pmi a
rischio di
default (dall’8,4 al 13,2 per cento a livello nazionale).
Nel 2021, grazie al progressivo allentamento delle restrizioni e alla ripresa dell’attività economica, la
situazione registra un miglioramento, che in Umbria si presenta un po’ meno
netto rispetto alla media
nazionale e che comunque non consente di recuperare pienamente i livelli del 2019: la quota di Pmi
regionali considerate sicure cresce al 16,8 per cento (21 per cento in Italia) mentre quelle rischiose scendono
al 12,6 per cento (
11,4 per cento in Italia).
Score economico
finanziario
Rischio di default delle Pmi
Fonte: Cerved 2022
mpatto dei costi energetici sulle
imprese
forti
oscillazioni
prezzi
mercati
delle
materie
prime
hanno
fatto
toccare
nuovi
record
storici
carbone,
minano
sempre
sostenibilità
costi
produzione
delle
imprese.
hanno
ricadute
dirette
prezzo
dell’energia
produzione
fonte
principale.
Nonostante
misure
governative,
imprese
prese
bollette
energetiche
abnormi
difficoltà
stipulare
nuovi
contr
fornitura
nuovo
termico.
33,7%
56,7%
54,6%
37,3%
31,2%
30,4%
12,1%
15,0%
Umbria
Solvibilità
Vulnerabilità
Rischio
31,6%
24,7%
10,2%
14,4%
Italia
Solvibilità
Vulnerabilità
Rischio
15,4%
16,8%
40,8%
26,1%
32,1%
10,5%
13,8%
12,6%
Umbria
Sicure
Solvibili
Vulnerabili
Rischiose
17,4%
21,0%
37,8%
37,1%
21,2%
30,1%
13,2%
11,4%
Italia
Sicure
Solvibili
Vulnerabili
Rischiose
In Umbria, i
consumo
annuale
energia
quali attribuibile alle imprese
Umbria
Sintesi
maggio
. Sulla base dei rincari
verificatisi (il prezzo
medio al MWh nei primi 4 mesi del 2021 era di 62 euro, nel periodo corrispondente del 2022 è salito a
circa 1,2 miliardi di e
uro. Questi extra
costi graverebbero per circa 844 milioni di euro sull’industria e per
352 milioni sui servizi.
Stima maggiori costi per l’energia elettrica a carico delle imprese in Umbria (milioni di euro)
Industria
Servizi
Manifatturiero
Commercio
Costruzioni
Trasporti e magazzinaggio
Attività estrattive
Alberghi, ristoranti e bar
Energia e acqua
Informazione e comunicazione
Att. immobiliari, assicurative, finanziarie
Attività
professionali
Altri servizi
Totale Industria
Totale Servizi
Fonte: CNA Umbria
Sintesi
Per quanto riguarda il
, il consumo annuale in Umbria ammonta a circa 1.106 milioni di metri cubi (dato
2019), di cui il 48
per cento
è assorbito dalle imprese, il 27
per cento
il 23
per cento
riguarda l’uso domestico.
Il prezzo medio del gas naturale nell’ultimo anno (primo
quadrimestre) è passato da 19 euro al MWH a 101 euro. Nel caso in cui pe
rmanessero questi livelli di prezzi,
Si tratta di un ordine di grandezza coe
rente con le più recenti stime del Centro studi Confindustria (
CSC,
ottobre 2022), secondo cui i maggiori costi energetici si tradurrebbero in un aumento della bolletta
annuale per l’intera economia italiana pari a circa 110 miliardi di euro che
riproporz
ionati per l’incidenza
della struttura produttiva regionale
si tradurrebbero in un
aggravio di oltre 1,5 miliardi per l’Umbria.
Escludendo la quota già pagata
nei primi 8 mesi del 2022,
secondo tali stime
le imprese
umbre potrebbero
arsi a
dover
soste
nere un costo aggiuntivo per le bollette energetiche di oltre 780 milioni
di euro da
settembre a dicembre 2022.
L’a
umento
Secondo Banca d’Italia, attraverso il suo sondag
gio alle imprese industriali e dei servizi, la spesa per energia
��24 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Considerando l
e peculiarità dell
struttura produttiva regionale,
secondo stime
il peggioramento dei
conti energetici che sconterà l’economia umbra
suo insieme
nel 2022 potrebbe essere
sostanzialmente
allineato a quello medio nazionale
I settori maggiormente colpiti comprendono
��25 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Esportazioni per ripartizione territoriale e per regione al 2021 e 2022
semestre
2021*
2021/2022*
Milioni di euro
Milioni di euro
variazioni %
centro
222.438
269.765
ovest
93.869
114.612
Piemonte
24.035
28.358
Valle d’Aosta
Liguria
3.394
5.047
Lombardia
66.087
80.692
82.560
99.445
Trentino
Alto Adige
5.024
5.866
Bolzano/Bozen
2.867
3.258
Trento
2.157
2.608
34.095
40.691
Friuli
Venezia Giulia
8.078
10.565
Emilia
Romagna
35.363
42.323
Centro
46.009
55.708
Toscana
23.722
26.067
Umbria
2.220
2.990
Marche
6.011
10.367
Lazio
14.055
16.284
Sud e Isole
24.697
32.693
17.517
20.355
Abruzzo
4.682
4.643
Molise
Campania
6.432
8.221
Puglia
4.076
5.084
Basilicata
1.461
1.541
Calabria
Isole
7.180
12.338
Sicilia
4.545
8.090
Sardegna
2.635
4.247
Province diverse e non specificate
2.965
3.922
ITALIA
250.099
100,0
306.380
100,0
* Dati provvisori
Fonte: Istat
��26 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Esportazioni dell’Umbria e variazioni di Umbria e Italia
semestre
2021*
variazione
2022/2021*
Umbria
Umbria
Italia
Milioni di euro
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca
100,7
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e
miniere
Prodotti delle attività manifatturiere
2088,0
1732,8
2100,1
2866,1
di cui
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
249,2
230,9
248,4
317,7
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori
378,2
302,0
342,4
389,0
Legno e prodotti in legno; carta e stampa
Coke e prodotti petroliferi raffinati
Sostanze e prodotti chimici
112,3
118,0
142,5
157,4
Articoli farmaceutici, chimico
medicinali e
botanici
Articoli in gomma e materie plastiche, altri della
lavorazione di minerali non metalliferi
117,8
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi
macchine e impianti
470,6
404,2
549,8
980,6
Computer, apparecchi elettronici e ottici
Apparecchi elettrici
Macchinari e apparecchi n.c.a.
410,4
319,8
392,7
479,9
Mezzi di trasporto
103,8
167,1
Prodotti delle altre attività manifatturiere
Energia elettrica, gas, vapore e aria
condizionata**
537,1
Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e
risanamento
Prodotti delle attività dei servizi di informazione
e comunicazione
Prodotti delle attività
professionali, scientifiche
e tecniche
Prodotti delle attività artistiche, sportive, di
intrattenimento e divertimento
431,2
Prodotti delle altre attività di servizi
Merci dichiarate come
provviste di bordo,
merci nazionali di ritorno e respinte, merci
varie
TOTALE
2199,4
1829,9
2220,4
2990,0
* Dati provvisori
** Il settore energetico nel commercio estero dell’Italia non viene regionalizzato
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Composizione settoriale delle esportazioni dell’Umbria al 2019 e 2022
semestre (%)
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti
Macchinari e apparecchi n.c.a.
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
Mezzi di
trasporto
Sostanze e prodotti chimici
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura, pesca
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di
minerali non metalliferi
Prodotti delle altre
attività manifatturiere
Legno e prodotti in legno; carta e stampa
Apparecchi elettrici
Articoli farmaceutici, chimico
medicinali e botanici
Computer, apparecchi elettronici e ottici
Altro
TOTALE
100,0
100,0
* Dati provvisori
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
La crescita del fatturato dell’export in termini nominali va interpretata tenendo conto della forte spinta
inflazionistica accentuatasi nel primo semestre 2022, che ha
determinato un a
mento dei prezzi dei
prodotti sul mercato interno, sollecitato in prevalenza dai rincari energetici e in misura minore da quelli
dei beni intermedi, con ricadute sui prezzi dei beni di consumo.
In concomitanza, il sostenuto aumento dei pr
Metalli di base e prodotti in metallo
Macchinari e apparecchi n.c.a.
Mezzi di trasporto
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori
Sostanze e prodotti chimici
Prodotti delle altre attività manifatturiere
Legno e prodotti in legno; carta e stampa
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della…
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura, pesca
��28 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;La spesa per le importazioni ester
e umbre è infatti raddoppiata e, a fronte del +34,7
per cento
realizzato
sul fronte esportativo, il saldo commerciale è calato del 7,1 per cento.
Molti settori in Umbria, tradizionalmente con saldo positivo (Prodotti alimentari, bevande e tabacco,
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, Legno e
prodotti in legno; carta e stampa, Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca) hanno invertito
segno nella propria esposizione con
l’estero, e alcuni di quelli deficitari (
2021*
Var. %
2022/2021
Milioni di euro correnti
Composizione
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca
127,7
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e
miniere
117,3
Prodotti delle attività manifatturiere
1.248,8
1.049,5
1.345,9
1.955,3
di cui
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
243,5
208,8
263,5
381,4
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e
accessori
111,0
108,6
124,4
Legno e prodotti in legno; carta e
stampa
Coke e prodotti petroliferi raffinati
Sostanze e prodotti chimici
139,1
Articoli farmaceutici, chimico
medicinali e
botanici
Articoli in gomma e materie plastiche, altri
prodotti della lavorazione di minerali non
metalliferi
102,6
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi
macchine e impianti
339,4
285,7
375,9
587,3
Computer, apparecchi elettronici e ottici
Apparecchi elettrici
Macchinari e apparecchi n.c.a.
171,0
117,8
155,8
174,5
Mezzi di trasporto
136,0
150,0
Prodotti delle altre attività manifatturiere
Energia elettrica, gas, vapore e aria
condizionata**
Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti
e risanamento
122,6
159,3
280,8
Altro
TOTALE
1.478,9
1.225,5
1.627,1
2.438,9
100,0
100,0
* Dati provvisori
** Il settore energetico nel commercio estero dell’Italia non viene regionalizzato
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
* Dati provvisori
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Saldi commerciali con l’estero dell’Umbria dal 2019 al 2022
semestre (milioni di euro correnti)
2021*
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca
25,0
17,1
24,5
31,4
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e
miniere
27,7
16,0
15,2
34,0
Prodotti delle attività manifatturiere
839,2
683,4
754,2
910,8
di cui
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
22,1
15,0
63,7
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori
280,1
191,0
233,8
264,5
Legno e prodotti in legno; carta e stampa
11,6
11,1
10,4
Coke e prodotti petroliferi raffinati
19,1
11,5
21,7
32,8
Sostanze e prodotti chimici
27,5
33,7
44,3
18,2
Articoli farmaceutici,
chimico
medicinali e botanici
29,1
37,1
23,6
31,1
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della
lavorazione di minerali non metalliferi
52,2
39,6
17,4
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti
131,1
118,5
173,9
393,3
Computer, apparecchi elettronici e ottici
10,2
Apparecchi elettrici
10,6
24,3
Macchinari e apparecchi n.c.a.
239,5
202,0
236,8
305,4
Mezzi di trasporto
52,0
24,4
41,6
31,2
Prodotti delle altre attività manifatturiere
36,3
26,3
30,2
26,0
Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento
121,2
74,9
158,3
278,9
Altro
11,9
15,3
TOTALE
720,5
604,4
593,3
551,2
* Dati
provvisori
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e…
Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e…
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
Mezzi di trasporto
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura, pesca
Sostanze e prodotti chimici
Legno e prodotti in legno; carta e stampa
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della…
��30 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Turismo
Le statistiche del turismo in Umbria nel periodo gennaio
agosto 2022 si possono considerare soddisfacenti,
con la risalita degli arrivi e soprattutto delle presenze che avvicina sempre più la
regione ai livelli pre Covid
anche considerando il proseguimento dei flussi nel periodo
autunnal
Nei primi otto mesi 2022 sono arrivati in Umbria oltre 1 milione e mezzo di turisti
per un totale di 4 milioni
e 372 mila presenze, flussi quasi raddoppia
Fonte: elaborazioni
dati Regione Umbria
1.706
1.009
1.560
4.433
2.311
2.974
4.372
Arrivi
Presenze
��31 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Flussi turistici in Umbria per nazionalità dal 2019 al 2022
periodo gennaio
agosto (migliaia)
Arrivi
Presenze
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
Flussi turistici in Umbria nel periodo gennaio
agosto 2022
variazione
2022 / 2021
variazione
2022 / 2019
migliaia
migliaia
migliaia
Esercizi alberghieri
e residenze d’epoca
Italiani
Arrivi
Presenze
1.467
Stranieri
Arrivi
241,1
Presenze
217,3
Totale
Arrivi
Presenze
1.966
Esercizi
extralberghieri e
all’aria aperta,
locazioni turistiche
Italiani
Arrivi
Presenze
1.390
Stranieri
Arrivi
119,4
Presenze
1.016
Totale
Arrivi
Presenze
2.406
Totale
Italiani
Arrivi
1.166
Presenze
2.856
Stranieri
Arrivi
166,2
Presenze
1.515
119,0
Totale
Arrivi
1.560
Presenze
4.372
1.398
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
Incidenza di italiani e permanenza media dei flussi turistici in Umbria (gennaio
agosto)
Quota di italiani (%)
Permanenza media
Arrivi
Presenze
Italiani
Stranieri
Alberghiero
Extralberghiero
Totale
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
1.195
1.166
1.000
1.200
1.400
Italiani
Stranieri
2.775
1.946
1.658
1.515
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
��32 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Flussi turistici in Umbria per categorie ricettive dal 2019 al 2022
periodo gennaio
agosto
(migliaia)
Arrivi
Presenze
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
Flussi turistici in Umbria periodo gennaio
agosto anni 2019, 2021, 2022 (migliaia)
Arrivi
Presenze
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
eroporto
internazionale dell’Umbria
Nel 2019, l’ultimo anno prima del Covid, il numero di passeggeri dell’Aeroporto internazionale dell’Umbria
Perugia
“San Francesco d’Assisi” si era attestato a 219 mila, ma il record si era avuto nel 2015, quando i
viaggiatori avevano toccato quota 274 mi
Nei primi dieci mesi del
2022 si sono già superati i 3
mila
viaggiatori.
Questi numeri mostrano un salto rispetto a quanto si era consolidato nel tempo.
Nel 202
opo aver
registrato già nei mesi di aprile e maggio nuovi record, con cifre crescenti, a giugno s
sono raggiunti
41.382 viaggiatori. Praticamente, già allo scoccare dell’estate si è arrivati ad un soffio dal primato di sempre,
detenuto da agosto 2015 con i suoi 43.873 passeggeri. Inoltre, rispetto a
giugno 2019 (con 21.731
viaggiatori) si è avuto un aumento del 90
per cento
. A luglio i viaggiatori sono saliti a 51.506
, il 120
cento
in più sul 2019 e +17,4
per cento
rispetto ad agosto 2015. Agosto con i suoi 55.742 passeggeri
transitati sposta ulteriormente in avanti l’asticella: 4.236 viaggiatori in più rispetto a luglio 2022 e 11.869
1.053
1.000
1.200
Alberghi e residenze d’epoca
Es. extralberghieri e all’aria aperta
2.080
1.220
1.966
2.353
1.352
1.754
2.406
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
1.200
1.600
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Aeroporto
Passeggeri 2022 (gennaio
agosto)
2019
Var. %
Perugia
243.462
Lampedusa
222.362
Pescara
479.470
Comiso
260.836
Ancona
308.293
Trieste
442.142
Fonte: elaborazioni AUR su dati Assaeroporti, Aeroporti 2030
Aeroporto
internazionale dell’Umbria
numero p
asseggeri* 200
Passeggeri: Numero totale dei passeggeri in arrivo/partenza, inclusi i transiti diretti (ossia i passeggeri che transitano in
aeroporto e ripartono utilizzando un aeromobile con lo stesso numero di volo dell’arrivo).
Fonte: elaborazioni AUR su dati Assaeroporti, Aeroporti 2030
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
2022 (gen.
ott.)
��34 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;In un’ottica diacronica, è come se l’aeroporto San Francesco nel 2022 fosse entrato nella sua quinta fase
di questo terzo millennio. La prima, compresa fra il 2000 e il 2007, caratterizzata da
passeggeri stabilmente
sotto quota 100 mila. La seconda, dal 2008 al 2011, dove i viaggiatori non hanno mai raggiunto la soglia
dei 200 mila. La terza, dal 2012 al 2019, dove i passeggeri
fatto salvo il picco di 274 mila del 2015
sono attestati medi
amente non molto al di sopra di quota 200 mila. La quarta, quella tremenda del Covid
(2020
2021). La quinta, iniziata in questo 2022 e caratterizzata, per la prima volta nella storia dello scalo,
dal superamento della soglia dei 300 mila viaggiatori.
Oggi il San Francesco sembra in grado di poter trovare una sua collocazione importante nello scenario
aeroportuale nazionale e internazionale. Questo ce lo dicono i dati 2022 che a loro volta
fanno diventare
alquanto realistica anche l’ipotesi che già tra il 2024 e il 2026 si possa raggiungere quella soglia dei 400/500
mila viaggiatori annui considerata ottimale dagli addetti ai lavori per il tipo di aerostazione.
Ciò detto, non va sottovalutat
o il fatto che è ancora molto lunga la strada da percorrere per consolidare
(e migliorare) i dati del 2022. In particolare, ci sono
almeno
tre fronti che non vanno trascurati in quanto
incideranno, e non poco, sull’andamento futuro dello scalo umbro
Infrastruttura
. Il San Francesco è un aeroporto rinnovato nel 2012
dove possono transitare senza
problemi
mediamente
fino a 500 mila passeggeri all’anno
, ma non sufficientemente attrezzato per
affrontare picch
i di passeggeri come quelli registrati nell’ultima estate.
Da qui la
necessità di
intervenire
sulla
struttura
affinché non vada
in sofferenza.
Intermodalità
. Bisogna potenziare il più possibile i collegamenti su g
omma, oltre che su rotaie, dello
scalo, in quanto quest
connessioni contribuiscono ad una
notevole
crescita de
l numero d
i passeggeri.
Sostenibilità ecologica
. Gli aeroporti, nessuno escluso, sono chiamati a fare
la loro parte nella grande
sfida volta a rendere compatibile lo sviluppo del trasporto aereo con la tutela dell’ambiente.
Tra gli
interventi realizzabili n
caso dell’aeroporto umbro si segnalano: la
sostitu
zione de
i mezzi aeroportuali
a motore termico con quelli a motore elettrico;
rinnov
o del
l’illuminazione, compresa quella de
pista, con lampade a led di ultima generazione dai consumi ridotti; l’autoproduzione e lo stoccaggio
di energia;
la riduzione della
produzione di rifiuti e
utilizzo circolare degli scarti;
minimizza
zione de
consumo di acqua potabile;
un’
accelera
zione de
l processo di digitalizzazione.
��35 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Lavoro
Forze di lavoro, occupati, disoccupati
Dopo gli strascichi di una pandemia che forti conseguenze
aveva avuto sulla condizione professionale
della popolazione, il mercato del lavoro sembra riprofilarsi su assetti più facilmente leggibili: in Umbria
riaumentano i disoccupati (che in parte erano “nascosti” dalle statistiche tra gli inattivi, soprattutto
tra le
forze di lavoro potenziali) e l’occupazione, che aveva ripreso a crescere, già dal primo trimestre del 2022
mostra una nuova flessione. Il tutto, mentre le forze di lavoro continuano il loro inarrestabile declino, figlio
anche della erosione, in co
rso, della fascia demografica in età lavorativa.
In estrema sintesi, dopo un 2021 particolarmente performante per la regione (ripresa dell’occupazione
molto più sostenuta che in Italia e calo dei disoccupati, quando altrove salivano),
si scorge
un’Umbria c
��36 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Forze di lavoro (15
74 anni) in Umbria dal 2019 al secondo trimestre 2022 (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Forze di lavoro pote
nziali (15
64 anni) in Umbria per genere dal 2019 al secondo trimestre 2022
(migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Occupati (15 anni e più) in Umbria dal 2019 al secondo trimestre 2022 (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
389,6
390,4
385,4
394,3
387,9
362,8
381,1
382,0
376,0
377,7
377,4
377,6
375,8
374,0
25,5
24,5
26,3
22,9
26,9
45,0
26,2
27,4
32,8
27,9
28,1
27,1
22,5
21,2
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
uomini
donne
totale
350,0
358,6
359,2
365,3
351,9
342,8
348,6
350,2
348,3
355,5
356,6
356,6
355,4
346,7
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
��37 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Di
converso, i disoccupati sono tornati a salire, dopo il visibile e progressivo calo che ha caratterizzato il
2021. Nel secondo trimestre 2022 l’Umbria conta 23 mila e 300 persone alla ricerca di un lavoro, divise
quasi equamente tra uomini e donne. I disocc
upati sono il 13,6 per cento in più dello stesso periodo
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
40,6
33,3
27,3
31,1
38,0
21,6
33,3
32,8
29,9
24,9
23,2
22,0
21,8
28,3
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
��38 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Variazioni tendenziali della popolazione in condizione professionale in Umbria al II trimestre
2022
migliaia
Forze di lavoro
Forze di lavoro
potenziali
Occupati
(15 anni e più)
Disoccupati
(15 anni e più)
anni
Uomini
Donne
Uomini
Donne
2022/2021
2022/2019
13,5
16,3
11,9
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Variazioni tendenziali delle Forze di lavoro e delle Forze di lavoro
potenziali in Umbria, in Italia,
al Nord e al Centro al II trimestre 2022 (%)
Umbria
Italia
Centro
Forze di lavoro
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
2022/21
2022/19
Forze di lavoro potenziali
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
64 anni
74 anni
2022/21
2022/19
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Variazioni tendenziali degli occupati e dei disoccupati in Umbria, in Italia, al Nord e al Centro al
trimestre 2022 (%)
Umbria
Italia
Centro
Occupati (15 anni e
più)
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Donne
2022/21
2022/19
Disoccupati (15 anni e più)
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Donne
2022/21
2022/19
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Tasso di occupazione (15
64 anni) in Umbria, Italia, Nord, Centro (%)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Umbria
Centro
Italia
��39 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Tasso di occupazione 15
64 anni in Umbria per genere (%)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Tasso di occupazione 15
64 anni per genere in Umbria, Italia, Nord, Centro (%)
Umbria
Italia
Centro
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Tasso di disoccupazione 15
64 anni in Umbria, Italia, Nord, Centro (%)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Donne
Uomini
Umbria
Italia
Centro
��40
Tasso di disoccupazione 15
64 anni in Umbria per genere (%)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Tasso di disoccupazione 15
64 anni per genere in Umbria, Italia, Nord, Centro (%)
Umbria
Italia
Centro
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Uomini
Donne
Totale
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
ndamento settoriale
La flessione dell’occupazione in Umbria nel primo semestre 2022 (che ha portato tra aprile e giugno a una
Uomini
Donne
��41
Occupati in Umbria
in Agricoltura, silvicoltura, pesca (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Occupati in Umbria nelle Costruzioni (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
��42
Occupati in Umbria nel Commercio, alberghi, ristoranti (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Occupati in Umbria negli Altri servizi (migliaia)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Il confronto con l’Italia
considerando
il dato medio del primo semestre 2022
evidenzia la buona
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
177,2
177,4
172,9
171,0
179,0
177,3
164,8
157,3
169,2
177,7
167,0
162,6
169,8
165,5
T1-2019
T2-2019
T3-2019
T4-2019
T1-2020
T2-2020
T3-2020
T4-2020
T1-2021
T2-2021
T3-2021
T4-2021
T1-2022
T2-2022
��43
Variazioni degli occupati in Umbria nel primo semestre (valori assoluti)
2022/2021
2022/2019
TOTALE
3.243
Agricoltura, silvicoltura, pesca
1.268
5.426
Industria in senso stretto
2.957
12.477
Costruzioni
5.764
Commercio, alberghi, ristoranti
4.072
6.413
Altre attività dei servizi
5.787
9.647
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Dinamica dell’occupazione per settori nel
primo semestre in Umbria, Italia e ripartizioni (%)
2022/2021
2022/2019
Umbria
Italia
Nord
Ovest
Nord
Centro
Umbria
Italia
Nord
Ovest
Nord
Centro
TOTALE
Agricoltura, silvicoltura, pesca
Industria in senso stretto
Costruzioni
Commercio, alberghi,
ristoranti
Altre attività dei servizi
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Cessazioni per dimissioni e per fine contratto
Continuano a crescere anche le dimissioni che, in riferimento al secondo trimestre, passano dalle 5.904
del 2021 alle 7.077 del 2022 (+19,9 per cento, di un punto più alto del dato italiano). La crescita di questa
componente rallenta tra i tempi indetermin
ati, per una riduzione della quota, sul relativo totale, dal 77 per
cento del 2021 al 69,4 del 2022, e un avvicinamento alla media nazionale. Nel complesso, in Umbria le
dimissioni sono responsabili di oltre un terzo delle cessazioni, una quota in calo ten
denziale ma ancora
superiore a quella italiana (31,8 per cento).
Cessazioni in Umbria per motivazione e tipologia di contratto
aprile
giugno 2022
Fonte: elaborazioni
su dati INPS
1.549
1.975
7.077
11.040
1.566
2.769
5.119
7.172
5.000
10.000
15.000
20.000
Tempi indeterminati
A termine
Altro
Totale cessazioni
dimissioni
fine contratto
altre cause
Totale
��44
Cessazioni per dimissioni e per fine contratto per
tipologia contrattuale in Umbria e Italia:
variazioni aprile
giugno 2022/2021 e incidenza sul totale cessazioni (%)
Tempi indeterminati
A termine
Altro
Totale
Variazione cessazioni per dimissioni
Umbria
Italia
Variazione cessazioni per fine contratto
Umbria
Italia
Quota dimissioni su totale cessazioni (II trimestre 2022)
Umbria
Italia
Quota fine contratto su totale
cessazioni (II trimestre 2021)
Umbria
Italia
Fonte: elaborazioni
su dati INPS
Cessazioni per dimissioni e per fine contratto per tipologia di contratto in Umbria: valori
gennaio
giugno 2022, incidenza e variazioni tendenziali
Tempi indeterminati
A termine
Altro
Totale
Dimissioni
7.055
2.676
3.609
13.340
Incidenza % su cessazioni
Fine contratto
8.787
11.814
20.601
Incidenza % su cessazioni
Dimissioni
5.785
1.762
2.377
9.924
Incidenza % su cessazioni
Fine contratto
6.289
7.881
14.170
Incidenza % su cessazioni
Variazione I semestre 2022/2021 (%)
Dimissioni
Fine contratto
Fonte: elaborazioni
su dati INPS
��45
come in Italia. Tuttavia
mentre nel Paese si registra un complessivo recupero dal 2019 al 2022 delle
ttiva
zioni nette (+0,1 per cento), l’Umbria staziona ancora su un
19,7 per cento.
Tempo
indeterminato
Tempo
determinato
Apprendistato
Totale
apr. 2022
1.523
1.330
2.553
apr. 2021
1.180
apr. 2020
3.263
2.808
apr. 2019
2.035
3.180
Fonte: Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
Banca d’Italia
Anpal
Tempo
indeterminato
Tempo
determinato
Apprendistato
Totale
gennaio
aprile 2022/2021
Umbria
138,0
116,4
Italia
106,3
gennaio
aprile 2022/2019
Umbria
196,2
Italia
107,3
Fonte: elaborazioni
su dati Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
Banca d’Italia
Anpal
La crescita di posti di lavoro non è omogenea tra settori: nel primo quadrimestre 2022 continuano a
1.000
1.200
industria in ss
costruzioni
commercio
turismo
altri servizi
��46
Fonte: elaborazioni
su dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Banca d’Italia
Anpal
Variazioni gennaio
Industria in
senso stretto
Costruzioni
Commercio
Turismo
Altri servizi
Umbria
Italia
Fonte: elaborazioni
su dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Banca d’Italia
Anpal
revisioni di ingressi nelle imprese
I dati Excelsior sulle
previsioni di entrate, al di là dei numeri, offrono uno spaccato interessante dei profili
professionali di cui le imprese di ciascun territorio hanno bisogno e per questo raccontano molto dei
industria in ss
costruzioni
commercio
turismo
altri servizi
��47
Lavoratori previsti in entrata dalle imprese
nel periodo novembre
gennaio 20
per settori
e classe dimensionale in
Umbria e in Italia (%)
settori
Umbria
Italia
INDUSTRIA
Industria manifatturiera e public utilities
Costruzioni
SERVIZI
Commercio
Servizi di alloggio e
ristorazione; servizi turistici
Servizi alle imprese
Servizi alle persone
classe dimensionale
49 dipendenti
249 dipendenti
250 dipendenti e oltre
TOTALE
Fonte:
Unioncamere
ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2022
Nel solo mese di
novembre
si prevedono
4.430
unità aggiuntive (
4,5 per
cento tendenziale, a fronte di
italiano)
costituite per
quasi due quinti
Operai specializzati e conduttori di imp
ianti e macchine
per il
34 per cento da
Impiegati e professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
per i
cento da
Professioni
scientifiche,
con elevata specializzazione e tecnici
per i
per cento da
Professioni non
qualificate
. Non è prevista neanche una figura dirigenziale. Se anche in Italia la quota dei dirigenti si limita
a uno 0,3 per cento, rispetto al Paese l’Umbria risulta sottodimensionata soprattutto in relazione alle
Professioni intellettuali scientifiche
e con elevata specializzazione
e alle
Professioni tecniche
; invece si
caratterizza per una maggiore presenza di
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
In 53 casi su cento
si tratta di figure difficili da reperire sul mercato (
46 su base
nazionale) e, per un terzo,
proprio per mancanza di candidati. Le difficoltà si accentuano nel caso degli operai specializzati, per cui la
percentuale sale al
per cento (
in Italia).
Tra le entrate previste dalle imprese della regione, i laureati
arrivano a
l 10 per cento; di contro, per il 3
per cento dei casi non è richiesto alcun titolo. In Italia si
cercano un po’ più laureati e un po’ meno persone per le quali non è rilevante il titolo di studio posseduto
per cento rispettivamente).
In Umbria, n
per cento dei casi per le nuove entrate sono previste assunzioni alle dipendenze
(81 per
cento in Italia)
. La propensione ad assumere alle dipendenze si eleva tra i servizi (8
per cento) e, tra questi,
nel turismo in particolare (9
cento). Anche le costruzioni si collocano sopra la media (
per cento).
Tuttavia,
i contratti alle dipendenze sono
la maggioranza dei casi a termine.
Rispetto allo stesso periodo di tre anni prima, la propensione delle imprese a stipulare contratti all
dipendenze
rimane invariata ma allora il contributo dei
��48
Lavoratori previsti in entrata dalle imprese in Umbria e in Italia
a novembre
2022 per profili
Umbria
Italia
Dirigenti e
direttori
Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione
Professioni tecniche
di cui
Tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione
Tecnici delle
Impiegati
Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
1.210
di cui
Cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi
turistici
Commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
1.750
di cui
Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici
Conduttori di mezzi di trasporto
Operai nelle
attività metalmeccaniche richiesti in altri settori
Professioni non qualificate
di cui
Personale non qualificato nella logistica, facchini e corrieri
Personale non qualificato nei servizi di pulizia e in
altri servizi alle persone
Totale
4.430
* I valori assoluti sono arrotondati alle decine. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori
Fonte: Unioncamere
ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2022
Lavoratori previsti in entrata dalle imprese umbre nel mese di
novembre
2022 per tipologia di
100,0
INDUSTRIA
Manifattura e public utilities
Costruzioni
SERVIZJ
Commercio
Turismo
Servizi alle imprese
Servizi alle persone
TOTALE
T. determinato
T. indeterminato
Altri dipendenti
��49
Sempre rispetto a tre anni fa aumenta in proporzione, in Umbria più che in Italia, la r
ichiest
di operai
specializzati
e di personale non qualificato, a scapito delle altre figure.
Lo spostamento
delle richieste verso l
’istruzione
terziaria
lieve
mente
accennato in Italia, in Umbria
continua a distanza di tre anni a stazionare al 9,8
per cento.
Di contro, l
e difficoltà di reperimento erano sensibilmente più basse (3
per cento in Umbria e in
Dirigenti e direttori
Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata
specializzazione
Professioni tecniche
Impiegati
Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei
servizi
Operai specializzati e conduttori di impianti e
macchine
Professioni non qualificate
Dirigenti e direttori
Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata
specializzazione
Professioni tecniche
Impiegati
Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei
servizi
Operai specializzati e conduttori di impianti e
macchine
Professioni non qualificate
��50 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Tendenze demog
rafiche
In Umbria, più che in Italia, la popolazione sta calando progressivamente e con essa diminuiscono le
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
100.000
300.000
500.000
700.000
900.000
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
15-64
65 e più
totale
��51 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Previsioni demografiche in Umbria e Italia al 2031
Popolazione in Umbria
Variazione 2031/2022
Umbria
Italia
102.050
83.257
265.807
245.301
529.423
493.337
65 e più
227.909
256.601
TOTALE
859.381
833.197
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
Indici di dipendenza in Umbria e Italia al 2022 e 2021 (%)
Umbria
Italia
Umbria
Italia
Indice di
dipendenza strutturale
62,32
57,39
68,89
63,99
Indice di dipendenza degli anziani
43,05
37,46
52,01
45,76
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
I giovani costituiscono dunque una risorsa sempre più scarsa non solo per fenomeni strettamente
demografici ma anche per l’esito degli spostamenti
verso
l’estero
, non sufficientemente bilanciati dai flussi
verso l’Umbria provenienti da fuori Italia
Particolarmente preoccupante è l’esodo all’estero dei laureati
che, negli ultimi dieci anni, si è intensificato in tutta Italia
, in modo territorialmente diffuso.
In Umbria il
fenomeno è decuplicato: nel 2020 decide di andare all’estero un giovane laureato
dai 25 ai 39 anni
ogni
trecento giovani che vivono in Umbria (nel 2011 tale proporzione era uno a tremila).
Quelli che
invece
trasferiscono la propria residenza in Umbria
aumentano con un ritmo molto più contenuto (
sono passati
dallo 0,2 allo 0,8 per mill
e nello stesso periodo
. Nel 2011 dunque la situazione umbra era di quasi equilibrio
(il saldo era di
19 unità); a distanza di dieci anni si è avuto un ampliamento consistente del saldo negativo
(passato a
306 unità), tanto da collocare l’Umbria al primo
posto nella graduatoria delle regioni italiane
per tasso di crescita nel decennio di esodi netti.
Sarà dunque sempre più strategico intervenire affinché il territorio cresca in attrattività e richiami giovani
che possano trovarvi occasioni di lavoro soddi
sfacenti, perché la competitività territoriale, già oggi, si sta
giocando anche su questo fronte.
Tasso di crescita dal 2011 al 2020 del saldo migratorio all’estero dei giovani laureati 25
39 enni
(2011=100)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
1.611
1.080
Piemonte
Lombardia
Trentino-A.A.
Friuli-V.G.
Liguria
E.-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
��52 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Povertà e
vulnerabilità
Nel 2021 in Umbria 16 persone su 100 (25 in Italia) risultavano a
rischio di povertà o esclusione sociale
segnando un progressivo lieve peggioramento (nel 2019 la quota era del 13,3 per cento) mentre a livello
nazionale il fenomeno si è mantenuto stabile negli ultimi tre anni.
Persone a rischio di povertà o esclusion
e sociale per regioni al 2021 (valori %)
Fonte: elaborazioni
su dati Istat
A crescere sono tutte le tre componenti su cui è costruito l’indice, ovvero il rischio di povertà, la grave
deprivazione materiale
, la bassa intensità lavorativa, mentre in Italia l’innalzamento della bassa intensità
lavorativa è stato controbilanciato da una contrazione delle situazioni di deprivazione grave,
Sono a rischio di povertà o di esclusione sociale le persone che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: a. v
ivono
in famiglie a bassa intensità di lavoro; b. vivono in famiglie a rischio di povertà; c. vivono in famiglie in condizioni di
grave
deprivazione materiale (indicatore Europa 2020).
Le persone in grave deprivazione sono quelle che vivono in famiglie che registrano almeno quattro segnali di deprivazione
materiale sui nove indicati di seguito: 1. essere in arretrato nel pagamento
di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; 2. non
poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; 3. non poter sostenere spese impreviste di 850 euro (l’importo di riferimento pe
r le
spese impreviste è pari a circa 1/12 del valore della soglia di p
overtà annuale calcolata con riferimento ai due anni precedenti
l’indagine); 4. non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del
Emilia-Romagna
Trentino-Alto Adige
Valle d’Aosta
Marche
Lombardia
Umbria
Friuli-Venezia Giulia
Umbria le persone a rischio di povertà, ovvero coloro che nell’anno precedente l’indagine hanno avuto
un reddito netto equivalente (senza componenti figurative e in natura) inferiore al 60 per cento di quello
mediano, sono 12 su 100 (20 su base nazionale),
erano 9,8 nel 2019. Si ricorda che in Italia, per una famiglia
di un componente adulto, essere a rischio povertà nel 2021 significava non arrivare a 10.519 euro annui
(877 euro al mese).
Le componenti del rischio di povertà ed esclusione sociale dal 2019
al 2021 in Umbria e Italia (%)
Umbria
Rischio di povertà o esclusione sociale
Rischio di povertà
Grave deprivazione
3,7 (*)
2,0 (*)
Bassa intensità lavorativa
4,0 (*)
4,8 (*)
Italia
Rischio di
povertà o esclusione sociale
Rischio di povertà
Grave deprivazione
Bassa intensità lavorativa
* Stima corrispondente ad una numerosità campionaria compresa tra 20 e 49 unità.
Fonte: Istat
quadro non cambia nella sostanza se l’analisi della povertà si sposta dal concetto di reddito a quello di
spesa. L’indice di povertà relativa messa a punto dall’Istat definisce povera una famiglia di due componenti
che ha una spesa per consumi inferiore o
uguale alla spesa media per consumi pro
capite (pari nel 2021 a
1.048,81 euro)
. Con questo criterio, nel 2021 in Umbria risultano relativamente povere il 9,5 per cento delle
famiglie e il 12,7 degli individui. Valori più bassi di quelli medi nazionali ma
, anche in questo caso, in crescita
rispetto al 2019 per la regione, in diminuzione o stazionari in Italia.
È interessante notare il generalizzato calo nel 2020 degli indici. In contesti di forte crisi economica, come
è stato l’anno dello scoppio della pa
ndemia, l’indice di povertà relativa diminuisce, sostanzialmente per
seguenti
motivi:
perché s
i abbassa la soglia a causa del consistente calo della spesa media mensile familiare
per consumi ma anche per una maggiore propensione al risparmio; inoltre, pe
rché le famiglie che hanno
consumi già molto ridotti, dunque difficilmente comprimibili, non possono contrarre più di tanto la loro
spesa e, negli anni in cui si abbassa la linea di povertà relativa, alcune di loro (che erano definite povere)
si ritrovano
ad uscire da questa condizione, sebbene la loro situazione non sia sostanzialmente cambiata.
Per def
inire i valori con nuclei familiari di diversa ampiezza vengono utilizzati coefficienti correttivi. Ad es. una famiglia
monocomponente è relativamente povera se la sua spesa mensile è inferiore o uguale a 629,29 euro; per una famiglia con tre
componenti la
soglia sale a
1.394,92 euro, con quattro
sale a 1.709,56 euro e così via.
��54 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;La povertà relativa delle famiglie e individuale in Umbria e Italia dal 2019 al 2021 (valori %)
Umbria
Povertà relativa delle famiglie
Povertà relativa individuale
Italia
Povertà relativa delle famiglie
Povertà relativa individuale
Fonte: Istat
Il punto di vista di chi opera sul campo (Caritas Diocesane in Umbria, IV
Rapporto sulle povertà) dà conto
della mutata composizione delle persone che chiedono aiuto presso i centri di ascolto: circa il 30 per cento
dei richiedenti aiuto è costituito dai cosiddetti “nuovi poveri”, di cui quasi due terzi italiani, colpiti dagli
ffetti diretti e indiretti della pandemia. Pur rimanendo sempre alta l’incidenza di persone extra
comunitarie, di disoccupati, di persone con bassi livelli di istruzione, si fa sempre più rilevante il peso dei
giovani, dei minori, ma anche di persone con u
n lavoro ma con bassi livelli retributivi.
Inflazione
Il 2022 è anche l’anno segnato dalla crescita dell’inflazione. In particolare, il mese di ottobre ha visto
un’accelerazione straordinaria dell’indice dei prezzi al consumo che, su base tendenziale, sale all’11,8 per
cento: per trovare un aumento dei prezzi
del “carrello della spesa” superiore occorre risalire al lontano
giugno 1983.
tendenziale), ma continuano a crescere anche i prezzi dei Beni alimentari
(+13,5 per cento), soprattutto le
e servizi per la casa (+7,0 per cento).
A livello regionale, in un range che oscilla tra il 14,4 della
Sicilia e l’8,8 per cento della Valle d’Aosta, l’Umbria
si colloca tra le situazioni più critiche, con un indice pari al 12,7 per cento. E Perugia, tra i capoluoghi di
regione e quelli di provincia con più di 150.000 abitanti, si posiziona tra le prime cit
tà con un 13,1 per cento.
Considerando che la spesa annua è molto differenziata territorialmente (decresce da Nord a Sud), questi
tassi hanno influito in diversa misura sui rincari del paniere. Secondo una stima riportata da Codacons,
l’Umbria si colloche
rebbe all’ottavo posto per il maggior
Indici dei prezzi al consumo per regione
ottobre 2022, variazioni %
tendenziali (base 2015=100)
Fonte: Istat
Aggravio di spesa annua per regioni (ottobre 2022 rispetto a ottobre 2021)
Fonte: elaborazioni grafiche AUR su dati Codacons
Sicilia
Liguria
Sardegna
Abruzzo
Umbria
Emilia-Romagna
Puglia
Toscana
Trentino AA
Italia
Lombardia
Campania
Basilicata
Valle
d’Aosta
4.360
4.278
4.272
4.139
3.913
3.796
3.769
3.728
3.616
3.540
3.487
3.440
2.765
Emilia-Romagna
Toscana
Trentino AA
Liguria
Lombardia
��56 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Gli aumenti stimati comporterebbero per l’Umbria lo scivolamento verso la condizione di povertà relativa
di circa 3.100 famiglie, che si andrebbero ad aggi
ungere alle altre 34.800 individuate nel 2021, per un
incremento lievemente superiore a quello medio nazionale e pari all’8,9 per cento.
1.083
1.083
1.169
1.169
1.169
1.169
1.169
1.169
1.236
1.236
1.236
1.236
1.255
1.323
1.323
1.323
1.323
1.363
1.363
1.363
1.363
1.211
1.211
1.390
1.390
1.390
1.390
1.390
1.390
1.495
1.495
1.495
1.495
1.516
1.626
1.626
1.626
1.626
1.679
1.679
1.679
1.679
2.731
2.731
2.731
2.731
2.771
3.042
3.042
3.042
3.042
Sardegna
Sicilia
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Molise
Puglia
Lazio
Marche
Toscana
Umbria
ITALIA
Liguria
Lombardia
Piemonte
Valle d’Aosta
Romagna
Friuli
Trentino A.A.
Spesa 2021
Spesa aggiuntiva 2022
Spesa 2022
Sicilia
Sardegna
Basilicata
Calabria
Puglia
Campania
Abruzzo
Molise
Italia
Marche
Lazio
Toscana
Umbria
Liguria
Lombardia
Piemonte
Friuli-V.G.
E.-Romagna
Trentino A.A.
��57 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Una stima dell’impatto del PNRR
È ancora presto
quantificare
quali saranno le ricadute immediate
delle ingenti risorse stanziate dal
Piano nazionale di ripresa e resilienza
(PNRR)
iù che le incertezze relative alla fattibilità economica di
alcuni investimenti programmati
ciò che preoccupa è il
notevole ritardo nella capacità di spesa
, dei 18,5 miliardi programmati e previsti nel DEF 2021, ne
sono stati spesi solo 5,5
(NaDEF 2022)
; per
il 2022, dei 29,4 miliardi di euro di spesa ipotizzati nel DEF 2022 si pr
��58 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Ipotesi principali
dell’analisi di impatto
’importo complessivo stanziato per l’Umbria
oggi
quantificabile in circa 1,7 miliardi di euro
spendere entro
026.
A detto importo
è stata data la seguente scansione temporale: 20
per cento
2023, 30
per cento
rispettivamente negli anni 2024 e 2025 e l’ultimo 20
per cento
nel 2026.
L’applicazione del modello
Input
Output
ha richiesto la scomposizione della spesa di ciascuna delle 68
linee di intervento contenute nel “cruscotto risorse PNRR”
della Regione Umbria
, in particolare,
ciascuna delle 104 linee specifiche della Sanità
in macro voci (spesa per costruzioni, macchinari, prodotti
Ict, servizi ecc.).
Come già anticipato,
i tratta di una prima articolazione di massima, costruita sulla base
delle informa
zioni
ad oggi
disponibili, che
nel corso del tempo potrà
essere ulterior
mente
affina
a questa prima articolazione per branche di origine si evince che la gran parte delle risorse verrà
Totale
Costruzioni
Metalli
Macchinari
Autoveicoli
Altri mezzi di trasporto
Prodotti ICT
Servizi IT
Attività professionali
Istruzione
Totale
100,0
Fonte: elaborazioni
su dati Regione Umbria
Esito della simulazione
Sulla base di questa duplice articolazione
temporale e per branche produttive
è stata effettuata una
prima simulazione dell’impatto che
deriverebbe dalla spesa
, in Umbria,
prevista nel 2023.
L’incremento di domanda finale, pari a 339,6 milioni di euro, nella tabella del conto risorse/impieghi si
trova
nella
sezione
“impieghi”
scomposto in tre componenti: Investimenti fissi lordi (313,8 milioni di euro),
��59 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Conto delle risorse e degli impieghi
impatto su Umbria e resto d’Italia nel 2023
(di 339,6 milioni di euro)
Impatto unitario
di 100 euro
Umbria
Resto Italia
Totale
Umbria
Resto Italia
Totale
Umbria
(milioni di euro)
(euro)
Prodotto Interno Lordo
194,9
118,7
313,6
57,4
34, 9
62,2
di cui:
Valore Aggiunto prezzi base
167,7
116,1
283,8
Import interregionale
intermedio
19,2
19,4
99,1
Import interregionale finale
16,7
16,8
99,9
Import estero intermedio
15,5
52,5
Import estero finale
91,8
TOTALE
RISORSE
373,5
146,9
520,4
110,0
43,3
153,3
71,8
Spesa Famiglie Totale
17,1
Spesa AAPP
100,0
Investimenti fissi lordi
313,8
313,8
92,4
92,4
100,0
Export interregionale
intermedio
19,2
19,4
Export interregionale finale
16,7
16,8
Export estero
finale
100,0
TOTALE IMPIEGHI
373,5
146,9
520,4
110,0
43,3
153,3
Fonte: elaborazioni
su modello Irpet
L’effetto moltiplicatore di detta spesa fotografa con più immediatezza l’esito dell’impatto dell’attivazione
diretta, indiretta e indotta. Ogni 100 euro investiti
nella regione
generano mediamente: 92,3 euro di Pil, di
cui 57,4
euro
(il 62,3
per cento
totale)
prodotti
in Umbria (il resto va a beneficio delle altre regioni
italiane) e 49,4 euro di valore aggiunto che resta in regione. Generano inoltre 36 euro di beni importati
dal resto d’Italia e 16,6 euro dall’estero.
L’impatto stimato riproduce le car
atteristiche del modello produttivo umbro, per sua natura fortemente
dipendente dalle economie esterne (tipico delle realtà di piccole dimensioni). Spicca la forte dipendenza
dai beni importati (sia da fuori regione che dall’estero), per soddisfare
domanda intermedia
(finalizzata cioè alla produzione) sia la domanda finale, fenomeno
l quale resta tuttavia esente in gran
parte il settore delle costruzioni. Sono di fatto i prodotti manifatturieri ad attivare un elevato fabbisogno
di beni provenienti
da fuori regione.
��60 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Per gli anni successivi, considerando che l’ipotesi di partenza contempla un’articolazione della spesa per
branche d’origine inalterata (pur cambiando il totale), il moltiplicatore unitario rimane
invariato
In sintesi, stante
le simu
lazioni condotte con il modello
utput, in Umbria l’effetto espansivo delle
misure previste sul livello del P
per il 2023 sarebbe
stimabile intorno
punti percentuali
rispetto al
. Nel complesso, al termine del periodo di
programmazione
previsto
nel 2026, l’utilizzo delle risorse
del PNRR innalzerebbe il P
umbro di 3,
punti percentuali rispetto allo scenario base
a partire
cioè
Sono dati in linea con le simulazioni effettuate
per l’Italia
dall’U
fficio
arlam
entare di Bilancio
, secondo cui,
Impatto su
Umbria
Impatto su
resto d’Italia
Impatto
totale
% Umbria su
totale
Prodotto Interno Lordo
974,4
593,4
1.567,7
di cui:
Valore Aggiunto prezzi base
838,6
580,4
1.419,0
135,6
148,6
Import
interregionale intermedio
326,6
329,4
Import interregionale finale
284,2
284,4
Import estero intermedio
138,4
125,2
263,6
Import estero finale
144,0
157,0
TOTALE RISORSE
1.867,6
734,6
2.602,0
Spesa
Famiglie Totale
166,4
124,0
290,4
Spesa AAPP
100,0
Investimenti fissi lordi
1.569,0
1.569,0
100,0
Export interregionale intermedio
326,6
329,4
Export interregionale finale
284,2
284,4
Export estero
Imposte
indirette nette domanda finale
120,0
120,0
100,0
TOTALE IMPIEGHI
1.867,6
734,6
2.602,0
Fonte: elaborazioni
su modello Irpet
Al di là dei numeri,
più che
le conseguenze economiche immediate
prodotte da una serie di investimenti
qui si vuole ricordare che
l’impatto più importante generato dalle risorse del PNRR per realizzare le opere
previste è rappresentato da
l’insieme di
ricadute nel medio
lungo periodo a favore del sistema economico
ociale
UPB,
Rapporto sulla programmazione di bilancio 2022
, maggio 2022.
��61 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;pensati per
compiere un balzo in avan
ti al
la produttività
sistema, sia del
le imprese
che dell’apparato
pubblico
Interventi
non di poco conto
, questi,
aggredire quei problemi strutturali che hanno
determinato un ventennio di stagnazione economica
l’Italia e ancor più
l’Umbria la
quale
frattempo
si è andata progressivamente allontanando dalla medianità che l’aveva
caratterizzata
fino agli
anni
ovanta.
Non solo. A
l miglioramento della competitività del mondo produttivo
si aggiung
una serie di
altri
importanti benefici, per loro natura non misurabili, ma ugualmente importanti
per lo sviluppo del
territorio
e del benessere dell
a collettività
: si pensi agli effetti sulla salute derivanti dal potenziamento e
dall’efficientamento del sistema sanità;
si pe
alla maggiore vivibilità conseguente a taluni interventi sulle
città; si pensi al miglioramento dei percorsi educativi e dell’istruzione
in presenza
di una
offerta maggiore
e più qualificata
strutture preposte ad accogliere bambini e studenti
Effetti che molto hanno a che
fare con la qualità del vivere un territorio.
ondi strutturali europei
La nuova programmazione 2021
vestimenti finanziati
a notevole mole di risorse del
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si
affiancano le azioni promosse attraverso i Fondi strutturali europei (principalmente il Fondo europeo di
sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo
), di cui si sta avviando il nuovo ciclo di programmazione
2027.
Si tratta anche in questo caso di risorse ingenti: l’Italia potrà contare su un totale di 75,315
miliardi di euro di Fondi strutturali e di investimento, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. Una
parte di queste risorse è riservata a
i Programmi Nazionali (complessivamente
25,575 miliardi di euro) ma
quota più consistente, pari a
48,492 miliardi di euro
, andrà a finanziare i Programmi Regionali,
promossi da tutte le Regioni e le Province Autonome.
La strategia 2021
2027 indirizza le
risorse verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei
per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar),
in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazional
e per lo sviluppo sostenibile.
Si concentrerà l’attenzione verso l’accessibilità
fisica e digitale
dei territori, i contesti più fragili dal punto
di vista socio
economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree espost
rischi naturali o in transizione industriale), le categorie e le persone più vulnerabili, la valorizzazione di
giovani e donne, il contrasto alle discriminazioni, la creazione di opportunità di lavoro di qualità.
In ragione dell’arretramento subito ne
gli indicatori socioeconomici, nel nuovo ciclo di programmazione
l’Umbria ha visto modificare la propria classificazione ed è entrata (insieme alle Marche) nel gruppo delle
regioni “in transizione”, che comprende anche l’Abruzzo, già presente in questa cat
egoria. Si confermano
come regioni “meno sviluppate” quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata,
Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre le “più sviluppate” continuano a comprendere quelle del Centro
Nord,
con l’esclusione di Umbr
ia e Marche.
Con la nuova programmazione la regione ha ottenuto complessivamente 813,4 milioni di euro
l’importo
più consistente nel confronto con i cicli precedenti
cui il 40 per cento di origine europea.
��62 &#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Dotazione della programmazione
comunitaria
2027 per l’Umbria
Totale risorse
Risorse UE
Totale
Fonte: OpenCoesione
Allo scopo di massimizzare l’impatto delle azioni e di evitare
sovrapposizioni e frammentazioni, si renderà
dunque necessario potenziare il coordinamento nella programmazione e nell’attuazione delle varie fonti
di finanziamento.
L’avanzamento della programmazione 2014
Dotazione
Impegni
Pagamenti
vanzamento
impegni
Avanzamento
pagamenti
milioni di euro
Totale
649,8
545,39
423,98
di cui
412,3
326,23
265,77
di cui
237,5
219,16
158,21
Fonte: R
egione Umbria
Parte della differenza tra dotazione finanziaria e impegni deriva dai fisiologici ritardi di alimentazione dei
sistemi informativi da parte dei beneficiari finali rispetto alle fasi di realizzazione delle attività.
Inoltre, l’avanzamento del POR FESR scon
ta la presenza di un Asse dedicato alla ricostruzione post
sismica
(per un importo di 56 milioni di euro), inserito solo a fine 2017 e che ha avuto pertanto
orizzonte
temporale di attuazione più breve.
Di fatto, l
a dotazione finanziaria dei programmi a
fferenti all’Amministrazione regionale umbra risulta
interamente
allocata, tramite procedure di attivazione avviate, interventi ammessi a finanziamento,
convenzioni sottoscritte con Organismi intermedi attuatori di parti rilevanti dei programmi, strumenti
ingegneria finanziaria attivati.
Dunque, a
llo stato attuale, i servizi regionali preposti prevedono di raggiungere il pieno utilizzo delle
risorse comunitarie per il ciclo di programmazione 2014
Agenzia Umbria Ricerche
Villa
Umbra
06132
erugia
http://www.agenziaumbriaricerche.it
ISBN
97448


