
(AGENPARL) – sab 08 ottobre 2022 Comunicato stampa Sabato 8 ottobre 2022
In Italia sono ormai più di 3,5 milioni i pazienti lungo sopravviventi ai tumori, il 7% della popolazione. Servono
percorsi completi che permettano di affrontare serenamente e senza recidive gli anni di vita dopo la malattia
Sopravvivenza ai tumori: il programma dell’Associazione
Onconauti, un viaggio per tornare alla vita
Il progetto è già partito in Emilia-Romagna (Bologna, Ferrara, Imola), Lombardia (Milano), Sicilia. Adesso è il momento
del Lazio, dove è realizzato insieme al Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia della Fondazione
Policlinico Gemelli e viene presentato in occasione del 10° Congresso Nazionale dell’Associazione Onconauti l’8 ottobre
IL PROGETTO DI INNOVAZIONE DEL FOLLOW UP DEGLI ONCONAUTI – I dati relativi alla sopravvivenza dei
tumori sono sempre più elevati e il modello attuale di assistenza oncologica, focalizzato sulla fase acuta di
malattia, sta diventando sempre meno attuale e poco utile per numerosi pazienti. Da questa esigenza parte
l’impegno dell’Associazione Onconauti, che ha realizzato in collaborazione con le Istituzioni Sanitarie pubbliche un
programma integrato di riabilitazione integrata successivo al trattamento che permette un pieno reinserimento
dei pazienti nella vita sociale e lavorativa, riducendo anche il rischio di recidive e di altre patologie. L’iniziativa ha
già coinvolto circa duemila persone in alcuni centri dove è già stata implementata, in Emilia-Romagna (Bologna,
Ferrara, Imola), Lombardia (Milano), Sicilia. La proposta dell’Associazione consiste nell’aprire un “laboratorio
sperimentale” alla ricerca di una nuova chiave di lettura del follow up, quella dei trattamenti integrati e degli
interventi sullo stile di vita in continuità della presa in carico tra Ospedale e Territorio, che vede le Reti di
Associazioni di pazienti come indispensabile elemento di “cerniera” tra questi due ambiti e la presenza dei
pazienti “esperti” in tutti gli snodi dei PDTA.
IL 10° CONGRESSO ONCONAUTI AL POLICLINICO GEMELLI – La nuova tappa degli Onconauti riguarda adesso la
Capitale, dove il progetto è realizzato insieme al Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia della
Fondazione Policlinico Gemelli. La presentazione dell’iniziativa avviene sabato 8 ottobre con il 10° Congresso
annuale dell’Associazione Onconauti “La vita dopo il cancro: il confine tra sopravvivenza e guarigione. Nuove
prospettive di follow up oncologico tra ospedale e territorio, grazie ai trattamenti integrati e alla
Telemedicina”. Da qui parte lo stimolo per un confronto tra oncologi, pazienti, esperti di trattamenti integrati e
istituzioni sulla necessità di innovazione del modello organizzativo del follow up oncologico.
LO SCENARIO: QUASI IL 6% DELLA POPOLAZIONE HA AVUTO UN TUMORE – I dati che impongono una
riflessione sul tema sono eloquenti. In Italia, ad essere sopravvissuti a un tumore sono circa 3milioni 609mila
persone (dati AIRTUM 2021), ossia il 5,7% della popolazione. Si tratta di un incremento del 37% in 10 anni. La
sopravvivenza a 5 anni è passata dal 39% nel 1990-1992 al 57% nel 2005-2007, fino al 64% del 2019. Tuttavia,
almeno il 60% dei cancer survivors – guariti o in remissione dopo le terapie – presenta sintomi fisici o psichici e
necessità di terapie di supporto attualmente non riconosciute dall’attuale modello di presa in carico (follow up
Ufficio Stampa Diessecom
oncologico). “Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a percentuali di guarigione che, in caso di diagnosi precoci,
possono raggiungere il 90% dei casi – spiega il Dr. Stefano Magno, chirurgo senologo della Fondazione Policlinico
Gemelli – Il trend è migliorato per quasi tutti i tumori solidi. Per il tumore al seno, ad esempio, le guarigioni superano
il 90% dei casi, con un tasso di sopravvivenza a 10 anni superiore all’80%. Ogni anno in Italia si ammalano 55mila
nuove donne: considerando i dati sulla sopravvivenza, si intuisce l’aumento esponenziale ogni anno di queste pazienti.
Analogo discorso vale per il tumore al colon-retto: aumenta l’incidenza, ma le percentuali di guarigione sono
migliorate. Questo quadro apre la prospettiva della lungo sopravvivenza, che però pone la sfida della qualità di vita.
Un problema è l’eccesso di peso, con il paziente che adotta o accentua una vita sedentaria, provocando rischi anche
per altre patologie (cardiovascolari, metaboliche, diabete, ecc.). Poi ci sono i bisogni della vita sociale, i disturbi
dell’umore, l’ansia, la paura di una recidiva, con conseguenze a livello psicologico, oltre a vampate di calore, la
qualità del sonno scaduta, la fatigue, le problematiche legate alla sessualità. Sono tutti bisogni di salute importanti
che le donne spesso non riescono a esprimere, non hanno rimedi, subiscono un blocco psicologico per cui spesso questi
problemi neppure emergono ma restano sommersi. Da qui parte la necessità di un nuovo modello”.
IL PROGETTO DEGLI ONCONAUTI – “Stiamo scontando una quasi totale assenza di percorsi riabilitativi integrati
per i pazienti, sempre più numerosi, che superano i tumori. Ciò implica per costoro una difficoltà nella ripresa di una
vita normale – sottolinea Stefano Giordani, Direttore Scientifico Associazione Onconauti – L’Associazione
Onconauti da 10 anni ha validato un nuovo metodo di riabilitazione integrata oncologica: consiste in trattamenti
come attività non farmacologiche che si sono dimostrati di provata efficacia scientifica nell’intervenire contro vari
disturbi, che si possono realizzare in presenza e da remoto. Ai pazienti viene offerto un programma personalizzato di
trattamenti integrati, come lezioni di yoga, agopuntura o shiatsu, interventi sullo stile di vita per stabilire
un’alimentazione salutare e svolgere attività fisica regolare; ricevere supporto psicologico (arteterapia, mindfulness,
ecc); e, in caso di necessità specifiche, sedute di fisioterapia. La combinazione di questi tre elementi (trattamenti
integrati, stile di vita corretto, supporto psicologico) in un percorso della durata di tre mesi ha dimostrato il
miglioramento della qualità di vita e dei sintomi nell’86% dei partecipanti, che possono così riprendere l’attività
lavorativa. Si riducono ansia, depressione, dolore, affaticamento, si migliora l’efficienza psico-fisica. Questo tipo di
interventi, conferma la letteratura scientifica, sono inoltre in grado nei tumori più frequenti di ridurre anche il
rischio di recidiva della malattia e aumentano la sopravvivenza, diventando quindi parte integrante del trattamento
oncologico stesso. Fondamentali in questo percorso risultano la tecnologia per la Teleriabilitazione, la presenza sul
territorio e la personalizzazione degli interventi. Applicando questo modello sarà presto possibile trasformare il
follow up oncologico in una “Precision Survey”, basato sulla multidisciplinarietà, con gli oncologi che lavorando in
team con psicologi, nutrizionisti ed esperti di terapie integrate potranno intervenire non solo sulla cura della
malattia, ma anche sul benessere della persona e dei suoi famigliari”.