
(AGENPARL) – Roma, 0 3 ottobre 2022 – L’aumento dei prezzi del gas naturale, la distruzione della domanda nel settore industriale e le misure di risparmio energetico sono destinate a ridurre il consumo di gas nelle economie sviluppate d’Europa del 10% quest’anno, il più grande calo della domanda europea nella storia. Lo ha affermato l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE). nel suo rapporto trimestrale sul mercato del gas presentato lunedì.
La previsione di un calo del 10% della domanda di gas naturale nell’Europa dell’OCSE riflette l’aspettativa di prezzi del gas più elevati e l’ambizione dell’UE di ridurre il consumo di gas del 15% tra agosto 2022 e marzo 2023 rispetto alla media quinquennale.
«Ipotizzando condizioni meteorologiche medie, la domanda di gas nei settori residenziale e commerciale dovrebbe rimanere al di sotto dei livelli del 2021», ha affermato l’AIE nel suo rapporto.
A causa dei prezzi altissimi e di un mercato del gas molto ristretto, si prevede che il consumo di gas naturale nel settore della generazione di energia in Europa diminuirà di quasi il 3% quest’anno. Secondo l’AIE, la domanda di gas per uso industriale dovrebbe crollare del 20%.
Le industrie ad alta intensità energetica in Europa, comprese le fonderie di alluminio, rame e zinco e i produttori di acciaio, hanno già avvertito i funzionari dell’UE che devono affrontare una minaccia vitale per la propria esistenza a causa dell’aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas.
Dopo un crollo record della domanda di gas quest’anno, l’Europa dovrà affrontare un altro anno di contrazione del consumo di gas nel 2023, quando si prevede che la domanda dell’Europa dell’OCSE diminuirà del 4% a causa dei prezzi elevati, secondo le stime dell’AIE.
L’agenzia ha anche osservato che «un’ulteriore potenziale interruzione della fornitura di gas russo fornirà un ulteriore rischio al ribasso per questa prospettiva».
Keisuke Sadamori, Direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’AIE, ha commentato il rapporto: «le prospettive per i mercati del gas rimangono offuscate, anche a causa della condotta sconsiderata e imprevedibile della Russia, che ha infranto la sua reputazione di fornitore affidabile. Ma tutti i segnali indicano che i mercati restano molto stretti anche nel 2023».
Il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, ha affermato la scorsa settimana che il mercato del gas potrebbe essere ancora più ristretto il prossimo anno rispetto ai mercati già ristretti del GNL nel 2022.
I prezzi eccessivamente elevati dell’energia in Europa stanno facendo aumentare i prezzi di tutto ciò per cui viene utilizzata l’energia, compreso il cibo. E a quanto pare sarà una tendenza che probabilmente alimenterà l’inflazione.
In un rapporto sull’argomento, Bloomberg ha osservato che l’inflazione nel Regno Unito è vista raggiungere il 13% quest’anno, con un terzo delle famiglie che deve spendere oltre il 10% del proprio reddito per l’energia.
Nell’Europa continentale, le cose non sono molto diverse poiché i prezzi del gas battono record dopo record.
Ed in Italia?
La maggior parte degli italiani dichiara di non intravedere, nei prossimi 12 mesi, una modifica sostanziale della propria situazione economica. Inoltre la principale preoccupazione riguarda proprio nell’inflazione che in Italia nel 2022 sta crescendo ed ha raggiunto livelli di guardia: infatti, oltre sette cittadini su dieci si dichiarano preoccupati per l’aumento dei prezzi che incide sul loro potere di acquisto, cioè un ulteriore tassa quotidiana…
In un momento in cui gli italiani pagano un prezzo elevato per i prodotti che sono aumentati anche del 60%, cosa si propone ora di fare per risolvere i loro problemi?
Continueremo a spendere – meglio dire gettare dalla finestra – centinaia di milioni di euro in progetti ed in altre cose, la maggior parte delle quali finirà comunque per avvantaggiare altri Paesi e non ci guadagneranno le famiglie italiane, con il risultato che aumenterà solo l’inflazione e costerà agli italiani il posto di lavoro?
Purtroppo in Italia manca di una mente sobria nel gestire le questioni economiche più importanti, basta pensare alle grandi commesse pubbliche dove società estere si aggiudicano i mega appalti per poi darli in subappalto alle aziende italiane.
Continueremo ad acquistare grandi quantità di merci ‘belle ed economiche’ da altri Paesi che compreranno poi il debito come è avvenuto negli USA, senza creare nuovi posti di lavoro e che anzi faranno chiudere le nostre aziende?
Il rischio vero è che stiamo correndo verso il precipizio per aiutare altri Paesi ad inondare i mercati italiani con beni sempre più scadenti ed economici in modo che poi dipenderemo sempre più da questi.
In poche parole, riusciremo a trovare qualche Politico in grado di tutelare gli interessi nazionali, ovvero «di Giurare di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione». Ma soprattutto di rispettare tale giuramento?
Ah, a saperlo…