
(AGENPARL) – lun 29 agosto 2022 MARCO TONELLI
Curatore della mostra
Un teatro urbano ed elettronico
Secret Water, Todi Today e Progetti del mondo: un’unica grande mostra di Fabrizio Plessi suddivisa in tre luoghi differenti di una stessa città, in un avveniristico e visionario dialogo tra storia e contemporaneità, flussi elettronici e pietre, scenari dal mondo e identità culturali.
Per Plessi l’attraversamento dei generi, l’ibridazione dei materiali, l’esaltazione del segno grafico come sismografo dei tempi sono elementi caratterizzanti la sua idea di arte, pensiero e creatività, in un continuo scambio di energia che dagli anni Settanta ad oggi lo vede protagonista della scena internazionale in quanto video artista e video scultore che ha saputo aggiornare la strumentazione tecnologica senza cambiare la concezione poetica del mondo.
La mostra di Todi riassume alcune fasi fondamentali di questa poetica: dai grandi disegni (Progetti del mondo), più simili a dipinti, esposti nella Sala delle Pietre, in una sorta di viaggio che ci porta da Nagoya a New York, da Roma a Bombay, ma che altro non è che il frutto di una sorta di taccuino di appunti di viaggio e di progetti di opere che l’artista ha realizzato nel 2013 (mai esposti in Italia ma solo presso il Museum Ludwig di Budapest e Koblenz), alle quattro cascate di acqua elettronica (Secret Water) che si riflettono nell’acqua delle recuperate cisterne romane, un intervento sotterraneo in cui la luce dei led contemporanei riaccende la vita celata nei millenni al di sotto della grande piazza di Todi. Qui si eleva invece in superficie, per 12 metri di altezza, una grande colonna bifronte di acqua (Todi Today), un’apparizione che di giorno si presenta come un grande monolite nero e di notte come un miraggio luminoso e sonoro. Una scultura che continua al di sopra quanto avviene al di sotto, ricucendo idealmente ciò che la conformazione urbana della città ha diviso nel corso dei secoli.
Opera imponente e per certi versi inaspettata, di fatto la concezione scultorea di Plessi riprende volutamente l’immagine di grandi colonne o totem ovvero le Todi Columns che già nel 1979 la scultrice americana Beverly Pepper, che scelse Todi come sua seconda patria, aveva collocato nello stesso luogo (operazione poi riproposta nella prima edizione del Festival delle Arti del 2020), mentre nel 2021 la stessa piazza avrebbe visto installare le quattro Steli di Arnaldo Pomodoro per la seconda edizione dello stesso Festival.
Plessi dunque si inserisce perfettamente nella formula del Festival delle Arti che lo vede anche disegnare, secondo la formula consueta, il manifesto del Todi Festival.
Per Plessi però non si tratta solo di una mostra ma di una vera e propria scenografia semi immersiva, in cui la piazza urbana con lo skyline della sua torre da una parte e la facciata del Duomo col suo campanile dall’altra, l’architettura medievale e romana allo stesso tempo, la luce del giorno e della notte diventano tutti elementi di un teatro cittadino, secondo quel principio di opera d’arte totale che già l’artista ha sperimentato nel corso dei decenni, se solo si considerano le sue grandi installazioni quali Roma del 1987 presentata a Kassel per arrivare a L’Età dell’Oro in Piazza San Marco a Venezia nel 2020. Ma in mezzo tante altre opere e soprattutto una decina di scenografie elettroniche e digitali per la danza, il teatro, la televisione o l’opera, dalla Trilogia Ex Machina, Titanic, Icarus, a Romeo and Juliet o Fenix DNA.
Todi diventa così un teatro elettronico, in cui energie sopite o ctonie vengono portate alla luce, emergendo dall’oscurità proprio come l’accensione di un monitor col suo bagliore illumina la notte della storia e incendia il nero assorbente e inerte dello schermo dell’oggi.
Plessi sembra in grado di trasformare, come Re Mida, la tecnologia in oro (come letteralmente ha fatto negli ultimi anni ed è in procinto di fare nel 2023) ovvero in un materiale umanizzato o almeno naturalizzato, una seconda natura, essendo ormai inevitabile considerare gli apparati elettronici della visione come il nostro orizzonte ultimo di esperienza e di esistenza, sublimando la definizione della Tecnica di Martin Heidegger come realizzazione e oltrepassamento della Metafisica. In questa ottica non sarà del tutto inopportuno pensare alla tecnologia digitale come la fase estrema di una qualche forma di metafisica o spiritualità.
L’acqua elettronica di Plessi in passato ha già portato alla luce il flusso della storia antica come questa fosse ancora contemporanea, se pensiamo alle sue video sculture dedicate a Pompei, a Roma, ai mosaici bizantini o alle grandi installazioni poste nel cuore di siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento o le Terme di Caracalla di Roma o palazzi rinascimentali come la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova. La storia per Plessi è un’energia che va sempre riattualizzata e Todi diventa perciò fonte di ispirazione e mezzo di espressione allo stesso tempo: la durezza delle sue pietre, la verticalità delle sue torri, la chiarezza dei suoi volumi vengono assorbiti e riconvertiti in segnali, impulsi, elettroni, movimenti dinamici.
Nella sua triplice ripartizione, lo spettacolo a cui dà vita Plessi, in una città così densa di storia, riafferma la capacità di questa come di altre città umbre (se pensiamo ad esempio a Spoleto e all’epocale evento di cui ricorrono proprio nel 2022 i sessant’anni ovvero Sculture nella città) di sapersi connettere al presente secondo un principio di circolarità che in fondo è lo stesso che anima da sempre le sue opere, in cui lo scorrere dell’acqua (e poi anche del fuoco, della lava, dei lampi, dell’oro) è metafora di quello del tempo. Il passato del resto, come sosteneva Gilles Deleuze, non si forma dopo il presente ma contemporaneamente ad esso, mentre il tempo si sdoppia in due direzioni: presente e passato come due fiumi scorrono in avanti o all’indietro.
Plessi ha semplicemente invertito queste direzioni rendendo il flusso verticale, riadattandolo alla storia, alla topografia, allo spazio e al tempo di Todi, facendo della città una vera e propria platea del mondo.
Todi, 26 agosto 2022



