(AGENPARL) – BRUXELLES ven 01 luglio 2022
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO |
sulla relazione 2021 della Commissione sulla Serbia
Il Parlamento europeo,
– visto l’accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall’altra, entrato in vigore il 1° settembre 2013[1],
– vista la domanda di adesione all’Unione europea presentata dalla Serbia il 19 dicembre 2009,
– visti il parere della Commissione del 12 ottobre 2011 sulla domanda di adesione della Serbia all’Unione europea (COM(2011)0668), la decisione del Consiglio europeo del 1° marzo 2012 di concedere alla Serbia lo status di paese candidato e la decisione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 di avviare i negoziati di adesione all’Unione europea con la Serbia,
– viste le conclusioni della Presidenza in occasione della riunione del Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003,
– vista la dichiarazione di Sofia rilasciata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018,
– vista la dichiarazione di Zagabria rilasciata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali del 6 maggio 2020,
– vista la dichiarazione di Brdo rilasciata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali del 6 ottobre 2021,
– visti il processo di Berlino avviato il 28 agosto 2014 e l’ottavo vertice del processo di Berlino del 5 luglio 2021,
– visti il vertice di Sofia del 10 novembre 2020, la Dichiarazione dei leader dei Balcani occidentali sul mercato regionale comune del 9 novembre 2020 e la Dichiarazione di Sofia sull’agenda verde per i Balcani occidentali del 10 novembre 2020,
– visti la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999, il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia (CIG) del 22 luglio 2010 sulla conformità al diritto internazionale della dichiarazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo, nonché la risoluzione 64/298 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 9 settembre 2010, in cui si prende atto del contenuto del parere della CIG e si plaude alla disponibilità dell’UE a favorire il dialogo tra Serbia e Kosovo,
– visti il primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni tra i governi della Serbia e del Kosovo, del 19 aprile 2013, gli accordi del 25 agosto 2015 e il dialogo in corso, facilitato dall’UE, per la normalizzazione delle relazioni,
– vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020, dal titolo “Rafforzare il processo di adesione – Una prospettiva europea credibile per i Balcani occidentali” (COM(2020)0057),
– visti la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020 dal titolo “Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali” (COM(2020)0641) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 6 ottobre 2020 intitolato “Guidelines for the Implementation of the Green Agenda for the Western Balkans” (Orientamenti per l’attuazione dell’agenda verde per i Balcani occidentali), del 6 ottobre 2020 (SWD(2020)0223),
– visto il regolamento (UE) 2021/1529 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 settembre 2021, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA III)[2],
– vista la comunicazione della Commissione del 19 ottobre 2021, dal titolo “Comunicazione 2021 sulla politica di allargamento dell’UE” (COM(2021)0644), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato “Serbia 2021 Report” (Relazione 2021 sulla Serbia) (SWD(2020)0288),
– viste la valutazione della Commissione del 22 aprile 2021 sul programma di riforme economiche della Serbia 2021-2023 (SWD(2021)0096) e le conclusioni comuni del dialogo economico e finanziario tra l’UE e i Balcani occidentali e la Turchia, adottate dal Consiglio il 12 luglio 2021,
– vista la comunicazione della Commissione del 29 aprile 2020, dal titolo “Aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la COVID-19 e sostenerne la ripresa nel periodo post-pandemia” (COM(2020)0315),
– viste la 12ª e la 13ª riunione della conferenza di adesione con la Serbia a livello ministeriale, tenutesi il 22 giugno e il 14 dicembre 2021 e sfociate nell’apertura del gruppo di capitoli 4 relativo all’agenda verde e alla connettività sostenibile,
– viste le misure volte a migliorare lo svolgimento del processo elettorale concordate il 18 settembre 2021 dai cofacilitatori durante la seconda fase del dialogo tra partiti, con l’aiuto del Parlamento europeo,
– vista la settima riunione del consiglio di stabilizzazione e di associazione UE-Serbia tenutasi a Bruxelles il 25 gennaio 2022,
– viste le conclusioni del Consiglio sull’allargamento e sul processo di stabilizzazione e di associazione del 14 dicembre 2021,
– visto il regolamento (UE) 2022/576 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione di azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina[3],
– vista la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ES-11/1 sull’aggressione contro l’Ucraina, adottata il 2 marzo 2022,
– vista la relazione speciale della Corte dei conti europea del 10 gennaio 2022 dal titolo “Sostegno dell’UE allo Stato di diritto nei Balcani occidentali: nonostante gli sforzi, permangono problemi fondamentali”,
– vista la relazione speciale della Corte dei conti europea del 3 giugno 2021 dal titolo “La disinformazione nell’UE: combattuta ma non vinta”,
– vista la seconda relazione intermedia di conformità sul quarto ciclo di valutazione sulla Serbia del Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (GRECO), adottata nel marzo 2022,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul paese,
– vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente i Balcani occidentali, a seguito del vertice del 2020[4],
– vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sulle relazioni 2019-2020 della Commissione concernenti la Serbia[5],
– vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2021 sulla cooperazione in materia di contrasto alla criminalità organizzata nei Balcani occidentali[6],
– vista la sua risoluzione del 16 dicembre 2021 sul lavoro forzato nello stabilimento di Linglong e le proteste ambientali in Serbia[7],
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sull’interferenza straniera in tutti i processi democratici dell’Unione europea, inclusa la disinformazione[8],
– viste la dichiarazione e le raccomandazioni adottate in occasione della tredicesima riunione della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Serbia, tenutasi il 28 ottobre 2021 a Bruxelles e a distanza,
– vista la dichiarazione comune resa al termine del secondo vertice Parlamento europeo-presidenti dei parlamenti dei Balcani occidentali, del 28 giugno 2021, organizzato dal Presidente del Parlamento europeo con i leader dei parlamenti dei Balcani occidentali,
– viste la dichiarazione sui risultati preliminari e le conclusioni della missione internazionale di osservazione elettorale OSCE/ODIHR riguardo alle elezioni parlamentari e presidenziali anticipate svoltesi in Serbia il 3 aprile 2022,
– visto l’articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0178/2022),
A. considerando che ciascun paese candidato all’adesione all’UE è giudicato in base ai suoi meriti e che sono l’adempimento dei criteri dell’allargamento, l’attuazione delle riforme necessarie, in particolare nell’ambito delle “questioni fondamentali”, e dell’allineamento legislativo a determinare il calendario e i progressi dell’adesione;
B. considerando che la Serbia ha accettato la graduale adozione degli obiettivi e delle politiche dell’Unione europea durante il processo negoziale;
C. considerando che la democrazia, il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto sono i valori basilari su cui si fonda l’UE; che sono necessarie riforme sostenibili e la loro attuazione per affrontare le sfide che permangono in tali ambiti;
D. considerando che dall’avvio dei negoziati con la Serbia sono stati aperti 22 capitoli, due dei quali sono stati chiusi in via provvisoria; che negli ultimi anni i progressi compiuti in merito a vari capitoli negoziali sono stati piuttosto lenti; che nel dicembre 2021 la Serbia ha aperto il gruppo di capitoli 4 sull’agenda verde e la connettività sostenibile;
E. considerando che Freedom House include a tutt’oggi la Serbia nell’elenco dei paesi “parzialmente liberi” e constata che negli ultimi dieci anni il paese ha registrato uno dei regressi democratici più rilevanti a livello mondiale; che la situazione della libertà di stampa in Serbia è preoccupante e che nel 2021 il paese si collocava al 93° posto su 180 paesi nell’indice mondiale della libertà di stampa a cura di Reporter senza frontiere;
F. considerando che, secondo la relazione di valutazione del quarto ciclo del GRECO, pubblicata il 30 marzo 2022, la Serbia ha attuato o trattato in modo soddisfacente otto delle tredici raccomandazioni del GRECO;
G. considerando che i progressi e gli impegni della Serbia nei negoziati su questioni aperte con il Kosovo restano un parametro di riferimento importante per i futuri progressi nei negoziati di adesione all’UE;
H. considerando la necessità che la Serbia rispetti la piena integrità e sovranità di tutti i paesi confinanti e si astenga dall’intromettersi nei loro affari politici interni;
I. considerando che la Serbia non ha aderito ai ripetuti inviti ad armonizzare la propria politica estera e di sicurezza a quella dell’UE, né ha imposto sanzioni alla Russia a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina; che la sua posizione nelle relazioni internazionali costituisce un ostacolo all’adesione; che la Serbia ha uno scarso grado di allineamento alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell’UE;
J. considerando che, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la Serbia ha votato a favore delle risoluzioni di condanna dell’aggressione russa in Ucraina, sostenendo con vigore, al contempo, il rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina a norma del diritto internazionale;
K. considerando che l’UE è il principale fornitore di assistenza finanziaria alla Serbia tramite l’IPA; che la Serbia beneficia dal 2014 del sostegno dell’UE nell’ambito dell’IPA II e che ha ricevuto in totale 1 539 miliardi di EUR;
L. considerando che l’UE è il principale investitore e partner commerciale della Serbia, con cui intrattiene il principale rapporto “da pari a pari”, con il 65 % delle esportazioni totali e il 59 % delle importazioni totali nel 2020;
M. considerando che l’UE ha mobilitato 3,3 miliardi di EUR per fronteggiare prontamente la crisi sanitaria e attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19; che la Commissione ha adottato un pacchetto di 70 milioni di EUR a titolo dell’IPA II per contribuire a finanziare l’accesso dei paesi dei Balcani occidentali ai vaccini contro la COVID-19 acquistati dagli Stati membri dell’UE;
N. considerando che l’assistenza nell’ambito dell’IPA III si basa su una rigorosa condizionalità e prevede la modulazione e la sospensione dell’assistenza in caso di regresso in materia di democrazia, diritti umani e Stato di diritto; che tra il 2007 e il 2020 l’UE ha fornito complessivamente 2,79 miliardi di EUR a titolo di precedenti programmi IPA;
O. considerando che la condizione femminile in Serbia desta preoccupazione dal momento che metà delle donne ha subito una qualche forma di violenza e che oltre 300 donne sono state uccise negli ultimi anni in seguito a violenza di genere;
P. considerando che la Serbia ha ratificato tutte le convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro;
Impegno a favore dell’adesione all’UE
1. esprime sostegno alla futura adesione della Serbia all’UE e ricorda che una prospettiva di allargamento credibile richiede sforzi sostenibili e riforme irreversibili in tutti i settori, in particolare in quelli collegati allo Stato di diritto, nonché un fermo impegno a favore delle norme e dei valori europei; invita le autorità serbe a intraprendere effettivamente le riforme necessarie e riportare il paese sulla retta via dell’integrazione nell’UE, realizzando in tal modo le aspirazioni europee della Serbia;
2. sottolinea che i progressi del processo di adesione sono orientati ai risultati e alle riforme e si basano sull’ulteriore allineamento allo Stato di diritto, al buon governo, ai diritti fondamentali e al rispetto dei diritti e dei valori europei; pone in evidenza i legami esistenti tra i popoli dell’Unione europea e il popolo serbo;
3. plaude all’apertura del gruppo di capitoli 4 nel dicembre 2021; ribadisce che i progressi compiuti in merito ai capitoli sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali, al pieno allineamento alla politica estera, di sicurezza e di difesa dell’UE, tra cui le sanzioni contro la Russia, nonché alla normalizzazione dei rapporti con il Kosovo, determineranno il ritmo dell’adesione;
4. prende atto delle conclusioni preliminari della dichiarazione della missione internazionale di osservazione elettorale dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE/ODIHR), secondo cui le elezioni parlamentari del 3 aprile 2022 presentavano sì una serie di opzioni politiche, ma diverse carenze hanno determinato condizioni di disparità, favorendo i politici uscenti; pone in evidenza, a tale riguardo, il ruolo delle campagne di disinformazione sponsorizzate dallo Stato allo scopo di influenzare l’opinione pubblica in vista delle elezioni; invita le autorità serbe a tenere pienamente conto di tutte le raccomandazioni dell’ODIHR con largo anticipo rispetto alle prossime elezioni; sottolinea che le organizzazioni della società civile (OSC) con esperienza elettorale dovrebbero continuare a essere coinvolte in tale processo;
5. accoglie con favore l’aumento dell’affluenza alle urne alle elezioni del 3 aprile 2022 e il ripristino di un’Assemblea nazionale più pluralistica, in cui siedono ormai numerosi partiti che rappresentano minoranze nazionali; deplora il contesto politico fortemente polarizzato della campagna elettorale, che è stata caratterizzata dall’assenza di condizioni di parità, da un limitato pluralismo mediatico e da pressioni sugli elettori; deplora inoltre che l’abuso della funzione pubblica da parte dei membri del partito al potere sia rimasto un problema persistente durante l’intera campagna;
6. condanna gli attacchi contro membri dell’opposizione, giornalisti, membri di OSC e membri di diverse missioni di monitoraggio elettorale, nonché altri incidenti che hanno compromesso l’integrità del processo elettorale; condanna il violento attacco contro Pavle Grbović, uno dei leader dell’opposizione, e invita le autorità a chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni;
7. esprime preoccupazione per l’assenza di un ruolo più proattivo della commissione elettorale della Repubblica (RIK) e della commissione elettorale della città di Belgrado riguardo alla determinazione e comunicazione dei risultati elettorali; esprime preoccupazione per il fatto che i risultati preliminari integrali delle elezioni amministrative di Belgrado non siano stati pubblicati fino a oltre due settimane dopo lo svolgimento delle elezioni; rimarca che ciò potrebbe tradursi nella sfiducia dei cittadini nell’indipendenza dell’amministrazione delle elezioni; deplora la mancanza di chiarezza nella comunicazione della RIK sui risultati preliminari delle elezioni una volta chiusi i seggi elettorali;
8. deplora che i nodi relativi all’esattezza della lista elettorale unica non siano stati affrontati in anticipo rispetto a questa tornata elettorale, lasciando la possibilità di abusarne;
9. invita la nuova maggioranza a rispettare le decisioni politiche precedentemente adottate in merito al processo di adesione all’UE e ad accelerare l’allineamento della Serbia alle politiche e ai valori europei; chiede che la distribuzione delle posizioni parlamentari avvenga in modo tale da rispecchiare il pluralismo politico nell’Assemblea nazionale; rileva che negli ultimi dieci anni tutti i parlamenti serbi tranne uno sono stati sciolti in anticipo e che eventuali ulteriori elezioni anticipate non richieste non contribuirebbero alla stabilità politica; sottolinea la propria disponibilità a proseguire i lavori con l’Assemblea nazionale e i suoi gruppi parlamentari nel contesto del dialogo tra partiti, insistendo nel contempo sulla necessità di chiare decisioni politiche sulla direzione strategica della Serbia;
10. deplora fermamente il fatto che la Serbia non si sia a tutt’oggi allineata alle sanzioni dell’UE a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia; sottolinea che la Serbia è uno dei pochi paesi europei a non avere aderito alle sanzioni dell’UE contro la Russia; invita le autorità neoelette a dar prova senza indugio di un inequivocabile impegno a favore dei valori, degli standard e delle norme dell’UE e ad allinearsi urgentemente alle decisioni e alle posizioni dell’UE in materia di politica estera e di sicurezza, compreso un rapido e completo allineamento alle misure restrittive nei confronti della Russia e della Bielorussia, tra cui le sanzioni nei confronti di individui, gruppi ed entità;
11. prende atto del sostegno della Serbia all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina e della sua votazione in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che condanna l’invasione russa, nonché del sostegno all’esclusione della Russia dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite il 7 aprile 2022; osserva che, allo stesso tempo, i rappresentanti serbi hanno evitato di votare sull’esclusione della Russia dal Consiglio d’Europa;
12. ribadisce l’importanza dell’allineamento con la PESC dell’UE, che deve gradualmente diventare parte integrante della politica estera della Serbia, quale condizione di adesione; esprime preoccupazione per l’esiguo tasso di allineamento della Serbia, il più basso della regione; si rammarica che occasionali dichiarazioni da parte di leader politici mettano in discussione l’orientamento della politica estera della Serbia; sottolinea nondimeno che lo slancio creato dalla nuova legislatura a seguito delle elezioni del 3 aprile 2022 in Serbia rappresenta un’occasione per compiere importanti passi in avanti verso la prospettiva europea della Serbia; invita le forze politiche in Serbia a sospendere i rapporti di cooperazione con i partiti politici autoritari in Russia;
13. raccomanda di aprire ulteriori capitoli negoziali soltanto allorché la Serbia adotterà le misure necessarie a tale riguardo, anche sullo Stato di diritto;
14. invita la Serbia a rivalutare la sua cooperazione economica con la Russia e deplora la prosecuzione dei voli tra Belgrado e Mosca in un momento in cui lo spazio aereo dell’UE è chiuso ai voli da e verso la Russia;
15. constata che tra il 2015 e il 2021 la spesa militare della Serbia è cresciuta del 70 %, principalmente per effetto di acquisti dalla Bielorussia, dalla Russia e dalla Cina; esprime preoccupazione per la stretta cooperazione militare con la Federazione russa; esorta la Serbia a riconsiderare i suoi rapporti con la Russia in materia di politica di difesa e a interrompere qualsiasi cooperazione militare con la Russia, come il “centro umanitario regionale” di Niš; esprime preoccupazione altresì per la crescente cooperazione della Serbia con la Cina, tra cui l’installazione di un sistema di sorveglianza di massa a Belgrado acquistato dalla Cina, la recente fornitura di un sistema missilistico terra-aria, l’acquisto di armi e attrezzature militari di fabbricazione cinese e le esercitazioni congiunte con le forze di sicurezza cinesi sul territorio serbo;
16. esprime preoccupazione in merito alle accuse di intercettazioni di membri dell’opposizione russa a Belgrado da parte delle autorità serbe e di un presunto successivo trasferimento del materiale ai servizi di sicurezza russi; sottolinea che qualsiasi cooperazione che contribuisca alle pratiche autoritarie e antidemocratiche in Russia o in Serbia sarebbe dannosa per le future relazioni UE-Serbia;
17. esprime preoccupazione inoltre per l’istituzione del gruppo di lavoro per la lotta alle “rivoluzioni colorate” tra il governo serbo e quello russo, le cui finalità e obiettivi permangono opachi;
18. accoglie con favore l’adozione di misure volte a migliorare le condizioni elettorali e lo spazio mediatico in vista delle elezioni dell’aprile 2022 a seguito del dialogo tra partiti facilitato dal Parlamento europeo; constata i progressi compiuti nell’attuazione delle misure concordate e chiede l’ulteriore rafforzamento del pluralismo dei media e della parità di accesso allo spazio mediatico; si rammarica del fatto che numerose misure siano state attuate in ritardo e senza la partecipazione di tutti gli attori del caso; deplora la mancata adozione di misure più ambiziose, che avrebbero potuto migliorare in maniera più incisiva le condizioni elettorali;
19. accoglie con favore la decisione dell’opposizione non parlamentare di partecipare alle elezioni dell’aprile 2022; ribadisce che l’unico modo per garantire la rappresentanza politica è partecipare ai processi politici ed elettorali; invita tutti gli attori politici a proseguire il loro impegno in tali processi e a collaborare per migliorare ulteriormente le condizioni elettorali e l’attuazione delle norme elettorali; invita tutti gli attori politici ad agire nel rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e inclusività; invita la neoeletta Assemblea nazionale a sfruttare lo slancio del momento e ad avviare l’attuazione di un vero e proprio controllo legislativo sul lavoro del governo;
20. ribadisce il proprio sostegno alle attività delle fondazioni politiche europee nel rafforzare i processi democratici della Serbia e nel far emergere una nuova generazione di leader politici;
21. esprime preoccupazione per la scarsissima visibilità dei processi di integrazione europea in Serbia; rinnova l’invito alla Serbia, alla Commissione, al Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e agli Stati membri dell’UE a puntare su una più attiva ed efficace strategia di comunicazione sui vantaggi dell’allargamento dell’UE e sul sostegno concesso a titolo dei finanziamenti dell’UE, nonché a presentare l’esempio positivo dei paesi limitrofi della Serbia che sono già Stati membri dell’Unione;
22. esprime preoccupazione per il fatto che il sostegno pubblico a favore dell’adesione all’UE in Serbia sia nettamente inferiore rispetto al resto della regione e che, secondo gli ultimi sondaggi, la maggioranza dei cittadini serbi sia contraria all’adesione all’Unione europea; invita i leader politici serbi a comunicare più attivamente e senza ambiguità il loro impegno a favore dei valori dell’Unione nei dibattiti pubblici e a dialogare con i cittadini serbi al di fuori delle città principali in merito ai vantaggi tangibili dell’adesione all’UE; ribadisce la preoccupazione riguardo al ruolo dei media, finanziato dallo Stato, nella divulgazione della retorica anti-UE; invita la nuova Assemblea nazionale a sostenere il futuro europeo della Serbia, anche mediante la sua comunicazione strategica; ribadisce la propria disponibilità a partecipare ad attività di comunicazione insieme ai parlamentari serbi allo scopo di avvicinare maggiormente l’UE alla Serbia; invita taluni funzionari governativi a smettere di sostenere le campagne di disinformazione anti-UE;
23. si compiace del fatto che l’adesione all’UE continui a essere un obiettivo strategico della Serbia, pur rammaricandosi della mancanza di progressi in numerosi ambiti del programma di riforma del paese e del fatto che vi siano stati addirittura passi indietro con riguardo a questioni fondamentali per l’adesione all’UE;
24. osserva che l’adozione della nuova metodologia di adesione non ha portato a un’accelerazione sostanziale del processo di adesione della Serbia all’UE e chiede la sua piena attuazione; esorta il commissario UE per il Vicinato e l’allargamento a essere più proattivo per quanto riguarda il processo di adesione della Serbia, in particolare in relazione alle libertà fondamentali, alla democrazia e allo Stato di diritto, nonché alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata; esprime preoccupazione per le accuse pubbliche secondo cui il commissario UE per il Vicinato e l’allargamento sminuisce l’importanza di alcune questioni relative allo Stato di diritto nei paesi in fase di adesione e incoraggia la Commissione ad assicurare debitamente un seguito alle richieste del Parlamento a tale riguardo;
25. deplora che il processo di integrazione europea in Serbia non sia sufficientemente trasparente, dato che documenti importanti, come le relazioni sull’attuazione del programma nazionale per l’adozione dell’acquis, non vengono pubblicati da anni;
26. sottolinea che l’UE è il principale partner commerciale della Serbia, il che rafforza le relazioni reciproche basate sulla fiducia e sulla prospettiva dell’adesione, e si rammarica pertanto del fatto che, in alcune occasioni, il governo serbo abbia posto una maggiore enfasi sui suoi legami con la Cina e la Russia rispetto a quelli con l’UE;
27. prende atto dell’iniziativa della Presidenza francese del Consiglio dell’UE di organizzare una conferenza UE-Balcani occidentali e auspica che sarà utilizzata per dare nuovo impulso al processo di allargamento e per offrire ai paesi dei Balcani occidentali una chiara prospettiva di adesione; attende con interesse la Presidenza ceca del Consiglio dell’UE e il suo ulteriore sostegno a favore della politica di allargamento dell’UE; accoglie con favore il contributo della Serbia alla Conferenza sul futuro dell’Europa sotto forma di 52 raccomandazioni;
Democrazia e Stato di diritto
28. esorta la maggioranza neoeletta a concentrarsi sul superamento delle carenze strutturali e sul conseguimento di risultati concreti e tangibili in materia di Stato di diritto, diritti fondamentali, libertà di espressione, libertà dei media, lotta alla corruzione, disinformazione e funzionamento delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione; esprime preoccupazione per il fatto che in varie occasioni la mancanza di un controllo sull’esecutivo e l’assenza di una consultazione pubblica significativa hanno avuto ripercussioni sulla qualità della legislazione e hanno causato distorsioni nella divisione dei poteri; invita la Serbia ad attuare pienamente la separazione dei poteri, in conformità con la sua Costituzione e le norme democratiche; sottolinea che l’istituzione di un sistema di bilanciamento dei poteri è una precondizione per prevenire un’eccessiva concentrazione del potere politico e ricorda che i media indipendenti sono il cardine di un dibattito democratico sano;
29. accoglie con favore le recenti modifiche della Costituzione a seguito del referendum del gennaio 2022, che mirano a rafforzare l’indipendenza del sistema giudiziario; sottolinea che il processo di riforma per rafforzare l’indipendenza della magistratura dovrebbe proseguire, in particolare attraverso modifiche legislative per consentire l’effettiva attuazione delle modifiche costituzionali, in linea con le migliori prassi europee e con le raccomandazioni della commissione di Venezia e in modo trasparente e inclusivo; si rammarica della continua pressione sulla magistratura e condanna il rifiuto pubblico delle sentenze internazionali per i crimini di guerra; invita la maggioranza neoeletta a rafforzare in via prioritaria le garanzie per l’indipendenza e l’efficienza della magistratura; sottolinea la necessità di misure addizionali per garantire pienamente l’indipendenza della magistratura in linea con le recenti modifiche costituzionali;
30. sottolinea i vantaggi del processo di decentramento e chiede che le competenze della provincia autonoma di Vojvodina siano rafforzate; ricorda che, a norma della Costituzione serba, la legge sul finanziamento della provincia autonoma di Vojvodina avrebbe dovuto essere adottata entro la fine del 2008 e incoraggia pertanto il futuro governo a sottoporre la questione all’Assemblea nazionale senza ulteriori indugi;
31. prende atto di alcuni miglioramenti nell’attività dell’Assemblea nazionale, in particolare il minore ricorso a procedure d’urgenza e l’adozione di un nuovo codice di condotta per i membri dell’Assemblea nazionale, che è stato elaborato in collaborazione con il GRECO; esprime tuttavia preoccupazione per il persistere dell’uso di un linguaggio provocatorio nei confronti degli oppositori politici, della società civile, dei media e dei rappresentanti di altre istituzioni che esprimono opinioni politiche differenti durante le discussioni parlamentari, anche da parte di esponenti del governo; invita la nuova Assemblea nazionale a non tollerare tali pratiche e ad applicare efficacemente il suo codice di condotta; auspica che non riemergano le pratiche negative che hanno caratterizzato le precedenti Assemblee nazionali, compreso il ricorso eccessivo alle procedure legislative d’urgenza e all’ostruzionismo, e incoraggia il governo ad assicurare una presenza più regolare alle sessioni dell’Assemblea nazionale;
32. deplora che l’attività dell’Assemblea nazionale sia stata ostacolata dall’assenza di un autentico dibattito politico tra i partiti di maggioranza e di opposizione; sottolinea l’importanza di un consenso trasversale sulle riforme relative all’UE al fine di garantire progressi nel percorso del paese verso l’UE; esprime preoccupazione per il mancato esercizio da parte dell’Assemblea nazionale del suo ruolo di controllo e per il fatto che il programma legislativo è definito esclusivamente dall’esecutivo; invita la nuova leadership parlamentare e i gruppi parlamentari a incentrare l’attenzione su dibattiti costruttivi in seno all’Assemblea nazionale a beneficio dei cittadini;
33. esprime soddisfazione per il fatto che nella nuova Assemblea nazionale serba i partiti e le coalizioni di minoranza avranno un totale di 13 parlamentari in rappresentanza delle comunità nazionali bosniache, ungheresi e croate; è preoccupato per il fatto che i Rom non avranno i loro rappresentanti nell’Assemblea nazionale;
34. invita l’Assemblea nazionale serba a garantire che gli organismi di regolamentazione indipendenti dispongano dei poteri necessari per esercitare efficacemente il loro ruolo di vigilanza, attraverso il sostegno e il monitoraggio dell’attuazione delle loro conclusioni e raccomandazioni;
35. ribadisce la sua preoccupazione in merito ai progressi limitati nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e riguardo a vari scandali di corruzione di alto profilo che evidenziano possibili legami tra funzionari statali e la criminalità organizzata; invita la Serbia a intensificare i suoi sforzi per risolvere tali problemi in modo efficace; invita le autorità ad astenersi dal commentare indagini e processi in corso, esercitando pressioni sulla magistratura;
36. accoglie con favore la seconda relazione intermedia di conformità sul quarto ciclo di valutazione sulla Serbia del GRECO, che tratta la prevenzione della corruzione tra i membri dell’Assemblea nazionale, i giudici e i procuratori, e conclude che la Serbia ha attuato o affrontato in maniera soddisfacente otto delle tredici raccomandazioni contenute nella relazione sul quarto ciclo di valutazione; chiede l’attuazione delle raccomandazioni ancora in sospeso; prende atto dell’adozione di una nuova legge sulla prevenzione della corruzione, recentemente modificata in linea con le raccomandazioni del GRECO;
37. esorta la Serbia a conseguire risultati convincenti, compresa un’attività comprovata riguardo a indagini efficaci nella lotta alla corruzione, in particolare in casi caratterizzati da un alto livello di interesse pubblico, e a migliorare tale attività nelle indagini sui casi di corruzione di alto livello, che dovrebbero comportare il sequestro e la confisca dei proventi di reato; rileva con preoccupazione che non sono disponibili informazioni sulle indagini ufficiali riguardanti i casi Krušik e Telekom Srbija; osserva che il caso Jovanjica è oggetto di due atti di accusa distinti e che i media investigativi hanno rivelato nuovi casi di corruzione di alto livello, in particolare i cosiddetti “Pandora Papers”;
38. ribadisce il suo appello affinché sia fatta giustizia riguardo alla demolizione illegale di proprietà privata nel quartiere Savamala di Belgrado; prende atto delle accuse nei confronti dell’agente di polizia condannato che è stato costretto ad assumersi da solo l’intera responsabilità del caso; ribadisce la propria preoccupazione riguardo alla possibilità che tale caso decada nei prossimi anni; esorta le autorità a indagare in maniera approfondita sul caso e a perseguire tutte le persone responsabili;
39. esorta le autorità a indagare su tutti i presunti legami con il gruppo criminale Belivuk e a perseguire i responsabili; esprime preoccupazione per le recenti accuse secondo cui Darko Saric stava gestendo un’organizzazione criminale internazionale mentre si trovava in carcere in Serbia;
40. sottolinea che l’IPA III prevede che i finanziamenti devono essere modulati o addirittura sospesi in caso di regressione significativa o di persistente mancanza di progressi riguardo alle questioni fondamentali, in particolare la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e la libertà dei media; invita in tale contesto l’UE e i paesi dei Balcani occidentali a istituire un quadro per una proficua cooperazione tra la Procura europea (EPPO) e i paesi dei Balcani occidentali, al fine di garantire che l’EPPO possa esercitare efficacemente le sue competenze nel settore dei fondi IPA III nei paesi dei Balcani occidentali;
41. accoglie con favore l’adozione di modifiche alla legge sul libero accesso a informazioni di importanza pubblica, in risposta alle richieste di maggiore trasparenza riguardo all’elaborazione delle politiche pubbliche, che consente ai cittadini di ottenere informazioni di interesse pubblico senza inutili ostacoli, e chiede la sua rapida attuazione;
42. prende atto dell’adozione della strategia per lo sviluppo della società civile, ma si rammarica dell’assenza di un relativo piano d’azione; invita la Commissione e il SEAE a proseguire la stretta collaborazione con la società civile e i media in Serbia e a sostenere le loro attività; ricorda che una società civile forte e indipendente è un elemento essenziale di qualsiasi democrazia; invita le autorità serbe a coinvolgere la società civile nel processo di elaborazione delle politiche e delle decisioni, ad astenersi dal liquidare qualsiasi critica da parte della società civile come ingerenza straniera e a favorire un’atmosfera propizia al lavoro di tutte le OSC, affinché esse possano lavorare senza il timore di subire intimidazioni o addirittura la criminalizzazione;
43. esorta la Commissione ad attuare le raccomandazioni contenute nella relazione speciale n. 01/2022 della Corte dei conti europea, al fine di garantire un impatto effettivo dell’assistenza finanziaria nell’UE sullo Stato di diritto nei Balcani occidentali, in particolare sviluppando orientamenti sull’applicazione delle disposizioni dell’IPA III in materia di modulazione e un controllo parlamentare più rigoroso dei fondi; invita la Commissione a collegare più strettamente i finanziamenti ai progressi nell’ambito dello Stato di diritto, a intensificare il sostegno alle OSC e ai mezzi di comunicazione indipendenti, nonché a rafforzare la rendicontazione e il monitoraggio dei progetti, come ripetutamente richiesto dal Parlamento europeo; invita, a tale riguardo, a garantire un migliore coordinamento dei programmi nell’ambito dello Stato di diritto sostenuti da donatori internazionali;
44. deplora che alcune parti degli archivi storici dell’ex Jugoslavia siano ancora inaccessibili; chiede nuovamente alle autorità di facilitare l’accesso a tali archivi, in particolare quelli dei servizi segreti dell’ex Jugoslavia (UDBA) e dei servizi segreti dell’esercito popolare iugoslavo (KOS), al fine di consentire lo svolgimento di indagini approfondite sui crimini dell’epoca comunista e di adottare misure al riguardo, nonché di facilitare il processo di riconciliazione, e chiede che tali archivi siano restituiti ai rispettivi governi degli Stati successori, qualora essi lo richiedano;
45. invita la Serbia a rispettare i suoi obblighi e a cooperare pienamente con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) e con il Meccanismo residuale dei tribunali penali internazionali (MICT) e ad attuare tutte le loro decisioni;
Libertà fondamentali e diritti umani
46. condanna le limitazioni alla libertà e all’indipendenza dei media e l’uso improprio di questi ultimi da parte della maggioranza di governo per ottenere un vantaggio politico iniquo, attaccare gli oppositori politici e diffondere disinformazione; sottolinea l’impatto negativo di tali restrizioni sui processi democratici nel paese; osserva che la concorrenza nel settore dei media migliora il pluralismo dei media;
47. accoglie con favore gli sforzi compiuti dal governo per attuare la strategia dei media, ma al tempo stesso si rammarica delle prassi che indicano che le autorità stanno intenzionalmente ritardando la sua attuazione; osserva che è opportuno adottare misure supplementari per aumentare ulteriormente la libertà dei media ed esorta le autorità serbe ad adottare immediatamente misure per garantire la libertà di espressione nonché l’indipendenza e il pluralismo dei media;
48. osserva che la distrazione di fondi pubblici per acquisire la proprietà di organi di informazione è considerata uno dei meccanismi principali per accaparrarsi i media in Serbia; ricorda che le informazioni sulla proprietà dei media dovrebbero essere a disposizione del pubblico e chiede una maggiore trasparenza in merito alla proprietà e al finanziamento dei media, come pure la creazione di un ambiente che consenta a media indipendenti e investigativi di accedere a finanziamenti e di operare in sicurezza; chiede una maggiore trasparenza in merito al finanziamento pubblico dei media;
49. osserva che varie elezioni recenti di membri dell’autorità regolamentare dei media elettronici (REM) come pure dei membri dell’organo direttivo della radiotelevisione serba nel giugno 2021 sono state considerate controverse; prende atto con preoccupazione di alcune valutazioni pubbliche riguardanti la politicizzazione delle decisioni della REM; prende atto della nuova gara a procedura aperta per le frequenze e le licenze televisive nazionali e sottolinea l’importanza di un processo equo e trasparente; è tuttora preoccupato per le questioni collegate alla concentrazione dei media nel caso Telekom Srbija; sottolinea l’importanza di migliorare il funzionamento e l’indipendenza della REM sulla base delle raccomandazioni sul dialogo tra partiti, al fine di rafforzare il pluralismo dei media e attuare la strategia dei media;
50. prende atto della visibilità sproporzionata data dalla Serbia a paesi terzi e osserva che alcuni organi di informazione sono la principale fonte delle retoriche anti-UE e filorusse in Serbia;
51. deplora i continui attacchi fisici, le intimidazioni, i discorsi di incitamento all’odio e le diffamazioni politiche nei confronti dei giornalisti e della società civile, compresi parlamentari e funzionari del governo; invita le autorità a indagare su ciascuno di tali attacchi, a punire adeguatamente i responsabili e a migliorare la sicurezza dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani; esprime preoccupazione per come vengono continuamente discreditati e presi di mira i difensori dei diritti umani, i giornalisti investigativi, gli organi di informazione e le OSC che sono critici nei confronti delle politiche del governo; invita la Serbia a rafforzare le istituzioni dei diritti umani, a garantire la loro indipendenza, ad assegnare loro le risorse finanziarie e umane necessarie e ad assicurare un seguito tempestivo alle loro raccomandazioni;
52. invita le autorità serbe a garantire la piena indipendenza finanziaria e operativa dei regolatori delle comunicazioni elettroniche e dei servizi postali (RATEL) nonché dei media elettronici (REM), in conformità dell’acquis dell’UE; chiede ulteriori progressi nell’attuazione del piano d’azione basato sulla strategia dei mezzi di comunicazione, senza indugio e in modo trasparente e inclusivo;
53. chiede il rispetto generale del diritto fondamentale a riunioni pacifiche e invita le forze dell’ordine ad astenersi dal ricorrere all’uso eccessivo della forza; condanna la violenza da parte di gruppi di estremisti e teppisti durante le proteste pacifiche, come le proteste del novembre 2021 contro il murale di Ratko Mladić a Belgrado e le proteste del dicembre 2021 a favore dell’ambiente a Šabac e Belgrado; è tuttora preoccupato per le segnalazioni secondo cui la polizia non ha svolto la sua funzione di protezione durante tali proteste a favore dell’ambiente; invita il governo a garantire la rimozione dei murali che esaltano criminali di guerra condannati e a svolgere un’indagine efficace sugli attacchi contro i manifestanti, compresi gli eventuali funzionari pubblici coinvolti; chiede un’indagine completa in merito agli eventuali legami tra i teppisti e la polizia; deplora che un certo numero di cittadini abbiano subito procedimenti penali; chiede che si poga fine a queste limitazioni sproporzionate al diritto di riunione pacifica;
54. plaude all’adozione della legge sulla parità di genere e delle modifiche alla legge che vieta la discriminazione e invita il governo a provvedere affinché tali leggi siano attuate tempestivamente; ribadisce che il coordinamento, una struttura istituzionale efficiente e la cooperazione con la società civile sono necessari per migliorare la situazione dei diritti umani e le libertà politiche per le donne e i gruppi vulnerabili; invita la Serbia a migliorare l’uguaglianza di genere e la situazione dei diritti delle donne, anche dando priorità all’integrazione della dimensione di genere e a una maggiore cooperazione con la società civile, in particolare con le organizzazioni femminili;
55. accoglie con favore l’adozione di una nuova strategia sulla violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica; sottolinea, tuttavia, che occorre attuare tale strategia e apportare miglioramenti e chiede un approccio politico coerente all’attuazione della Convenzione di Istanbul, basato sulla definizione di priorità e lo stanziamento di risorse sufficienti per prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime di reato e perseguire i responsabili;
56. deplora che durante la precedente legislatura, l’Assemblea nazionale non abbia adottato la legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso, che era stata elaborata dal ministero per i Diritti umani e delle minoranze e il dialogo sociale; invita la nuova e più pluralistica Assemblea nazionale a procedere all’adozione;
57. invita le autorità serbe a intensificare gli sforzi per garantire il trattamento non discriminatorio delle minoranze etniche, religiose e sessuali e di altri gruppi vulnerabili e a proseguire con l’attuazione di un’agenda positiva in merito a tale questione, nel pieno rispetto dei principi e della legislazione dell’UE; esorta le autorità a proseguire attivamente le indagini sui reati generati dall’odio e ad emettere condanne; condanna l’odio etnico diffuso da alcuni funzionari governativi e politici;
58. invita la Serbia a garantire che i gruppi minoritari abbiano pari opportunità, in particolare per quanto riguarda l’istruzione, l’utilizzo delle lingue minoritarie, nonché l’accesso ai media e ai servizi religiosi nelle lingue minoritarie, e siano adeguatamente rappresentati nella vita politica e culturale, nei mezzi di comunicazione pubblici, nella pubblica amministrazione e nella magistratura, a creare un’atmosfera positiva per l’istruzione nelle lingue minoritarie e ad aumentare la stampa di libri di testo nelle lingue minoritarie; invita la Serbia a tutelare e promuovere il patrimonio culturale, le lingue e le tradizioni delle sue minoranze nazionali; invita la Serbia ad adottare tutte le misure necessarie a garantire che la composizione di tutti i livelli di governo rispecchi la composizione nazionale della popolazione nei rispettivi territori;
59. condanna la manipolazione della frammentazione dei gruppi minoritari ed esprime preoccupazione per la riluttanza delle autorità serbe ad attuare in modo coerente e completo l’accordo intergovernativo sulla protezione delle minoranze; rileva che occorre fare di più per attuare attivamente la legislazione antidiscriminazione;
60. accoglie con favore l’impegno delle autorità serbe a sostenere l’organizzazione dell’EuroPride a Belgrado in quanto momento fondamentale per la comunità LGBTI+ in Serbia e nella regione; invita il governo e le forze di polizia a garantire una regolare pianificazione e organizzazione del programma, nonché la sicurezza e il benessere dei partecipanti; chiede maggiori misure per combattere le molestie, la propaganda di incitamento all’odio e i crimini generati dall’odio contro le persone LGBTI+;
61. ribadisce la propria condanna del presunto ricorso al lavoro forzato, della violazione dei diritti umani e della tratta di esseri umani riguardanti circa 500 lavoratori vietnamiti nel sito di costruzione della fabbrica cinese di Linglong in Serbia; prende atto che sono state adottate misure iniziali e sono state effettuate ispezioni e invita le autorità serbe a indagare sul caso e a garantire il rispetto dei diritti lavorativi dei cittadini e dei residenti; invita la Serbia a migliorare l’allineamento con il diritto del lavoro dell’UE e a conformarsi alle pertinenti convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro ratificate dal paese; sottolinea che la legislazione serba in materia di lavoro e ambiente dovrebbe applicarsi anche alle società cinesi che operano nel paese;
62. deplora l’espulsione di un cittadino bahreinita verso il suo paese di origine nonostante una misura provvisoria della Corte europea dei diritti dell’uomo secondo cui l’estradizione avrebbe dovuto essere rinviata; ricorda che la Serbia deve rispettare i diritti fondamentali di tutte le persone sul suo territorio; esorta le autorità serbe ad adempiere i propri obblighi internazionali e ad attuare ed applicare pienamente tutte le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo;
63. prende atto dell’importanza della cooperazione con l’UE nella lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti attraverso la “rotta dei Balcani”; si compiace della cooperazione della Serbia in materia di gestione dei flussi migratori con i paesi vicini e con gli Stati membri dell’UE, sottolineando la necessità di rispettare pienamente di diritti umani e le norme e i principi internazionali;
64. esprime profonda preoccupazione per la diffusione della disinformazione sull’aggressione russa contro l’Ucraina, in particolare da parte di organi di informazione vicini al governo; invita le autorità serbe ad adottare misure decisive per affrontare la disinformazione e contrastare le notizie false più diffuse; invita la Serbia e la Commissione a rafforzare le infrastrutture per combattere la disinformazione, la propaganda russa e altre minacce ibride e a sostenere risposte basate su elementi oggettivi alle minacce a breve e lungo termine in materia di disinformazione nei Balcani occidentali; sottolinea che tutti i leader politici hanno la responsabilità di bloccare la diffusione della disinformazione malevola riguardo all’aggressione russa contro l’Ucraina; osserva che un atteggiamento tollerante nei confronti di influenze esterne malevole potrebbe avere gravi conseguenze negative per le prospettive di adesione all’UE della Serbia;
65. è particolarmente preoccupato per le narrazioni di disinformazione provenienti dal Cremlino e diffuse attraverso Sputnik Serbia e altri attori nazionali; invita le autorità serbe ad allinearsi alle sanzioni dell’UE e ad adottare misure per evitare che Russia Today e Sputnik Serbia diffondano notizie false e disinformazione; esprime profonda preoccupazione per il fatto che tra le principali fonti di disinformazione vi siano quotidiani finanziati o sostenuti dal governo e alcuni canali televisivi con copertura nazionale; deplora che il servizio radiotelevisivo pubblico utilizzi il linguaggio propagandistico russo, come “operazione militare speciale”, dall’inizio dell’invasione non provocata dell’Ucraina da parte della Russia;
66. è fortemente allarmato per il fatto che i paesi dei Balcani occidentali in fase di adesione all’UE sono particolarmente colpiti dalle ingerenze straniere e da campagne di disinformazione provenienti dalla Russia e dalla Cina; è preoccupato per il fatto che la Serbia e l’Ungheria stanno aiutando la Russia e la Cina a perseguire i loro obiettivi geopolitici; invita il SEAE ad adottare un atteggiamento più proattivo, concentrandosi sul consolidamento della credibilità dell’UE nella regione e ampliando le attività di monitoraggio della task force di comunicazione strategica (StratCom) del SEAE, prestando una particolare attenzione alle minacce di disinformazione transfrontaliere da parte dei paesi dei Balcani occidentali e dei paesi limitrofi;
67. sottolinea l’importanza del dialogo con la società civile serba e con il settore privato per coordinare gli sforzi volti a contrastare la disinformazione sia in Serbia che nella regione; osserva, a tale riguardo, che la Serbia trarrebbe vantaggio da un maggiore coinvolgimento nei gruppi di esperti dell’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA);
68. apprezza il lavoro svolto dalla task force StratCom del SEAE per i Balcani occidentali, incaricata di garantire una comunicazione coordinata e coerente dell’UE, di rafforzare la resilienza e di affrontare la disinformazione e la manipolazione delle informazioni ai danni dell’UE; chiede il rafforzamento delle azioni di comunicazione strategica e l’aumento del personale, compresa la possibilità di creare un posto di comunicazione strategica regionale situato nella regione dei Balcani occidentali;
Riconciliazione e relazioni di buon vicinato
69. accoglie con favore la partecipazione della Serbia ai meccanismi di cooperazione regionale e incoraggia il paese a compiere maggiori sforzi per migliorare le relazioni bilaterali con gli altri paesi dell’allargamento e con gli Stati membri dell’UE confinanti; elogia la sua decisione di donare circa 600 000 dosi di vaccini per la COVID-19 ai paesi della regione, tra cui la Macedonia del Nord, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina; incoraggia il paese ad adoperarsi a tutti i livelli per promuovere la riconciliazione e migliorare le relazioni di buon vicinato, attuare accordi bilaterali e risolvere le questioni bilaterali in sospeso con i suoi vicini, in particolare la demarcazione dei confini, la successione, la restituzione dei beni culturali e l’apertura di archivi militari;
70. evidenzia l’impegno della Serbia a collaborare con i paesi vicini per affrontare il problema delle persone scomparse e sottolinea che la riconciliazione con tali paesi è un requisito essenziale per la normalizzazione delle relazioni regionali; esprime preoccupazione per l’adozione della legge sul patrimonio culturale; chiede il pieno rispetto del patrimonio culturale e la promozione della cooperazione culturale e ribadisce l’importanza di proteggere le lingue delle minoranze nazionali in Serbia conformemente alle leggi e agli accordi bilaterali con i paesi vicini;
71. accoglie gli inviti delle autorità serbe affinché i serbo-bosniaci tornino al lavoro nelle istituzioni della Bosnia-Erzegovina;
72. riconferma il suo inequivocabile sostegno al dialogo Belgrado-Pristina agevolato dall’UE ed elogia il lavoro svolto dal rappresentante speciale dell’Unione per il dialogo Belgrado-Pristina Miroslav Lajčák; ribadisce l’importanza di un impegno costruttivo da parte delle autorità sia della Serbia sia del Kosovo al fine di raggiungere un accordo globale di normalizzazione giuridicamente vincolante basato sul riconoscimento reciproco, che è fondamentale per entrambi i paesi al fine dell’avanzamento dei rispettivi percorsi europei e contribuirà alla stabilità e alla prosperità regionali; chiede che tutti gli accordi Belgrado-Pristina precedenti siano rispettati e pienamente attuati in buona fede e tempestivamente, compresa l’associazione/comunità dei comuni a maggioranza serba;
73. invita il SEAE a istituire un meccanismo per monitorare e verificare l’attuazione di tutti gli accordi finora raggiunti e a riferire regolarmente al Parlamento europeo in merito allo stato di avanzamento del progetto; invita gli attori dell’UE a sostenere le autorità locali nel loro impegno a favore dell’associazione/comunità dei comuni a maggioranza serba nel quadro di un accordo reciproco;
74. chiede un ulteriore impegno attivo e costruttivo nel dialogo facilitato dall’UE; esorta i governi della Serbia e del Kosovo a evitare qualsiasi atto che possa minare la fiducia tra le parti e costituire un rischio per la prosecuzione costruttiva del dialogo; ribadisce il suo invito a migliorare la qualità del processo di dialogo attraverso la partecipazione delle donne, la maggiore trasparenza nei confronti del pubblico e il coinvolgimento significativo della società civile;
75. invita le autorità serbe e kosovare a promuovere i contatti interpersonali tra le comunità locali al fine di rafforzare il dialogo, anche a livello non governativo; elogia le iniziative culturali e giovanili come il festival annuale transfrontaliero delle arti “Mirëdita, Dobar Dan”, che promuove la collaborazione tra gli albanesi del Kosovo e i serbi;
76. invita sia la Serbia che il Kosovo a intensificare gli sforzi e a fornire soluzioni ai problemi relativi alle persone scomparse e alla giustizia per i crimini di guerra commessi durante le guerre degli anni ’90 nella ex Jugoslavia; invita il governo ad affrontare tali questioni anche nel quadro del dialogo Belgrado-Pristina e a stabilire una cooperazione tra la Serbia e il Kosovo; invita i governi della Serbia e del Kosovo a trovare soluzioni sostenibili in relazione agli accordi sull’elettricità nel nord del Kosovo;
77. si rammarica della decisione del governo del Kosovo di respingere una proposta dei mediatori internazionali che consenta la raccolta delle schede elettorali degli aventi diritto per consentire loro di votare nel territorio del Kosovo al referendum costituzionale del 16 gennaio e alle elezioni serbe del 3 aprile 2022, come era prassi in precedenza;
78. deplora le attività di destabilizzazione alla frontiera nel nord del Kosovo nel settembre 2021 e invita Belgrado e Pristina ad affrontare tutte le questioni attraverso il dialogo; deplora il fatto che non sia stato raggiunto un accordo in seno al gruppo di lavoro incaricato di trovare una soluzione in merito all’uso delle targhe dei veicoli; invita entrambe le parti a trovare quanto prima una soluzione permanente che promuova la normalizzazione delle relazioni economiche e politiche nel quadro del dialogo facilitato dall’UE; deplora vari casi in cui è stato vietato l’ingresso a funzionari nei territori del Kosovo o della Serbia; invita entrambe le parti a trattare tutte le visite in modo da agevolare il processo di normalizzazione;
79. prende atto delle denunce dei cittadini di etnia albanese della valle di Presevo a cui è stato negato il voto e che, a quanto emerge, sono stati cancellati dall’anagrafe del luogo di residenza, venendo così privati dei loro diritti fondamentali e politici dalle autorità serbe; esprime profonda preoccupazione per le accuse e gli studi secondo cui le autorità serbe starebbero facendo un uso improprio della legge sulla residenza dei cittadini e per la “passivizzazione” sistematica e discriminatoria degli indirizzi residenziali dei cittadini di etnia albanese che vivono nel sud della Serbia; chiede indagini indipendenti e approfondite riguardo a tali accuse e invita le autorità serbe a porre fine a tutte le pratiche e le azioni mirate discriminatorie;
80. accoglie con favore l’adozione della strategia nazionale per il perseguimento dei crimini di guerra per il periodo 2021-2026 e il recente avvio dei lavori di vari organismi e meccanismi di segnalazione collegati alla sua attività; ribadisce l’importanza di un’attuazione trasparente e inclusiva della strategia; esorta le autorità serbe ad agire con decisione contro l’esaltazione dei criminali di guerra condannati e a porre fine a qualsiasi retorica e azione divisiva che mini l’integrità dei paesi del vicinato e minacci la stabilità e la riconciliazione regionali; esorta le autorità serbe a dimostrare un reale impegno a indagare e portare in giudizio i casi di crimini di guerra; ribadisce che in Europa non è ammissibile la negazione del genocidio;
81. evidenzia l’importanza della cooperazione regionale relativamente ai crimini di guerra e alle persone scomparse e invita le autorità serbe a condannare tutte le forme di incitamento all’odio, le campagne di intimidazione e l’approvazione pubblica o la negazione del genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra; deplora il fatto che alcune autorità serbe e alcuni politici serbi continuino a negare il genocidio di Srebrenica; invita le autorità serbe a garantire il proseguimento dei processi per crimini di guerra, anche a livello locale, e a ottenere giustizia per le vittime riconoscendo e rispettando le sentenze sui crimini di guerra, lottando contro l’impunità per i crimini commessi durante la guerra, indagando sui casi di persone scomparse e sui siti di sepoltura e sostenendo i procuratori nazionali affinché assicurino i responsabili alla giustizia;
82. condanna la crescente presenza di criminali di guerra condannati, come Veselin Šljivančanin, Dragoljub Ojdanić e Nikola Šainović, nello spazio mediatico, da essi utilizzato per diffondere odio e intolleranza nei confronti delle minoranze nazionali in Serbia;
83. invita l’UE e i suoi alleati a rafforzare ulteriormente il lavoro di riconciliazione; accoglie con favore il rinnovato impegno degli alleati dell’UE, in particolare la nomina di inviati speciali degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Germania per i Balcani occidentali, e chiede loro di impegnarsi in stretta cooperazione e coordinamento con l’inviato dell’UE al fine di rafforzare l’effetto leva e fornire consulenza e sostegno coerenti;
84. ribadisce il proprio sostegno all’iniziativa volta a istituire la commissione regionale per l’accertamento dei fatti relativi ai crimini di guerra e ad altre gravi violazioni dei diritti umani nel territorio della ex Jugoslavia (RECOM);
85. accoglie con favore l’avvio dell’attuazione di una zona libera da roaming in tutti i Balcani occidentali a partire dal 1° luglio 2021, migliorando la connettività e apportando vantaggi tangibili e concreti ai cittadini e alle imprese nella regione; plaude all’adozione della dichiarazione di Brdo firmata dai funzionari dell’UE e dai leader dei paesi dei Balcani occidentali, che riconosce l’importanza di tale risultato; esorta il Consiglio e la Commissione a collaborare con le autorità dei paesi dei Balcani occidentali al fine di eliminare le tariffe di roaming tra i Balcani occidentali e l’Unione europea;
86. esorta le autorità serbe a sostenere senza ambiguità la creazione di un mercato regionale comune nel quadro del processo di Berlino quale primo passo del percorso di adesione all’UE; sottolinea che tutti i meccanismi regionali di cooperazione economica nei Balcani occidentali dovrebbero essere inclusivi e accettabili per tutti e sei i paesi, per istituire una cooperazione paritaria tra i sei paesi e rafforzare, al contempo, l’ulteriore allineamento alle norme e all’acquis dell’UE;
Riforme socioeconomiche
87. accoglie con favore i progressi compiuti nello sviluppo di un’economia di mercato funzionante, sebbene lo Stato abbia ancora una forte impronta, e il fatto che l’impatto della crisi della COVID-19 sull’economia sia stato attenuato con successo, tra l’altro, mediante misure tempestive di sostegno di bilancio e monetario; invita comunque le autorità serbe a fornire un sostegno mirato correlato al contesto della pandemia alle famiglie e alle imprese vulnerabili; osserva che l’UE ha continuato a fornire sostegno essenziale alla Serbia per la sua ripresa socioeconomica e per le esigenze mediche immediate, compreso un sostegno supplementare di 10 milioni di EUR;
88 osserva con preoccupazione che nessuna delle accuse citate nella relazione precedente e avanzate da giornalisti investigativi riguardo alla manipolazione, da parte del governo, delle statistiche relative alla COVID-19 per fini politici è stata oggetto di indagine; sottolinea che la fiducia e la trasparenza un’importanza particolare negli sforzi del governo nella lotta contro la COVID-19 ed esorta pertanto il governo serbo a fornire ai cittadini tutte le statistiche pertinenti;
89. osserva che, nonostante i miglioramenti, il mercato del lavoro soffre ancora di problemi strutturali e affronta sfide demografiche e legate alla migrazione; invita la Serbia a migliorare la posizione delle donne nel mercato del lavoro e ad adeguare ulteriormente l’istruzione e la formazione alle esigenze del mercato del lavoro, in particolare nel settore dell’istruzione e della formazione professionale e riguardo alla transizione verde e digitale;
90. esprime profonda preoccupazione per la situazione socioeconomica in vari distretti della Serbia meridionale; invita il governo serbo a indagare su tutte le accuse relative all’uso di strumenti di assistenza sociale per esercitare pressioni sugli elettori, in particolare i gruppi vulnerabili e i membri della minoranza rom; invita il governo serbo a rispondere alle sfide poste dalla povertà e dalla disoccupazione in queste e in altre parti del paese e a garantire che le politiche sociali e occupazionali dispongano di risorse finanziarie e istituzionali sufficienti;
91. invita la Serbia a migliorare le proprie capacità di fornire statistiche e di effettuare il censimento della popolazione, nel rispetto dei più elevati standard internazionali e con la partecipazione di osservatori indipendenti;
92. esprime profonda preoccupazione per lo spopolamento e la continua emigrazione del capitale umano serbo; accoglie con favore le iniziative e gli approcci innovativi del governo serbo volti a contrastare tali tendenze, compresi i cambiamenti demografici, collaborando al contempo con le organizzazioni internazionali mediante una serie di politiche mirate in tutti i settori per affrontare le minacce demografiche, dato che il costante calo della popolazione resta una sfida fondamentale per lo sviluppo economico; invita il nuovo governo a prestare maggiore attenzione alle politiche giovanili; osserva che è necessario profondere ulteriori sforzi nello sviluppo socioeconomico delle regioni frontaliere al fine di prevenirne lo spopolamento; ricorda che i programmi per la cooperazione transfrontaliera dell’IPA III potrebbero essere utilizzati a tale scopo;
93. accoglie con favore l’attuazione di programmi a sostegno delle piccole e medie imprese (PMI), in particolare la riduzione del costo della raccolta di capitale per le PMI; invita la Serbia a fronteggiare le carenze restanti, compreso un ambiente volatile per le imprese e la concorrenza sleale; accoglie con favore l’impegno della Serbia nel processo di integrazione del mercato regionale nei Balcani occidentali, seguito da un’ulteriore integrazione economica con il mercato unico dell’UE, che attirerà gli investimenti necessari e genererà nuove opportunità per i cittadini e la comunità imprenditoriale;
94. ribadisce la propria preoccupazione per la crescente dipendenza della Serbia dagli investimenti cinesi e dall’entità dei prestiti che la Serbia dovrà restituire alla Cina; esorta le autorità serbe a migliorare la trasparenza e a rafforzare la conformità giuridica ai requisiti in materia di valutazione dell’impatto ambientale nelle industrie altamente inquinanti per gli investimenti esteri provenienti da Cina, Russia e altri paesi non democratici nell’ambito degli accordi bilaterali di cooperazione strategica; deplora la recente consegna di sistemi missilistici cinesi alla Serbia;
95. sottolinea che i paesi dei Balcani occidentali devono essere al centro dell’iniziativa Global Gateway dell’UE e disporre di un’alternativa di investimento trasparente e sostenibile agli investimenti e ai prestiti della Cina e di altri regimi autoritari;
96. prende atto del ritiro delle modifiche alla legge sull’espropriazione e chiede un più ampio dibattito pubblico su tale questione;
97. accoglie con favore i miglioramenti nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, ma chiede un miglioramento dei risultati delle indagini nei casi di riciclaggio di denaro; osserva che le infrastrutture e l’edilizia sono fonti significative di denaro illecito e incoraggia la Serbia a ridurre al minimo il rischio di flussi finanziari illeciti nel settore delle costruzioni nonché a ridurre l’evasione fiscale e la corruzione nel settore delle infrastrutture; invita la Serbia a garantire che le raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI) vengano seguite in buona fede;
98. esprime preoccupazione per la mancanza di progressi riguardo al caso della “lista”, che costituisce un abuso del quadro giuridico da parte delle autorità statali finalizzato a prendere di mira talune organizzazioni della società civile e media critici nei confronti delle politiche del governo; invita nuovamente l’Amministrazione serba per la prevenzione del riciclaggio di denaro del ministero delle Finanze serbo a indagare a fondo su tali questioni;
99. ricorda le condizioni dei finanziamenti nell’ambito dell’IPA III e del Piano economico e di investimento per i Balcani occidentali; riconosce l’importanza dell’IPA III e del Piano economico e di investimento per sostenere il processo di riforma, la transizione verde, la connettività sostenibile, il capitale umano, la competitività e la crescita inclusiva, nonché per rafforzare la cooperazione regionale e transfrontaliera;
Ambiente, energia e trasporti
100. accoglie con favore le misure concrete adottate al fine di eliminare gradualmente le centrali a carbone; esprime profonda preoccupazione per il fatto che, nonostante le attuali sfide climatiche e ambientali, la Serbia stia ancora investendo in una nuova centrale a carbone; esorta le autorità ad adottare un piano nazionale integrato per l’energia e il clima coerente con l’obiettivo di zero emissioni del Green Deal europeo per il 2050 e con l’agenda verde per i Balcani occidentali;
101. invita le autorità nazionali ad attuare rapidamente la legge sull’uso delle fonti energetiche rinnovabili e ad avviare un dibattito pubblico più ampio sulla transizione energetica e sulla costruzione in corso di decine di piccole centrali idroelettriche;
102. invita la Serbia a intensificare gli sforzi per diversificare l’approvvigionamento energetico e il mix energetico complessivo, in particolare ridurre la sua dipendenza dalla Russia, nonché ad aumentare gli investimenti e a modernizzare le infrastrutture energetiche al fine di attuare la transizione necessaria dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili; evidenzia, a tale proposito, l’importanza della costruzione dell’interconnettore con la Bulgaria; esorta la Commissione a garantire che i fondi IPA contribuiscano a costruire un’economia climaticamente neutra in Serbia, pienamente in linea con gli accordi di Parigi e gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE, e a fornire il sostegno tecnico necessario per conseguire tale obiettivo;
103. sottolinea che la mancanza di efficienza nel settore energetico incide pesantemente sulla competitività economica complessiva del paese e invita quest’ultimo ad adoperarsi risolutamente per la transizione verso un’economia verde e circolare eliminando in modo graduale le fonti energetiche fossili e aumentando notevolmente il tasso di riciclaggio delle risorse e dei materiali;
104. osserva con preoccupazione la costante mancanza di conformità e la conseguente violazione del trattato che istituisce la Comunità dell’energia e invita la Serbia a seguire le raccomandazioni del trattato e ad allineare le sue attività nel settore energetico al terzo pacchetto energia e alla politica energetica dell’UE;
105. ribadisce la propria preoccupazione per gli elevati livelli di inquinamento atmosferico ed esorta le autorità ad accelerare l’attuazione dei piani per la qualità dell’aria; deplora il fatto che diverse località in Serbia, in particolare Belgrado, Smederevo, Bor e le valli del Kolubara e del Tamnava, siano spesso nell’elenco delle zone più inquinate al mondo in termini di qualità dell’aria; esorta le autorità ad adottare rapidamente misure volte a migliorare la qualità dell’aria, in particolare nelle grandi città e nelle zone industriali; sottolinea l’importanza di trovare soluzioni sostenibili e di limitare l’uso della lignite e di altri tipi di carbone a basso potere calorico per la produzione di energia e per il riscaldamento;
106. esprime profonda preoccupazione per i progetti di produzione di energia a carbone finanziati dalla Cina e per il loro impatto sull’ambiente e sulla qualità dell’aria; osserva che il processo di adozione del programma sulla protezione dell’aria è attualmente in corso e accoglie con favore le sovvenzioni su piccola scala ai comuni per migliorare la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti e finanziare l’attuazione di progetti volti a ridurre l’inquinamento atmosferico in Serbia;
107. ribadisce il proprio rammarico per l’inazione riguardo all’inquinamento del fiume Dragovishtitsa provocato dalle miniere che operano nella regione e per i suoi effetti negativi sulla salute della popolazione locale e sull’ambiente;
108. sottolinea la necessità di migliorare la normativa sulla gestione dei rifiuti e la relativa attuazione e applicazione, nonché di accelerare l’introduzione e l’attuazione della gerarchia dei rifiuti e delle misure in materia di economia circolare;
109. prende atto del ritiro delle licenze di esplorazione per il progetto di estrazione e trasformazione del litio nella Serbia occidentale; invita le autorità serbe a operare in completa trasparenza in tale processo e a condurre una valutazione d’impatto globale, comprese consultazioni pubbliche con le comunità locali interessate in sede di rilascio delle licenze;
110. esprime profonda preoccupazione per i gravi problemi della corruzione e dello Stato di diritto sulle questioni ambientali e per la generale mancanza di trasparenza e di valutazioni d’impatto ambientale e sociale per i progetti infrastrutturali; prende atto, in tale contesto, dell’apertura del gruppo di capitoli 4 relativo all’agenda verde e alla connettività sostenibile nell’ambito dei negoziati di adesione all’UE; chiede di dare seguito alle legittime preoccupazioni espresse nel corso delle proteste ambientali e di affrontarle nel corso dei negoziati;
111. chiede di ampliare la superficie totale del territorio serbo protetto e di garantire l’attuazione delle misure e un adeguato finanziamento della protezione della natura; chiede l’applicazione coerente della legge sulla protezione della natura e della legge sull’uso di fonti di energia rinnovabili, al fine di bloccare qualsiasi progetto dannoso nelle aree protette;
112. accoglie con favore l’adozione del programma di gestione dei rifiuti e rileva che è in corso il processo di presentazione pubblica del piano d’azione di tale programma per il periodo 2022-2024; osserva che il sistema di informazione ecologica è diventato operativo, consentendo ai cittadini di segnalare i problemi ambientali;
113. chiede una revisione di tutti i progetti di mini-centrali idroelettriche realizzati finora per accertare il debito rispetto della legge e delle procedure al momento del rilascio delle autorizzazioni; chiede misure immediate per riportare i fiumi allo stato in cui si trovavano prima della costruzione di tali impianti in tutti i casi in cui la legge sia stata chiaramente violata, come nel caso di Rakita; chiede la rimozione delle strutture che mettono in pericolo coste, laghi, corsi d’acqua e falde acquifere; evidenzia la necessità di supervisionare qualsiasi progetto che metta in pericolo le risorse idriche, che dovrebbe essere inserito nell’elenco dei progetti per i quali è necessario uno studio di valutazione dell’impatto ambientale; chiede il riesame della privatizzazione dell’Istituto Jaroslav Cerni per la gestione delle risorse idriche;
114. accoglie con favore i progressi della Serbia nella riforma del sistema ferroviario; incoraggia il paese a garantire che gli investimenti nelle sue infrastrutture di trasporto siano conformi alla strategia dell’UE per una mobilità sostenibile e intelligente e apportino il massimo beneficio all’economia serba;
°
° °
115. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al Presidente, al governo e all’Assemblea nazionale della Serbia.
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO |
Approvazione |
14.6.2022 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
50 5 3 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alexandrov Yordanov, François Alfonsi, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi, Katalin Cseh, Kinga Gál, Giorgos Georgiou, Raphaël Glucksmann, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Peter Kofod, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, David Lega, Leopoldo López Gil, Antonio López-Istúriz White, Claudiu Manda, Lukas Mandl, Thierry Mariani, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Javier Nart, Matjaž Nemec, Demetris Papadakis, Tonino Picula, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Jacek Saryusz-Wolski, Sergei Stanishev, Tineke Strik, Dominik Tarczyński, Viola Von Cramon-Taubadel, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Bernhard Zimniok |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Vladimír Bilčík, Corina Crețu, Angel Dzhambazki, Nicolaus Fest, Arba Kokalari, Andrey Kovatchev, Karsten Lucke, Erik Marquardt, Marisa Matias, Alessandra Moretti, Paulo Rangel, Javier Zarzalejos |
|||
Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Asim Ademov, Stéphane Bijoux, Andor Deli, Liudas Mažylis, Bettina Vollath |
Fonte/Source: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2022-0178_IT.html