(AGENPARL) – MODENA mer 29 giugno 2022
Gli spazi di lavoro collaborativi nella società post-Covid, il ruolo del digitale al servizio dei musei, quindi della cultura, e la possibile attivazione di un laboratorio di sound design in città. Sono i temi al centro dei tre studi di fattibilità affidati dal Comune di Modena al Laboratorio aperto negli ultimi due anni e presentati nel pomeriggio oggi, mercoledì 29 giugno, a tutte le persone interessate e, più in generale, alla città. I tre momenti di approfondimento, uno per ogni progetto, si sono svolti online (http://www.laboratorioapertomodena.it).
Il lavoro più recente, consegnato in aprile all’Amministrazione comunale, è intitolato “Il digitale per gestione e valorizzazione dei sistemi museali: ‘readiness’ digitale e scenari di uso previsti da progetto”. In questo progetto è approfondito il tema del ruolo del web e degli strumenti digitali a sostegno delle istituzioni museali nel processo di creazione di valore verso il pubblico di riferimento. “La pandemia ha sollecitato un ripensamento dell’offerta culturale per ovviare alla chiusura determinata dalle misure di sicurezza prese dal Governo – scrivono i relatori del documento –. Le istituzioni culturali, come i musei, sono basate su un’attività che presuppone un riferimento fisico essenziale e dunque hanno avuto la necessità di ottimizzare il processo di digitalizzazione”. In questo contesto sono state identificate, quindi, le opportunità di sviluppo di modalità innovative di presentazione dei contenuti, la generazione di nuove forme di “engagement” e le azioni volte ad attirare nuovi pubblici. Si sottolinea poi che, “come in tutte le innovazioni, anche nei processi di digitalizzazione l’aspetto economico è centrale. Perché solo con risorse adeguate è possibile pensare a cambiamenti profondi ed efficaci: la digitalizzazione massiccia, unita alle tecnologie emergenti, necessita pure di nuovi modelli di business con potenziale di mercato”.
“Spazi collaborativi post-Covid: politiche e pratiche” approfondisce invece il tema dei nuovi luoghi di lavoro rappresentati dai cosiddetti “spazi collaborativi”. Ovvero un insieme variegato di luoghi ibridi pensati per ospitare lavoratori che, pur essendo anche diversi per background formativo, settore di competenza e attività svolta, decidono di lavorare in questi spazi proprio per poter avere la possibilità di relazionarsi (ed eventualmente collaborare). “Lo studio analizza i fattori che spiegano questa diffusione – si legge nella relazione – soffermandosi sulla ragione per cui questi spazi possono essere in grado di offrire una risposta adeguata ai bisogni dei lavoratori e delle aziende. In particolare, si affrontano fenomeni complessi come i cambiamenti della composizione della forza-lavoro, a partire dall’aumento dei lavoratori autonomi, la diffusione nelle imprese di pratiche di lavoro da remoto (fenomeno incrementato durante l’emergenza sanitaria), la maggiore consapevolezza da parte delle aziende verso i modelli sistemici e aperti per sostenere i processi creativi e innovativi e la necessità delle pubbliche amministrazioni di pensare a nuovi utilizzi di spazi caduti in disuso”.
Il terzo progetto, “Sound design lab”, ha infine l’obiettivo di esplorare le condizioni necessarie per lo sviluppo di un laboratorio di sound design all’interno del Laboratorio aperto. Lo studio integra le riflessioni compiute assieme al Centro musica del Comune. “Da una parte, infatti, il Centro musica può contare su un focus chiaro sul ‘suono’, sebbene attraverso un ampio spettro di funzioni e collaborazioni sia territoriali sia internazionali – sottolineano i relatori –, dall’altra il Laboratorio aperto vanta una presenza simultanea di una varietà di funzioni, di iniziative stabili e di strumenti”. Questa multifunzionalità del centro di viale Buon Pastore 43 è stata “una prima chiave di volta nella collaborazione col Centro musica – aggiungono – poiché ha favorito le combinazioni tra il ‘suono’ e le altre dimensioni della produzione e della fruizione culturale e artistica, nell’ambito di un logica crossmediale che risponde alla caratteristiche del sistema culturale, caratterizzato da offerta convergente e domanda migrante”. Lo scenario proposto in questo studio è quello di un ‘polo del sound design’ che unisca virtualmente, e spesso anche materialmente, i due centri.
Fonte/Source: https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2022/6/laboratorio-aperto-2-2013-focus-sul-lavoro-post-covid