
(AGENPARL) – mar 17 maggio 2022 31 ARRESTI E 6 SEQUESTRI PREVENTIVI
LE INDAGINI DELLA POLIZIA DI STATO
La Squadra Mobile di Palermo e il
Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della
Polizia di Stato
stanno
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile di
Palermo e dal Servizio Centrale Operativo nel 2019 e supportata da presidi tecnici, che ha consentito di
acquisire gravi indizi
in ordine all’attuale organigramma delle famiglie mafiose attive nell’ampio contesto
criminale del
mandamento di Brancaccio che comprende le famiglie mafiose di Brancaccio, Corso dei Mille
e Roccella.
Le indagini attuali, avviate successivamente agli ul
timi arresti operati nel mese di novembre 2019 e mirate ad
individuare i protagonisti della riorganizzazione delle famiglie mafiose duramente colpite dai provvedimenti
cautelari, hanno consentito di ricostruire gli assetti delle famiglie mafiose di Bran
caccio, identificando i
probabili vertici, gregari e soldati, che dalle acquisizioni info
investigative il giudice ha ritenuto gravemente
indiziati di numerosi reati
fine dell’associazione mafiosa, dalle estorsioni, commesse ai danni di
numerosissimi comme
rcianti e imprenditori, il c.d.
pizzo,
alla gestione delle numerose piazze di spaccio sparse
sul territorio di Brancaccio, tutti reati che hanno consentito di accumulare quei proventi necessari al
mantenimento in vita dell’associazione ed alla remunerazione dei sodali liberi e delle famiglie di
quelli
detenuti.
Ne è scaturito un solido quadro probatorio a carico degli odierni indagati circa la loro intraneità alle citate
consorterie criminali che, sotto la direzione di personaggi del calibro di D. L. G, vertice della compagine
coadiuvato da N
sono sempre oggetto di attenzione dell’articolazione mafiosa e molti esercenti, dal pic
colo ambulante abusivo
fino all’operatore della grande distribuzione, sono soggetti alla pretesa del
pizzo
quando non addirittura
Al riguardo emblematica è la conversazione avvenuta tra il responsabile delle estorsioni della cosca mafiosa
ed un suo sodale, avvicinato da un
imprenditore edile
zona di
competenza
della
famiglia mafiosa per costruirvi appartamenti e consapevole di doversi assoggettare
Ancora da segnalare la pervicacia dimostrata dagli estortori di Brancaccio che non avrebbero esitato ad
effettuare il sopralluogo presso un cantiere edile sorto nelle immediate vicinanze del Commissariato di P.S.,
finalizzato alla successiva eventuale richiesta estorsiva.
Pertanto dalle citate progressioni probatorie, alimentate da una vasta attività tecnica, sono emerse in modo
chiaro le dinamiche associative e le strategie criminali delle singole famiglie, con evi
denti riferimenti
all’adesione soggettiva degli indagati all’
affectio societatis
per il raggiungimento degli scopi criminali prefissati
dalla stessa associazione mafiosa.
Per quanto riguarda le
, “è di tutta evidenza, dunque, come tutti gli associati
abbiano piena
consapevolezza di siffatta disponibilità e siano ben consci anche della loro possibilità di ottenere il concreto
possesso di armi di cui siano in un dato momento sprovvisti rivolgendosi ad altri sodali, financo a quelli
eventualmente inseriti
in altre articolazioni territoriali dell’organizzazione criminale”.
Anche il
traffico di stupefacenti
rappresenta una importante voce di arricchimento illecito; dal complesso delle
attività, infatti, è stato possibile quantificare gli introiti derivanti dalle “sei piazze di spaccio dello Sperone”,
tutte direttamente gestite o comunque controllate dai sodal
i, con un ricavo presunto di circa 80.000 euro
In tale ambito sono stati eseguiti, in più occasioni ed a titolo di risc
Anche in piena emergenza epidemiologica sono stati acquisiti gravi indizi in merito al rastrellamento di
denaro dalle pochissime attività rimaste aperte e con volumi di affari certamente ridotti ma in un caso un
indagato si è impossessato di venti cartoni
mascherine FP3
contenenti 16.000 mascherine, sottraendole ad un
Ospedale cittadino dove svolgeva attività lavorativa perché appartenente all’area “Emergenza Palermo”, per
rivenderle a scopo di lucro.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI
L’odierno provvedimento
cautelare, nella parte sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di
Palermo, colpisce un gruppo di soggetti gravemente indiziati di essere direttamente legati a GRECO Giuseppe
e INGRASSIA Ignazio che, forti dei loro storici legami con “
Cosa Nost
”, sarebbero stati in grado di coadiuvare
i due vertici nella gestione del
mandamento mafioso
e nella conduzione delle attività illecite che alimentavano
le casse della
famiglia mafiosa
di Ciaculli.
Fra i
5 soggetti
destinatari di misura cautelare oggett
o delle investigazioni dei Carabinieri di Palermo figurano
infatti
F. G.
L’agguerrita compagine criminale, per il tramite dei suoi collaboratori, si sarebbe dunque occupat
dell’imposizione delle cosiddette
sensalerie
sulle compravendite di immobili ricadenti sotto l’area di
Altro settore illecito è quello della
coltivazione di piantagioni di cannabis
sativa
, da cui veniva ricavato lo
stupefacente destinato alle piazze di spaccio del capoluogo.
Le acquisizioni dei militari del Nucleo Investigativo hanno, altresì, evidenziato che la compagine criminale
avrebbe tratto parte del suo sostentamento anche dalla
gestione delle acque irrigue
, impropriamente sottratte
direttamente alla conduttura “San Leo
Un ulteriore “
affare
” sul quale gli uomini di Ciaculli avrebbero imposto il controllo, è stato rintracciato nella
gestione delle pia
ttaforme di gioco per le scommesse on
line illegali
costante nella moderna economia che costituisce gli affari delle famiglie mafiose siciliane, avrebbe assicurato
cospicui introiti nella cassa della consorteria di
Ciaculli e di quel
mandamento mafioso
, che avrebbe imposto sul
territorio l’utilizzo di piattaforme di gioco che non avrebbero rispettato la normativa sulla prevenzione
patrimoniale imposta alle attività ludiche dalle leggi italiane. Il compenso, tuttavia
, sarebbe stato versato dagli
esercenti, in proporzione ai guadagni ricavati, nelle casse del
mandamento mafioso
. I proventi delle attività
illecite sarebbero stati poi reinvestiti in alcune attività commerciali.
Dalle indagini è anche emerso che la comp
agine mafiosa avrebbe avuto anche a disposizione un vero e proprio
arsenale di armi
. L’intervento dei Carabinieri ha, infatti, consentito nell’ottobre 2020 di arrestare in flagranza
di reato Emanuele PRESTIFILIPPO e di rinvenire nella sua disponibilità un
fucile da caccia (
doppietta
) marca
Beretta cal. 12 e otto munizioni celate all’interno di alcune balle di fieno accatastate nel maneggio di sua
Contestualmente la Polizia Giudiziaria operante ha dato esecuzione al
sequestro preventivo
del capitale sociale,
dei beni aziendali e dei locali della impresa, per un presunto valore complessivo di circa 350.000 euro in quanto
frutto di intestazione fittizia, nei confronti di imprese ed esercizi commerciali, tra i quali una rivendita di
prodotti
ittici, due rivendite di caffè e tre agenzie di scommesse.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva, sono, allo stato, solamente
indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente
vagliata giudizialmente solo
dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di
innocenza.
Palermo, 17 maggio 2022