
(AGENPARL) – Roma, 21 aprile 2022 – La Terza Sezione Civile del
Tribunale di Napoli (presidente Nicola Graziano, giudici
Viviana Criscuolo e Mario Fucito ) ha emesso la sentenza per i
giudizi attivati dal fallimento della ” Ixfin S.p.A” azienda
del comparto elettronico con sede a Marcianise (Caserta).
Il Tribunale ha condannato al pagamento di oltre 94 milioni di
euro in solido tra loro Ennio Conchiglia, Antonio Pugliese, Marco
Pugliese, Massimo Pugliese, Antonio Tuccillo, Francesco Zippo,
Luigi Luppi, Cesare Luppi, Alessandra Arcari, Francesco Saverio
Calò; e a più di 15 milioni di euro Luigi Soprano la cui
domanda a manleva nei confronti della compagnia assicurativa,
così come quella di Antonio Tuccillo, è stata rigettata:
per i giudici è a loro ascrivibile, a vario titolo, la
responsabilità del declino fino al fallimento di “Ixfin S.p.A” che aveva raccolto l’ eredità della “Olivetti” e contava
oltre mille dipendenti, finita poi a scatola vuota.
Condannati al pagamento i fratelli Massimo e Marco
Pugliese, imprenditori di Avellino. Massimo Pugliese, 67 anni, molto noto negli ambienti internazionali dell’imprenditoria, è stato presidente dell’ Avellino Calcio dal 2005 al 2009 .
Marco Pugliese, 51 anni, è stato deputato nella XVI Legislatura (eletto nel 2008), ed è tra i fondatori del movimento politico “Forza del Sud” di Gianfranco Miccichè. Antonio Tuccillo, 59 anni, di Afragola (Napoli), è stato presidente dei commercialisti di Napoli Nord fino al febbraio scorso, il cui nome è compare nel procedimento per “corruzione propria e falso ideologico” a carico del giudice Enrico Caria, magistrato in servizio presso la Sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli, poi di Santa Maria Capua Vetere e infine di Napoli Nord.
Luigi Soprano, dottore commercialista, è stato presidente del
Collegio dei Revisori del Comune di Napoli e componente del
Collegio Sindacale di aziende sanitarie pubbliche del Servizio
Sanitario Nazionale.
Luigi Luppi e Alessandra Arcari, all’ epoca dei fatti marito e
moglie, sono stati al centro delle cronache giudiziarie a metà
degli anni Duemila. Luppi, 57 anni, appartiene ad una nota
famiglie industriale del parmense. Quando inizia l’avventura di Ixfin in Terra di Lavoro, Marcianise era nei primi 20 posti della classifica per reddito medio della popolazione. Oggi sfiora il 95mo.
Dei 1000 dipendenti dell’azienda, dopo la cassa integrazione, le proteste e le promesse, non si sa più nulla. All’epoca – siamo nei primi anni 2000 – l’età media dei lavoratori era al di sotto dei 40 anni: per loro, quindi, nessuno “scivolo” pensionistico ma solo il baratro della disperazione. Esattamente quello in cui, per fare solo un esempio che all’epoca ebbe molta risonanza sui giornali, precipitò ai primi di luglio del 2016 Salvatore De Francesco, 43 anni, una moglie e due bambine, ex dipendente della Ixfin come esperto di sistemi operativi, attivo con la Uilm, che dopo tante lotte e più di due anni senza lavoro si lanciò dal terrazzo di un palazzo di Casalnuovo. Alla moglie e alle due figlie Salvatore – che aveva inutilmente cercato lavoro anche al Nord e in Germania – aveva lasciato un bigliettino con poche, significative parole: “Scusatemi, ma così non ha più senso vivere”. Mentre Salvatore De Francesco veniva inghiottito dal vuoto, i suoi colleghi della Ixfin erano a Caserta, a protestare davanti alla Prefettura perché privi, da oltre un anno, di qualsiasi forma di sostegno al reddito.