
(AGENPARL) – Roma, 09 apr 2022 – Confusione sulle date, incoerenze continue rispetto alle dichiarazioni messe a verbale mesi fa, contraddizioni sul ruolo delle Autorità e sulle potenziali sanzioni che la Spagna avrebbe potuto infliggere a Open Arms. Sono solo alcune delle incertezze di Marc Reig Creus, comandante della Open Arms, che ieri ha testimoniato nell’aula bunker nel carcere dell’Ucciardone nel processo che vede imputato l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini che rischia fino a 15 anni di carcere. Creus, rileva la difesa del leader della Lega rappresentata dall’avvocato Giulia Bongiorno, ha messo in luce parecchie anomalie nelle ore di testimonianza, conclusa dopo le 22 di ieri.
Il 29 luglio Open Arms parte per Lampedusa, ma poi cancella dal diario di bordo la destinazione dirigendosi al largo della Libia senza annunciarlo alle autorità. “Perché?”, domanda l’avvocato Bongiorno. “Perché così ci aveva ordinato l’armatore”, risponde il comandante. Poco dopo, ecco che viene intercettato proprio in quella zona un barchino in difficoltà. Un caso o un appuntamento, come sostiene la difesa? Secondo Creus, ovviamente un caso. Una coincidenza favorita dalle ottime condizioni meteo, aggiunge.
Il comandante assicura di aver voluto seguire le regole: eppure il primo di agosto il governo italiano gli aveva notificato un divieto di ingresso nelle acque territoriali. Open Arms rifiuta di fare rotta verso la Libia, non chiede un porto sicuro al suo stato di bandiera (la Spagna), ignora l’invito di quest’ultima a rivolgersi alla vicina Tunisia, non accetta di far sbarcare i migranti a Malta. Resta, per quattordici giorni, nel cuore del Mediterraneo. Tanto che La Valletta in una mail ufficiale la accuserà di “bighellonare” perdendo tempo anziché fare rotta verso la Spagna, che avrebbe raggiunto – secondo Creus – in 60 ore di navigazione. Meno di tre giorni. “Cercavamo il porto sicuro più vicino”, ha insistito il comandante. Ma le norme sul soccorso in mare non prevedono che il porto sicuro sia quello più vicino, gli ha ricordato la difesa.
E ancora. Il 9 agosto, quando Open Arms ha già a bordo i migranti intercettati in due diversi interventi – oltre alle 19 persone di equipaggio (tra cui due giornalisti) – viene fatto salire a bordo anche Richard Gere.
Anche su questo punto il comandante non rileva stranezze, nonostante l’ong lamentasse – proprio in quelle ore – condizioni estremamente difficili a partire dal sovraffollamento.
Attenzione alle date, rileva la difesa di Salvini: il primo intervento della Open Arms è del primo agosto; la nave resterà nel Mediterraneo fino al 20 agosto. “Il comandante non può decidere la destinazione”, risponde Creus.
Riassumendo: il primo agosto c’è il primo intervento in acque SAR libiche. Madrid suggerisce di contattare la Tunisia. Open Arms non accetta.
Il 2 agosto Open Arms prende a bordo altre 69 persone al confine tra le acque SAR libiche e maltesi. Ma il POS lo chiede all’Italia, che già le aveva espressamente vietato l’ingresso.
Il 4 agosto, resta in mare senza dirigersi verso la Spagna. Idem il 5 agosto, il 6 agosto, il 7 agosto, l’8 agosto, il 9 agosto. Ma in quest’ultima data, sale a bordo la star internazionale Gere.
Il 10 agosto, dopo un ulteriore intervento, Open Arms prende a bordo altri 39 migranti. Malta si offre di accoglierli, ma il comandante rifiuta di farli scendere per paura di scontri a bordo e si avvicina invece a Lampedusa. Ci rimane il 10 agosto. E anche l’11, il 12, il 13. Dal 14 agosto, nonostante nel frattempo Madrid maturi la decisione di dare un porto sicuro, scatta l’accusa di sequestro di persona per Salvini. Lo sbarco avviene solo il 20 agosto. Ovviamente in Italia.
Nonostante non fosse loro competenza, le Autorità italiane hanno assicurato in tutti questi giorni la massima assistenza alla nave, occupandosi di evacuare i migranti bisognosi di cure.
Nessuna delle altre persone a bordo dovrà ricevere particolare assistenza medica dopo lo sbarco; gli esperti hanno detto a processo che le condizioni generali erano discrete, anche perché i casi più gravi erano già stati soccorsi.
Tra un mese, il 13 maggio, Salvini è ancora atteso a Palermo. Medici Senza Frontiere, nelle ultime ore ha denunciato: “In 113 ancora su Geo Barents dopo 12 giorni”. Dodici giorni. Più di quelli contestati a Salvini. Rischierà il processo pure Luciana Lamorgese?