
(AGENPARL) – gio 07 aprile 2022 LISTE D’ATTESA, MARCHETTI (LEGA): “CARDIOLOGIA, REGIONE APRA A TECNOLOGIE CHE CONSENTONO INTERVENTI DI CHIRURGIA MININVASIVA”
BOLOGNA, 7 APR – Una soluzione, per snellire le liste d’attesa, potrebbe essere quella di implementare gli investimenti sull’innovazione tecnologia. La proposta arriva dal consigliere regionale della Lega, vicepresidente commissione Sanità, Daniele Marchetti, che, con riferimento alle lunghe liste d’attesa per gli interventi cardiaci spiega: “Credo che si necessario prevedere una maggiore apertura alle innovazioni in ambito cardiaco consentendo così, non solo di garantire una migliore presa in carico dei pazienti, ma anche una maggiore attrattività della Regione nei confronti delle aziende e istituti disposte ad investire in ricerca e sviluppo”.
Per consentire un accesso appropriato all’innovazione in ambito cardiologico “è infatti necessario che l’Emilia-Romagna si adegui alle più recenti linee guida rilasciate dall’ESC (European Society of Cardiology), che prevedono per alcune patologie una forte raccomandazione verso l’utilizzo di procedure mininvasive nei pazienti over 75” sottolinea.
L’emergenza pandemica ha determinato una forte pressione sulle strutture ospedaliere e sulle relative capacità di gestione dei pazienti in Regione. Ciò ha determinato il differimento degli interventi, inclusi quelli di cardiochirurgia e di cardiologia invasiva, nonché il blocco delle visite ambulatoriali, con conseguente allungamento delle liste d’attesa.
In ambito cardiologico, le ondate reiterate di Covid-19 hanno portato i pazienti cardiopatici ad evitare i controlli per paura del contagio ed è stato registrato di conseguenza un calo delle attività di cardiologia interventistica.
Marchetti ricorda che “per gli interventi di sostituzione delle valvole cardiache, le tecnologie impiantabili con procedure mininvasive sul paziente hanno dimostrato di avere un impatto elevato in termini di rapida deospedalizzazione, con conseguente maggiore disponibilità di posti letto ordinari e di terapia intensiva contribuendo così al recupero delle liste di attesa”.
“Le procedure mininvasive, sebbene abbiano un costo iniziale maggiore rispetto alle procedure tradizionali, rappresentano un investimento importante sia dal punto di vista della salute dei pazienti, che per una riduzione dei costi relativi alla degenza in terapia intensiva e nei reparti ordinari” conclude il leghista.
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