
(AGENPARL) – Roma, 01 aprile 2022 – Da quando la Russia ha iniziato l’invasione (l’operazione speciale militare in Russia) in Ucraina alla fine di febbraio, diversi Paesi hanno introdotto sanzioni contro Mosca, limitando il commercio e bloccando le importazioni degli idrocarburi.
Una situazione che ha avuto come diretta conseguenza la diminuzione dell’approvvigionamento di petrolio e gas in tutto il mondo.
Se da una parte sono state imposte le sanzioni su Mosca, dall’altra alcuni governi stanno usando questa situazione come un’opportunità per stabilire non solo relazioni più strette con la Russia, approfittando delle sue enormi disponibilità di petrolio e gas la cui domanda è molto bassa me quindi vengo proposti forti sconti.
Infatti, Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti hanno introdotto divieti totali sugli acquisti di petrolio russo, mentre l’UE e molti altri governi in tutto il mondo si sono rifiutati di seguire l’esempio.
All’inizio si era pensato che l’introduzione delle sanzioni e dei divieti sulle importazioni dalla Russia avrebbero colpito duramente la sua economia spingendola al collasso e quindi costringendo il presidente Putin a ritirarsi dall’Ucraina. Al momento pare che questa previsione molto campata in aria non si sia avverata.
Tutti riconoscono l’importanza della fornitura russa di petrolio e gas, visto che Mosca è uno dei primi tre produttori di greggio al mondo.
Nel 2021, la produzione petrolifera russa è stata di 10,5 milioni di barili al giorno, pari al 14% dell’offerta globale.
La Russia ha esportato circa 4,7 milioni di barili al giorno di greggio lo scorso anno, con in testa la Cina, come principale importatore, con circa 1,6 milioni di barili al giorno, mentre ha fornito 2,4 milioni di barili al giorno ai Paesi europei.
In Europa, Germania, Ungheria e Bulgaria sono alcuni dei paesi che continuano ad acquistare petrolio e gas russi , che costituiscono gran parte delle loro forniture energetiche. Alcune società internazionali dell’energia come Trafigura e Vitol hanno anche affermato che manterranno contratti a lungo termine con la Russia per continuare ad acquistare il suo greggio.
Da sottolineare che ci sono Paesi molto interessati al petrolio russo, come India e Cina.
Entrambi i paesi stanno continuando ad acquistare petrolio russo a buon mercato poiché molti paesi occidentali rifiutano l’energia russa per la loro posizione contro l’attuale conflitto.
In effetti, le esportazioni di petrolio russo verso l’India sono aumentate in modo significativo dall’inizio del conflitto e ciò ha causato il calo del prezzo, mentre la domanda internazionale per la fonte di energia è diminuito.
Gli esperti ritengono che la Cina aumenterà presto anche le sue importazioni di greggio russo.
La continua dipendenza dalle forniture petrolifere russe è principalmente in risposta all’impennata del prezzo del petrolio negli ultimi mesi, portando i governi a cercare le opzioni più economiche.
Per Cina e India, mantenere la sicurezza energetica accedendo a fonti petrolifere a basso costo è una priorità assoluta.
La Russia ha offerto il suo greggio degli Urali con uno sconto significativo per incoraggiare i paesi a mantenere le loro partnership con il gigante petrolifero mentre il conflitto continua.
All’inizio di questo mese l’ Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato: «Il greggio degli Urali dalla Russia viene offerto a sconti record, ma l’assorbimento è finora limitato, con gli importatori di petrolio asiatici, per la maggior parte, che si attengono ai fornitori tradizionali in Medio Oriente, America Latina, e l’Africa».
E «a partire da metà marzo, vediamo il potenziale per la chiusura di 3 milioni di barili al giorno di fornitura di petrolio russo a partire da aprile, ma ciò potrebbe aumentare se le restrizioni o la condanna pubblica dovessero intensificarsi», ha affermato l’organizzazione internazionale.
Non è chiaro se continuerà ad essere così o se la tentazione di acquistare petrolio a basso costo sarà troppo alta per alcuni Paesi.
In India, il governo ha deciso di aumentare le sue importazioni di petrolio russo. Non ci sono state importazioni regolari di greggio in India nel 2021 e nessuna è stata registrata dopo dicembre, ma dall’inizio di marzo cinque carichi di petrolio russi, circa 6 milioni di barili, sono stati inviati in India. Si pensa che la Russia possa offrire all’India uno sconto di circa il 20% rispetto ai prezzi del Brent, rendendola molto interessante in un periodo di prezzi record e carenza di energia. L’India attualmente importa tra l’80 e l’85% del suo greggio, il che significa che questa è una decisione economica forte.
In Cina, il governo si è finora rifiutato di denunciare l’invasione russa dell’Ucraina. Questa è probabilmente una mossa strategica per mantenere le sue forti relazioni commerciali con la Russia. La Cina è il più grande importatore mondiale di petrolio e gas naturale e nel 2021 la Russia era il secondo fornitore di petrolio della Cina.
La Cina, quindi, continua a fare molto affidamento sulla Russia per la sua sicurezza energetica. Ci sono già prove che suggeriscono che la Cina continuerà la sua partnership con la Russia avendo mantenuto le sue importazioni di petrolio sia dall’Iran che dal Venezuela nonostante le sanzioni statunitensi contro i due stati ricchi di petrolio.
Perché questo?
Il conflitto in Ucraina ha sconvolto le prospettive degli analisti dell’economia globale quest’anno.
Le previsioni si sono rapidamente spostate da un robusto rimbalzo post-COVID a crescenti possibilità di una recessione globale in piena regola a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, delle catene di approvvigionamento che sono state interrotte e delle scarse forniture globali di petrolio.
Economisti, analisti e investitori affermano che le probabilità di una recessione sono aumentate, considerando l’inflazione galoppante, che la Fed e altre banche centrali hanno già iniziato a cercare di frenare con aumenti dei tassi di interesse.
Nonostante il fatto che la recessione non sia lo scenario base della maggior parte degli economisti, le probabilità di una depressione stanno crescendo, soprattutto se nelle prossime settimane e nei prossimi mesi aumenterà il prezzo del petrolio.
Pertanto è chiaro che questa potrebbe essere un’opportunità per i Governi disposti a mantenere relazioni con la Russia per ottenere l’accesso a energia a basso costo e consolidare i loro legami commerciali ed evitare la recessione nei loro Paesi.
Per alcuni, potrebbe essere una questione di Economia contro la Politica, poiché la sicurezza energetica e l’inizio delle tensioni sociali è semplicemente troppo importante per condannare le azioni della Russia tagliando le importazioni di petrolio e gas dal paese.
L’UE probabilmente seguirà le azioni degli Stati Uniti e di altri governi per fermare le importazioni di petrolio dalla Russia, ma per Cina e India le prospettive non sono così certe.
E l’Italia?
La domanda che molti si stanno ponendo è se sono furbi questi Paesi o siamo fessi Noi.
Ma soprattutto bisognerebbe riflettere sulla frase «Il vento del cambiamento ha bisogno di mulini, non di muri».
D’altronde viviamo in una società dove sappiamo tutto, ma non capiamo più niente. E purtroppo non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare…
E noi dove vogliamo andare?
AAA cercasi élite per uscire dalla crisi