
REGGIO CALABRIA “Fratelli d’Italia sta conducendo da tempo una battaglia per modificare il criterio, basato sulla popolazione residente, che attribuisce alle regioni del Sud il 34 per cento degli investimenti infrastrutturali del Paese. Accolgo quindi con favore che anche il Partito democratico, come emerso dagli interventi in Consiglio, abbia compreso quanto queste regole siano penalizzanti per le regioni meridionali, poiché innescano un circolo vizioso per il quale il mancato sviluppo legato al gap infrastrutturale costringe i cittadini ad una maggiore emigrazione verso il nord, e ciò determina una ulteriore penalizzazione in termini di risorse per la realizzazione di opere pubbliche. Invito il Pd ad essere conseguente, e a unire le forze in Parlamento con chi, come Fratelli d’Italia, insiste affinché queste regole vengano cambiate”. E’ quanto ha affermato il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Filippo Pietropaolo, intervenendo in aula per presentare l’ordine del giorno, sottoscritto insieme ai colleghi Luca Morrone e Giuseppe Neri, diretto ad impegnare il presidente f.f. Nino Spirlì ad “istituire una cabina di regia regionale, che coinvolga le forze politiche e i rappresentanti dei Comuni, con il compito di interloquire con la cabina di regina nazionale nell’attività di selezione e proposta dei progetti su cui puntare per lo sviluppo della regione, anche in un’ottica di concretezza per evitare di vedere svanire le ingenti risorse del Recovery plan”. Nel documento, approvato dall’assemblea, si evidenzia come “la Calabria non può lasciarsi sfuggire l’opportunità offerta dall’utilizzo dei fondi del Pnrr, che destinano alle regioni del Sud il 40 per cento dell’intero piano”. Nel documento si spiega come “pur essendo apprezzabile l’implementazione della quota destinata al Sud del Pnrr dal 34 per cento al 40 per cento, sarebbe stato più corretto invertire l’ottica degli investimenti secondo una reale perequazione, investendo le maggiori risorse al Sud in modo da recuperare una volta per tutte il gap infrastrutturale, rendere le regioni meridionali più competitive e superare finalmente un ritardo di sviluppo che penalizza l’intero Paese. La programmazione non può esaurirsi nel recupero di progetti dimenticati nei cassetti, ma deve essere il frutto di una visione organica, di prospettiva, rispetto alle infrastrutture, ai trasporti, alla tutela del territorio, alla Salute, alle politiche per il lavoro, al digitale, alle politiche giovanili, all’efficienza della pubblica amministrazione. Per questo è necessario che, nel poco tempo a disposizione, ci sia la massima efficacia nella predisposizione dei piani, ma anche la richiesta al governo di incidere sul sistema delle regole, ad esempio nel bilanciamento tra gli interessi di garantire l’efficienza delle procedure e il rispetto della legalità”. (News&Com)