
(AGENPARL) – Roma, 22 febbraio 2021 –
Il Censimento permanente
della popolazione nel Lazio
Prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019
Nel corso del 2018 e del 2019 l’Istat ha svolto le prime due rilevazioni del Censimento permanente della popolazione previsto dall’art. 3 della Legge 221/2012. La realizzazione del censimento ha comportato un radicale cambiamento di strategia rispetto alla rilevazione diretta, esaustiva e a cadenza decennale su tutti gli individui e tutte le famiglie che ha caratterizzato i censimenti fino al 2011. Il nuovo censimento si basa, infatti, sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente, è realizzato ogni anno ed è inserito all’interno del Sistema Integrato dei Registri statistici gestito dall’Istat.
I dati resi disponibili riguardano gli anni 2018-2019 e sono stati ottenuti attraverso due indagini annuali sul territorio (una basata sulle liste anagrafiche e l’altra su un campione areale d’indirizzi), condotte su un campione di circa 2.800 comuni (di cui circa 1.100 coinvolti ogni anno e circa 1.700 che effettuano le rilevazioni con rotazione annuale). A queste indagini si affianca l’utilizzo di numerose fonti amministrative integrate, finalizzato al consolidamento dei risultati annuali riferiti alla totalità dei comuni italiani.
Tutti i dati dettagliati a livello di singolo comune sono consultabili, dal 15 dicembre 2020, su tre piattaforme caratterizzate da diverse funzionalità e contenuti:
- Data Warehouse tematico dei Censimenti permanenti (raggiungibile al link: http://dati-censimentipermanenti.istat.it/). Sono disponibili i dati per gli anni 2018 e 2019; le tabelle sono personalizzabili ed esportabili in formato .xls e .csv.
- Data Browser (link: http://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili i dati in formato tabellare, sotto forma di grafici e mappe. I dati, riferiti agli anni 2018, 2019 e alla serie storica 1951-2011 (riportata ai confini territoriali del 2019), sono navigabili e visualizzabili per territorio e per tema ed esportabili in formato .csv.
- Mappe GIS (http://gis.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili elaborazioni cartografiche interattive per la popolazione residente in serie storica 1951-2019.
Di seguito viene riportata una breve presentazione dei risultati delle rilevazioni svolte nel Lazio nel 2018 e nel 2019.
Sintesi dei principali risultati
- La popolazione censita nel Lazio al 31 dicembre 2019 ammonta a 5.755.700 unità con una riduzione di 17.376 abitanti (-3,0‰) rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2011 il numero dei residenti è aumentato di 252.814 unità (+5,6‰ in media ogni anno).
- In merito al 2011, i residenti aumentano nelle province di Roma e di Latina con un incremento medio , rispettivamente del +7,8 e del +4,0‰. La provincia in cui la popolazione residente diminuisce di più è Frosinone che perde circa 15 mila residenti (-3,9‰ in media annua). Quasi il 74% dei residenti è concentrato nella provincia di Roma dove la densità abitativa nell’arco di otto anni sale da 745 a 793 abitanti per km2.
- Il comune più popoloso è Roma con 2.808.293 residenti, quello più piccolo è Marcetelli, in provincia di Rieti, con 69 abitanti.
- La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza di donne, sono 2.976.519, il 51,7% del totale.
- L’età media della popolazione residente del Lazio è di 45,0 anni contro i 45,2 a livello nazionale. Il confronto con i dati del Censimento 2011 evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione con una riduzione del peso relativo della popolazione fino a 44 anni.
- Il comune più giovane è Labico, in provincia di Roma, con una età media di 41,0 anni; quello più vecchio è Marcetelli, in provincia di Rieti, dove l’età media è pari a 59,9 anni.
- Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 5,0% in media ogni anno. I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le province, con punte più elevate a Latina (+6,5% in media annua) e Roma (+5,1%).
- Gli stranieri hanno un’età media di quasi 10 anni inferiore rispetto a quella degli italiani (36,4 anni contro 46,0 nel 2019). Tra gli stranieri, l’indice di dipendenza, ovvero la quota di popolazione in età non lavorativa (con meno di 15 anni e con 65 anni e più) rispetto alle persone in età da lavoro (15-64 anni) è pari al 25,7%, mentre tra gli italiani è il 59,0%. L’indice di vecchiaia è pari a 32,3% tra gli stranieri e 189,6% tra gli italiani.
- Anche la popolazione straniera è sottoposta a un processo di invecchiamento: tra il 2011 e il 2019 aumenta il peso percentuale di coloro che hanno 40 anni e oltre.
- Nel 2019, oltre la metà (54,5%) degli stranieri residenti nel Lazio proviene dall’Europa, il 25,6% è originario di un paese asiatico. Dal continente africano e americano provengono, rispettivamente, il 12,1% e il 7,8% del totale degli stranieri. I cittadini rumeni costituiscono la comunità straniera più numerosa (33,9%), seguiti dai cittadini delle Filippine (6,7%) e del Bangladesh (5,6%).
- Nella popolazione straniera nel Lazio prevale la componente femminile che rappresenta oltre la metà del totale (51,9%). Fanno eccezione gli stranieri provenienti dall’Africa e dall’Asia, tra i quali le donne rappresentano una quota più ridotta (rispettivamente il 36,2 e il 44,0%).
- Il 42,3% della popolazione con 9 anni e oltre ha conseguito un titolo di studio di livello inferiore o pari alla scuola secondaria di primo grado. Tra questi il 12,7% ha conseguito la licenza elementare e il 25,7% la licenza media. Le persone con un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale sono il 39,1% e quelle con un titolo di studio terziario e superiore rappresentano il restante 18,6%.
- Rispetto al 2011, è diminuita la quota di popolazione con un titolo di studio di livello inferiore o pari alla scuola secondaria di primo grado (dal 49,1% al 42,3%). In particolare, si è quasi dimezzata la presenza degli analfabeti (dallo 0,6% allo 0,3%). In aumento, invece, la popolazione con titolo di studio secondario di secondo grado (dal 35,5% al 39,1%) e terziario e superiore (dal 15,4% al 18,6%).
- Nella popolazione residente di 15 anni e più le forze di lavoro sono 2,6 milioni, oltre 220 mila in più rispetto al 2011 (+9,0%). Cresce il numero degli occupati (+5,2%), soprattutto fra le donne (+6,4%). In aumento, anche, il numero delle persone in cerca di una occupazione, che nel 2019 sono oltre 384 mila, 110 mila in più dal 2011 (+39,9%).
- Nel 2019 il tasso di attività[1] nel Lazio è pari al 53,4% (il 52,5% in Italia) e gli occupati rappresentano il 45,8% della popolazione di 15 anni e più (il 45,6% a livello nazionale). Il tasso di disoccupazione raggiunge nel Lazio il 14,4% contro il 13,1% in Italia.
- Il mercato del lavoro presenta un forte squilibro di genere. Il tasso di occupazione raggiunge il 53,7% tra i maschi e solo il 38,5% tra le femmine; il tasso di disoccupazione è pari al 13,2% e al 15,8%, rispettivamente, per uomini e donne.
La popolazione residente al 2018 e 2019
Distribuzione territoriale e confronti con i censimenti passati
Al 31 dicembre 2018, data di riferimento della prima edizione del Censimento permanente della popolazione, la popolazione censita nel Lazio ammonta a 5.773.076 unità; un anno dopo il censimento ha rilevato nella regione 5.755.700 residenti. Al netto degli aggiustamenti statistici derivanti dalla nuova metodologia di calcolo[2], i dati censuari registrano, anche per la popolazione laziale, la perdita di capacità di crescita per effetto della riduzione della natalità.
Negli ultimi 20 anni, il saldo positivo del bilancio naturale, che in passato aveva contribuito alla crescita della popolazione insieme all’andamento positivo del saldo migratorio, si è progressivamente ridotto, fino a cambiare di segno a partire dal 2012.
Tra il 1951 e il 1981 i residenti nel Lazio sono aumentati di oltre 1,6 milioni, con un tasso di incremento medio annuo (+13,5‰) oltre tre volte superiore alla media nazionale. Nei trent’anni successivi il tasso di crescita della popolazione si riduce considerevolmente (+3,2‰), pur registrando valori superiori alla media nazionale (+1,7‰). Negli ultimi otto anni, a fronte della sostanziale stazionarietà della popolazione italiana (+0,4‰), la popolazione del Lazio è aumentata di oltre 252 mila unità (+5,6‰).
FIGURA 1. POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI DELLA POPOLAZIONE DAL 1951 AL 2019. Popolazione residente nel Lazio (asse dx) e variazioni medie annue[3] per 1.000 residenti Lazio e Italia (asse sx)
La distribuzione territoriale della popolazione mostra un forte squilibrio tra l’area della provincia di Roma[4] e il resto dei territori. Nei 121 comuni della provincia di Roma, che coprono il 31,1% della superficie regionale, si concentrano quasi tre quarti più della popolazione (73,9%) e si registra il valore più alto di densità di popolazione (793,1 abitanti per km2 contro 334,0 della media regionale). La densità della popolazione è più bassa nella provincia di Latina (249,4) e Frosinone (147,1). Le province di Viterbo e di Rieti, che insieme coprono il 37,0% della superficie del Lazio sono, invece, caratterizzate da una densità di popolazione molto inferiore al valore medio regionale (rispettivamente 85,7 e 55,5 abitanti per km2).
PROSPETTO 1. POPOLAZIONE RESIDENTE PER PROVINCIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e variazioni per 1.000 residenti
PROVINCE | Numero comuni | Popolazione residente | Variazioni medie annue | |||
2019 | 2018 | 2011 | 2019-2018 | 2019-2011(a) | ||
Frosinone | 91 | 477.502 | 480.968 | 492.661 | -7,2 | -3,9 |
Latina | 33 | 562.592 | 563.271 | 544.732 | -1,2 | 4,0 |
Rieti | 73 | 152.497 | 153.534 | 155.164 | -6,8 | -2,2 |
Roma | 121 | 4.253.314 | 4.263.542 | 3.997.465 | -2,4 | 7,8 |
Viterbo | 60 | 309.795 | 311.761 | 312.864 | -6,3 | -1,2 |
LAZIO | 378 | 5.755.700 | 5.773.076 | 5.502.886 | -3,0 | 5,6 |
(a) Variazione media annua geometrica (o composta)
Tra il 1951 e il 2019, nelle province di Roma e di Latina si verifica una sensibile crescita demografica che porta quasi a duplicare la popolazione. Al Censimento del 1951, la provincia di Roma contava oltre 2,1 milioni di residenti, con una densità di 401 abitanti per km2. Nel 2019, dopo quasi 70 anni, la popolazione della provincia di Roma ha superato 4,2 milioni di unità registrando un tasso di crescita medio annuo pari al 10,1‰ e la densità demografica risulta quasi raddoppiata (793,0 abitanti per km2, a fronte di un valore medio regionale pari a 334,0). La popolazione aumenta sensibilmente anche nella provincia di Latina (+279 mila unità) con un tasso di crescita medio annuo pari al 10,1‰ e la densità demografica passa da 125,8 a 249,4 abitanti per km2.
Nel periodo considerato anche nelle province di Frosinone e di Viterbo si registra un incremento demografico che, tuttavia, avviene con un ritmo meno intenso e con un minore impatto sulla densità demografica. Tra il 1951 e il 2019 la popolazione nella provincia di Frosinone passa da 469 mila a 478 mila unità (con un incremento medio annuo dello 0,3‰) e nella provincia di Viterbo da 259 mila a 310 mila unità (con un incremento medio annuo del 2,7‰).
La provincia di Rieti che nel 1951 contava una popolazione di oltre 179 mila unità, al contrario, ha subito un processo di spopolamento che ha determinato una riduzione della popolazione; nel 2019 la provincia scende a 152 mila abitanti con decremento medio annuo pari a -2,4‰.
Tra il 1951 e il 2019, in 53 comuni del Lazio si registra una crescita sistematica di popolazione che determina una crescita di oltre 1 milione di residenti. Tale crescita interessa prevalentemente i comuni con popolazione compresa fra 10 e 20 mila abitanti (23 comuni), ma anche 13 comuni fra 20 mila e 50 mila abitanti. Tra i comuni che hanno registrato una crescita demografica, la maggior parte si trova in provincia di Roma (40 comuni) e sul litorale laziale (6 comuni). I comuni che registrano l’incremento demografico maggiore sono Fonte Nuova, Ardea, Pomezia e Ladispoli.
A partire dal 1951 in 49 comuni del Lazio, tutti con popolazione fino a 5.000 abitanti, la popolazione subisce una decrescita sistematica. Alla fine del 2019 in questi comuni, concentrati in provincia di Rieti (22 comuni), di Frosinone (10) e di Viterbo (9), la popolazione risulta complessivamente dimezzata.
FIGURA 2. TENDENZA DEMOGRAFICA DEI COMUNI DAL 1951 AL 2019[5] |
FIGURA 3. Popolazione per classe di ampiezza demografica dei comuni. Censimenti 2019 e 1951 |
La struttura della popolazione per genere ed età
Si caratterizza per una maggiore presenza della componente femminile che rappresenta il 51,7% del totale. Nel 2019 le donne sono 2,9 milioni e superano gli uomini di oltre 197 mila unità. Il maggior peso, dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione e alla maggiore sopravvivenza delle donne sino alle età senili, fa sì che nel Lazio il rapporto di mascolinità sia pari a 93,4 uomini ogni 100 donne (95,0 a livello nazionale). Valori più elevati si raggiungono nella provincia di Rieti dove si contano 98 uomini ogni 100 donne, di Latina (97,7) e di Frosinone (96,7).
PROSPETTO 2. POPOLAZIONE RESIDENTE PER GENERE. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale
SESSO | 2019 | 2018 | 2011 | |||
Valori assoluti | Composizione % | Valori assoluti | Composizione % | Valori assoluti | Composizione % | |
Femmine | 2.976.519 | 51,7 | 2.985.536 | 51,7 | 2.865.736 | 52,1 |
Maschi | 2.779.181 | 48,3 | 2.787.540 | 48,3 | 2.637.150 | 47,9 |
TOTALE | 5.755.700 | 100,0 | 5.773.076 | 100,0 | 5.502.886 | 100,0 |
Al 31 dicembre 2019 la popolazione del Lazio presenta una struttura per età in linea con quella italiana. La distribuzione della popolazione per sesso e classe di età al 2011 e al 2019 evidenzia il progressivo invecchiamento della popolazione nel Lazio come in Italia.
Rispetto al Censimento 2011, le contrazioni più rilevanti riguardano le classi di età dei bambini fino a 5 anni e degli adulti tra 30 e 44 anni. I primi diminuiscono di circa 39 mila unità (-15,2%), i secondi di quasi 151 mila (-12,0%). Le variazioni relative sono inferiori a quelle medie nazionali (rispettivamente, -17,7% e
-16,0%). Tra le classi di età successive, crescono di più quella degli adulti tra 50 e 59 anni (la generazione del baby boom) e quelle degli ultraottantenni. La prima cresce di 194 mila unità rispetto al 2011 (+26,3%), la seconda di 89 mila unità (+28,5%). In entrambi i casi l’aumento relativo è superiore a quello dell’Italia (+19,6% e +21,6% nelle due classi indicate).
Nel Lazio l’età media è pari a 45,0 anni (45,2 anni in Italia). Le persone con meno di 45 anni rappresentano meno della metà della popolazione (46,8% nel Lazio e 46,5% a livello nazionale).
FIGURA 4. PIRAMIDE DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, LAZIO E ITALIA. Censimenti 2019 e 2011. Valori percentuali
Lazio | Italia |
Le variazioni nella composizione per età si riflettono sui principali indicatori di struttura demografica. Tra il 2011 e il 2019 l’età media sale da 43,2 a 45,0 anni. L’indice di vecchiaia, che esprime il numero di persone con 65 anni e oltre per 100 persone fino a 14 anni, passa da 146,5 a 169,3. L’indice di dipendenza degli anziani, che rappresenta il numero delle persone con 65 anni e oltre ogni 100 persone in età lavorativa
(15 – 64 anni) passa da 30,6 a 34,3. Si modifica sensibilmente anche il rapporto tra la componente più anziana e quella più giovane della popolazione in età lavorativa misurato dall’indice di struttura della popolazione attiva: mentre nel 2011 ogni 100 persone tra 15 e 39 anni se ne contavano 123 nella classe di età compresa tra 40 e 64 anni, nel 2019 se ne contano 146.
PROSPETTO 3. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE, LAZIO E ITALIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011
INDICATORI | 2019 | 2018 | 2011 | |||
Lazio | Italia | Lazio | Italia | Lazio | Italia | |
Rapporto di mascolinità | 93,4 | 95,0 | 93,4 | 94,9 | 92,0 | 93,7 |
Età media | 45,0 | 45,2 | 44,7 | 45,0 | 43,2 | 43,3 |
Indice di vecchiaia | 169,3 | 179,4 | 164,1 | 174,0 | 146,5 | 148,8 |
Indice di dipendenza | 54,5 | 56,7 | 54,1 | 56,4 | 51,6 | 53,5 |
Indice di dipendenza anziani | 34,3 | 36,4 | 33,6 | 35,8 | 30,6 | 32,0 |
Indice di struttura della popolazione attiva | 146,2 | 140,7 | 144,3 | 139,3 | 123,2 | 120,7 |
La struttura demografica della popolazione è più anziana nelle province di Rieti e di Viterbo dove tutti gli indicatori che misurano l’invecchiamento assumono valori sensibilmente più elevati rispetto al livello medio regionale. L’età media della popolazione nel viterbese si attesta a 46,3 anni e nel reatino raggiunge 47,2 anni. Nel territorio delle province di Rieti e di Viterbo anche l’indice di vecchiaia risulta particolarmente alto: ogni 100 persone fino a 14 anni se ne contano 206 con 65 e più anni nel viterbese e 234 nel reatino. L’indice di dipendenza degli anziani, che a livello medio regionale è pari a 34,3, raggiunge i valori più alti nella provincia di Rieti (41,3) e nella provincia di Viterbo (38,2).
PROSPETTO 4. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE PER PROVINCIA. Censimento 2019
PROVINCE | Rapporto di mascolinità | Età media | Indice di vecchiaia | Indice di dipendenza | Indice di dipendenza anziani | Indice di struttura della popolazione attiva |
Frosinone | 96,7 | 45,5 | 191,0 | 56,0 | 36,8 | 134,9 |
Latina | 97,7 | 44,2 | 160,5 | 53,6 | 33,0 | 134,7 |
Rieti | 98,0 | 47,2 | 233,7 | 59,0 | 41,3 | 147,3 |
Roma | 92,1 | 44,8 | 164,0 | 54,2 | 33,6 | 148,9 |
Viterbo | 96,3 | 46,3 | 205,5 | 56,7 | 38,2 | 149,0 |
LAZIO | 93,37 | 45,0 | 169,3 | 54,5 | 34,3 | 146,2 |
Il comune più grande del Lazio è Roma con oltre 2,8 milioni di abitanti. Marcetelli, in provincia di Rieti, con soltanto 69 residenti è il comune più piccolo del Lazio e anche quello con la popolazione più anziana, con un’età media pari a 59,9 anni. Al contrario Labico, in provincia di Roma, è il comune in cui la popolazione è più giovane con una età media pari a 41,0 anni. A Monterosi, in provincia di Viterbo, si verifica il maggior incremento demografico rispetto al 2011, sia della popolazione totale (+18,3%) sia di quella di cittadinanza italiana (+14,1%). Terelle, in provincia di Frosinone, è il comune che registra il maggior decremento della popolazione residente sia totale (-29,3%) che di cittadinanza italiana (-29,0%). Nel comune di Lenola, in provincia di Latina, la popolazione straniera registra l’incremento percentuale più alto (+264,4%). Al contrario Pastena, in provincia di Frosinone, è il comune con il maggior decremento percentuale della popolazione straniera (-66,7%).
PROSPETTO 5. COMUNI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE AL CENSIMENTO 2019
Caratteristica del comune | Lazio | Caratteristica del comune | Lazio | ||
Comune | Valori | Comune | Valori | ||
Comune più piccolo (residenti) | Marcetelli (RI) | 69 | Comune più grande (residenti) | Roma (RM) | 2.808.293 |
Comune più giovane (età media) | Labico (RM) | 41,0 | Comune più vecchio (età media) | Marcetelli (RI) | 59,9 |
Comune con il rapporto di mascolinità più basso | Monteflavio (RM) | 85,8 | Comune con il rapporto di mascolinità più alto | Turania (RI) | 145,6 |
Comune con maggior incremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) | Monterosi (VT) | 18,3 | Comune con maggior decremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) | Terelle (FR) | -29,3 |
Comune con maggior incremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) | Monterosi (VT) | 14,1 | Comune con maggior decremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) | Terelle (FR) | -29,0 |
Comune con maggior incremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti)(a) | Lenola (LT) | 264,4 | Comune con maggior decremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti) (a) | Pastena (FR) | -66,7 |
(a) Per determinare il comune con il maggior incremento o decremento di popolazione straniera è stato considerato l’insieme dei comuni con almeno 10 stranieri residenti al 2011 |
La popolazione straniera
Al Censimento del 2019 la popolazione straniera rilevata ammonta a 629.171 unità. Rispetto al 2011, essa registra una crescita di 203.464 unità (+5% medio annuo) che contribuisce per la maggior parte (l’incremento della componente italiana è di +49.350 abitanti) all’incremento della popolazione totale.
Se ci si limita ad osservare le tendenze demografiche dell’ultimo anno, la componente straniera perde quasi del tutto la caratteristica anti-declino che l’ha connotata in passato: cresce di sole 2.423 unità (+0,4%) mentre la popolazione italiana perde 19.799 residenti.
Anche tra la popolazione straniera prevale la componente femminile che rappresenta il 51,9% del totale. Si rileva, però, come la dinamica per genere favorisca la componente maschile (con un tasso di crescita medio annuo del 5,6% contro il 4,5% delle donne), circostanza che riporta in equilibrio numerico i due sessi dopo una più netta prevalenza di donne nel 2011 (pari al 53,9%) e che è attribuibile verosimilmente alla maggior presenza maschile nella componente straniera che si è aggiunta negli ultimi anni.
Nel 2019, l’80,9% degli stranieri si concentra nella provincia di Roma. Il restante è distribuito nelle altre province con quote più ridotte: l’8,0% risiede nella provincia di Latina, il 4,9% in quella di Viterbo, il 4,0% a Frosinone e il 2,1% a Rieti.
Rispetto al 2011 le province in cui la popolazione straniera cresce con un ritmo più sostenuto sono Latina e Roma dove si registra un incremento medio annuo pari, rispettivamente, al 6,5% e al 5,1%. Nelle altre province del Lazio la popolazione straniera aumenta con una variazione media annua inferiore al valore medio regionale.
L’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione residente supera il valore medio regionale solo nella provincia di Roma (12,0%). Gli stranieri rappresentano il 9,9% del totale dei residenti nella provincia di Viterbo e il 9,1% nella provincia di Latina; in quest’ultima si registra la maggiore differenza tra incidenza maschile e femminile (9,9% contro 8,3%). Nelle province di Rieti e di Frosinone l’incidenza della popolazione straniera è più bassa e pari, rispettivamente, all’8,6% e al 5,3%.
L’incidenza supera il valore medio regionale (10,9%) in 82 comuni del Lazio situati soprattutto nella provincia di Roma (47 comuni), di Viterbo (14 comuni) e di Rieti (13 comuni). Il comune con il valore più elevato è Stimigliano in provincia di Rieti (24,5%). Tra i comuni con più di 20.000 abitanti l’incidenza degli stranieri è più alta a Ladispoli (17,5%), Fonte Nuova (17,4%) e Mentana (15,8%) in provincia di Roma e a Sezze (15,7%) in provincia di Latina.
PROSPETTO 6. POPOLAZIONE STRANIERA PER GENERE E PROVINCIA. Anni 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e percentuali
SESSO E PROVINCIA | Anno 2019 | Anno 2018 | Anno 2011 | Variazioni percentuali | ||||
Valori assoluti | % | Valori assoluti | % | Valori assoluti | % | 2019-2018 | 2019-2011(a) | |
LAZIO | 629.171 | 100,0 | 626.748 | 100,0 | 425.707 | 100,0 | 0,4 | 5,0 |
Maschi | 302.524 | 48,1 | 301.367 | 48,1 | 196.256 | 46,1 | 0,4 | 5,6 |
Femmine | 326.647 | 51,9 | 325.381 | 51,9 | 229.451 | 53,9 | 0,4 | 4,5 |
Frosinone | 25.303 | 4,0 | 25.269 | 4,0 | 18.789 | 4,4 | 0,1 | 3,8 |
Latina | 51.168 | 8,1 | 49.992 | 8,0 | 30.859 | 7,2 | 2,4 | 6,5 |
Rieti | 13.071 | 2,1 | 13.180 | 2,1 | 9.659 | 2,3 | -0,8 | 3,9 |
Roma | 509.057 | 80,9 | 507.755 | 81,0 | 342.686 | 80,5 | 0,3 | 5,1 |
Viterbo | 30.572 | 4,9 | 30.552 | 4,9 | 23.714 | 5,6 | 0,1 | 3,2 |
(a) Variazione media annua geometrica (o composta)
Dal 2011 al 2019 la popolazione straniera ha registrato una crescita media annua superiore al valore medio regionale (+5,0%) in 84 comuni della regione che si concentrano nella provincia di Frosinone (30 comuni), di Roma (23 comuni) e di Latina (21 comuni). Il comune con il maggior incremento medio annuo della popolazione straniera è Morro Reatino (+26,4%) in provincia di Rieti. Tra i comuni con più di 20 mila abitanti è Cassino (+13,8%), in provincia di Frosinone.
FIGURA 5. INCIDENZA DELLA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER GENERE E PROVINCIA. Valori percentuali
Anni 2011, 2018, 2019. Lazio e Italia |
Anno 2019 per Provincia |
Nel 2019, la piramide dell’età della popolazione straniera residente nel Lazio si discosta da quella della popolazione straniera complessiva italiana e mostra una maggiore “maturità” demografica. Nel Lazio, le classi di età fino a 30 anni sono rappresentate da quote di popolazione più ridotte rispetto alla distribuzione a livello nazionale (31,8% rispetto a 36,5%). In particolare, i bambini fino a 9 anni sono il 10,6% della popolazione straniera nel Lazio contro il 12,5% in Italia. Viceversa, Le classi di età tra 40 e 60 anni hanno nel Lazio un peso maggiore rispetto alle corrispondenti classi a livello nazionale. I cittadini stranieri tra 40 e 49 anni nel Lazio rappresentano il 22,0% della popolazione straniera contro il 19,7% in Italia. La classe di età tra 50 e 59 anni pesa per il 14,5% nel Lazio e per il 12,8% in Italia.
Rispetto al 2011, i divari tendono ad ampliarsi per effetto delle diverse dinamiche nella composizione per età della popolazione straniera. Nel Lazio, il peso percentuale della classe di età tra 50 e 69 anni registra un incremento di 8,2 punti percentuali contro +7 punti percentuali in Italia e la quota di persone tra 20 e 39 anni si riduce di 9,4 punti percentuali rispetto a -6 punti in Italia.
FIGURA 6. PIRAMIDE DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE STRANIERA (anno 2019) E DIFFERENZE NELLA COMPOSIZIONE PERCENTUALE PER CLASSI DI ETÀ (anni 2019-2011), LAZIO E ITALIA
Anno 2019 |
Differenze 2019-2011
|
La struttura per età e per sesso della popolazione straniera appare sensibilmente diversa rispetto a quella della popolazione italiana. Nel Lazio, tra gli stranieri si contano 92,6 uomini ogni 100 donne (93,2 a livello nazionale) e tra gli italiani 93,5 uomini (95,1 a livello nazionale). Gli stranieri residenti nel Lazio hanno in media 36,4 anni (34,7 anni a livello nazionale) contro i 46,0 anni degli italiani (46,2 anni a livello nazionale). Nel Lazio, l’indice di dipendenza è pari a 25,7 per gli stranieri (29,1 a livello nazionale) e a 59,0 per gli italiani (59,9 a livello nazionale); l’indice di vecchiaia è, invece, 32,3 tra gli stranieri (27,6 in Italia) e 189,6 tra gli italiani (199,1 in Italia).
Rieti è la provincia in cui la composizione per età della popolazione straniera si discosta di più da quella italiana. L’età media degli italiani supera quella degli stranieri di 12,2 anni. L’indice di dipendenza degli italiani è pari a quasi tre volte il corrispondente valore tra gli stranieri (63,4 per gli Italiani e 24,1 per gli stranieri). L’indice di vecchiaia nel reatino è pari a 257,9 tra gli italiani e a 36,6 tra gli stranieri.
L’età media degli stranieri assume il valore più elevato nella provincia di Roma (36,8 anni). Al contrario, la provincia di Latina è quella in cui gli stranieri sono mediamente più giovani (33,7 anni). L’indice di dipendenza della popolazione straniera è più elevato nella provincia di Roma dove raggiunge il livello medio regionale (25,7) e assume il valore più basso nella provincia di Frosinone (24,9). L’indice di vecchiaia della popolazione straniera raggiunge il valore massimo nella provincia di Rieti (36,6) dove supera di oltre 4 punti percentuali il valore medio regionale (32,3) e il valore minimo nella provincia di Latina (18,7).
PROSPETTO 7. INDICATORI DEMOGRAFICI PER CITTADINANZA E PROVINCIA. LAZIO E ITALIA. Anno 2019
TERRITORIO | Rapporto di mascolinità | Età media | Indice di dipendenza | Indice di vecchiaia | ||||
Stranieri | Italiani | Stranieri | Italiani | Stranieri | Italiani | Stranieri | Italiani | |
ITALIA | 93,2 | 95,1 | 34,7 | 46,2 | 29,1 | 59,9 | 27,6 | 199,1 |
LAZIO | 92,6 | 93,5 | 36,4 | 46,0 | 25,7 | 59,0 | 32,3 | 189,6 |
Frosinone | 101,8 | 96,5 | 34,0 | 46,1 | 24,9 | 58,2 | 31,6 | 202,1 |
Latina | 117,3 | 96,0 | 33,7 | 45,2 | 25,5 | 57,1 | 18,7 | 179,2 |
Rieti | 93,9 | 98,4 | 36,0 | 48,2 | 24,1 | 63,4 | 36,6 | 257,9 |
Roma | 89,9 | 92,4 | 36,8 | 45,9 | 25,7 | 59,1 | 33,8 | 184,8 |
Viterbo | 94,8 | 96,5 | 35,5 | 47,5 | 26,2 | 61,0 | 30,9 | 232,1 |
La composizione per cittadinanza
Nel 2019 oltre la metà (54,5%) dei 629 mila cittadini stranieri residenti nel Lazio proviene da un paese europeo (in Italia sono il 49,6%). Tra questi, 268 mila provengono dall’Unione Europea (pari al 42,6% del totale degli stranieri). Il 25,6% degli stranieri proviene da un paese asiatico (il 21,0% in Italia) e il 12,1% da un paese africano (il 22,0% in Italia). Gli stranieri provenienti dal continente americano sono il 7,8% (il 7,3% in Italia) e quelli originari dell’Oceania rappresentano una quota residuale pari allo 0,1% (stesso valore per l’Italia).
L’incidenza della componente femminile è maggiore tra gli stranieri che provengono dal continente americano (61,9%), dall’Oceania (58,0%) e dall’Europa (57,7%). Le donne rappresentano, invece, meno della metà della popolazione straniera proveniente dal continente africano (36,2%) e da quello asiatico (44,0%).
Gli europei rappresentano quasi due terzi degli stranieri residenti nella provincia di Rieti (67,4%). Gli stranieri originari di un paese asiatico rappresentano il 29,6% della popolazione straniera in provincia di Latina e il 27,0% in quella di Roma. Nella provincia di Frosinone, la quota degli stranieri provenienti da un paese africano è quasi il doppio di quella del Lazio (il 23,4% contro il 12,1%). La quota degli americani supera il valore medio regionale solo nella provincia di Roma (8,6%).
PROSPETTO 8. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER AREA GEOGRAFICA DI CITTADINANZA E GENERE. Anni 2018 e 2019. Valori assoluti e percentuali
AREE GEOGRAFICHE DI CITTADINANZA | 2018 | 2019 | ||||
Totale | Per 100 stranieri |
% donne | Totale | Per 100 stranieri |
% donne | |
EUROPA | 345.644 | 55,1 | 57,7 | 342.696 | 54,5 | 57,7 |
Unione Europea | 269.824 | 43,1 | 56,7 | 267.815 | 42,6 | 56,7 |
Europa centro-orientale | 74.857 | 11,9 | 61,1 | 73.922 | 11,7 | 61,3 |
Altri paesi europei | 963 | 0,2 | 54,8 | 959 | 0,2 | 55,3 |
AFRICA | 75.248 | 12,0 | 35,8 | 76.215 | 12,1 | 36,2 |
Africa settentrionale | 36.742 | 5,9 | 35,5 | 37.775 | 6,0 | 35,4 |
Africa occidentale | 26.071 | 4,2 | 28,8 | 26.047 | 4,1 | 29,9 |
Africa orientale | 8.888 | 1,4 | 52,3 | 8.823 | 1,4 | 52,5 |
Africa centro-meridionale | 3.547 | 0,6 | 49,1 | 3.570 | 0,6 | 49,1 |
ASIA | 156.847 | 25,0 | 43,9 | 160.775 | 25,6 | 44,0 |
Asia occidentale | 7.547 | 1,2 | 49,6 | 8.007 | 1,3 | 49,3 |
Asia orientale | 69.536 | 11,1 | 56,4 | 69.525 | 11,1 | 56,4 |
Asia centro-meridionale | 79.764 | 12,7 | 32,4 | 83.243 | 13,2 | 33,1 |
AMERICA | 48.448 | 7,7 | 62,1 | 48.924 | 7,8 | 61,9 |
America settentrionale | 3.417 | 0,5 | 56,9 | 3.516 | 0,6 | 56,9 |
America centro-meridionale | 45.031 | 7,2 | 62,5 | 45.408 | 7,2 | 62,3 |
OCEANIA | 354 | 0,1 | 58,5 | 369 | 0,1 | 58,0 |
APOLIDE | 207 | 0,0 | 46,4 | 192 | 0,0 | 47,4 |
TOTALE | 626.748 | 100,0 | 51,9 | 629.171 | 100,0 | 51,9 |
Nel Lazio, le prime 10 nazionalità estere, in ordine di numerosità, aggregano il 69,2% degli stranieri residenti; in Italia, le medesime collettività ne rappresentano il 56,4%. I cittadini rumeni costituiscono la comunità più numerosa (33,9% nel Lazio, 22,7% in Italia) seguita dagli stranieri provenienti dalle Filippine (6,7%) e dal Bangladesh (5,6%).
FIGURA 7. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER CONTINENTE E PROVINCIA, LAZIO E ITALIA. Anno 2019
FIGURA 8. POPOLAZIONE STRANIERA PER CITTADINANZA, LAZIO E ITALIA. Anno 2019. Composizione percentuale per le prime dieci cittadinanze
I cittadini provenienti da un paese europeo prevalgono soprattutto tra gli stranieri residenti nei comuni della provincia di Rieti. I comuni della provincia di Frosinone sono, invece, caratterizzati da un maggior peso della componente di origine africana. I cittadini asiatici sono presenti soprattutto tra gli stranieri residenti nei comuni del litorale laziale e nei comuni capoluogo.
Il grado di istruzione
Al 31 dicembre 2019, tra i 5.329.940 laziali di 9 anni e più, il 39,1% ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado[6], il 12,7% la licenza elementare e il 25,7% la licenza di scuola media, mentre analfabeti e alfabeti senza titolo di studio raggiungono il 3,9%. Le persone con un titolo terziario e superiore[7] sono il 18,6%: il 4,4% ha conseguito un titolo di primo livello, il 13,5% uno di secondo, lo 0,7% un dottorato di ricerca o un titolo di alta formazione.
Tra il 2011 e il 2019 il livello dell’istruzione nella regione è nettamente migliorato, in linea con quanto si registra in Italia. La presenza degli analfabeti si è dimezzata (da 32 mila a 18 mila), mentre gli alfabeti privi di titolo di studio passano dal 4,1% al 3,6%. Si riduce la quota di persone con la sola licenza elementare (quattro punti percentuali in meno) e con la licenza media (quasi un punto percentuale in meno) a favore dei titoli di studio più alti. Infatti, i residenti laziali con istruzione secondaria di secondo grado o con titolo terziario e superiore salgono dal 50,9% al 57,7%: in particolare, l’incidenza dei possessori di un titolo terziario e superiore aumenta di 3,2 punti percentuali. Si tratta di variazioni rilevanti sia in termini assoluti che percentuali: i dottori di ricerca passano da 25 mila a 39 mila (+56,0%), i possessori di un titolo terziario di primo livello da 160 mila a 235 mila (+47,2%), quelli di secondo livello da 591 mila a 717 mila (+21,3%); coloro che hanno conseguito un diploma di scuola superiore aumentano del 16,3%; quest’ultimo incremento percentuale risulta può vicino a quello medio italiano rispetto a quanto si verifica per gli altri gradi d’istruzione.
PROSPETTO 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIù PER GRADO DI ISTRUZIONE. Anni 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale
GRADO DI ISTRUZIONE | Anno 2019 | Anno 2018 | Anno 2011 | |||
Valori assoluti | % | Valori assoluti | % | Valori assoluti | % | |
Fino a secondario I grado | 2.254.999 | 42,3 | 2.291.352 | 43,0 | 2.474.123 | 49,1 |
Analfabeti | 18.488 | 0,3 | 18.713 | 0,4 | 32.375 | 0,6 |
Alfabeti privi di titolo di studio | 189.502 | 3,6 | 194.461 | 3,6 | 208.918 | 4,1 |
Licenza di scuola elementare | 676.834 | 12,7 | 705.510 | 13,2 | 839.846 | 16,7 |
Licenza di scuola media | 1.370.175 | 25,7 | 1.372.668 | 25,7 | 1.392.985 | 27,6 |
Secondario II grado | 2.083.610 | 39,1 | 2.064.311 | 38,7 | 1.790.971 | 35,5 |
Terziario e superiore | 991.331 | 18,6 | 977.397 | 18,3 | 775.969 | 15,4 |
Terziario I livello | 235.490 | 4,4 | 222.272 | 4,2 | 160.031 | 3,2 |
Terziario II livello | 716.911 | 13,5 | 716.633 | 13,4 | 590.976 | 11,7 |
Dottorato di ricerca/Alta formazione | 38.930 | 0,7 | 38.492 | 0,7 | 24.962 | 0,5 |
TOTALE | 5.329.940 | 100,0 | 5.333.060 | 100,0 | 5.041.063 | 100,0 |
I risultati del censimento permettono di cogliere le differenze territoriali nei livelli di istruzione, come uno degli elementi cardine per una migliore conoscenza dei contesti in cui le persone vivono. L’istruzione dipende dalla diversa struttura per età e cittadinanza della popolazione residente ma, in quanto elemento circolare tra persone e ambiente di riferimento, è fortemente condizionata dal contesto, a partire dalla presenza sul territorio di strutture scolastiche e universitarie, fino alla disponibilità di infrastrutture di mobilità adeguate.
FIGURA 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIù PER GRADO DI ISTRUZIONE. LAZIO E ITALIA. Anni 2011-2019. Variazione percentuale
L’istruzione nel Lazio è in una condizione di vantaggio rispetto alla situazione nazionale; all’interno della regione, però, si registra un consistente divario tra la condizione più favorevole della provincia di Roma e quella, più svantaggiata, delle rimanenti province.
A Roma si contano 21 persone con un titolo di studio terziario e superiore, di cui 15 di secondo livello, e un dottore di ricerca ogni 100 residenti. Nelle altre quattro province la quota di persone con istruzione terziaria e superiore oscilla tra il 13,6% di Viterbo e Rieti (di cui il 9% di secondo livello) e il 12,7% di Frosinone (di cui l’8,4% di secondo livello); per il dottorato di ricerca la quota è la medesima a Latina, Frosinone e Rieti (lo 0,3% dei residenti) e raggiunge lo 0,5% a Viterbo.
Anche l’incidenza delle persone con un diploma di scuola secondaria di secondo grado residenti nella provincia di Roma (39,9%) è, seppur di poco, superiore a quella delle altre province laziali (38,8% a Rieti, 37,7% a Frosinone, 36,4% a Latina, 35,8% a Viterbo).
Questa disparità si riflette sulla percentuale di persone con un livello d’istruzione più basso: solo il 39,6% dei residenti nella provincia di Roma ha al più un’istruzione secondaria di primo grado; la percentuale sale al 47,6% a Rieti, raggiunge il 49,6% a Frosinone, fino a raggiungere il 50,6% nelle province di Latina e Viterbo (in linea con la media nazionale). Nel dettaglio, in queste due ultime province l’incidenza di persone con la licenza di scuola media è pari, rispettivamente, al 30,3% e al 30,5%; coloro che posseggono al più la licenza elementare sono invece, rispettivamente, il 20,4% e il 20,0%.
A livello comunale per quanto riguarda i possessori di un titolo terziario e superiore, Roma capitale detiene il primato (24,0% della popolazione residente), seguita da Grottaferrata (23,0%) e Monte Porzio Catone (21,9%). Nel resto della regione, insieme ai capoluoghi di provincia, spiccano il comune di Cassino (19,6%), i comuni di Gaeta (19,0%) e di Formia (17,7%), con valori che sono nettamente superiori alle rispettive medie provinciali. Il comune di Mandela ha la quota più elevata (45,8%) di possesso di diploma secondario di secondo grado, seguito da Rocca Canterano (45,4%) e Vallinfreda (44,0%), tutti nella provincia di Roma.
Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, nei 254 meno popolosi (fino a 5 mila abitanti), che costituiscono più dei due terzi dei comuni laziali, sia la quota della popolazione con istruzione terziaria (11,0%), che quella con diploma di scuola secondaria di secondo grado (36,7%) sono minori dei corrispondenti valori registrati nei comuni con una popolazione compresa tra i 5 mila e i 250 mila (14,0% e 39,3%). Viceversa, è nei comuni con meno di 5 mila abitanti che pesa di più la popolazione con al massimo la licenza di scuola secondaria di primo grado (52,3%), rispetto al 46,8% dei centri tra 5 e 250 mila; il valore più elevato (73,6%) si riscontra a Vallepietra, che è anche il comune in cui congiuntamente si ha la più bassa incidenza di popolazione con istruzione secondaria di secondo grado (23,2%) e terziaria (3,1%) della regione.
FIGURA 10. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIù PER GRADO DI ISTRUZIONE E PROVINCIA. LAZIO E ITALIA. Anno 2019. Valori percentuali
Rispetto alla distribuzione dei titoli di istruzione per genere, la situazione del Lazio si presenta sostanzialmente in linea con quella nazionale.
Nel 2019, su 100 persone residenti nel Lazio con istruzione terziaria e superiore, le donne sono la maggioranza (55,0%) e rappresentano il 19,7% delle donne con oltre 9 anni di età (55,8% a livello nazionale, il 15,5% della popolazione femminile italiana di riferimento). In particolare, in linea con l’andamento a livello nazionale, il divario a favore delle donne si riduce man mano che cresce il titolo dell’istruzione terziaria e superiore: per i titoli di primo livello le donne sono il 57,7%, passano al 54,3% per quelli di secondo livello e tra i dottori di ricerca si attestano al 53,3%.
La distribuzione per genere è più equilibrata in corrispondenza dei diplomi di scuola secondaria di secondo grado (50,3% le donne), situazione speculare a quella che si registra nel Paese.
Il gap di genere è maggiore tra la popolazione meno istruita. Sono donne il 68,7% tra gli analfabeti, il 58,2% tra gli alfabeti privi di titolo di studio e il 58,8% tra i titolari di licenza elementare. Situazione inversa si riscontra solo per le licenze di scuola media, per le quali prevalgono gli uomini (52,3%), con un punto percentuale in meno rispetto al corrispondente valore medio Italia.
FIGURA 11. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIù PER GRADO DI ISTRUZIONE E GENERE. LAZIO E ITALIA. Anno 2019. Composizione percentuale
La condizione professionale
Al 31 dicembre 2019, le forze di lavoro sono 2.673.000, il 9% in più rispetto al 2011. L’aumento di oltre 220 mila unità è dovuto sia alla crescita degli occupati (+5,2%), che delle persone in cerca di occupazione (+39,9%), soprattutto uomini (+46,7%, contro +33,5% delle donne). Le non forze di lavoro si mantengono pressoché costanti (1,6%). Tra di esse si contano quasi un milione (un quinto della popolazione residente di 15 anni e più) di percettori di pensioni da lavoro o di rendite da capitali (-5,8% rispetto al 2011); 552 mila persone dedite alla cura della casa (-2,8%, ma in aumento del 43,9% tra gli uomini), 411 mila studenti (+12,7%) e 371 mila persone in altra condizione (+22,0%).
PROSPETTO 10. POPOLAZIONE RESIDENTE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE. Censimenti 2019, 2018 e 2011
CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE | 2019 | 2018 | 2011 | ||||||
Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | |
Forze di lavoro | 1.480.879 | 1.192.121 | 2.673.000 | 1.495.161 | 1.196.954 | 2.692.115 | 1.366.419 | 1.084.828 | 2.451.247 |
Occupato/a | 1.284.832 | 1.004.360 | 2.289.192 | 1.273.658 | 991.840 | 2.265.498 | 1.232.777 | 944.184 | 2.176.961 |
In cerca di occupazione | 196.047 | 187.761 | 383.808 | 221.503 | 205.114 | 426.617 | 133.642 | 140.644 | 274.286 |
Non forze di lavoro | 910.436 | 1.418.237 | 2.328.673 | 897.534 | 1.415.898 | 2.313.432 | 879.957 | 1.412.097 | 2.292.054 |
Percettore/rice di pensioni da lavoro o di redditi da capitale | 498.911 | 494.997 | 993.908 | 490.518 | 498.262 | 988.780 | 522.156 | 532.472 | 1.054.628 |
Studente/essa | 196.563 | 214.381 | 410.944 | 193.093 | 206.678 | 399.771 | 173.264 | 191.458 | 364.722 |
Casalinga/o | 19.612 | 532.771 | 552.383 | 22.764 | 542.798 | 565.562 | 13.626 | 554.663 | 568.289 |
In altra condizione | 195.350 | 176.088 | 371.438 | 191.159 | 168.160 | 359.319 | 170.911 | 133.504 | 304.415 |
TOTALE | 2.391.315 | 2.610.358 | 5.001.673 | 2.392.695 | 2.612.852 | 5.005.547 | 2.246.376 | 2.496.925 | 4.743.301 |
L’aumento dell’offerta di lavoro, misurata in termini di occupati e disoccupati, ha leggermente ampliato il gap degli indicatori del mercato del lavoro laziale rispetto alla media nazionale.
Nel 2019 tra la popolazione residente di 15 anni e più, quella attiva rappresenta il 53,4%, quasi un punto percentuale al di sopra del valore Italia; gli occupati sono il 45,8%, valore in linea con la media nazionale; il tasso di disoccupazione è pari al 14,4%, più di un punto percentuale al di sopra di quello italiano. Rispetto al 2011, nel Lazio il tasso di occupazione resta praticamente invariato mentre cresce di mezzo punto percentuale in Italia; il tasso di disoccupazione cresce di 3,2 punti percentuali, quasi il doppio rispetto all’aumento registrato in Italia (+1,7 punti).
PROSPETTO 11. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO, LAZIO E ITALIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011[8]
INDICATORI | 2019 | 2018 | 2011 | ||||||
Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | |
Lazio | |||||||||
Tasso di attività | 61,9 | 45,7 | 53,4 | 62,5 | 45,8 | 53,8 | 60,8 | 43,4 | 51,7 |
Tasso di occupazione | 53,7 | 38,5 | 45,8 | 53,2 | 38,0 | 45,3 | 54,9 | 37,8 | 45,9 |
Tasso di disoccupazione | 13,2 | 15,8 | 14,4 | 14,8 | 17,1 | 15,8 | 9,8 | 13,0 | 11,2 |
Italia | |||||||||
Tasso di attività | 61,5 | 44,0 | 52,5 | 61,7 | 44,0 | 52,6 | 60,7 | 41,8 | 50,8 |
Tasso di occupazione | 54,4 | 37,4 | 45,6 | 53,8 | 36,8 | 45,0 | 54,8 | 36,1 | 45,0 |
Tasso di disoccupazione | 11,6 | 15,1 | 13,1 | 12,9 | 16,4 | 14,4 | 9,8 | 13,6 | 11,4 |
Il mercato del lavoro è caratterizzato da uno squilibrio di genere che assume valori più contenuti rispetto alla media nazionale. Nel 2019, il gap di genere del tasso di attività (45,7% per le donne e 61,9% per gli uomini) è di 16 punti; la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (38,5%) e quello degli uomini (53,7%) è di 15 punti; il tasso di disoccupazione delle donne (15,8%) supera di 2,5 punti il corrispondente valore dei maschi (13,2%). A livello nazionale, il gap di genere è di 17 punti sia per il tasso di attività che per quello di occupazione e arriva a quasi quattro punti per il tasso di disoccupazione.
FIGURA 12. DIFFERENZIALI DI GENERE NEL MERCATO DEL LAVORO[9], LAZIO E ITALIA. Censimento 2019.
La provincia di Roma mostra valori del tasso di occupazione superiori alla media regionale, sia per la componente maschile che per quella femminile. La provincia di Rieti presenta il valore minimo del tasso di disoccupazione maschile (12,4%). A Latina e Frosinone, tra la popolazione femminile, pur in presenza di una crescita dell’occupazione superiore alla media regionale (rispettivamente, +9,2% e +6,5%), si registrano i valori più bassi del tasso di occupazione (33,9% e 32,0%) e quelli più elevati del tasso di disoccupazione (18,4% e 19,5%).
PROSPETTO 12. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO PER PROVINCIA. Censimento 2019[10]
PROVINCE | Tasso di attività | Tasso di occupazione | Tasso di disoccupazione | ||||||
Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | Maschi | Femmine | Totale | |
Frosinone | 59,4 | 39,8 | 49,4 | 51,4 | 32,0 | 41,5 | 13,5 | 19,5 | 16,0 |
Latina | 61,2 | 41,5 | 51,2 | 52,6 | 33,9 | 43,1 | 13,9 | 18,4 | 15,7 |
Rieti | 58,5 | 43,2 | 50,7 | 51,2 | 36,3 | 43,6 | 12,4 | 16,0 | 14,0 |
Roma | 62,5 | 47,1 | 54,4 | 54,3 | 40,1 | 46,8 | 13,2 | 15,0 | 14,0 |
Viterbo | 61,3 | 42,7 | 51,8 | 53,6 | 35,6 | 44,4 | 12,6 | 16,7 | 14,3 |
LAZIO | 61,9 | 45,7 | 53,4 | 53,7 | 38,5 | 45,8 | 13,2 | 15,8 | 14,4 |
La quota degli occupati sul totale della popolazione di 9 anni e più cresce man mano che aumenta l’ampiezza demografica dei comuni: è in media pari al 39% per l’aggregato dei comuni fino a mille abitanti, al 41,8% per i comuni tra i mille e i 5 mila abitanti, fino a raggiungere il 44,5% per i comuni tra i 10 mila e i 50 mila e il 47,1% per comuni con più di 50mila abitanti. Allo stesso modo, il tasso di disoccupazione è più elevato nei comuni con meno di 50 mila abitanti.
Il comune con il tasso di occupazione più elevato è Vitorchiano (51,0%), in provincia di Viterbo, seguito da Fiumicino, Fiano Romano e Capena, nell’area romana, con valori prossimi al 50,0%. Tra i primi 10 comuni della graduatoria, Sermoneta, con il 48,3%, manifesta una condizione particolare favorevole nel più critico quadro generale del territorio pontino. Il comune con il tasso di occupazione più basso è Casalattico nella provincia di Frosinone, un piccolo comune (meno di mille abitanti) dove è occupato solo un residente su quattro (25,4%). I valori maggiori del tasso di disoccupazione si registrano nelle isole pontine (28,7 a Ponza e 27,0% a Ventotene) e nel comune di Paganico Sabino (29,2%) nella provincia di Rieti, entrambi caratterizzati da un’ampiezza demografica inferiore ai 5mila abitanti; d’altra parte, nel piccolo comune di Ascrea del reatino, dove risiedono meno di mille abitanti, ci sono solo 6 persone disoccupate su 100 persone attive.
Caratteristiche della popolazione secondo la classificazione dei comuni della Strategia nazionale delle aree interne
Nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne, che costituisce una delle linee strategiche di intervento dei Fondi strutturali europei del ciclo di programmazione 2014-2020, è stata introdotta una zonizzazione del territorio nazionale basata su una “lettura policentrica del territorio Italiano, cioè un territorio caratterizzato da una rete di comuni o aggregazioni di comuni (centri di offerta di servizi) attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale”[11].
La mappatura ha riguardato tutti i comuni italiani e si è sviluppata in due fasi:
- individuazione dei poli, rappresentati da singoli comuni (Polo) o da aggregati di comuni confinanti (Polo intercomunale) capaci di offrire, simultaneamente, tutta l’offerta scolastica secondaria, ospedali sedi di DEA di I livello e stazioni ferroviarie Platinum, Gold o Silver;
- aggregazione dei restanti comuni in base alle distanze dai poli misurate in tempi di percorrenza corrispondenti mediamente a meno di 20 minuti per le aree peri-urbane (Cintura), tra i 20 e i 40 minuti per le aree intermedie, tra i 40 e i 75 minuti per le aree periferiche e oltre i 75 per quelle ultra-periferiche.
I comuni laziali che svolgono la funzione di poli dell’offerta di servizi essenziali sono 10. Di questi, 4 sono ubicati nella provincia di Roma (Roma capitale, Civitavecchia Anzio e Tivoli), 4 in quelle di Frosinone e Latina (i 2 comuni capoluogo, Cassino e Formia); nelle province di Rieti e Viterbo solo i comuni capoluogo offrono simultaneamente i tre servizi essenziali. Al contrario, i comuni più distanti dai poli, classificati come Ultraperiferici, sono 2 piccoli comuni del territorio pontino (Roccasecca dei Volsci e l’Isola di Ponza).
Nel 2019, i residenti nei comuni Polo sono il 57,8% della popolazione laziale, quelli nei 78 comuni classificati come Cintura il 14,9%. In complesso, quindi, il 72,7% dei laziali vive in comuni classificati come Centri e possono, almeno in teoria, raggiungere i tre servizi essenziali in meno di 20 minuti. Rispetto al Censimento del 2011, i residenti dei Centri aumentano di 223 mila unità (tasso medio annuo 6,9‰).
Sono invece 290 i comuni ubicati a più di 20 minuti di percorrenza dai Polo e in essi vi risiedono 1 milione e 574 mila abitanti. Rispetto al 2011, la popolazione di essi aumenta complessivamente di 30 mila abitanti (+2,4‰) e solo nelle aree periferiche registra una diminuzione (-2,4‰).
PROSPETTO 13. POPOLAZIONE RESIDENTE PER CLASSIFICAZIONE DEI COMUNI SECONDO LA STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e variazione media annua per 1.000 residenti.
CLASSI | Numero comuni | Popolazione residente | Variazione della popolazione | |||
2019 | 2018 | 2011 | 2019-2018 | 2019-2011(a) | ||
Centri | 88 | 4.181.593 | 4.195.259 | 3.958.869 | -3,3 | 6,9 |
Polo | 10 | 3.324.817 | 3.337.009 | 3.114.971 | -3,7 | 8,2 |
Cintura | 78 | 856.776 | 858.250 | 843.898 | -1,7 | 1,9 |
Aree interne | 290 | 1.574.107 | 1.577.817 | 1.544.017 | -2,4 | 2,4 |
Intermedio | 205 | 1.340.804 | 1.343.150 | 1.306.236 | -1,7 | 3,3 |
Periferico | 83 | 228.883 | 230.247 | 233.400 | -5,9 | -2,4 |
Ultraperiferico | 2 | 4.420 | 4.420 | 4.381 | 0,0 | 1,1 |
TOTALE | 378 | 5.755.700 | 5.773.076 | 5.502.886 | -3,0 | 5,6 |
(a) Variazione media annua geometrica (o composta) |
Rispetto al 2011, il numero di stranieri residenti cresce in tutte le classi, l’intensità della variazione è però alquanto diversificata: si passa da un incremento medio annuo di 57 unità ogni mille residenti dei comuni Polo ad uno di 38 unità nelle Aree interne (+72‰ nelle aree Ultraperiferiche). La popolazione straniera ha un’incidenza più elevata nei comuni Polo (11,8%) e più bassa in quelli Ultraperiferici (8,4%); in questi ultimi è aumentata di 3,5 punti percentuali rispetto al 2011.
Gli indicatori socio-demografici evidenziano significative differenze fra Centri e Aree interne:
- gli indicatori della composizione per età della popolazione presentano i valori più contenuti nei comuni di Cintura e i più elevati in quelli Periferici: l’età media oscilla da 44,1 anni a 46,4 anni rispettivamente nei due gruppi; analogamente l’indice di vecchiaia passa dal 156,6% nei comuni di Cintura al 209,3% di quelli Periferici;
- I valori maggiori della quota di popolazione con più elevato grado di istruzione si riscontrano nei comuni Polo: la percentuale di residenti di 9 anni e più che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado è pari al 39,4%, quella dei possessori di un titolo di studio terziario e superiore è del 22,9%. I valori più bassi si hanno invece nei comuni Ultraperiferici: rispettivamente 35,2% e 9,3% per i due indicatori;
- le Aree interne sono caratterizzate da un tasso di occupazione inferiore di due punti percentuali rispetto al valore riscontrato nei Centri (44,3% rispetto a 46,3%) e da un tasso di disoccupazione superiore (16,3% contro 13,7%). In particolare, nei comuni Ultraperiferici, il tasso di occupazione è poco più di 10 punti più elevato di quello di disoccupazione (36,1% rispetto a 25,6%).
PROSPETTO 14. INDICATORI SOCIO-DEMOGRAFICI PER CLASSIFICAZIONE DEI COMUNI SECONDO LA STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE. Censimento 2019
INDICATORI | Centri | Aree interne | LAZIO | |||||
Polo | Cintura | Totale | Intermedio | Periferico | Ultra-periferico | Totale | ||
Incidenza della popolazione straniera | 11,8 | 9,0 | 11,2 | 10,2 | 9,9 | 8,4 | 10,2 | 10,9 |
Rapporto di mascolinità | 90,5 | 97,0 | 91,8 | 97,5 | 98,4 | 107,8 | 97,6 | 93,4 |
Età media | 45,4 | 44,1 | 45,1 | 44,3 | 46,4 | 45,9 | 44,6 | 45,0 |
Indice di vecchiaia | 175,6 | 156,7 | 171,5 | 156,6 | 209,3 | 202,7 | 163,5 | 169,3 |
Indice di dipendenza | 55,5 | 53,4 | 55,1 | 52,6 | 56,2 | 54,7 | 53,1 | 54,5 |
Indice di dipendenza anziani | 35,4 | 32,6 | 34,8 | 32,1 | 38,0 | 36,6 | 32,9 | 34,3 |
Indice di struttura della popolazione attiva | 149,7 | 137,6 | 147,1 | 143,3 | 148,4 | 136,6 | 144,0 | 146,2 |
% Popolazione con titolo di studio di scuola sec. di II grado | 39,4 | 38,5 | 39,2 | 39,3 | 36,5 | 35,2 | 38,9 | 39,1 |
% Popolazione con titolo di studio terziario e superiore | 22,9 | 12,7 | 20,8 | 13,0 | 11,7 | 9,3 | 12,8 | 18,6 |
Tasso di attività(a) | 54,1 | 51,8 | 53,6 | 53,4 | 50,4 | 48,5 | 53,0 | 53,4 |
Tasso di occupazione(a) | 46,9 | 43,9 | 46,3 | 44,7 | 42,4 | 36,1 | 44,3 | 45,8 |
Tasso di disoccupazione(a) | 13,2 | 15,4 | 13,7 | 16,3 | 15,7 | 25,6 | 16,3 | 14,4 |
(a) Vedi nota 1 a pag. 2
Glossario
Alfabeti privi di titolo di studio: coloro che hanno dichiarato di sapere leggere e scrivere, pur non avendo conseguito la licenza di scuola elementare.
Analfabeti: coloro che hanno dichiarato di non sapere leggere o scrivere.
Cittadinanza: vincolo giuridico tra un individuo e lo Stato di appartenenza che garantisce il godimento di diritti e l’assoggettamento a particolari oneri. Viene acquisito per nascita o per naturalizzazione, mediante dichiarazione, opzione, matrimonio o altre modalità previste dalla legislazione nazionale. Ad una persona con cittadinanza doppia o multipla, nella rilevazione censuaria va assegnato un unico paese di cittadinanza, da determinare con il seguente ordine di precedenza:
- paese dichiarante; o
- se la persona non ha la cittadinanza del paese dichiarante: altro Stato membro dell’Ue; o
- se la persona non ha la cittadinanza di un altro Stato membro dell’Ue: altro paese non membro dell’Unione europea.
Per “Stato membro dell’Ue” si intende un paese che è membro dell’Unione europea al tempo di riferimento dell’indagine. Nei casi di doppia cittadinanza, in cui entrambi i paesi sono Stati membri dell’Unione europea ma nessuno è il paese dichiarante, gli Stati membri determinano il paese di cittadinanza da assegnare.
Diploma di istruzione secondaria di I grado (licenza media o avviamento professionale): titolo di studio conseguito al completamento dei corsi di scuola secondaria di I grado e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione.
Diploma di istruzione secondaria di II grado: comprende i diplomi di 4-5 anni (ex diploma di maturità) e i diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni. I diplomi di 4-5 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondari di II grado, attualmente della durata di 5 anni e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Il titolo permette l’iscrizione ad un corso di studi universitari. Per accedere ai corsi è richiesto il diploma di scuola secondaria di I grado. I diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondario di II grado di durata non superiore a 3 anni (istituti professionali, istituti d’arte, scuola magistrale), che non permette l’iscrizione ad un corso di studi universitario.
Dottorato di ricerca/diploma accademico di formazione alla ricerca: titolo di studio che si consegue dopo un corso di almeno 3 anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere una laurea magistrale/specialistica. Il diploma accademico di formazione alla ricerca si consegue dopo un corso di tre anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere il diploma accademico di II livello.
Età media della popolazione: l’età media della popolazione residente a una certa data, espressa in anni e decimi di anno. È ottenuta come media ponderata con pesi pari all’ammontare della popolazione in ciascuna classe di età.
Forze di lavoro: persone di 15 anni e più, occupate e disoccupate.
Inattivi: persone di 15 anni e più che non fanno parte delle forze di lavoro, cioè quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate). Rientrano nella categoria:
- coloro che non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane e non sono disponibili a lavorare entro due settimane dall’intervista;
- coloro che pur non avendo cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane si sono dichiarati disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista;
- coloro che hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane, ma che non sono disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista (forze lavoro potenziali).
Indice di dipendenza strutturale: rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.
Indice di dipendenza strutturale degli anziani: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.
Indice di struttura della popolazione attiva: rapporto percentuale tra la popolazione in età 40-64 anni e la popolazione in età 15-39 anni
Indice di vecchiaia: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100.
Istruzione terziaria: comprende titoli di istruzione terziaria di I e II livello
Istruzione terziaria di I livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli: diploma universitario, diploma rilasciato da una scuola diretta a fini speciali, altro diploma terziario non universitario del vecchio ordinamento, laurea di I livello e diploma accademico Afam di I livello.
Istruzione terziaria di II livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli di studio: la laurea magistrale/specialistica (biennale, a ciclo unico, diploma di laurea di 4-6 anni), il diploma di accademia di belle arti, danza, arte drammatica, Isia, ecc., conservatorio (vecchio ordinamento) precedente la riforma del settore Afam (legge 508/99) e il diploma accademico di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) di II livello.
Istruzione terziaria e superiore: comprende l’istruzione terziaria, il dottorato di ricerca e il diploma accademico di formazione alla ricerca
Licenza di scuola elementare: titolo di studio che corrisponde al completamento del primo grado del sistema scolastico.
Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale: titolo di studio che corrisponde al completamento del secondo grado del sistema scolastico e rappresenta la conclusione del primo ciclo di istruzione.
Popolazione residente: popolazione costituita dalle persone aventi dimora abituale in ciascun comune, anche se alla data del censimento sono assenti perché temporaneamente presenti in altro comune italiano o all’estero.
Rapporto di mascolinità: rapporto percentuale tra il numero di persone di sesso maschile e il numero di persone di sesso femminile.
Tasso di attività: rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (occupati e disoccupati) in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione totale di quella stessa classe d’età.
Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati di una determinata classe d’età (in genere
15-64 anni) e la popolazione residente totale della stessa classe d’età.
Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati in una determinata classe d’età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati (forze di lavoro) della stessa classe d’età.
[1] Non essendo ancora disponibili i dati per condizione professionale e classe di età, i valori e gli indicatori relativi al mercato del lavoro sono sempre riferiti alla popolazione con 15 anni e più, anziché alla popolazione in età 15-64 anni.
[2] Cfr. nota tecnica disponibile all’indirizzo https://www.istat.it/it/archivio/251687.
[3] Variazione media annua geometrica (o composta).
4 L’art. 1, della L. n. 56/2014 ha istituito le città metropolitane di Roma capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Il territorio della città metropolitana coincide con quello della provincia omonima. Poiché nel testo si fa riferimento anche a dati antecedenti il 2014, per evitare confusioni si utilizza la denominazione delle circoscrizioni amministrative precedente l’istituzione delle città metropolitane.
[5] I comuni in crescita (o decrescita) sistematica sono quelli per i quali la popolazione ai censimenti ha fatto sempre registrare una crescita (o decrescita). L’inversione demografica, verso la crescita o decrescita, viene valutata rispetto agli ultimi due intervalli intercensuari (2001-2011 e 2011-2019). Sono classificati con “Nessuna tendenza” i comuni con una tendenza demografica alternata tra crescita e decrescita.
[6] Comprende il diploma di qualifica professionale di 2/3 anni, l’attestato di qualifica professionale e il diploma professionale IFP, il diploma di maturità/ diploma di istruzione secondaria superiore di 4/5 anni e il Certificato di specializzazione tecnica superiore IFTS.
[7] La categoria ‘Terziario e superiore’ comprende i titoli terziari di primo livello, quelli di secondo livello, il dottorato di ricerca e i titoli rilasciati dalle scuole di alta formazione alla ricerca. I titoli terziari di primo livello includono il Diploma di tecnico superiore ITS, la Laurea o il Diploma accademico AFAM di primo livello, il Diploma universitario (2-3 anni), la Scuola diretta a fini speciali, altro diploma terziario non universitario. Il diploma terziario di secondo livello include la Laurea magistrale/specialistica (biennale, a ciclo unico, diploma di laurea di 4-6anni), il Diploma accademico di secondo livello (compresi i titoli del vecchio ordinamento – livello unico). Il dottorato di ricerca include il diploma accademico di formazione alla ricerca.
[8] Vedi nota 1 a pag. 2
[9] Vedi nota 1 a pag. 2
[10] Vedi nota 1 a pag. 2
[11] DPS, Le aree interne: di quali territori parliamo? Nota esplicativa sul metodo di classificazione delle aree (http://old2018.agenziacoesione.gov.it/opencms/export/sites/dps/it/documentazione/Aree_interne/Nota_metodologica_Aree_interne.pdf)