
COSENZA La mortalità imprenditoriale si ripercuoterebbe immediatamente sul mercato del lavoro. Sarebbero quasi 440 mila, infatti, i posti che andrebbero in fumo come diretta conseguenza dell’uscita definitiva dal mercato di migliaia di imprese nel settore turistico del Belpaese. Oltre 73 mila sarebbe la perdita quantificata nel solo sistema turistico della Lombardia a cui seguirebbero il Veneto (-44 mila addetti), il Lazio (-43 mila addetti), l’Emilia-Romagna (-40 mila addetti) e la Toscana (-34 mila addetti). A seguire, in una fascia di perdita tra i 30 mila e i 20 mila posti di lavoro, la Campania (-30 mila), il Piemonte (-27 mila addetti), la Puglia (-24 mila addetti) e, infine, la Sicilia (-23 mila addetti). Al di sotto di questa soglia si collocano i rimanenti sistemi turistici locali: Trentino-Alto Adige (-18 mila addetti), Liguria (-15 mila addetti), Sardegna (-14 mila addetti), Marche (-12 mila addetti), Abruzzo (-10 mila addetti), Calabria (-9 mila addetti) e Friuli- Venezia Giulia (-9 mila addetti). In coda, infine, per il rischio di perdita di posti di lavoro in valore assoluto, si collocano Umbria (-6 mila addetti), Basilicata (-3 mila addetti), Valle d’Aosta (-2 mila addetti) e Molise (1,6 mila addetti). (News&Com)