(AGENPARL) – Roma, martedì 4 agosto 2020 – “Muovere i primi passi su TikTok o qualsiasi altro social è facilissimo. Innanzitutto, basterà fare il download dallo store del vostro smartphone per installarla in pochi minuti sul telefono e iniziare ad usarla”. Questo è quanto viene richiesto per iscriversi ad uno dei più famosi e discussi social a livello mondiale degli ultimi tempi e non solo. “Dopo aver scaricato l’applicazione esistono due possibilità per accedere su TikTok: Accedere creando un nuovo account; Accedere a TikTok con l’account Musical.ly. Nel primo caso, per creare un account ex novo bisogna inserire l’email oppure il numero di telefono. È inoltre possibile velocizzare l’operazione scegliendo la registrazione tramite account social, sfruttando quindi i dati già inseriti su Facebook, Twitter o sulla vostra Gmail. Per proseguire è necessario inserire la propria data di nascita (il limite minimo d’età per poter utilizzare l’applicazione è fissato a 13 anni). A questo punto avrete creato il vostro account su Tik Tok. Per possedere un account, una mail, un profilo sui social basta avere 13 anni. Ma chi verifica l’età reale degli utenti che utilizzano in assenza della supervisione dei familiari o adulti i social? Chi ne verifica i contenuti pubblicati? WhatsApp sta alzando l’età per l’iscrizione al servizio a 16 anni per i Paesi dell’Unione europea. Facebook, proprietaria di WhatsApp, per ora mantiene il limite minimo per l’iscrizione a 13 anni, come tutti gli altri social network e servizi di messaggistica. Non esistono dati ufficiali su quanti siano i minorenni che utilizzano i servizi di messaggistica, come WhatsApp e Instagram, o i social network. Secondo un articolo pubblicato tempo fà sul giornale la Stampa: “Nessuno di queste aziende ha un sistema di controllo dell’età dichiarata dagli utenti al momento dell’iscrizione. Secondo il report Global Digital 2018 i ragazzini nella fascia 13-17 anni che usano Fb sarebbero quasi 180 milioni nel mondo, divisi tra 96 milioni di maschi e 80 milioni di femmine. I minorenni sarebbero il 4 per cento degli iscritti del social network più diffuso nel mondo (2 miliardi e 170 milioni di utenti). Instagram avrebbe invece 60 milioni di iscritti minorenni, tra il 2 e il 3 per cento dei suoi 800 milioni di utenti.” Questo a livello mondiale ma in Italia? In Italia le percentuali risultavano nel 2018 inferiori, con un milione e 100 mila minorenni iscritti a Fb, pari al 2 per cento del totale dei suoi utenti, quasi equamente divisi tra maschi e femmine. Secondo l’Osservatorio Social Media i minorenni su Fb erano di più, circa il 6% del totale, e il 10% degli utenti di Instagram. Cosa dice la legislazione in Italia? La normativa vigente italiana dice che, per utilizzare i social network bisogna avere almeno 14 anni, tra i tredici ed i 14 è possibile farlo, ma con la supervisione dei genitori. Sotto i 13 anni è semplicemente vietato usare Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat o WhatsApp. Se un infratredicenne attraverso uno di questi strumenti commette un reato o provoca danni, il responsabile è il genitore. Secondo il codice penale non è imputabile chi abbia commesso il fatto quando non aveva ancora compiuto i quattordici anni e quindi si configura quella che viene definita culpa in vigilando che è alla base della responsabilità civile dei genitori”. La normativa in assenza del consenso dei genitori può comunque essere con semplicità; durante il procedimento di iscrizione ad un social network si presta un esplicito consenso alla profilazione delle proprie attività, consenso che un ragazzo minore di quattrodici anni non può dare. Si tratta di dati di marketing preziosi per qualsiasi azienda, dati che significano campagne pubblicitarie mirate ed efficaci.
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