
(AGENPARL) – Roma, 23 giovedì Luglio 2020 – L’ambasciatore Anatoly Antonov ha dichiarato che, secondo i dati resi noti dagli attivisti per i diritti umani, il numero di incidenti subiti dai giornalisti ha già superato i 500 casi, ed ha sottolineato che: “Quest’anno, gli Stati Uniti saranno evidentemente in cima alle classifiche mondiali in questa nomination”. L’ambasciata russa presente negli Stati Uniti ha diramato una nota di protesta consegnata al Dipartimento di Stato americano in seguito ad un attacco ai danni dei giornalisti da parte di forza di polizia americane contro giornalisti del Canale Uno russo. Il fatto sarebbe accaduto nei giorni scorsi nella città statunitense di Portland, lo ha reso noto lo stesso ambasciatore Anatoly Antonov, sulla sua pagina Facebook. Nelle prime ore del 22 luglio “la corrispondente Yulia Olkhovskaya e il cameraman Vyacheslav Arkhipov sono stati inammissibilmente trattenuti dalla polizia locale”. “Gli addetti stampa si erano identificati presso la polizia ad alta voce e chiaramente, mostrando i tesserini senza opporre alcuna resistenza”, ha sottolineato Antonov. Nella nota di protesta consegnata dall’ambasciata russa al Dipartimento di Stato americano, si parla di “comportamento oltraggioso”. L’ambasciatore russo ha richiesto un’indagine approfondita sul caso, aggiungendo che le autorità statunitensi non hanno ancora risposto alla nota di protesta sul caso del “31 maggio l’ attacco subito da parte della polizia dal corrispondente della RIA Novosti Mikhail Turgiyev.
“Quest’anno, gli Stati Uniti saranno evidentemente in cima alle classifiche mondiali in questa nomination”, ha dichiarato l’ambasciatore russo Anatoly Antonov. “Vorrei sottolineare che i nostri giornalisti non hanno ricevuto solidarietà, né sostegno morale, da parte dei lavoratori dei media locali”; il diplomatico sostiene che, l’ambasciata intende “insistere affinché l’incidente venga preso in considerazione dalle organizzazioni per i diritti umani che monitorano le violazioni di diritti dei lavoratori dei media negli Stati Uniti “.
In precedenza, l’ufficio stampa di Channel One aveva dichiarato che la sua troupe cinematografica aveva subito numerosi danni, durante un attacco da parte di “uomini mimetizzati” a Portland, nella zona dove erano in corso delle proteste, dopo la morte di George Floyd a Minneapolis a fine maggio.