
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano stanno eseguendo,
con il supporto dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata),
su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, nell’ambito di
complesse indagini nel settore della criminalità organizzata, un provvedimento emesso dal
G.I.P. del Tribunale di Milano, nei confronti di più soggetti a vario titolo coinvolti nella
realizzazione di una serie di reati all’interno di un’associazione per delinquere, finalizzata
alla frode fiscale, aggravata dalla previsione di cui all’art. 416 bis 1 del codice penale e dalla
disponibilità di armi, all’auto-riciclaggio, all’intestazione fittizia di beni e valori ed alla
bancarotta fraudolenta.
In particolare, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano
sta dando esecuzione a misure cautelari personali nei confronti di 8 soggetti, di cui 4 in
carcere e 4 agli arresti domiciliari e reali su beni mobili, complessi aziendali e disponibilità
liquide e finanziarie fino ad un ammontare complessivo di oltre 7,5 milioni di euro.
I circa 200 militari impiegati stanno effettuando, altresì, in Lombardia, Veneto, Toscana,
Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia, 34 perquisizioni locali e domiciliari nonché la notifica
dell’avviso della conclusione delle indagini nei confronti di 27 indagati, con il supporto dei
Reparti del Corpo territorialmente competenti.
I provvedimenti odierni rappresentano l’epilogo di una complessa attività investigativa
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano,
che ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale composto da più soggetti, alcuni dei
quali contigui al clan GRECO di San Mauro Marchesato, costituente una ‘ndrina distaccata
della locale di ‘ndrangheta di Cutro (KR), operante anche sul territorio lombardo.
Le indagini di polizia giudiziaria, avviate per accertare infiltrazioni della ‘ndrangheta nel
tessuto economico legale, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano,
hanno consentito di disvelare una complessa frode all’Iva nel settore del commercio
dell’acciaio, attuata avvalendosi di una fitta rete di società “cartiere” e “filtro”, formalmente
rappresentate da soggetti “prestanome”.
In particolare è emersa l’esistenza di diverse imprese, italiane ed estere, apparentemente
prive di reciproci legami societari, utilizzate per il compimento di una imponente frode Iva,
realizzata mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, costituendo
fittiziamente il plafond Iva previsto per i cosiddetti “esportatori abituali”, manipolando
artificiosamente le liquidazioni periodiche dell’imposta sul valore aggiunto. (News&Com)