
(AGENPARL) – Roma, 07 nov 2019 – Si è spenta oggi a Roma Maria Pia Fanfani, storica volontaria della Croce Rossa Italiana, nonché vedova del più volte presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Aveva 97 anni. Maria Pia Tavazzani,questo il suo nome, era stata partigiana, scrittice e fotografa, da sempre dedita alla solidarietà e all’impegno umanitario, protagonista in numerose missioni umanitarie. Per 11 anni fu presidente del Comitato Nazionale femminile della CRI. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti anche quello di Cavaliere della Repubblica.
Nasce a Pavia da Carlo e Ida Carmeloni (orfanella adottata dalla famiglia Tavazzani, scampata a una polmonite durante l’infanzia, viene educata all’impegno umanitario per volontà della madre che aveva fatto un voto durante la malattia della figlia.
Nel 1942 sposa l’ingegnere Giuseppe Vecchi, e durante la seconda guerra mondiale partecipa alla lotta partigiana contro l’occupazione nazifascista, come staffetta accanto al fratello Attilio, capo partigiano.
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1973, sposa nel 1975 Amintore Fanfani, storico leader della Democrazia Cristiana e più volte Presidente del Consiglio, che nel 1968 era rimasto vedovo di Biancarosa Provasoli. Con il secondo matrimonio, anche grazie alla ricca rete di relazioni col mondo della politica internazionale l’attività e l’impegno umanitario di Maria Pia Tavazzani, ormai nota prevalentemente con il cognome del marito, prendono nuovo impulso. Nel 1983 diventa presidente del Comitato Nazionale Femminile della Croce Rossa Italiana, carica che ricoprirà fino al 1994 e che le consente di moltiplicare i suoi progetti umanitari. Nel 1985 viene nominata a Ginevra Vicepresidente della Lega Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (1985-1989) sotto la presidenza di Enrique de la Mata.
Il suo impegno nella Croce Rossa Internazionale, tra cui la presenza in missioni umanitarie nei Balcani negli anni di guerra seguiti alla dissoluzione della Iugoslavia, e il suo attivismo in molte attività di volontariato la portò ad avere una forte esposizione mediatica, venendo da un lato ad essere accusata di presenzialismo e dall’altro ad essere considerata come la prima vera first lady della Repubblica italiana.
È stata tra le personalità femminili a essere intervistate dalla scrittrice Paola Severini Melograni nel suo libro Le mogli della Repubblica.